Ferdinando III di Borbone Re di Sicilia lo volle fortemente, esteso su ben oltre 300 ettari, magnifica tenuta che iniziava e inizia oggi ai piedi di Monte Pellegrino, una vera e propria connessione verde fra Palermo e Mondello. L’antica Real Tenuta della Favorita nacque con tutte le doti per essere splendida, un giardino favoloso, fra i più grandi parchi italiani, il quarto oggi d’Italia. Sono passati decenni in cui non è stata curata come meritava, compresi periodi di abbandono, ma oggi sembra che ci siano i presupposti per una sua rinascita. Stanziamento di 10 milioni di euro per i primi interventi.

“Sarà di nuovo Favorita” è il nome scelto per il progetto di rigenerazione che vuole ridare splendore a questo immenso spazio verde rivalutandone le caratteristiche e le aree monumentali con l’obiettivo di poter essere sfruttato e utilizzato dalla gente godendo della natura, di spazi storici siciliani incastonati nel gioiello smeraldo della natura.
Questo polmone verde di Palermo e il suo rifacimento sono al centro di un Piano di fattibilità redatto dal gruppo di studio e di lavoro nominato un anno fa da Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, un team di tecnici e professionisti coordinati dall’agronomo e paesaggista Giuseppe Barbera. Lo stesso Piano è illustrato e raccontato da una serie di tavole esposte fino a mercoledì 28 maggio nelle scuderie di Villa Niscemi, sede istituzionale del Comune.
Per arrivare al piano di rigenerazione il gruppo di esperti ha analizzato l’ex Tenuta Reale per un anno, l’ha mappata anche con l’uso di droni e poi ha tirato giù il progetto sulle tante sfaccettature originali e attuali del Parco.
Il Piano di fattibilità sarà propedeutico al nuovo Piano d’uso che seguirà l’iter di approvazione al Comune di Palermo e alla Regione Siciliana.
Intanto si parte con i primi interventi con i dieci milioni di euro del Piano operativo del PN Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027, compatibili con il Piano d’uso esistente, compresi in quella parte della Riserva chiamata “Favorita monumentale” che comprende la più forte presenza di immobili di pregio storico e artistico.

Tra i primi interventi, restauro e riattivazione delle quattro torri della Via dell’Acqua (la ciminiera, la torre dorica, la stele egizia con l’abbeveratoio, la fontana dell’Ercole Farnese), recupero del “catusato” (l’acquedotto) di 12 chilometri progettato dal Marvuglia e del grande serbatoio borbonico nascosto vicino all’ulivo monumentale.
Il punto di accoglienza sarà a Case Rocca (probabilmente l’ex caseificio della Real tenuta), mentre i magazzini borbonici vicino all’ulivo secolare, dove si trovava la cantina reale, ospiteranno un hub con coworking, caffetteria, servizi, bike sharing, un sito con un sistema energetico autonomo, sostenibile.
La Palazzina Cinese dovrà ricollegarsi con la Città dei ragazzi e si riconnetterà al Museo etnografico Pitrè, attraverso il passaggio sotterraneo delle “cucine reali” di casa Borbone, per costituire un hub culturale e ricreativo e ricostituire quel sistema di giardini che si susseguono da piazza Niscemi a Città dei Ragazzi. In poco più di mezz’ora si incontrano un giardino rinascimentale all’italiana, il merletto di siepi di un parterre alla francese alle spalle della Casina Cinese, un giardino romantico all’inglese con tanto di ingrottati e artifici nel giardino della Città dei Ragazzi, l’agrumeto mediterraneo e la lecceta artificiale di Bosco Niscemi.
(descrizione degli interventi e dei luoghi a cura degli organizzatori)
“La rigenerazione del Parco della Favorita è uno degli obiettivi posti da questa amministrazione comunale – rimarca Roberto Lagalla, sindaco di Palermo – quello di restituire alla città un polmone verde riqualificato e rivalorizzato con tutte le caratteristiche per diventare un punto di riferimento e di attrazione turistica dell’intero territorio regionale. Ringrazio il professore Barbera, l’assessore Maurizio Cart e i suoi uffici, e tutto il team di esperti che ha lungamente lavorato a questo importante progetto e continuerà a farlo anche nei prossimi mesi”.



Verranno recuperati:
- gli antichi agrumeti e le strutture di irrigazione, le saje, le gebbie, il “firriato” che circondava il parco e, in parte, anche la lecceta;
- le ex scuderie reali, poi magazzini del sommacco, oggi Casa Natura (dove è presente un campo di germoplasma con le specie e le varietà della tradizione frutticola della Conca d’Oro) continueranno a ospitare uffici e il piccolo museo della tradizione contadina, ma diverranno anche un hub per le strutture sportive e didattiche;
- i due torriglioni, già restaurati, diventeranno punti panoramici;
- l’area degli ex Campi Malvagno, parzialmente rimboschita grazie ai fondi del “Decreto Clima”, manterrà la sua anima sportiva e sarà accessibile sia dal vivaio comunale, sia da via Fondo Trapani (per evitare l’attraversamento del parco).
L’ex campo nomadi, una volta bonificato, sarà uno spazio inclusivo ispirato al progetto europeo “Play for all” con giochi accessibili, attività didattiche e sportive, utilizzando materiali riciclati e riciclabili: prevista la realizzazione di un parcheggio alberato interrato, con pavimentazione drenante, destinato a circa quattrocento auto.
Capitolo a parte per l’archeologia militare, con il progetto di recupero e bonifica delle Cisterne Nervi realizzate nel 1935 per lo stoccaggio di carburante navale e oggi testimonianza unica di architettura bellica nel cuore del parco. L’area, di proprietà della Marina militare, dovrebbe essere valorizzata grazie a un accordo istituzionale per l'uso di almeno una cisterna e creazione di un itinerario che colleghi alle casematte e al poligono della Seconda Guerra Mondiale.
(descrizione degli interventi e dei luoghi a cura degli organizzatori)
Real Tenuta della Favorita, un pizzico di storia
L’ondata napoleonica fu inarrestabile. Dopo alterne vicende, Ferdinando IV del Regno di Napoli e III di Sicilia dovette abbandonare la parte continentale dei domini Borbone facendo vela verso la Sicilia.
Il 21 dicembre 1798 il Sovrano salpò a bordo dell’HMS Vanguard, grande nave di terzo grado con 74 cannoni, l’ammiraglia di Sir Horatio Nelson. Ferdinando era diretto a Palermo con la moglie, Maria Carolina d’Asburgo Lorena, con i figli e con Sir John Acton, segretario di stato del Re.
Appena nella capitale del Regno di Sicilia, mentre in Italia infuriava il ciclone napoleonico, Re Ferdinando III organizzò la resistenza borbonica grazie anche al al conte Francesco Pignatelli lasciato in Italia per rappresentate il Regno e per impedire il completo dilagare dei francesi.
In quello stesso momento il Sovrano, sistematosi a Palermo, iniziò a dare forma alla Real Tenuta della Favorita.






Ferdinando rimase subito colpito dalla meravigliosa e lussureggiante natura a Nord della Capitale siciliana, quindi si interessò della zona di Piana dei Colli. Convocò diverse famiglie aristocratiche prendendone i fondi terrieri presenti nell’area per farne un’unica Tenuta Reale.
La Favorita era ricca di essenze arboree e piante da frutto, agrumi, fichi d’India, carrubi e molto altro. Uno spazio verde caratterizzato da una grande estensione, all’epoca pari a circa 400 ettari.
Terra ricca di promesse proprio perché parte estrema di quella che era chiamata la Conca d’Oro, nota per essere altamente fertile, produttiva, contraddistinta in gran parte da piante d’agrumi, ma non solo. La rotta filosofica seguita nel dare vita a questa grande area verde era di farne un parco di delizie, campo di produzione agricola e oasi naturale.
Nel 1816 Gaspare Palermo descrisse la Favorita con campi coltivati, prati, giardini, frutteti, boschetti, oliveti, vigneti e orti, oltre a viali fiancheggiati da alberi.
Nel Parco il Re incaricò poi l’architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia di fargli una residenza ristrutturando un palazzotto orientaleggiante che era del Conte Giuseppe Lombardo. Divenne nota come la Palazzina Cinese (link ad apposito articolo sull’edificio) cui furono aggiunte scuderie ed edifici di servizio. Giardini ideati da Giuseppe Patricolo, architetto della Real Casa e Real Siti di Campagna, progettista dei “torriglioni” di caccia in stile neogotico, ma anche del magazzino in stile romano (oggi nominato “Casa Natura”) destinato alla macerazione del sommacco siciliano, materia utile per la concia delle pelli grazie ai tannini che se ne estraevano (frutti rosso-bruni fatti essiccare e triturati per essere usati anche in cucina, usanza di derivazione mediorientale, dal sapore simile al limone – fortissimo antiossidante).
Per dare la forma voluta alla Favorita in modo da richiamare i grandi giardini reali nell’area partenopea pur creando qualcosa di nuovo, Ferdinando fece spianare depressioni, cave, grotte, fece tracciare strade, viali alberati, ordinò di collocare statue classiche, piantare boschetti, erigere fontane, obelischi.
Organizzò un giardino all’inglese, uno all’italiana, uno alla francese e una pépinière, termine francese per vivaio dedicato a piante legnose e per le perenni, tutti irrigati dall’acqua del torrente Gabriele (o Cariopele) che arriverà grazie a un innovativo acquedotto di 12 chilometri.
Il Re era molto estroso e inventivo, da molti considerato anche rivoluzionario, tanto da far costruire pure un caseificio, una cantina, si mise pure a coltivare agrumi e verdure che curava da sé. Volle anche un labirinto e il Marvuglia ne progettò uno accanto alla palazzina cinese.



La Favorita fu anche sede dei primi esperimenti di agraria per quanto riguardava agrumi, olivi, frassini, noci e sommacco siciliano.
Inoltre, parte del parco era utilizzato come riserva di caccia, una delle maggiori passioni di Ferdinando oltre all’agricoltura e all’allevamento.
L’ambiente era perfetto come riparo dalla calura estiva fuggendo da Palermo e dalla Reggia cittadina. Lunghi percorsi alberati sfioravano boschetti e radure, esedre, sedili, fontane, immense praterie verdi ricolme di fiori. Tutto rendeva suggestiva l’ambientazione.
Due lunghi viali, dedicati a Ercole e a Diana, attraversarono parallelamente l’area verde, ideati come percorsi adatti al passeggio. Il primo dei due viali ha ancora ad un suo estremo una fontana ottocentesca-neoclassica con al centro una statua del semidio poggiata su una colonna.


In epoca Savoia e con la nascita del Regno d’Italia, la Real Tenuta della Favorita fu destinata persino a un utilizzo militare: lo decise Re Vittorio Emanuele III durante la Prima Guerra Mondiale facendo costruire caserme, depositi e l’Aeroscalo della Favorita per i dirigibili.
Oggi quegli stessi viali Ercole e Diana sono vie molto frequentate lungo il percorso Palermo-Mondello.
Il Parco permette visite molto interessanti grazie a sentieri storici e archeo-speleologici. Nel 1996 la Tenuta divenne parte di quella che era l’appena creata Riserva naturale orientata Monte Pellegrino affidata in gestione all’Associazione Rangers d’Italia.
Il Parco della Favorita oggi ha un’estensione di circa 300 ettari, 142 sono coperti da boschi.
I giardini ornamentali hanno una superficie di circa 31 ettari, mentre i terreni agricoli ne occupano circa 25. Marginali le aree costruite, con edifici storici ed edilizia rurale da riconvertire o da demolire.
“Lo studio di fattibilità per la Grande Favorita agisce come un vero e proprio disegno di riconnessione del parco alla città attraverso quattro dimensioni – descrive Maurizio Carta, assessore alla Rigenerazione urbana – ovvero la conservazione e uso del patrimonio ecologico, il restauro e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico, la dotazione di servizi e luoghi per attività culturali, sportive, educative, conviviali e il ridisegno di una mobilità sostenibile. La Favorita, quindi, nella visione della Giunta Lagalla e del gruppo di lavoro che l’ha concretizzata, sarà un vero e proprio “quartiere vegetale” della città, un luogo da vivere in tutto lo spettro delle attività, godendo della sua bellezza e dei suoi servizi, avendone cura e ricevendone benessere”.
“La Favorita è un unicum dal fascino assoluto che può diventare uno dei parchi più belli d’Europa – spiega Giuseppe Barbera – E un’opportunità turistica straordinaria che i privati dovranno saper cogliere. Penso alla gestione degli agrumeti e frutteti urbani, ma anche a investimenti per la promozione. E si dovrà costruire un organismo di gestione pubblico-privato coinvolgendo associazioni, enti del terzo settore, università, che possa accedere a bandi internazionali”.
di seguito un testo descrittivo per chi desidera scendere nei particolari dell’intervento di “rigenerazione”
Sintesi dello Studio di Fattibilità per la rigenerazione funzionale del Parco della Favorita
Il parco è un’area di grande valore storico, paesaggistico e naturalistico, l’obiettivo da raggiungere è un parco urbano multifunzionale che offra servizi ecosistemici, culturali e ricreativi per la città. Il Parco della Favorita rappresenta un’opportunità unica per Palermo, inserito nella Riserva Naturale Orientata Monte Pellegrino, è una testimonianza vivente della storia della Conca d’Oro e della tradizione agricola palermitana. Il patrimonio comprende giardini storici, monumenti architettonici, aree naturalistiche e agrumeti tradizionali. Lo scopo principale dello studio di fattibilità è quello di integrare queste peculiarità in un progetto multifunzionale che risponda alle attuali esigenze di fruizione pubblica, conservazione ambientale e sviluppo economico.
Obiettivi del Piano di Fattibilità
Lo studio mira a potenziare l’uso del parco, salvaguardando i valori storici e ambientali, tutelando l’agricoltura, creando opportunità educative e offrendo spazi per sport e cultura. Si intende integrare giardini, aree naturalistiche e monumenti con il paesaggio agrario, promuovendo benefici economici, ambientali e culturali. Il piano si propone di superare il degrado attuale, rispondendo alle necessità della città contemporanea, e valorizzando il coinvolgimento dei privati. Si prevede di attualizzare il Piano d’Uso attuale, tenendo conto dei cambiamenti avvenuti nel tempo e dello stato attuale delle aree verdi e delle strutture.
Aree Strategiche di Intervento
- Giardini storici: recupero e collegamento dei giardini all’italiana, francese e inglese, con itinerari che ripercorrono la storia dei giardini europei.
- Casina Cinese: valorizzazione come luogo di attrazione, riattivando la connessione con il Museo Pitrè e la Città dei Ragazzi.
- Città dei Ragazzi: recupero e manutenzione delle strutture esistenti (come il canale navigabile o il trenino).
- Magazzini borbonici e ulivo monumentale: creazione di servizi, aule didattiche, biblioteche e punti ristoro.
- Via dell’acqua: recupero dei manufatti idraulici storici, l’acquedotto Ferdinandeo e le torri d’acqua.
- Pipiniera: recupero come vivaio, con ripristino del sistema irriguo e degli edifici limitrofi.
- Magazzini del Sommacco e Torriglioni: creazione di un centro museale e di servizi per attività didattiche e sportive, con accesso ai sentieri di Monte Pellegrino.
- Grotta Niscemi: valorizzazione dei graffiti paleolitici, con regolamentazione degli accessi.
- Area ex Colonia Comunale: creazione di un centro visite della Riserva con laboratori e percorsi didattici.
- Struttura equestre: mantenimento delle attività sportive, ampliamento a funzioni didattiche e definizione di accessi con navette.
- Area cisterne Nervi: recupero di almeno una cisterna e creazione di un sistema museale sulla Seconda Guerra Mondiale.
- Ex parco delle Rimembranze e boschetto di Diana: recupero storico-paesaggistico e posizionamento di una copia della statua di Diana.
- Vivaio comunale: recupero per la riproduzione della flora autoctona e attività didattiche.
- Campi Malvagno: area per attività sportive con due ipotesi di accesso
- “Parco nel Parco”: creazione di uno spazio multifunzionale con aree inclusive, biolago e parcheggio alberato, con recupero di Case Rocca e dell’area ex campo ROM.
Tipologie di copertura vegetale
- Aree agricole: mantenimento dell’attività agricola, in particolare degli agrumeti, con valorizzazione multifunzionale.
- Alberi monumentali: tutela e valorizzazione, con censimento aggiornato.
- Siepi e alberate: recupero e tutela con attenzione al valore paesaggistico.
- Aree di macchia foresta mediterranea, boschetti storici e boschi vetusti: adozione di piani di gestione per garantire i valori e piani antincendio.
- Boschi artificiali e aree incolte: interventi selvicolturali e rinaturalizzazione.
- Boschi artificiali con finalità di fruizione: interventi per la sicurezza e l’integrazione degli arredi.
- Garighe e praterie: interventi specifici, incluse le aree Natura 2000.
Infrastrutture e Servizi
- Recupero e realizzazione di infrastrutture fognarie, idriche, elettriche, antincendio e di videosorveglianza.
- Aggiornamento del sistema di irrigazione, con controllo della fornitura dell’acqua.
- Aggiornamento della consistenza del patrimonio immobiliare.
- Manutenzione e regolamentazione della rete sentieristica.
- Recupero e funzionalizzazione dei cancelli di ingresso.
- Revisione/limitazione del traffico veicolare privato, con interventi a breve, medio e lungo termine.
- Valutazione della definizione di un organismo di gestione del parco, eventualmente con la
partecipazione di privati.
Collaborazioni e gruppo di Lavoro
Lo studio è stato condotto con la collaborazione di diverse istituzioni, esperti e associazioni.
Il Gruppo di Lavoro è composto da esperti del Comune di Palermo, della Soprintendenza BB.CC.AA., dell’Ente gestore della riserva, e di altre associazioni. In sintesi, il piano di fattibilità propone un approccio sistemico per la riqualificazione del Parco della Favorita, con l’obiettivo di creare un parco urbano multifunzionale che valorizzi la sua storia, natura e cultura, offrendo servizi e nuove opportunità per la comunità. Gli interventi previsti richiedono la revisione di alcune classificazioni delle aree e la definizione di strumenti adeguati alla realizzazione e la gestione del progetto.
Conclusioni
Il Parco della Favorita ha il potenziale di diventare un modello di rigenerazione urbana e riconnessione con la natura, contribuendo al miglioramento della qualità della vita dei cittadini e all’attrattività turistica di Palermo. La sua realizzazione dipende dalla volontà politica di promuovere un approccio integrato e partecipativo, che coinvolga amministrazioni locali, associazioni culturali, operatori economici e la comunità civile.
Una straordinaria occasione per il futuro di Palermo.
Gruppo di studio e di lavoro nominato dal sindaco di Palermo
Composizione del Gruppo di Lavoro (provvedimento sindacale, Prot. 1660906 del 21.12.2023)
- Giuseppe Barbera, coordinatore
- Paola Di Trapani, referente dell’amministrazione comunale
- Sandro Follari, vicecapo di Gabinetto del sindaco
- Valentina Falletta, funzionario amministrativo del Gabinetto del Sindaco
- Francesco La Monica, dirigente dell’Ufficio Verde Urbano, Agricoltura Urbana e Rapporti Re.Se.T.
- Claudio Cimò, dirigente Area di gestione Fondi extra-comunali – Comune di Palermo
- Giuseppina Liuzzo, dirigente del Settore Ambiente – Comune di Palermo
- Alessandro Carollo, dirigente Settore Sport – Comune di Palermo
- Mario Miceli, delegato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo
- Francesco Picciotto, dirigente del servizio Aree naturali protette, Rete Natura e Sviluppo sostenibile – Assessorato Territorio e Ambiente della Regione siciliana
- Giovanni Provinzano, direttore della Riserva Monte Pellegrino per conto dell’Ente gestore Associazione Rangers d’Italia – Sezione Sicilia ODV
- Aurelio Sanguinetti, delegato Associazione Legambiente Palermo
Integrazioni (da delibere successive)
- Emilio Di Gristina, funzionario Area rigenerazione/Centro Storico – Comune di Palermo
- Giovan Battista Vitrano, Area Centro Storico – Comune di Palermo
- Mario Manetta, funzionario Ufficio Verde Urbano – Comune di Palermo
- Antonio Motisi, Università degli Studi di Palermo
- Giuseppe Isca, Università degli Studi di Palermo
- Pietro Todaro, geologo
- Laura Anello, presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori
- Manfredi Leone, Università degli Studi di Palermo
- Aloisa Moncada di Paternò , esperto di comunicazione
- Santo Orlando, Università degli Studi di Palermo
Hanno collaborato
Polizia Municipale per i rilievi con il drone, Ornella Amara, Margherita Bianca, Sergio Chiaramonte, Tommaso La Mantia, Salvatore D. La Mela Veca, Sergio Sanna, Giuseppe Scuderi, Vincenzo Prestigiacomo.



Il paragrafo intitolato “Real Tenuta della Favorita, un pizzico di storia” è un capolavoro. Sono sempre più orgoglioso di essere da tempo un tuo regolare lettore e commentatore.
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