Mi voglio divertire anche questa volta tirando fuori un altro scritto di Trilussa, maestro negli accostamenti espressi tramite la parola, i parallelismi tra uomo e animali per esempio, in modo da vitalizzare e far risaltare le peculiarità umane. Ci sta, in vista del voto regionale, d’essere ispirato da Trilussa? L’atteggiamento umano e “Er congresso de li cavalli”.


È passato moltissimo tempo da quando Trilussa lo scrisse, ma voi trovate che sia fuori dal tempo oppure è ancora attuale? Io ho una mia netta impressione. A voi che mi leggete l’ardua sentenza.
“Er congresso de li cavalli”
—
Un giorno li Cavalli,
stufi de fa’ er Servizzio,
tennero un gran comizzio de protesta.
Prima parlò er Cavallo d’un caretto:
“Compagni! Si ve séte messi in testa
de mijorà la classe,
bisogna arivortasse a li padroni.
Finora semo stati troppo boni
sotto le stanghe de la borghesia!
Famo un complotto! Questo qui è er momento
d’arubbaje la mano e fasse sotto!
Morte ar cocchiere! Evviva l’anarchia!”.
“Colleghi, annate piano:
– strillò un polledro giovane
d’un principe romano –
ché se scoppiasse la rivoluzzione
io resterebbe in mezzo a un vicoletto
perché m’ammazzerebbero er padrone.
Sarà mejo, piuttosto,
de presentà un proggetto ne la quale…”.
“Odia micchi, gras tibbi, è naturale!
– disse un morello che da ventun’anno
stracinava el landò d’un cardinale –
Ma se ce fusse un po’ de religgione
e Sant’Antonio nostro c’esaudisse…”.
L’Omo, che intese, disse: “Va benone!
Fintanto che ‘sti poveri Cavalli
vanno così d’accordo
io faccio er sordo e seguito a frustalli!”.

“Odia micchi, gras tibbi” sta per “Hodie mihi, cras tibi” (link), locuzione latina che sta per “oggi a me, domani a te” frequente in iscrizioni sepolcrali cristiane.
Il richiamo a Sant’Antonio abate è motivato dal fatto che è il protettore degli animali.
Trilussa, questo il suo nome più noto letterariamente, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Marianum Salustri, scrittore, giornalista, poeta in dialetto romanesco a cavallo di due secoli, tra 1800 e 1900, periodo di fondamentali cambiamenti nelle società italiana, europee e non solo. Nato e deceduto a Roma (26 ottobre del 1871 - 21 dicembre del 1950). Obiettivo iniziale dei suoi sonetti era quello di raffigurare la borghesia e l'alta borghesia nei suoi più vari risvolti e in chiave ironoco-sarcastica. Poi si dedicò alle favole, in un primo momento parodia di quelle classiche, poi molto più personali. Da citare le raccolte Quaranta sonetti romaneschi (1895), Ommini e bestie (1914), Lupi e agnelli (1919).