La Linea C della Metropolitana di Roma è uno dei simboli urlanti delle inefficienze e delle contraddizioni romane-italiane. Alla fine ci vorranno (forse) 40 anni per vederla in funzione, ma non completata nelle sue diramazioni.
La metropoli capitolina , nonostante le sue enormi dimensioni, rimane senza un servizio di trasporto pubblico degno ed efficiente: è un’assurdità totale vista l’immensa scala urbana. Ultimamente ho fatto un monitoraggio sui tempi d’attesa bus-metro per un percorso che va dal III Municipio di Roma al centro. Il risultato lo pubblicherò presto.






Stando questa pessima situazione e rapito da voglie ambientaliste, cosa fa il Campidoglio?
Non può inventarsi un trasferitore di materia alla Star trek – la tecnologia ancora non aiuta in questo -, non investe con decisione sui mezzi pubblici – fatto estremamente grave -, quindi cosa combina?
Per adesso il Comune alza barricate sempre più invalicabili per l’uso dei mezzi privati in città travestendo tutto con la sua voglia di tutela dell’ambiente.
Come arrivare a lavoro ogni giorno?
Questa è la prima domanda che si fanno in tanti, quelli che soprattutto nei maledetti orari di punta cercano di prendere un convoglio strapieno della metropolitana o un bus ricolmo di carne umana. Se lo domandano anche quei molti costretti a usare l’auto sfidando le voglia pazza di multe del Comune, ente che intende solo far cassa.
A parte che sul generico malfunzionamento generale dei mezzi pubblici – se funzionassero sarebbero una vera alternativa all’auto – la mia attenzione si vuole soffermare proprio sulla Linea C del trasporto pubblico sotterraneo.
Lo faccio perché tempo fa trovai un mio vecchio articolo del 1995, quello che poi lessi in diretta il 19 settembre di quell’anno, alle ore 16, durante un GR di Spazio Radio. Questa era l’emittente per la quale lavoravo come aspirante giornalista.
Il pezzo faceva parte del materiale che nel 1996 presentai all’Ordine dei Giornalisti diventando così giornalista pubblicista, prima tappa di due per il mio lavoro (la seconda mi consentì di diventare professionista nel 2001 grazie all’esame nazionale).
Ecco il testo dell’articolo, così vi fate subito un’idea di cosa si diceva tra Campidoglio, Vaticano e ministeri coinvolti:
**** La linea “C” parte per il Giubileo
– Cronaca cittadina
Sono state sciolte le ultime riserve per la realizzazione della nuova linea “C” della rete capitolina di metropolitana. Il nuovo percorso, che andrà da San Giovanni a San Pietro, dovrà essere pronto entro il 1999 e sarà percorso da vetture teleguidate ovvero, non condotte personalmente da appositi addetti, ma a distanza in completo automatismo. Il “via libera” è stato dato alla fine della riunione della Commissione mista per il Giubileo. Il consesso è composto da rappresentanti della Santa sede e dello Stato italiano. Come ha precisato il capo della delegazione italiana, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Nicoli Scalzini, l’accordo è stato raggiunto all’unanimità. Monsignore Sergio Sebastiani, guida della rappresentanza vaticana in seno alla Commissione per il Giubileo, ha tenuto a precisare come l’unica sua preoccupazione sia stata sempre quella di approvare la realizzazione dei progetti di quelle opere che, sicuramente, si potranno realizzare completamente nei tempi stabiliti; infatti, con gli occhi del mondo puntati tutti su Roma e l’Italia, ogni ritardo rappresenterebbe un fallimento di enorme portata.La Linea “C” avrebbe un percorso sotterraneo di quasi cinque chilometri proprio in corrispondenza del tracciato che dal Colosseo arriverebbe fino a San Pietro. Proprio in forza di ciò, tutto il centro storico sarebbe servito da questo nuovo servizio. L’ovvia conseguenza sarebbe quella di poter ridurre la circolazione di mezzi pubblici di superficie che, attualmente, servono la stessa zona. L’obiettivo sarà comunque di realizzare il tratto centrale di una linea destinata ad essere ben più lunga: da Pantano fino allo Stadio Olimpico e Vigna Clara ovvero, un asse che taglierà la Capitale da est a ovest.
Notizia data in uno dei GR di Spazio Radio nel 1995
Giuseppe Grifeo — G.R. ore 16:00, 19 settembre 1995





Sarebbe superfluo scriverlo, ma lo faccio ugualmente: la Linea C non partì per il Giubileo, ma molto più tardi. In più, lo scrivo soprattutto per i non romani, oggi è ancora oggetto di lavori. Solo una frazione è stata scavata ed è in funzione.
La stazione Colosseo non è ancora aperta (in esercizio a febbraio 2025?), mentre i lavori per quella di piazza Venezia e il prolungamento verso Ottaviano fanno parte di un programma più che decennale: traguardo parziale previsto per il 2035(!).
Ormai non ci credo più a queste previsioni, voglio vedere e basta. Il quando sarà determinato solo dalle effettive realizzazioni.
Spero che mio nipote Riccardo, di quasi 6 anni (li compie a giugno), potrà un giorno vedere il completamento di quest’opera.
Tornando quindi a quella mia notizia del 1995, questa fu smentita dalla realtà. Nel Giubileo del 2000 i lavori non erano ancora partiti. Anche se i primi finanziamenti furono elargiti negli anni 90 per progetti e quant’altro. Sembra una saga incredibile a modello del Ponte sullo Stretto di Messina.
La spesa inizialmente prevista per il percorso completo dalla stazione Monte Compatri-Pantano fino a quella di Clodio/Mazzini, era di 3,047 miliardi di euro. Fu aggiornata nel 2012 a 3,740 miliardi.
Purtroppo la sola previsione dei costi fino alla stazione Colosseo è di 3,19 miliardi.
Bisogna aggiungerci il resto.
Si sta sforando alla grande.
Quando arrivò l’approvazione del progetto da parte del Comune? Nel 2002 (!).
Dopo questo passo, sempre in quell’anno, lo Stato finanziò parte del tracciato.
Ma per arrivare all’approvazione del progetto da parte del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) trascorsero altri due anni: si arrivò il 2004.
Il bando per la gara d’affidamento dei lavori fu pubblicato nel 2005 (!).
I lavori al primo cantiere partirono nel 2006 (!).
Riassumendo, dall’approvazione del Campidoglio all’inizio dei primi lavori sono passati quattro anni.
Per il segmento della Linea C da San Giovanni ad Alessandrino il cantiere aprì nel 2007.
Solo nel 2008 furono calate nel sottosuolo le due colossali talpe TBM (tunnel boring machine-fresa meccanica a piena sezione) per lo scavo della linea.
Nel 2010 ecco giungere altre comunicazioni di ritardi (altri due anni in più) da parte dell’allora sindaco di Roma: a fine 2013 la previsione di consegna per la tratta “Monte Compatri-Pantano-San Giovanni”; 2016 per la tratta “San Giovanni-Fori Imperiali”; 2018 per l’intera linea “Monte Compatri-Pantano-Clodio/Mazzini”.
Capite bene dai nomi delle tratte che i termini per le realizzazioni sono slittati ulteriormente. Lo conosce bene chi ab ita a Roma. Inoltre, la tratta da Colosseo a Clodio/Mazzini (4 chilometri di lunghezza) non esiste ancora… e siamo al 2023. Sono passati 5 anni per non avere ancora nulla di quel troncone.
L’ennesima previsione per il completamento di questa tratta (Colosseo-Clodio/Mazzini) è stata fissata con inizio lavori al primo trimestre del 2025 e possibile inaugurazione al primo trimestre del 2035(!).
Abbiamo fretta? No, tanto dal Giubileo sono già passati 23 anni e ne passeranno 35 se i tempi previsti saranno rispettati.
Il primo tratto della linea C, quello che da Pantano va a Parco di Centocelle, fu inaugurato il 9 novembre 2014.
La tratta Lodi-San Giovanni fu aperta il 12 maggio 2018 (date un altro sguardo alla comunicazione ritardi del 2010: doveva essere inaugurata nel 2013).
Ogni ritardo non può essere imputato al ritrovamento di aree archeologiche nei siti di alcune stazioni (Porta Metronia per esempio), anche perché i tunnel si trovano invece al di sotto degli strati archeologici.
Ci furono anche violente diatribe tra il Comune di Roma e il Consorzio Metro C SpA con rivisitazione dei contratti di servizio arrivate dopo il blocco di cantieri.
Solo ad agosto 2021 è stato approvato il progetto per la fermata di Piazza Venezia. Prevedono un inizio lavori a giugno 2023. La sua inaugurazione potrebbe avvenire il primo trimestre del 2033. Dieci anni.
– Sulla tratta T1 Clodio/Mazzini-Farnesina (2 chilometri)-Tor di Quinto non si hanno notizie neppure dei finanziamenti. Neppure l’ombra di una notizia per le diramazioni C1 Teano-Ponte Mammolo (utile a connettersi con la Linea B in fascia esterna cittadina) e C2 Farnesina-Grottarossa.
Considerando solo il 2022 e il 2023 i governi in carica hanno stanziato altri 3,8 miliardi di euro per questi ultimi tratti e per edificare la stazione Venezia.
Alla fine, partendo da quando diedi la notizia nel 1995 in cui sembrava tutto deciso e avviato per il Giubileo del 2000, fino alle inaugurazioni (previste) del 2035, saranno trascorsi 40 anni (!)… sempre che questi ultimi termini saranno rispettati.
Una nota positiva in tutto questo marasma è stata la realizzazione della Stazione-Museo di San Giovanni: vale la pena prendere la metropolitana solo per vederla.
Siamo alla solita storia dell’Italia moderna, tra inefficienze, burocrazie, conflitti, costi che lievitano in maniera spropositata, ma non per magia, piuttosto per l’enorme estensione dei tempi, dei colossali ritardi e della inefficienze che fanno il paio con una manchevole sorveglianza delle opere in realizzazione.
Intanto il Comune di Roma fa partire sbarramenti più duri e multe molto più salate in materia di fasce verdi e ZTL, senza dare a questa tentacolare ed enorme città un degno servizio di trasporto pubblico. Senza attendere la realizzazione di opere fondamentali…
Tra maggio/giugno 2023 il Campidoglio farà salire del 33% il prezzo dei biglietti per i mezzi pubblici romani: da 1,5 euro a 2 euro pieni.