Il dottor Danilo Moncada Zarbo, psicanalista, traccia un breve e incisivo affresco sul mondo dei meccanismi mentali e del retaggio storico che pesano sull’utilizzo del preservativo. Intanto è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 14 novembre 2020 il decreto del ministero della Salute che esclude i preservativi dall’obbligo di autorizzazione ministeriale a fini pubblicitari e comunicativi. Nell’articolo anche il link al testo del documento ministeriale e l’estratto del suo articolo 1

Da una recente ricerca di Durex, condotta in Italia, su 500 persone comprese tra i 16 e i 55 anni, è emerso che prima del Covid-19 solo una persona su 2 era solita utilizzare il preservativo come contraccettivo: questo dato è allarmante, perché il preservativo è l’unico contraccettivo in grado di combattere efficacemente la diffusione di malattie a trasmissione sessuale.

“La ricerca evidenzia un dato comportamentale: uno dei nemici più grandi è ancora oggi la vergogna, infatti più della metà degli intervistati dice di sentirsi in imbarazzo a comprare i preservativi in farmacia – sottolinea il dottor Danilo Moncada Zarbo, psicanalista e psicoterapeuta (link) – Il pregiudizio nei confronti del profilattico ha radici antiche. La censura sulla parola, come sui contenuti, arrivava fino a poco tempo fa ad una autorizzazione preventiva per ogni forma di pubblicità sui profilattici. Tutto questo è legato senza dubbio ad una sessuofobia e a una morale che vede il sesso come procreativo e non ricreativo”.
“La colpa ancestrale che da Eva e da Adamo ricade su tutti coloro che generano, è il paragonarsi a Dio, infatti i due progenitori dell’umanità si ritrovarono nudi dopo avere colto la mela – continua il professionista – e ad Eva fu detto partorirai con dolore. Il sesso colpevole che genera dolore, è frutto della introiezione di contenuti culturalmente trasferiti di generazione in generazione. La grande rivoluzione del profilattico infrange il muro dell’ipocrisia, consente a uomini e donne di far sesso senza pericolo di gravidanze non desiderate e di malattie a trasmissione sessuale”.
“Il potenziale liberatorio del sesso goduto senza colpa e senza punizione perché “sano” non è ben visto in società autoritarie o in istituzioni totali – sottolinea ancora il dottor Moncada Zarbo – In carcere, negli ospedali psichiatrici, nei regimi totalitari, il sesso è sempre visto come potenzialmente pericoloso e da combattere. In questo si inserisce la battaglia senza sosta al sesso non generativo da parte delle istituzioni totali. Il profilattico, da quando l’industria e la distribuzione hanno raggiunto grandi numeri di distribuzione, ha pagato il retaggio alla sessuofobia.
“Come in uno specchio, il timore della libertà diventa il timore della libertà del sesso e il sesso protetto è privato di quei fattori inibitori e colpevolizzanti che da sempre legano il piacere alla punizione divina o terrena – rimarca lo psicanalista – Il profilattico che libera la donna da gravidanze non desiderate, il preservativo che preserva dalla maggior parte delle malattie a trasmissione sessuale, il contraccettivo di barriera che libera l’orgasmo dalla obbligatorietà del rapporto di coppia, il profilattico è una delle rivoluzioni di questi ultimi due secoli“.
Esisteva anche prima, in forma rozza e artigianale, ma certamente non aveva raggiunto né l’efficienza né la garanzia degli attuali – racconta il dottor Danilo Moncada Zarbo – Il sesso protetto che protegge è un atto d’amore, di rispetto, direi etico. Liberato dalla censura chiamata autorizzazione preventiva, il profilattico sarà libero di accedere nella sua funzione di protezione e di gioco in modo chiaro e senza giri di parole. Il grande timore dell’acquisto del profilattico in farmacia o la ricerca dei distributori automatici non giova al sesso. Wilhelm Reich (ndR: inizialmente allievo di Sigmund Freud, dopo ne prese le distanze) invitava nei primi anni 20 del 1900 a far si che i ragazzi potessero fare l’esperienza del sesso in ambienti sereni. Diceva: Lasciate le chiavi di casa ai vostri figli e uscite. 1923! Quel testo è ancora interessante“.

“La non disponibilità del profilattico del resto non ha mai diminuito i rapporti sessuali, li ha resi invece intrisi di un senso di precarietà e di colpa, li ha sporcati con la insicurezza. Il vissuto di molti maschi è di refrattarietà all’uso. Come se questo rendesse il pene meno sensibile. In realtà esistono condom diversi e adattabili ad ogni sensibilità e la realtà è più dura di ogni erezione fantasiosa”.
“La durata media del rapporto sessuale è di pochi minuti a causa di una ipersensibilità del maschio, che rende il suo orgasmo durante la penetrazione piuttosto rapido. Parliamo di 4/5 minuti alla faccia di ogni porno o novello attore alla Siffredi. Dunque l’eventuale desensibilizzazione legata all’uso del profilattico potrebbe invece essere vista come una miglioria nella qualità del rapporto. L’idea che il condom possa far perdere l’erezione è anche questa da sfatare”.
“Un buon rapporto del maschio con il proprio pene non gli fa perdere nessuna erezione. Perché? – conclude il dottor Moncada Zarbo – Perché ha confidenza con il proprio corpo e si fida di sé, ha buoni livelli di autostima e ascolta le sensazioni che provengono dal corpo, genitali inclusi. Genitali che, insieme al cervello, sono i principali organi sessuali“.
Contraccezione e preservativi liberi da preventiva autorizzazione allo scopo di pubblicizzarli e “comunicarli”
L’esclusione della contraccezione dall’obbligo di autorizzazione a fini pubblicitari riguardo ai dispositivi medici, è contenuta nel decreto 20A06143 (link alla Gazzetta Ufficiale 284 del 14 novembre) siglato da Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, il 16 ottobre 2020.
“La notizia della firma del provvedimento che elimina l’autorizzazione preventiva da parte del ministero della Salute per la pubblicità sui preservativi – dice Laura Savarese, direttore Regulatory & Medical Affairs per il Sud Europa di Durex – Finalmente si da’ spazio all’informazione libera, un elemento fondamentale ai fini dell’educazione sessuale, soprattutto tra i giovani. Si potrà dunque sostenere pienamente la prevenzione in ambito sessuale e comunicare in modo veloce e con un linguaggio nel quale le persone possano riconoscersi”.
“Una promozione del preservativo più esplicita e funzionale ai bisogni, soprattutto dei più giovani – continua la Savarese – aiuta a diffondere efficacemente la cultura della prevenzione in ambito sessuale e, di conseguenza, a salvare delle vite. É tempo che le Istituzioni accolgano la necessità di fare squadra con chi da sempre impegnato nella prevenzione, al fine di realizzare una vera e propria alleanza e per poter raggiungere insieme tutti gli obiettivi sanitari di prevenzione in ambito sessuale”.
Negli ultimi anni in Italia l’attenzione sul tema dell’educazione sessuale e, in generale, sulle infezioni sessualmente trasmissibili è diminuita. Questo, insieme ad altri fattori, ha contribuito ad un aumento graduale del numero delle malattie contratte, specialmente tra i più giovani (15-24 anni) che ad oggi hanno una scarsa consapevolezza del rischio di queste patologie.
Con l’approvazione del decreto e l’esclusione dall’obbligo di autorizzazione ai fini pubblicitari, adesso anche le aziende potranno supportare le istituzioni nel contrastare e prevenire HIV e altre infezioni sessualmente trasmissibili, incentivando l’utilizzo del preservativo e favorendo l’adozione di nuove abitudini sessuali più consapevoli.

All’articolo 1, il decreto in questione specifica questi punti:
- La pubblicità dei profilattici non necessita di autorizzazione
del Ministero della salute. - Resta ferma la facoltà per i fabbricanti e distributori di avvalersi della procedura di autorizzazione di cui all’art. 21 del decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46.
- Il Ministero della salute, qualora una pubblicità di profilattici presenti informazioni dalle quali può derivare un rischio per la salute dei consumatori: a) ordina l’immediata cessazione della pubblicità; b) ordina la diffusione, a spese del trasgressore, di un comunicato di rettifica e di precisazione, secondo modalità stabilite dallo stesso Ministero.
Il presente decreto entra in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il presente decreto è trasmesso agli organi di controllo
Roma, 6 ottobre 2020