Immaginatevi l’atmosfera elegante di un antico palazzo romano. Dall’alto di volte e pareti gli occhi vigili di figure mitologiche e aristocratiche emergenti da stucchi, dipinti, bassorilievi. Antichi sguardi che nella lunga storia della grande dimora avranno osservato serate eleganti, aristocratiche o di alti notabili e funzionari. Entrare lì è stato come sentirsi attorniati dalla bellezza. Poi, il disastro. Cafoni! Un disgustoso assalto al cibo come se fossero stati veri affamati. Invece…
Mi sono accorto subito che tra falsi giornalisti, falsi operatori del settore, amici, di amici, di amici, (magari alla lontana, lontana) e intrusi, si sarebbe aperta la caccia alla pietanza gratis.
A raccontarlo così sembrerebbe incredibile. Noi stessi, io e i colleghi Francesco Acampora e Bernard Bedarida (TF1 – il primo canale francese), seduti al nostro tavolo, composti, in amabile conversazione, non potevamo credere ai nostri occhi.
A parte alcuni colleghi e alcuni titolari di ristoranti accomodati ai loro posti, c’era una selva di individui pronti a intercettare i camerieri non appena varcavano la porta che immetteva in sala: quei poverini degli addetti facevano fatica a tenere in equilibrio i grandi vassoi per tutte quelle mani così prensili subito pronte a rapire i piatti.
Penoso.
Incredibile, ma vero.
Abbiamo poi riconosciuto le solite facce di sempre, quelle che avevamo dimenticato durante il Covid che ha annullato tanti eventi: persone (senza distinzione tra sessi) che grazie a fantomatici bigliettini da visita e improbabili tesserini professionali, si sono sempre fatti passare per giornalisti o per redattori di testate (quando non lo sono) in modo da gustare a sbafo.
Li vediamo presenti ovunque si mangi.
A qualsiasi evento con pranzi o cene gratis.
Ma non c’erano solo loro a comportarsi in stile “assalto alla diligenza”.
Noi tre avevamo l’impressione di essere al centro di un gorgo, attorniati da una confusione perenne, con i camerieri altrettanto sconcertati e confusi, sudati, provati, impossibilitati a riportare la calma tra tanti pseudo affamati.
A far venire il desiderio agli assalitori non è stata la fame, ma il fatto che il pasto fosse non pagato. Quindi, pancia mia fatti capanna! In casi del genere si deve proprio dire che l’appetito vien mangiando, sempre di più, piatto dopo piatto conquistato-fregato agli altri (prima che finiscono!).
C’è stato pure chi, tra gli assalitori frementi e raramente seduti ai tavoli, ha avuto l’ardire di protestare con il personale di sala perché non ha visto (non ha agguantato) il cameriere con il vassoio dedicato a una determinata portata.
Al nostro tavolo difficilmente riusciva ad arrivare qualcosa, tanto che ci abbiamo messo un’ora e mezza seduti in attesa delle portate. In un’atmosfera normale tutto sarebbe stato risolvibile in poco più della metà del tempo, ma ci siamo fatti compagnia.
Ci siamo sì indignati, ma abbiamo passato più tempo a ridere di questo spettacolo. Tanti minuti in più che ci hanno concesso di parlare anche degli anni da Covid durante i quali ci siamo persi di vista. Revival che avrei voluto fare anche con il collega Enzo Di Giacomo (Eurocomunicazione) e con Alessandra Moneti (Ansa), ma loro due erano a un altro tavolo, sempre sotto assedio, con Alessandra in fuga poi verso la redazione.
Mancando in noi la spinta convulsa all’accaparramento dell’ultimo boccone, siamo riusciti comunque ad analizzare e ad apprezzare molto l’opera dello chef che ha preparato gli assaggi. Complimenti.
Forse non avremmo dovuto stupirci di certi comportamenti, non ancora una volta, perché Roma ci ha sottoposti più volte a spettacoli del genere. La Capitale nei suoi salotti e nelle sue manifestazioni dà spesso questa rappresentazione scadente.
Mangiamangiamangia, prendiprendiprendi, tanto non si paga!
Andazzo che ha colpito anche la distribuzione della pubblicazione che era stata appena presentata: ai giornalisti e ad alcuni operatori doveva essere fornita, ai primi per poterla analizzare e scriverne con maggiore cognizione di causa. Invece, non è arrivata. Gli scatoloni erano desolatamente vuoti. C’era stato l’arrembaggio anche a questa… perché era in distribuzione gratuita.
Avremmo dovuto fare i furbi? Compiere un raid doppio e scappare via con un libro sotto a un braccio, un piatto per mano, una bottiglia di vino sotto l’altro braccio e il piatto col dessert tra i denti?
Lo domando sotto forma ironica, perché mai ci saremmo adeguati a simili costumi. Il saper vivere è sempre preferibile all’accaparramento smodato e ai mangiatori a sbafo.
Quanta pazienza che ci vuole…
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😄😄 moltissima! Comunque ci ha fornito pure alcuni spunti per ridere
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Nemmeno gli avvoltoi si gettano con così tanto accanimento sui resti di cibo, 🤦♀️. Certo che quando c’è da mangiare a sbafo le persone (non tutte ma una buona fetta) riesce sempre e solo a tirare fuori il peggio di sé.
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Eravamo presi da ilarità e disapprovazione allo stesso tempo 😄
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Si potrebbe definire una situazione tragicomica, 😉.
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Confermo in pieno 😁
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😁
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