Alle maree superate insieme

Una delle ultimissime scene dell’ultima puntata di una serie televisiva fantascientifica ha risvegliato in me un ricordo sulle maree umane, le fortune, i flussi della vita. Così sono andato a controllare.

La saga (non etichettatemi come fissato, lo so, già l’ho citata varie volte) è l’odierna Star Trek: Picard trasmessa sulle piattaforme Prime Video e Paramount+.
A pronunciare la frase che mi ha incuriosito, ottima per il contesto e per questo capitolo conclusivo della saga, è appunto il protagonista, l’ammiraglio-capitano Jean-Luc Picard, divenuto famoso nell’ambiente fantascientifico e non solo, grazie alla serie originaria Star Trek: The Next Generation andata in onda tra gli anni 80 e 90.

Come ho già scritto, col rischio di rendermi ripetitivo, a dare gran spessore al personaggio è l’attore britannico Patrick Stewart, vera autorità e interprete teatrale degli scritti di William Shakespeare.

C’è una marea nelle cose degli uomini la quale colta al flusso conduce alla fortuna. Perduta quella, l’intero viaggio della nostra vita si arena su fondali di miserie.

È in questo mare aperto che noi ora navighiamo.

Dobbiamo dunque prendere la corrente finché è a favore

o fallire l’impresa.

Pronunciato come brindisi finale tra i vecchi protagonisti di Star Trek: TNG nonché fondamentali per l’attuale serie Star Trek: Picard giunta alla fine della III stagione.

Parole che sono il sigillo di tante avventure, di tragedie, dolori e di vittorie vissute da questi che erano parte dello stesso equipaggio, ora fraternamente amici.

La scena stacca poi sul comandante William T. Riker – l’attore e regista Jonathan Frakes – che innalza il bicchiere dicendo, “Alle maree superate insieme!”. E il brindisi allegro, fraterno avviene seguito dalla consolidata abitudine tra i personaggi di sfidarsi in una partita a poker.
Tutto si chiude inquadrando dall’alto il tavolo con i personaggi piacevolmente riuniti, ormai sereni dopo averne viste di tutti i colori.

Una produzione vincente grazie anche al richiamo del passato, di opere letterarie fondamentali.

Picard-Steward mette quindi al centro una celebre frase scritta da Shakespeare. Riconoscendone l’origine ho recuperato quelle parole nella loro forma letteraria. Sono state tratte, oltre che rimodellate, dal Giulio Cesare shakespeariano.

A parlare è Bruto.
Premessa – In questo momento dell’opera la situazione sta precipitando, Giulio Cesare è stato ucciso, è già passato il confronto ai Fori con Antonio e i cittadini romani avendo accanto il corpo di Cesare.
Antonio ha abilmente infiammato la folla contro gli assassini.

Dall’atto IV, scena III. Tutto si svolge nell’accampamento vicino a Sardi, prima della Battaglia di Filippi che vide contrapposte le truppe di Marco Antonio, Cesare Ottaviano, e Marco Emilio Lepido contro quelle di  Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, principali esponenti degli assassini di Cesare.

Interno della tenda di Bruto. Entra quest’ultimo con Cassio.
Dopo un primo scambio sulla situazione e il rinfacciarsi accuse, Bruto dice:

C’è nelle cose umane una marea

che colta al flusso mena alla fortuna:

negletta, l’intero viaggio della nostra vita

s’incaglia su fondali di miserie.

Noi ci troviamo appunto a bordeggiare
in questo mare aperto;
sta a noi saper seguire la corrente
in un momento che ci è favorevole,
o rassegnarci a perder la partita.

Bruto, atto IV, scena III del Giulio Cesare di William Shakespeare

Alle maree superate insieme, tra film, televisione, teatro, libri, opere letterarie, grandi autori e attori. Che sarebbe la vita senza tutto questo?
Queste unioni di generi, queste contaminazioni sorprendono sempre ed emozionano.

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6 commenti Aggiungi il tuo

  1. zipgong ha detto:

    tuttokkai a catania?

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Catania è a posto. La vedo due o tre volte l’anno. Come Palermo o Partanna (vicino Mazara del Vallo e Castelvetrano-Selinunte). Da molti anni sono di base a Roma

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      1. zipgong ha detto:

        subdolo espatriato…cercavo info sul terremoto…

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        1. Giuseppe Grifeo ha detto:

          Ah sui fatti vengo continuamente aggiornato da amici e parenti. Sul terremoto ci sono state varie reazioni, chi non si è accorto di nulla e chi ha sentito il dondolio trovandosi a casa in attici o piani molto alti. Da considerare che già di loro i catanesi sono abituati a boati, tremolìi e scosse dell’Etna 😉
          Sull’espatriato lo devo a scelte genitoriali quando ero bambino, per avanzamento deciso del lavoro di papà

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          1. zipgong ha detto:

            Quindi tutti bene a casa. Meno male. Il mio amico messinese di Ganzirri ha lanciato un anatema su Catania; ma in fondo è invidioso.

            Piace a 1 persona

            1. Giuseppe Grifeo ha detto:

              😄😄 voleva scuotersi di più con un terremoto?

              Piace a 1 persona

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