“Terrona!!”: lo stigma, la macchia, il marchio secondo minorati mentali e privi di qualsiasi educazione

Molti diranno o penseranno, “può capitare”, “pazienza e sopportiamo”. Al contrario, per quanto mi riguarda, la cosa è insopportabile, ancora di più oggi nel 2023. Ci sono carie e tumori sociali che non si riesce a strappare via, a cancellare. Mi riferisco all’epiteto “Terrona!!” (o Terrone) utilizzato in modo offensivo-razzista da parte di alcuni nordici e/o similari nei confronti dei Meridionali. Ne scrivo adesso perché ieri una giovane donna mi ha raccontato la sua esperienza pluriennale in un centro chiamate-call center (link) di una primaria azienda di telefonia.

Avreste mai pensato che ancora oggi persista un atteggiamento deteriore, come avveniva negli anni 50, 60 e 70 del 1900, quando ci fu una grande ondata di migranti dall’affamato Sud verso le città industriali del Nord?
Ricordate o avete visto immagini di quei bar e di quei locali con la scritta “niente terroni” e altre menate simili, quelle che ancora oggi persistono anche se in altre forme, più nascoste e subdole?
In questo XXI secolo avviato al suo primo quarto (siamo vicini al 2025), quel pensiero razzista è ancora largamente diffuso. Spesso mascherato da finto perbenismo e da un fasullo politicamente corretto. Lo stigma, la macchia, il marchio secondo minorati mentali e privi di qualsiasi educazione.
Me lo ha fatto nuovamente percepire una operatrice telefonica meridionale che, per non farsi insultare da certi clienti, mentre lavora maschera il suo accento, sopprime la sua inflessione meridionale (peraltro neppure marcata). Un racconto che in me, dopo averlo ascoltato, si è trasformato in un nodo allo stomaco.

“Terrona!!” – il racconto inaspettato durante una telefonata

Tutto è iniziato con una telefonata che mi è arrivata al cellulare. L’operatore mi informava che i tecnici dell’azienda fornitrice del mio collegamento telefonico fisso e servizio web mi avrebbe portato fin dentro casa la connessione tramite fibra velocizzando enormemente lo scambio dati con la Rete.

Non ci sarebbe stato alcun cambio di contratto, ma solo un adeguamento tecnico.

Va bene, mi dico e gli dico, sentiamoci con i tecnici dopo Pasqua e prendiamo l’appuntamento. Però il messaggio ricevuto subito dopo con un SMS mi ha lasciato interdetto. Conteneva un link (per il calendario in modo da fissare l’appuntamento come dettomi durante la telefonata?), ma nel testo indicava una presunta attivazione delle condizioni dell’offerta visualizzando prima la sintesi contrattuale.
Ma non dovevo sottoscrivere nessun contratto. Doveva rimanere quello già esistente. Non clicco il link.

Così chiamo il numero dell’azienda telefonica e mi risponde una donna che dalla voce sembra essere giovane.

Sono occorsi meno di dieci minuti per comprendere la situazione, il mio caso era identico a quello che era stato segnalato anche da altri utenti. Gli stessi operatori dell’azienda avevano informato i loro capi sulla forma scorretta del messaggio SMS perché faceva sembrare ai clienti che dovessero sottoscrivere un nuovo contratto.

Chiarita tutta la questione sulla mia linea telefonica e incuriosito dal suo appena avvertibile accento meridionale, chiedo all’operatrice: Mi scusi, ma ho una curiosità che mi è nata sentendola parlare. Ha un’inflessione che mi richiama il Sud, forse lei potrebbe essere una mia conterranea. Per caso è siciliana?”.

L’operatrice:Ha ragione, sono del Sud, ma non siciliana: sono calabrese”.

Io:Ecco, c’era qualcosa! Allora siamo cugini meridionali, siamo vicini come terre di provenienza. Avevo intuito qualcosa”.

E lei:Vedo infatti che se n’è accorto, anche se per questo lavoro ho lavorato molto sulla dizione per sistemarla…”.

Al che, senza farla completare, sono io a continuare per lei:Immagino che lo abbia fatto perché lei al telefono rappresenta un’azienda nazionale, quindi vuole esaltare un accento neutro”.

Subito arriva una verità dolorosa, quella che dopo, ripensandoci, mi ha lasciato anche una sotterranea rabbia, un malessere interno.

L’operatrice telefonica mi corregge e racconta:Non è per questo motivo che cerco di rendere neutro il mio accento. Capita abbastanza spesso che alcuni utenti ascoltandomi parlare si accorgano del mio accento meridionale. Allora reagiscono con rabbia e mi urlano contro TERRONA! chiudendo bruscamente la telefonata.
Non mancano anche gli insulti. Comunque c’è una reazione rabbiosa. Ho un’esperienza di diversi anni con questo lavoro e gli episodi di questo tipo sono stati numerosi. Di conseguenza ho imparato a lavorare sul mio modo di parlare, di porgere la parola nascondendo la mia inflessione naturale
”.

Ho subito ribattuto, affetto (lo confesso) da una momentanea ingenuità dettata da quel racconto inaspettato:Ancora oggi? Accade ancora?.. del resto non dovrei stupirmi. Che stupido che sono. Quindi deve nascondere il suo accento altrimenti vanno all’attacco e le danno della TERRONA… incredibile”.

Continuiamo ancora un po’ in frasi che alleggeriscono il momento, io a ribadire pure che non dovrebbe forzarsi. Del resto, rispetto a certa gente il solo essere Meridionali garantisce molte marce in più, a cominciare da quelle mentali.

Tra un paio di risate e un “Buona Pasqua!” finale ci siamo salutati. Ma un retrogusto amaro mi è rimasto.

E pensare che un paio di mesi fa circa, durante una serata, la moglie (torinese) di un mio vecchio compagno di liceo, parlando dell’emigrazione dal Sud a metà 1900 e delle assurde situazioni venutesi a creare, ebbe a di dirmi, “del resto chi glielo ha detto a tutti quelli di salire al Nord?”.

Io, siciliano (lei lo sa bene), la guardavo.

Suo marito, il mio compagno di scuola, napoletano, con un sorriso ebete (e credo imbarazzato, ma già vedevo rosso e non sono stato lì a capire… perché l’ha sposata?).

Non credo che li rivedrò mai più, ma quella sera, prima del mio commiato, ho espresso tutto quel che pensavo su quella affermazione e su altre. L’ho detto però con eleganza, forse sottile e fredda come una sciabola, quella tipica dei siculo-british, quella dei gattopardi.
Io non sorridevo… l’Etna mi stava scoppiando nel cuore.

27 commenti Aggiungi il tuo

  1. zipgong ha detto:

    Ti ho mai detto che da come scrivevi mi sembravi mitteleuropeo?

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Invece formazione “mediterranea”, prevalenza sicula che ha costruzione delle frasi simile al latino. Ma l’influenza nella lingua isolana arriva da un minestrone di culture, compresa la sveva-tedesca, ma molto più catalano-spagnola.
      Tutto questo influisce su come raccontare, come incastonare parole, verbi e frasi. In famiglia, pur tenendo preziosa la Lingua Siciliana, tenevano alla perfetta conoscenza dell’Italiano. Ma era tradizione sia del ramo paterno che di quello materno 😜

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      1. zipgong ha detto:

        Ti ho mai detto che sono un contaballe seriale?

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          1. zipgong ha detto:

            adesso però urgono alcune considerazioni…che faccio? Vado?

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              1. zipgong ha detto:

                vamos a explicar….

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              2. zipgong ha detto:

                Prima considerassione: i terroni non esistono.

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                1. Giuseppe Grifeo ha detto:

                  Bisognerebbe spiegarlo a determinati soggetti (che non sono pochi)

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                2. zipgong ha detto:

                  ma sai forse non così tanti….ma fanno tanto rumore…

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                3. Giuseppe Grifeo ha detto:

                  Stando all’operatrice telefonica, quelle risposte poco cortesi non sono proprio poche. Altrimenti non si sarebbe trovata spinta a cercare di cancellare il suo già debole accento

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                4. zipgong ha detto:

                  probabilmente venivano tutti dalla valbrembana…

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                5. Giuseppe Grifeo ha detto:

                  Anche lei dalla Valbrembana!

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                6. zipgong ha detto:

                  😀

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  2. zipgong ha detto:

    Dopo gli anni sessanta il melting pot qui al nord è stato penetrante (Ahhiaaa) e significativo. Tranne una provincia ben nota dove Mittermaier si sposa con Untermaier e sono tutteddddue parenti di Supermaier (noto super-eroe altoatesino) il resto si è gioiosamente fuso tuttttinsieme. A Genova i vecchi nomi tipo Schiappacasse, Barbagelata o il mitico Parodi si sono festosamente miscelati con uomini e donne del sud.

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  3. zipgong ha detto:

    Quindi come dissi a un mio amico di Messina durante una conversassione a parte “i Catanesi che sono falsi e cortesi” tutti gli altri sono nostri fratelli.

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Potresti ricevere visite da qualche catanese 😉

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  4. ottavanotablog ha detto:

    Che certi ignoranti credano ancora nel 2023 a questi assurdi stereotipi è una vergogna che va debellata: pensi che durante gli anni del liceo (avevo 17/18 anni) mi frequentavo con un uomo del Sud (ma venuto al Nord da ragazzo per studiare e lavorare) più grande di me (con cui siamo tuttora in buoni rapporti) ed ho sempre ricevuto critiche da alcuni miei “parenti serpenti” (con cui da anni ho tagliato i ponti), perchè lui era più grande, non era un imprenditore strariccco (lui era un musicista e la sua era una famiglia umile) e veniva da Napoli (nella loro mentalità, io avrei dovuto stare con un coetaneo del Nord di famiglia benestante con cui sposarmi e fare dei figli, ma nè il matrimonio nè i figli non sono mai stati una mia priorità).

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Situazione orribile…
      Purtroppo questa mentalità è come l’erbaccia infestante: la tagli e poi rispunta, però c’è sempre qualcuno che la alimenta.
      Ricordo molti anni fa di aver visto servizi anni 50 o 60 con catapecchie e soffitte fatiscenti in città del nord, come Torino, affittate a meridionali che lì lavoravano illustrando il pessimo trattamento a loro riservato ovunque.
      Anche cartelli “Non si affitta ai meridionali” nel 2018 a Trento e a Padova a modello di quelli anni 50.
      Oggi resta strisciante

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      1. ottavanotablog ha detto:

        Io penso inoltre che questa situazione venga alimentata da certi programmetti TV di basso livello sulle reti merdaset, in cui ho avuto modo di notare che, quando si parla di reddito di cittadinanza, viene fatto passare il messaggio sbagliato secondo cui quelli del nord sono ricchi e lavoratori, mentre quelli del sud sono poveri e fannulloni (quando io so che nel mio paesino di origine in Piemonte la maggior parte degli abitanti, che sono piemontesi doc, prendono il reddito).

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        1. Giuseppe Grifeo ha detto:

          Purtroppo anche la Rai ha la sua parte di colpa. Però l’atteggiamento di oggi radica in un rigurgito maleodorante tornato con forza negli anni 90 e popolare in una forza politica nata in quegli anni

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          1. ottavanotablog ha detto:

            Forse si riferisce a forza italia e, di conseguenza, alla TV commerciale creata da berlusconi?

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            1. Giuseppe Grifeo ha detto:

              No. Quale forza ha avuto quel tipo di mentalità fin dalle sue origini ed è nata al nord? Forza Italia non ha mai avuto quelle reazioni e quelle considerazioni nei confronti dei meridionali, anche perché per un terzo era fatta da meridionali ricalcando la compagine della Democrazia Cristiana (e non solo)

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              1. ottavanotablog ha detto:

                Mi scusi, in un primo momento ho pensato a forza italia per via della TV commerciale in cui vengono dette certe scemenze, ma poi ho capito che si tratta della lega, ed adesso mi ricordo che anni indietro sia bossi che mister papeete (salvini) avevano definito i napoletani come fannulloni e puzzolenti: mi sbaglio?

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                1. Giuseppe Grifeo ha detto:

                  Verissimo, ma fu solo una tra le tante cose affermate, tutte di tipo simile. Ma Salvini è l’ultimo segretario. Coloro che l’hanno preceduto, iniziando dal primo, fecero sempre simili considerazioni, per non parlare dei loro entourage. Ricordo bene il “forza Etna!” quando le colate laviche stavano mettendo in pericolo paesi etnei.
                  Le tv commerciali non devono portare fuori rotta in questi ragionamenti: sono commerciali e devono fare il loro lavoro, si reggono sulla pubblicità e null’altro.
                  Più condannabile la Rai che da decenni ha lasciato la bella rotta editoriale avuta fino agli anni 70-80 scimmiottando poi le reti commerciali e divenendo leggerina (pur vivendo col canone da tutti pagato)

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