8 Ottobre 1939, la Germania Nazista annesse definitivamente la Polonia occidentale, il resto andò all’Unione Sovietica. Parallelismo con l’oggi (Russia invade l’Ucraina)

Il Patto Ribbentrop-Molotov, firmato il 23 agosto 1939, diede praticamente il via al successivo attacco alla Polonia e, di conseguenza, alla Seconda Guerra Mondiale. Con questo accordo Germania Nazista e URSS-Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche sottoscrissero l’accordo di reciproca non aggressione spartendosi in anticipo le nazioni che si trovano fra loro. L’attacco contro la Polonia iniziò il primo settembre, alle ore 04,05 per concludersi il 6 ottobre con annessione ufficiale l’8 ottobre.

(foto in apertura, soldati e funzionari doganali tedeschi eliminano la barriera polacca al confine con la Città Libera di Danzica sulla strada Sopot-Gdynia – foto scattata il 14 settembre 1939 a scopo propagandistico – immagine dell’Archivio Federale Tedesco)

L’attacco dell’URSS alla Polonia iniziò invece il 17 settembre quando le forze polacche erano già state compromesse dai tedeschi.

Il giorno prima dell’invasione nazista della Polonia, Adolf Hitler mise in moto un suo abile stratagemma sfruttando l’efficiente macchina propagandistica tedesca.
Questo episodio fu poi noto come l’Attacco di Gleiwitz. Avvenne il 31 agosto del 1939. L’operazione fu gestita direttamente da Reinhard Heydrich, capo della Gestapo. A un gruppo di soldati tedeschi furono fatte indossare delle divise dell’esercito polacco per poi inscenare un finto attacco contro la stazione radio tedesca di Gleiwitz (all’epoca in Germania, oggi in Polonia col nome di Gliwice).
L’azione, ideata con la collaborazione dello stesso Hitler, servì come casus belli per rinfocolare gli animi del popolo tedesco e giustificare l’invasione della Polonia anche agli occhi del mondo.
L’invasione scattò proprio il giorno dopo.


Leggendo questo articolo, rievocando ricordi storici, non potrete non notare un parallelismo stringente fra l’invasione russa dell’Ucraina di oggi, e l’invasione nazista della Polonia. Evidente una convergenza con gli argomenti usati da Hitler a cominciare dalla questione scatenante di Danzica che servì anche propagandisticamente per l’invasione della Polonia.

Quei momenti del 1939 non furono dominati saldamente con una ferma azione diplomatica oltre che fattiva, tanto da portare alla Seconda Guerra Mondiale: Hitler si sentiva padrone della situazione, sapeva di poter attuare qualsiasi azione.

Il sanguinario dittatore tedesco nazista saggiò la risoluzione degli alleati. Trovando “molli” inglesi e francesi, come aveva già notato negli anni precedenti, capì di poter partire con la conquista della Polonia, per poi andare avanti lungo l’Europa.


Hitler e uno dei pretesti usati per invadere la Polonia: il caso della città di Danzica con popolazione a maggioranza d’origine tedesca

La questione si trascinava da qualche anno, Hitler voleva una connessione territoriale diretta fra la Germania e la Prussia orientale usando il Corridoio di Danzica che le separava. Sin dalla fine della Prima guerra Mondiale le due aree erano divise da un cuneo di terra polacca che comprendeva appunto l’area della Città Libera di DanzicaFreistadt Danzig. Questo centro urbano e città-stato, importante porto sul Mar Baltico, era sotto il controllo della Società delle Nazioni. La città non voleva saperne di essere inglobata nella Germania.

Il 5 gennaio 1939, in un incontro fra Hitler e il ministro degli esteri polacco, il Führer aveva già espresso questa volontà di connessione Germania-Prussia orientale. La stessa Danzica era al 95% fatta di cittadini d’origine-nascita tedesca, quindi il capo nazista pretendeva che la situazione cambiasse.

Il 21 marzo 1939 Adolf Hitler formalizzò meglio e in maniera più articolata la richiesta. Danzica doveva tornare tedesca, il leader nazista voleva far costruire un’autostrada e una ferrovia che connettessero direttamente Germania e Prussia orientale, una via di comunicazione che non doveva essere interessata da dazi doganali. Inoltre, sempre secondo questa richiesta fatta al governo polacco, tale nuovo assetto territoriale doveva avere una lunghissima durata.

Adolf Hitler attese solo un giorno per iniziare a premere sui polacchi e per saggiare le reazioni di inglesi e francesi.
Infatti, il 22 marzo il Führer fece invadere la città di Klaipėda (in tedesco Memel) in Lituania, posta accanto alla foce del fiume Nemunas. La storia di questo centro era stata travagliata negli ultimi 500 anni. Dal 1400 prussiana, occupata nel XVII secolo dalle forze imperiali svedesi dopo la Guerra dei Trent’anni, ma dal 1871 di nuovo tedesca con la formazione dello stato unitario germanico, dal 1919 sotto il controllo prima degli Stati dell’Intesa post Grande Guerra, poi dei francesi. Infine, nel 1923, fu presa dalla forze militari della Lituania.

L’invasione tedesca della città lituana provocò solo una blanda reazione di inglesi e i francesi, alleati della Polonia.
Varsavia però era in allarme per quest’azione nazista, fatto che non faceva prevedere nulla di buono per l’integrità territoriale polacca e per la sua sopravvivenza.
Il primo ministro britannico Neville Chamberlain tenne un discorso il 31 marzo che sembrò rassicurare ma che, nei fatti, poco garantiva.

A parole la Gran Bretagna e la Francia avrebbero difeso la Polonia in caso di attacco da parte della Germania nazista.
Chamberlain, a nome degli alleati, ammonì Hitler di non continuare ad andare avanti invitandolo a un tavolo di trattative… ma fece solo questo.
Nei fatti non venne garantito/sottoscritto alcun aiuto immediato e incondizionato alla Polonia, né la ricerca di una situazione diplomatica per continuare a far esistere la Nazione di Varsavia seppur con una riduzione del territorio.
Per vedere la firma che desse validità a un patto di mutua assistenza con la Polonia dovettero passare ben cinque mesi giungendo al 25 agosto 1939.

Troppo tardi.

Ben più di tre mesi prima, il 3 aprile 1939, Hitler aveva già dimostrando una grande rapidità e una già chiara linea d’azione. Il Führer aveva già firmato e fatto diffondere ai suoi stati maggiori il Fall Weiß traducibile in Caso bianco, un piano particolareggiato che prevedeva due rotte strategiche per colpire la Polonia:

  • un primo schema di invasione limitata per impadronirsi di Danzica e di tutta quell’area;
  • il secondo caso prevedeva l’ampia invasione della Polonia per una completa conquista.

L’ordine del gerarca nazista in quell’aprile era già di preferire la seconda delle due soluzioni, quindi dovevano essere preparate precise direttive.

La Polonia sbranata da Germania Nazista e URSS, l’inizio della Seconda Guerra Mondiale

Mentre l’invasione della Polonia accadeva, il 3 settembre, gli alleati di Varsavia, quindi Regno Unito e Francia, dichiararono guerra alla Germania nazista.

Il protocollo segreto del patto Ribbentrop-Molotov stabiliva le reciproche annessioni, quelle che furono subito attuate.

La Germania nazista si prendeva la Polonia occidentale.

L‘URSS otteneva la Polonia orientale, i Paesi Baltici ristabilendo i confini che risalivano all’Impero degli Zar, persi dopo la Prima Guerra Mondiale con l’arretramento dell’ex Impero di Mosca e la formazione delle ormai libere nazioni di Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania.
L’Unione Sovietica riprendeva anche la Bessarabia romena e le regioni ucraine di Posiannia, Podlachia e, in parte, Chełm e Lemko che erano finite nei confini della Polonia dopo il primo conflitto mondiale.

La Campagna polacca di attacco tedesco fu il primo esempio sul campo di Blitzkrieg, ovvero di guerra lampo. Le grandi potenzialità germaniche in fatto di produzione degli armamenti e sull’alto livello organizzativo militare fecero sì che i nazisti ebbero veloce ragione delle forze militari polacche.

Due i gruppi di armate tedesche che passarono all’invasione.

L’Heeresgruppe Nord per un totale di 650.000 uomini diretti prima contro il corridoio di Danzica, poi puntare su Varsavia.
L’Heeresgruppe Süd con 886.000 uomini che dovevano invadere e occupare la Slesia per poi dirigersi anche loro all’attacco della capitale polacca.

I carri armati, i panzer tedeschi erano l’ossatura potente e rapida di sfondamento e di infiltrazione attraverso le linee militati nemiche. Una strategia che diede pieni frutti. Blindati e truppe a terra ebbero pieno ed efficiente appoggio di una forte aviazione e di un’ottima rete di telecomunicazioni, tutto nel segno della velocità d’azione.

I polacchi erano agguerriti, il loro contrattacco alla Battaglia del fiume Bzura ebbe un primo effetto favorevole, ma l’equipaggiamento, la preparazione e il numero dei militari tedeschi era superiore. Le cariche di cavalleria dei polacchi, dopo primi momenti di successo, con i blindati leggeri e l’artiglieria, non riuscirono ad arginare la potenza dei panzer tedeschi, l’appoggio dell’aviazione germanica, la micidiale Luftwaffe e la velocità di manovra delle armate tedesche.

Il 15 settembre 1939 le forze tedesche circondano Varsavia e tentano un primo attacco il 16 settembre, ma vengono respinte dai soldati polacchi.

Il 17 settembre 1939, i polacchi già molto provati e in ritiro sono alla strenua difesa di Varsavia.

Alle ore 3 Vjačeslav Michajlovič Molotov, ministro degli Esteri sovietico convoca l’ambasciatore polacco.
Lo chiama per dirgli cosa?

Che il governo di Varsavia non esisteva più, che Mosca temeva per l’Ucraina, per la Bielorussia e per i loro abitanti, quindi voleva intervenire per proteggerli.

Una convocazione burla visto che l’Armata Rossa si era già mossa, aveva già invaso la Polonia entrando dai suoi confini orientali con la forza di 500.000 uomini di fanteria affiancati da 3.000 carri armati e l’appoggio aereo di 1.500 velivoli.

La premura di Mosca era solo quella di appropriarsi dei territori stabiliti con i nazisti nel Patto Ribbentrop-Molotov del 23 agosto 1939.

Il comando militare polacco che stava ritirandosi verso la Romania per proseguire la resistenza aspettando l’appoggio degli alleati (che non arrivarono mai), si vide a fronteggiare anche l’invasione sovietica.

L’ordine di mosca dato all’Armata Rossa di entrare in Polonia fece carta straccia del trattato di pace di Riga risalente al 1921 e del patto di non aggressione sovietico-polacco firmato nel 1932.

Le truppe russe ebbero un compito più facile ad avanzare visto il duro colpo già dato dai tedeschi ai polacchi.

Le operazioni militari si fermarono quando sovietici e nazisti inglobarono l’intera Polonia.

Dopo bombardamenti a tappeto che devastarono Varsavia, l’eroica difesa delle truppe polacche, il taglio degli acquedotti che portavano l’acqua in città, la mancanza di forniture mediche e di cibo, la città semidistrutta, la capitolazione della Capitale fu firmata il 28 settembre 1939.
Dal 30 settembre circa 140.000 soldati catturati dai tedeschi nella guarnigione di Varsavia iniziarono a essere deportati nei campi di concentramento nazisti.

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