Sale semibuie squarciate da lame di luce che illuminano corpi, visi, singoli istanti di vita congelati nel tempo. L’Iperrealismo regna alla mostra “Sembra vivo!”. È L ‘arte delle emozioni e delle relazioni umane espressa da rappresentazioni accurate dei corpi. Spesso sono sculture così fedeli da suggestionare a tal punto che, per un istante, si può credere di osservare autentiche donne e uomini nella loro fissità espressiva, nelle loro eterne emozioni, nei loro momenti dilatati nel tempo. L’esposizione è a Roma, Palazzo Bonaparte (link), a piazza Venezia, dal 26 maggio all’8 ottobre 2023, evento ideato e realizzato da Arthemisia (link).
Una raccolta che sbalordisce, che diverte, che impressiona, che confonde varcando il confine vero/falso… ma le emozioni sono tutte autentiche.






(Come consueto per questo blog, le immagini pubblicate nelle gallerie foto sono cliccabili per ingrandirle)
Come sottolineato da Maximilian Letze dell’Institut für Kulturaustausch di Tubinga (Istituto per gli Scambi Culturali) nonché curatore di “Sembra vivo!”, questa è una mostra “estremamente democratica, è accessibile a tutti. Non bisogna avere competenze o conoscenze particolari perché parla di relazioni umane, di emozioni, dei nostri stati d’animo. E credo sia la prima retrospettiva sull’arte iperrealista mai realizzata non solo in Italia, ma in tutto il mondo”.












“Sembra vivo!” è declinata secondo le opere di primari esponenti dell’Iperrealismo, gioca su quanto suscita nella mente del visitatore proprio per l’estrema somiglianza di quei visi, di quei muscoli, di quella pelle, rughe, peli, capelli.
Il percorso punta su quel che proverà chi esplorerà l’esposizione, su quanto riconoscerà in queste figure e su quanto troverà di sé.
“Sembra vivo!” è stata presentata alla stampa il 25 maggio da Iole Siena, presidente di Arthemisia, che ha passato il testimone ai creatori del percorso, gli ideatori del dialogo espositivo tra le opere e chi viene a scoprirle.
Riconosco che durante la conferenza, più la descrizione andava avanti, più aumentava la mia curiosità. Al mio ingresso nelle sale ogni mia aspettativa è stata appagata.
Come ho già scritto, è Maximilian Letze che ha curato la mostra e lo ha fatto insieme a Nicolas Ballario, esperto in arte contemporanea applicata ai media, curatore diretto di una delle sei sezioni di “Sembra vivo!”.
È la prima volta in Italia di una mostra dedicata alla grande scultura iperrealista internazionale, raccontata attraverso i più importanti artisti contemporanei, quindi opere di Maurizio Cattelan, Ron Mueck, George Segal, Carole Feuerman e molti altri per un totale di 43 grandi installazioni.
Gli artisti presenti con le loro opere sono 29, i più importanti protagonisti dell’Iperrealismo a livello internazionale.
Andando più nel particolare, da Maurizio Cattelan con la celebre banana (e non solo), alias l’opera Comedian e i piccioni dell’installazione Ghosts, a Ron Mueck, George Segal, Carole Feuerman, Duane Hanson, la più discussa coppia degli ultimi Almgreen&Dragset o Kazu Hiro con il gigante volto di Andy Warhol.










Viaggiando fra le sale distribuite su due piani di Palazzo Bonaparte, vedrete scorrere davanti ai vostri occhi le più diverse figure umane, operai, bagnanti, fattori, uomini, donne, bambini, oppure parti di corpi, vere e proprie trasfigurazioni. E ancora, intensi abbracci tra umani rappresentati alla perfezione in ogni minima piega e macchia della pelle, denudati nei loro occhi serrati o aperti in espressioni di dolore, di rassegnazione, di contemplazione, amore, curiosità.
L’esposizione è prodotta e organizzata da Arthemisia che ancora una volta, dopo il grande successo delle mostre dedicate a Jago e a Leandro Erlich, propone progetti nuovi e visionari su quella che è stata definita come scienza dell’arte contemporanea in Italia.
“Noi in genere ci dedichiamo alle grandi mostre classiche, come van Gogh – rimarca Iole Siena, presidente di Arthemisia – ma ci siamo appassionati all’idea di presentare ‘prime volte’ in Italia, come con Jago l’anno scorso o ora Leandro Erlich a Milano, per la prima volta in Europa”.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision e partner Mercato Centrale Roma. Il catalogo è edito da Skira.








“Sembra vivo!”: le sue sei sezioni
Prima sezione – Mosse ingannevoli: Cloni umani
Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, Duane Hanson e John DeAndrea
realizzarono sculture che sembravano persone in carne e ossa, utilizzando processi estremamente laboriosi dal punto di vista tecnico.
L’alto grado di realismo delle loro opere trasmette l’illusione di una reale corporeità, e l’effetto risultante è così convincente da renderle vere e proprie repliche umane. Le opere di questi artisti hanno avuto un’influenza decisiva sui successivi sviluppi della scultura negli ultimi cinquant’anni.
Le generazioni seguenti di artisti adottano questa pratica portandola ancora più avanti. Come uno specchio della condizione umana, queste opere rivelano in che modo è cambiata la percezione che gli esseri umani hanno dell’immagine di sé nel ventesimo e ventunesimo secolo.
Seconda sezione – Nobile semplicità: sculture monocromatiche
Dopo anni di predominio dell’arte astratta, le sculture monocromatiche di George Segal hanno aperto nuovamente le porte alla possibilità di rappresentazioni realistiche della figura umana. Seguendo le sue orme, le generazioni successive di artisti hanno continuato a sviluppare un interesse per la scultura realista. L’assenza di colorazione naturale tende inizialmente a ridurre l’effetto realistico, ma serve anche ad esaltare ulteriormente le qualità estetiche della forma umana. Artisti come Robert Graham e Brian Booth Craig hanno saputo utilizzare al meglio questo effetto, creando opere come mezzo per interrogarsi sulla natura umana universale.
Terza sezione – Pezzo per pezzo: Parti del corpo
Tra i precursori dell’Iperrealismo non si può non annoverare la scultrice americana Carole A. Feuerman, i cui famosi nuotatori sembrano essere in completa armonia con sé stessi, introversi e autodeterminati.
In seguito, a partire dagli anni Novanta, molti artisti hanno iniziato a dare una forma nuova e personalizzata all’effetto iperrealista. Invece di creare l’illusione di una corporeità perfetta, di un’entità unica, si sono concentrati su parti specifiche del corpo umano, utilizzandole come veicolo per messaggi umoristici o persino inquietanti; ne è un esempio l’opera di Maurizio Cattelan, in cui le braccia separate dal resto del corpo richiamano associazioni con la storia contemporanea.
Quarta sezione – Cambio di prospettiva: il corpo in scala
Negli anni Novanta, l’artista australiano Ron Mueck ha rivoluzionato la scultura figurativa con le sue opere in formati insoliti. Ampliando o riducendo radicalmente le dimensioni delle sue figure intende concentrare l’attenzione su temi esistenziali come la nascita o la morte. Artisti come Sam Jinks e Marc Sijan catturano la fragilità della vita nelle loro rappresentazioni della fisionomia umana – rappresentazioni che, nonostante siano parzialmente più piccole della grandezza naturale, risultano comunque sorprendentemente realistiche. Al contrario, le opere sovradimensionate di Zharko Basheski producono un effetto di distanziamento, collocando l’uomo e lo spettatore in una nuova prospettiva.
Quinta sezione – La manipolazione del sé: Realtà deformate
Negli ultimi decenni, gli innumerevoli progressi compiuti dalla scienza e le nuove prospettive sul mondo nell’era della comunicazione digitale hanno portato a un cambiamento radicale nel modo in cui comprendiamo la realtà. Influenzati dalla realtà virtuale, artisti come Evan Penny e Patricia Piccinini hanno iniziato a osservare i corpi da prospettive distorte. Tony Matelli sfida le leggi della natura, mentre Berlinde DeBruyckere, con i suoi corpi contorti, mette in discussione la morte e il carattere effimero dell’esistenza umana. Il valore e il significato della vita è uno dei temi cardini della scultura iperrealista.
Sesta sezione – Oltre la specie
Una sezione dedicata al mondo animale che dovrebbe essere di decompressione, perché dopo una sfilza di opere che esaltano il corpo umano e la nostra ossessione per ogni suo dettaglio, ecco altre specie che sembrano abbandonate qui da un manipolo di artisti bracconieri. Invece in queste opere l’essere umano c’è eccome, perché queste bestioline non hanno nulla di naturale: sono frutto di mutazioni, allevamenti, innesti. Insomma di un predominio antropocentrico che ci fa vivere l’ossimoro di una natura artificiale, così sintetica e contraffatta da spingerci a credere che un serpente o un polpo possano avere il senso dell’umorismo. O che centinaia di piccioni siano in realtà le anime di chi ha vissuto, nel corso dei secoli, Palazzo Bonaparte.










SEMBRA VIVO!
Sculture iperrealiste dei più grandi artisti contemporanei
Sede
Palazzo Bonaparte
Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso)
00186 – Roma
Date al pubblico
26 maggio – 8 ottobre 2023
Biglietti
Intero € 16
Ridotto € 15
Informazioni e prenotazioni
T. +39 06 87 15 111
Siti web
www.mostrepalazzobonaparte.it
www.arthemisia.it