Palermo, al “Museo delle Maioliche-Stanze al Genio” quattro secoli di storia di questa tradizione artistica italiana: tra le più grandi collezioni d’Europa

Per quanto ci si possa documentare prima di visitare un luogo d’arte ricolmo di tradizione storica, la realtà spesso continua a sbalordire. Un’esperienza che ho vissuto proprio pochi giorni fa a Palermo andando a trovare l’amico Pio Mellina e il suo fantastico “Museo delle Maioliche-Stanze al Genio” (link), esposizione che incanta con una collezione di 5.000 pezzi riguardanti la storia delle mattonelle maiolicate campane e siciliane nel corso di oltre quattro secoli a cominciare dal 1400.
È una delle più grandi raccolte aperte al pubblico di questo tipo in Europa.

The Museo delle Maioliche-Stanze al Genio (link) is a permanent and growing exhibition that enchants visitors with a collection of 5,000 pieces relating to the history of Campanian and Sicilian majolica tiles. It is a visual narrative that spans more than four centuries, beginning in the 1400s and It's one of the largest collections of its kind open to the public in Europe.
Pio Mellina

A fare da cornice e da scrigno d’eccellenza è l’antico Palazzo Torre Pirajno che, sebbene sia etichettato come seicentesco per la struttura oggi visibile, deve la sua origine a secoli precedenti. Il tutto nello storico quartiere della Kalsa, in quella che era l’antica via Porta Termini oggi intitolata a Giuseppe Garibaldi.

È il piano nobile che ospita la stupefacente raccolta Museo delle Maioliche-Stanze al Genio. Le sale accolgono tanta bellezza rendendole onore grazie alle lambris, rivestimenti-decorazioni di pareti fin quasi al soffitto oltre agli affreschi che campeggiano in alto e a all’antica pavimentazione, tutti risalenti a un periodo compreso tra 1700 e 1800.
Palazzo Torre Pirajno apparteneva in origine ai Fernandez di Valdes, successivamente ai Torre-Benso, Principi della Torre (XVIII secolo) e ancora dopo ai Pirajno.

La mostra è stata scandita in più ambienti separando ambiti geografici ed epoche della produzione di maioliche italiane:  la Sala d’ingresso, la Sala Neoclassica così nominata per le decorazioni settecentesche del soffitto e con pavimento maiolicato rosa-nero di metà  XIX secolo napoletano; a seguire la sala dei fiori per gli affreschi al soffitto d’inizio Ottocento; ancora dopo le due Sale di Burgio, poi la Sala di Santo Stefano, la Sala dei Vasi (soffitto decorato con vasi in monocromia), la Sala della Cucina, la Sala della Scala e la Sala Liberty.

L’allestimento della mostra porta pure la firma di Maria Reginella, storica dell’Arte della Soprintendenza di Palermo, studiosa che ha sostenuto e ha portato il suo contributo nell’idea espositiva di questo patrimonio in maioliche.

Colori, forme che vanno dai motivi vegetali alle figure umane passando per quelli geometrici. Ogni parete racconta un pezzo di storia italiana sulle maioliche, a cominciare dal 1400 fino al 1800. Realizzazioni che comparivano in palazzi, appartamenti e conventi dove vivevano famiglie appartenenti alla nobiltà, alla ricca borghesia e membri delle comunità religiose.

Le stesse maioliche cambiano formato nel corso del tempo raccontando anche in questo modo l’evoluzione di tali realizzazioni.

“Le maioliche più antiche hanno forme molto ridotte, sono piccole seppur ricche di splendide decorazioni – racconta Pio Mellina – A quei tempi questo formato garantiva l’integrità del rivestimento. Col passare del tempo e con la scoperta di nuovi metodi e applicazioni, le nuove mattonelle crebbero di dimensioni. Stessa cosa avvenne per i colori. Il rosso sulle mattonelle si trova solo a partire dal 1830 anno in cui venne brevettato in Inghilterra un rosso che resiste ad i 900 gradi. A quelle temperature il rosso che proveniva dai molluschi si volatilizzava e per questo, fino a quel momento, al suo posto si usava il manganese. Il rosso è un’invenzione chimica da laboratorio”.

Video del 28 aprile 2023

“Tutti i motivi ornamentali erano tracciati a mano, maiolica per maiolica, un lavoro incredibile e artisticamente eccezionale – rimarca Pio – Basta immaginare solo l’estensione del pavimento di un grande palazzo per comprendere la quantità di figure che le mani di quegli artigiani dovevano disegnare e applicare i pigmenti prima del procedimento di cottura della maiolica. Sono maestri ceramisti che rimarranno in gran parte nell’anonimato perché non era uso firmare le opere e raramente i registri ne portano trascritti i nomi”.

L’inizio dell’avventura di questo Museo risale al 2008 quando Pio Mellina diede vita all’Associazione Culturale “Stanze al Genio”. Poi, grande esperto e collezionista, aveva passato tre decenni a ritrovare e a salvare antiche maioliche che rappresentano oggi un patrimonio unico dell’arte e della creatività italiana.
L’Associazione fu costuituita insieme a Antonino Perna, titolare della storica cartoleria palermitana e a Davide Sansone, restauratore che ha seguito e realizzato i delicati lavori di ripristino delle sale, compresa la riemersione degli affreschi originali che erano coperti da strati di intonaco.
A tutti loro si è aggiunto Claudio Iannelli che cura gli eventi legati al Museo e le attività esterne alla struttura.

The Cultural Association "Stanze al Genio" was born in 2008 from the idea of Pius Mellina along with Anthony Perna, Luisa Masi and David Samson in order to make available to the public a collection of antique tiles collected in over thirty years and still growing.

Il desiderio era proprio quello di mettere in mostra la sua ricca collezione costruita in circa trent’anni, mattonelle antiche testimonianze di espressioni d’arte, di creatività e di alta tecnica. Da una forte passione ne nacque la necessità di condividere col mondo questa conoscenza.

A corollario delle mattonelle maiolicate comparirono collezioni minori, quella di antichi giocattoli, delle scatole di latta dei nostri nonni, bisnonni e trisavoli, oggetti vintage e cancelleria d’epoca, quindi penne, pennini, calamai in vetro, confezioni di inchiostri e tantissimo altro.

Nel primo grande salone campeggia una stufa di fine 1700 prodotta dalla fabbrica Duca di Sperlinga. Un oggetto raro in terracotta smaltata: in tutta Europa ce ne saranno circa 15. Pio Mellina la scovò in una casa d’Aste di sua conoscenza, presentata come oggetto di provenienza orientale. Al collezionista questa definizione non convinse. Il suo occhio esperto e il suo intuito da fine intenditore videro lungo, Pio ebbe ragione. Vinse l’asta e la portò nella sua Casa-Museo. L’oggetto rivelò la sua vera natura. Per la sua rarità la stufa è stata anche sottoposta a vincolo perché di interesse nazionale: questo bene prezioso resta legato a Palermo e al Museo delle Maioliche-Stanze al Genio.


La produzione di Napoli e di Vietri sul Mare compare nella sala d’ingresso. Risalgono al 1800 e agli inizi del 1900, pezzi rari perché in epoca Liberty diventò dominante la tendenza di sostituire le maioliche con piastrelle industriali in cemento stampato (ricordo anche quelle che ho visto nei palazzi di primi ‘900 a Barcellona).

Nella Sala Neoclassica campeggiano mattonelle e parti di pavimenti maiolicati ottocenteschi napoletani. Pezzi molto rari e preziosi quelli che richiamano i mosaici della Casa del Fauno a Pompei, come i due pannelli sul trionfo e l’eternità del Teatro: vi è rappresentato Dioniso che impugnando una coppa, sta sulla groppa di un leone. Questa rappresentazione, ma a mosaico, fu ritrovata nel 1831 nell’area archeologica di Pompei insieme ad altre rappresentazioni come la grande Battaglia tra Alessandro e Dario a Isso. Nel 1832, a un anno di distanza dal ritrovamento, una delle più importanti fabbriche di ceramica napoletane, quella di Biagio Giustiniani, mise in mostra sue riproduzioni maiolicate di questi reperti archeologici: dei due pannelli presenti al Museo delle Maioliche-Stanze al Genio con il putto-Dioniso, uno dovrebbe appartenere proprio alla produzione del 1832 di Biagio Giustiniani che utilizzò la tecnica del chiaroscuro, mentre l’altra, meno particolareggiata e accurata, fu realizzata dalla fabbrica napoletana Amato grazie alla tecnica di imitazione del mosaico.
Insieme a questi pezzi, nella stessa Sala, anche un Cave Canem, pannello ottocentesco che è copia identica di un mosaico di Pompei, ennesimo segno di quanto interesse per la cultura classica venne risvegliato dai ritrovamenti nei siti archeologici campani durante il XIX secolo.
Presente anche una rappresentazione dei decori a grottesca delle Logge Vaticane o di Raffaello in un pannello a maioliche realizzate dalla fabbrica Delange Delledonne nel 1878.

“Spesso si deve agire rapidamente a cominciare da quando si ha notizia di alcuni pezzi messi all’asta – sottolinea Pio Mellina – Bisogna verificare le valutazioni, le autenticità, le provenienze e poi cercare di acquisire questi oggetti al nostro Museo. Adesso abbiamo preso due preziosi pannelli dell’800 napoletano. Uno di questi raffigura la morte di Ettore: è in fase di restauro e con Maria Reginella ne stiamo studiando la corretta collocazione. Lei stessa, da grande esperta, presenterà l’opera nel suo inserimento espositivo”.

Nella Sala dei Fiori compaiono mattonelle e porzioni di pavimenti  risalenti al 1700 napoletano, mentre su due pareti sono state messe in mostra parti di pavimenti e mattonelle singole del 1800. Come sottolineato da Pio Mellina, spiccano anche un pannello con decorazione che imita il parquet di legno  e un altro con le geometrie stellari di gusto arabo.

Le Sale di Burgio hanno preso il nome dalla zona di produzione delle maioliche qui esposte, quindi da Burgio, in provincia di Agrigento. Verde Ramina, Giallo Ferraccia, Blu E Manganese sono i colori predominanti e sempre qui è evidente il cambio di dimensioni delle mattonelle, da quelle piccole e più antiche, alle più grandi dei secoli successivi.
Nella seconda Sala Burgio compare quella parte di collezione che riguarda mattonelle dal XVI al XIX secolo. Il blu oltremare e le decorazioni a graffito caratterizzano quelle più antiche.

Da Santo Stefano di Camastra arrivano i pavimenti e le mattonelle delle seconda metà 1800 siciliani esposti nella Sala dei Vasi.

Nel Passetto dello Studio sono visibili mattonelle singole ottocentesche  di Mistretta, vicina a Santo Stefano di Camastra.

Nella Sala delle Rose la produzione palermitana che va dal XVI al XVIII secolo, dove spicca un pannello con maioliche di fine XVII secolo raffiguranti il Castello di San Nicola l’Arena contornato da una ghirlanda di foglie e con uccelli del paradiso, opera attribuita al ceramista Gurrello.

Infine, la Sala Liberty nominata così per la decorazione a soffitto risalente a quell’epoca. Tutta dedicata a mattonelle e a pavimenti siciliani dal XV al XX secolo. Qui spiccano le rarissime mattonelle del XV-XVI-XVII secolo prodotte a Caltagirone, a Sciacca e a Collesano, oggetti di piccolissimo formato.

Praticamente conclusa nell’allestimento la Sala della Cucina che mostra oggetti maiolicati molto particolari, quelle formine utilizzate anticamente per dare forma ale cotognate e a dolci, per lo più di forma ovale e tonda, con immagini, animali, conchiglie, visi, oggetti sacri, Madonne con bambinello, stemmi, anche lettere-iniziali o messaggi augurali per un “Buon capo d’anno”, “Sinceri Auguri” o semplicemente “Prosperità”. Sono tutti incisi in negativo all’interno della forma in modo che il prodotto, una volta solidificato ed sformato, recasse le figure e le frasi prescelte.

Di questi ultimi oggetti ne ho visti diversi nelle nostre case siciliane e in quelle di amici e parenti. Una tradizione sempre presente anche nel quotidiano.

Inoltre, la Sala della Cucina mostra altre piastrelle e pavimenti maiolicati dedicati a questo tipo di ambiente nel corso dei secoli.

“C’è ancora molto di più da far vedere – dice Pio Mellina – Il progetto è quello di ampliare ancora lo spazio espositivo: Conservate in magazzino ci sono altrettante antiche piastrelle, pronte a stupire gli occhi di tutti quando potranno essere messe in mostra”.

Museo delle Maioliche

Museo delle Maioliche – Stanze al Genio
Visite guidate solo su prenotazione telefonica
Via Giuseppe Garibaldi, 11 (Piano Nobile-first floor)
90133 Palermo – Sicilia/Sicily – Italia/Italy
Link Google Maps
Telefoni
– Italiano: +39 340 0971561
– English: +39 380 3673773
E-mail: stanzealgenio@yahoo.it

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