“L’amore può essere una maledizione, ma è e sarà sempre un dono immenso”. Pure chi viaggia tra le stelle si interroga su sentimenti, ricordi nascosti e sulla mente – “Star Trek: Picard”

Nel corso dei decenni i film e le serie televisive di fantascienza sono cambiate profondamente. Mi riferisco naturalmente a produzioni di primo livello. È balzata davanti ai miei occhi una delle ultime figlie del franchise Star Trek (link), serie che ho rivisto preparandomi all’uscita della sua continuazione. È la seconda stagione di “Star Trek: Picard” prodotta nel 2022, ambientata nell’anno 2400, XXV secolo. Una frase domina a fine di una puntata, L’amore può essere una maledizione, ma è e sarà sempre un dono immenso”. Pure chi viaggia tra le stelle si interroga su sentimenti, ricordi nascosti e sulla mente.

Premessa

Personaggio centrale è l’ormai anziano ammiraglio Jean-Luc Picard, già invitto capitano dell’Enterprise come protagonista della precedente serie Star Trek: The New Generation prodotta dal 1987 al 1994, una delle più longeve e di maggior successo. Da sempre Picard è interpretato dall’attore britannico di origine teatrale e shakespeariano, Patrick Stewart.

Qui riporto la fine dei tormenti dell’ammiraglio, istante che contribuisce alla soluzione dell’intera vicenda.

È un dialogo introspettivo, quasi alla fine dell’episodio 9, il penultimo della stagione 2. Al centro la rievocazione di un doloroso ricordo di Picard stimolato in questo dall’osservatrice romulana Tallinn, interpretata dall’attrice irlandese Orla Brady.
L’ammiraglio e i suoi compagni d’avventure sono stati trascinati indietro nel tempo di quasi 400 anni, nel 2024. La scena si svolge nel cadente Château Picard, residenza di campagna degli antenati del protagonista. Tipico il rimescolarsi tra passato e futuro che si sfiorano, si sovrappongono come mai sarebbe possibile: questo ricordo, in quel 2024 dove Picard è stato trascinato, pur essendo vissuto e integralmente riscoperto, si formerà però nella sua vita futura, di lì a qualche secolo quando il capitano/ammiraglio nascerà e vivrà.

(reggendo in mano l’antica chiave che sarebbe diventata quella della camera materna. La rivede anche nel ricordo, nella sua mano da bambino)

Jean-Luc Picard – […] così aprii la porta

mi torna un ricordo strano alla memoria…

Tallinn – Seguilo,

vedi dove porta.

Picard – Ci sono momenti nel tempo a cui desidereremmo tornare.

Ricordi, frammenti di vita vissuti meglio o al contrario.

In quei momenti alcuni tragici finali, riavvolgendosi, diventano gioiosi inizi.
Momenti di lutto diventano di ricchezza.

… Adesso ricordo.

In un turbolento momento di estrema malinconia

mia madre si impiccò qui, in questo posto

e in tutto il mio vissuto, in tutto ciò che ho visto o fatto,

questo è stato l’unico momento che mi sono risparmiato di ricordare,

momento che, purtroppo, non posso riavvolgere.

Mia madre era malata – mi hanno detto -,

ma io ho sempre pensato che fosse geniale.

Quella notte mio padre l’aveva chiusa nella sua camera per proteggerla.

… forse anche per proteggere me.

Ma lei mi implorava di aiutarla,

mi diceva che aveva bisogno di me,

che aveva bisogno del mio aiuto.

Ho passato tutta la vita a cercare di dimenticare questa parte.

Io credevo di salvarla.

Così, quando lui si addormentò, la feci uscire.

Se solo non avessi mai aperto quella porta, lei sarebbe potuta invecchiare.

Una volta immaginavo di vederla anziana

che mi offriva una tazza di tè

e mi chiedeva di parlare.

Questa è una chiave che ha viaggiato in giro per tutta la casa.

Come vorrei che quel giorno non fosse finita nella mia mano.

Io la amavo…

disperatamente.

Tallinn – L’amore può far scaturire grande sofferenza

e immensa pena

o un tremendo senso di colpa,

un motivo per scappare da noi stessi,

o scappare dagli altri.

L’amore può essere una maledizione,

ma è e sarà sempre

un dono immenso.

Serie “Star Trek: Picard”, II stagione, a conclusione dell’episodio 9

In particolare, la fine di ogni stagione della serie riallaccia le vicende dei precedenti episodi regalando momenti di forte riflessione intima. Approfondisce la vita dei personaggi in eventi che sciolgono nodi personali, quelli inizialmente nascosti nella profondità dell’animo dei protagonisti.
Sono vicende tormentate che i personaggi possono essersi trascinati nell’inconscio sin da bambini. Ricordi di norma appena affioranti, parzialmente visibili alla mente conscia, tanto che questa ne ha sempre distorto le immagini, stravolto la loro sequenza e il loro significato: la verità è troppo dolorosa per poter essere accettata nel suo aspetto integrale.

Star Trek non è solo missili fotonici, astronavi, teletrasporto, propulsione a curvatura superiore alla velocità della luce, viaggi nel tempo e scie mortali di laser o faser. È anche viaggio nella mente e nell’anima.

La verità appare abbagliante e penosa allo stesso tempo, splendida e bruciante come un sole, ma è verità: nel suo liberarsi dà quella serenità che è sempre mancata. È come ingoiare uno sciroppo amaro, disgustoso, però dopo si sta finalmente bene.
Scompare quel nodo che aggrovigliava l’animo in un dolore sordo e inconscio.

Non scrivo altro sulla serie. Oltretutto, è imminente la trasmissione della terza stagione. Posso solo augurarvi una buona visione. Attualmente le prime due stagioni di Star Trek: Picard sono visibili su Amazon Prime.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...