La storia insegna: convivenza è ricchezza. Un esempio viene da lontano, già dai primi passi del Regno di Sicilia

Normanni, latini, greci-bizantini, musulmani e popolazioni delle più strette etnie locali, tutti insieme a formare un Regno che fu tra i più splendidi del XII secolo e periodi seguenti. E dire che tutto fu frutto di lotte durate circa 50 anni, oltretutto i tempi non erano proprio fra i più civili né tra quelli meno armati. Ma la storia insegna, convivenza è ricchezza.

Il mio riferimento è, palese. È tutto diretto al Regno di Sicilia, governato dal 1130 dal secondo degli Altavilla, Ruggero II, figlio del Gran Conte Ruggero (a sua volta figlio di Tancredi d’Altavilla e fratello di Roberto il Guiscardo) che completò la conquista dell’intera Isola sul finire dell’XI secolo ponendo fine al dominio musulmano.

Ricchissima terra la Sicilia di quei tempi, tanto da fare invidia alle corti dei regni europei e dello stesso impero germanico di Lotario di Supplinburgo.

Ruggero II non era il predestinato, la prima corona di Sicilia doveva andare sulla testa del fratello maggiore Simone che a 8 anni ereditò il dominio – ancora Contea -, ma il primogenito del Gra Conte morì quattro anni dopo a Mileto. Da qui la reggenza della madre Adelasia Incisa del Vasto fino all’incoronazione di Ruggero II che, oltre a essere Re con tutti i titoli onorifici classici, aggiuse pure una denominazione musulmana, “al-muʿtazz bi-llāh” che tradotto sta per “il reso potente da Dio”, oppure “muʿizzu imāmi Rümiyyata al-nāṣiru li-l-millati l-naṣrāniyyati come inciso in monete coniate a Salerno, “il difensore del Papa di Roma, il protettore della comunità cristiana”.

Quando la visione di un uomo si apre al mondo grazie a una giusta educazione

Il Sovrano non poteva non avere una visione cosmopolita e universale del mondo e del suo Regno. Fin da piccolo era stato educato dal primo amiratus/ἀμηρἐς-gran dignitario della Contea di Sicilia, Cristodulo (Χριστόδουλος), un greco o greco-calabrese esperto della politica mediterranea, aperto alla conoscenza e agli studi scientifici. Cristodulo fu chiamato dai cronisti arabi (come ‘At Tîgânî) con la denominazione ‘Abd ar-Raḥman (servo del Misericordioso) o ῾Adb ar-Raḥmān an-Nasrānī (servo di Dio, Nazareno, cioè il cristiano).
Nell’anno 1109 quest’uomo ottenne il titolo di protonobilissimos dall’Imperatore bizantino Alessio I.

Giorgio di Antiochia e la Santa Vergine, mosaico nella chiesa della Martorana o di Santa Maria dell’Ammiraglio

Nella formazione culturale e operativa del futuro Sovrano fu poi aggiunto un altro maestro, l’emergente e sempre più potente Giorgio d’Antiochia, un greco-melchita, politico di razza e conoscitore del mondo, anch’egli abile amiratus (nominato da Ruggero – ἂρχων τῶν ἀρχόντων, ἀμηρἐς τῶν ἀμηράτων/signore dei signori, amirato degli amirati), brillante uomo che poi divenne consigliere dello stesso Sovrano e comandante delle forze militari marittime del Regno: Giorgio era arrivato dalla Tunisia dove, tempo prima, si era spostato da Antiochia al seguito dei genitori; lì aveva lavorato ai vertici dell’Erario del Sultano Tamīm ibn Muˁizz (ﺗﻤﻴﻢ ﺑﻦ ﺍﻟﻤﻌﺰ), quinto sovrano della dinastia berbera Ziride che governava l’Ifrīqiya (إفريقية) territorio comprendente l’attuale Tunisia più la parte orientale dell’Algeria e la parte occidentale della Cirenaica.

Nel 1123 Cristodulo e Giorgio d’Antiochia comandarono una spedizione contro Mehedia, oggi Mahdia, conquistando la fortezza di al-Dimas. Operazione che fece parte del primo tentativo – non riuscito – di conquistare la costa settentrionale dell’Africa. L’impresa riuscì nella sua seconda spedizione guidata da Giorgio nel 1146, dopo che l’ammiraglio fece edificare (1143) a Palermo la celebre e favolosa chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio o della Martorana e dopo che completò l’organizzazione delle forze militari: il 18 giugno la flotta siciliana salpò da Trapani e da lì le truppe di Ruggero, coordinate da Giorgio, presero l’attuale area della Tunisia.

Con questi uomini al suo fianco e immerso in una società dalle grandi e sfaccettate culture, Ruggero II divenne un vero e proprio Sovrano di tutti e non solo Re di Sicilia, ma a capo del Sud Italia e sovrano africano, rappresentante della prima potenza mediterranea del tempo.

L’organizzazione del Regno di Sicilia (accenni)

La Sicilia era proprio l’ombelico del Mediterraneo, crocevia di tre continenti, favorita da molti dei suoi porti attivi e ricchissimi grazie ai continui scambi nel “Mare Nostrum”, pieni di viaggiatori di ogni nazione e religione.

Re Ruggero era conosciuto per la sua fame intellettuale e molti fra i più grandi studiosi dell’epoca, geografi, filosofi e matematici, si stabilirono alla sua corte. Il Sovrano discorreva in Latino, Greco, Arabo e Francese, con tutti.

Gli stessi editti erano spesso scritti in Latino, Greco e Arabo.

La suddivisione amministrativa del Regno seguiva le propensioni delle etnie che abitavano la Sicilia: i funzionari di Stato erano normanni, greci, latini e arabi.

Due gli uffici del Registro (o Diwan, dall’arabo, da cui derivò il termine “Dogana” e la sua versione francese “Douane”) a disposizione del governo, uffici gestiti prevalentemente da musulmani: servivano a organizzare ogni aspetto finanziario, a cominciare dalla raccolta dei tributi.

Poi la “Camera” (su modello del “Fiscus” dell’antica Roma), gestita quasi esclusivamente da greci.

Senza dimenticare un altro ramo delle finanze dello stato gestito da normanni e basato sul modello appunto anglo-normanno.

I Cancellieri del Regno governavano le provincie e i governatori locali, Balivi latini, Amil saraceni e Catapani greci, scelti in ogni territorio a seconda della prevalenza etnica locale.

Gli scienziati, seguendo quella che era la realtà dell’alto Medioevo, erano prevalentemente saraceni.

E c’era un motivo ben preciso.

L’Islam, riguardo alla cultura, non faceva mai distinzione netta fra sacro e profano. Al contrario, la Chiesa Latina, temeva gli studi profani, li scoraggiava e un esempio di tale atteggiamento fu in Gregorio Magno.

I musulmani spesso ricordavano che il Profeta spingeva verso una continua ricerca del Sapere. Come citato nel libro “Il Regno nel Sole” di John Julius Norwich, per i musulmani la spinta verso il Sapere doveva continuare “anche se tale aspirazione avesse dovuto condurli in Cina”; “colui che viaggia in cerca del Sapere, viaggia seguendo il sentiero di Allah che conduce in Paradiso”.

La conseguenza fu che l’intera civiltà rappresentata dai paesi musulmani fu riconosciuta come la culla delle scienze e del sapere, fatto palese anche alle stesse nazioni europee di quell’epoca. Se nel mondo si voleva parlare di matematica e di scienze, bisognava farlo in Arabo che, a quei tempi, era la lingua internazionale fra scienziati di tutte le fedi e nazioni.

Tra i tantissimi testi e opere classiche perse in Europa durante le invasioni barbariche, molte erano sopravvissute nei paesi islamici e qui tradotte in arabo.

Anche da questi fattori tra loro condensati venne lo splendore della Corte siciliana di Ruggero II.

Per rendersi conto dei traguardi raggiunti, basta un esempio lampante.

Una delle due magnifiche opere geografiche dello studioso arabo-siculo Abu-Abdullah Mohammed al-Edrisi, scienziato largamente aiutato dal Sovrano, fu “Opera di un uomo desideroso di giungere a completa conoscenza dei vari paesi del mondo”, più nota come “Il libro di Ruggero”. Nella prefazione sta scritto: “Il mondo è tondo come una sfera e le acque vi aderiscono e vi si mantengono a mezzo di un naturale equilibrio che non conosce varianti”. All’interno dell’opera, dati topografici e aspetti di tantissime nazioni del mondo, da incredibili terre come Russia e Norvegia. Meravigliate e attente descrizioni di quelle terre così settentrionali, come… dove in inverno le giornate sono così corte che vi è appena il tempo necessario per recitare le cinque preghiere d’obbligo, oppure (dai norvegesi) raccolgono i cereali quando sono ancora verdi e li fanno maturare vicino al focolare perché non vedono quasi mai il sole!

Come si vede, in epoche lontane e ben più sanguinarie della nostra, quando le garanzie della persona e il termine “Democrazia” avevano valori e significati non proprio chiari e di dubbia necessità, esistette un luogo nel mondo, la Sicilia, che seppe essere culla di civiltà diverse. Un esempio ricco e concreto di convivenza.

L’Islam è poi cambiato, l’Occidente e il mondo cristiano altrettanto, ma il livello culturale oggi è maggiore, la consapevolezza dell’Uomo è cresciuta. Eppure non si riesce a raggiungere un traguardo di pace a circa 70 anni dalla nascita dello Stato di Israele e dall’inizio dei conflitti con i paesi arabi, poi i fondamentalismi, le “primavere” più o meno tali, insomma una mole enorme di fatti sconvolgenti favoriti da influenze esterne insieme a quelle del tutto interne con lotte tra nazioni e potentati musulmani in contrasto, Sciti e Sunniti in primis… ma questa è un’altra storia che andrebbe accoppiata alla recente e attuale guerra in Ucraina con l’invasione russa e la conseguente crisi economica mondiale.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...