Migliaia di galassie, “Hubble Deep Field”, uno sguardo indietro nel tempo più remoto, quando Sole e Terra non c’erano

È possibile viaggiare indietro nel tempo. Certo che sì! L’unica differenza rispetto a film o telefilm di fantascienza e che non si può essere partecipi, ma osservatori. Il grande richiamo verso l’ignoto e la scoperta mi affascina da sempre e ha molto a che vedere con lo spazio. Di recente mi è nuovamente capitato davanti agli occhi uno scatto del telescopio orbitale Hubble. Una foto non recente, ma emblematica per più motivi.

Una simile visone ha la capacità di ridurre le dimensioni della nostra esistenza a quel che è, un groppuscolo di granuli organici aggrappati alla superficie umida di una bilia chiamata Terra, tutti affannati nella nostra vita, nelle nostre speculazioni mentali basate sulla ragione o sul nulla (in questa prospettiva poco importa). Proprio per questo la nostra esistenza ha una caratterizzazione ancora più “eroica”.

La nostra bilia-pianeta è inserita in una galassia, la Via Lattea che ha un’età stimata a oggi di 13,7 miliardi di anni circa, una galassia a spirale bannata e diametro di circa 100.000 anni luce. Il nucleo è attraversato appunto da una “barra” di stelle prevalentemente rosse, giganti e nane, molto antiche (la barra è estesa circa 27.000 anni luce). Il tutto accompagnato da un anello di idrogeno molecolare, molto luminoso, culla e luogo di nascita di altre stelle: struttura connessa con bracci a spirale.

Giocando al viaggio nel tempo, se osservassimo una stella all’altro capo della barra stellare che attraversa il nucleo della Via Lattea, la vedremmo per come era circa 27.000 anni fa.

Rispetto alla posizione del nostro Sole, se potessimo osservare un’altra stella (impossibile individuare un pianeta) al capo opposto della nostra galassia, lo vedremmo come era circa 52.000 anni fa (il sole dista 26.000 anni luce dal centro della Via Lattea).

Tanto per farmi capire, è l’epoca in cui l’Homo sapiens stava continuando a espandersi consolidandosi su varie aree della Terra, migrazione iniziata circa 80.000 anni fa dal punto d’origine africano probabilmente etiopico.

La galassia che è la casa del nostro sistema solare è una girandola che viaggia nello spazio composta da stelle con sistemi planetari (quando ci sono), gas, polveri, energia, radiazioni. Le stelle più “giovani” si trovano proprio nei bracci galattici a spirale.

Il nostro Sole è in una sorta di semiperiferia, nel Braccio di Orione, componente secondario della Via Lattea.

Al centro del nucleo galattico, denso di stelle, si dovrebbe trovare un buco nero super massiccio, come avviene per molte galassie.

In tutto, nella Via Lattea, si trovano 200 miliardi di stelle o 400 miliardi? Dipende. La stima è incerta perché non c’è sicurezza quantitativa sulla presenza di stelle a piccola massa.

Non basta. La Via Lattea fa parte di un sistema, il Gruppo Locale, che racchiude una settantina circa di galassie (ampio circa 10 milioni di anni luce), molte definite come “nane”. C’è anche la grande, celebre e splendida Galassia di Andromeda (distante oltre 2 milioni di anni luce), la sorella maggiore di tutte nel Gruppo: con la Via Lattea si trova al centro gravitazionale delle settanta galassie-compagne. Tra queste c’è anche la Galassia del Triangolo.

Il nostro sistema solare mantiene agganciati sole e pianeti in un gioco gravitazionale? Sì e la stessa cosa accade per il Gruppo locale: Galassie che giocano tra loro, ruotano, fanno gruppo, si influenzano. Un condominio interstellare inimmaginabile per dimensioni.

Ho semplificato molto. Volevo dare un quadro chiaro e semplice di questa immensità che è solo… locale.

Costruendo uno scenario parallelo che faccia capire al meglio le dimensioni, noi esseri umani insieme alla fauna e alla flora della Terra, siamo meno che un granello di sabbia all’interno di una spiaggia che rappresenti l’unione di tutte le spiagge della Terra stessa.

Ci riduciamo a meno di nulla se aggiungiamo le osservazioni del Telescopio orbitale Hubble nei settori spaziali più lontani.

La foto scattata dall’apparato di osservazione l’hanno chiamata Hubble Deep Field (HDF) con centinaia e centinaia di galassie. Quanta estensione del nostro cielo è stata inquadrata dal telescopio? È grande quanto un trentesimo (1/30) del diametro della nostra Luna.

In quella briciola di cielo c’è l’immensità. Figuratevi se, nello stesso modo, si dovesse analizzare nello tutto il panorama stellare osservabile dall’orbita della Terra.

È venuta fuori una foto complessa e composita perché unione di 342 fotogrammi, 276 sono stati completamente elaborati, scattati grazie alla Wide Field and Planetary Camera 2 (WFPC2), per un periodo di dieci giorni consecutivi tra il 18 e il 28 dicembre 1995.

Ma non è finita qui.

Un’ulteriore raccolta di dati e immagini (Hubble Ultra Deep Field) avvenne dal 3 settembre 2003 al 16 gennaio 2004.

Quel che comparve era una massa di oggetti-galassie, a migliaia. Corpi celesti distanti anche 13 miliardi di anni luce da noi. Questo fu (ed è) un viaggio nel tempo ancora più remoto: le galassie ci hanno presentato il loro aspetto per come erano 13 miliardi di anni fa!

Per capirsi, 13 miliardi di anni fa non esisteva il nostro sole, non c’era il nostro sistema solare, quindi neppure la nostra terra (che ha un’età di circa 4,5 miliardi di anni).

Quest’immagine ripresa da Hubble ritrae una quantità impressionante di galassie, di ogni forma e colore, non solo le classiche ellittiche o barrate.

Rispetto allo scatto composito del telescopio orbitale, fantasticando e immaginando di poterci avvicinare a quelle galassie, osservarle da vicino nello stato attuale, oggi avranno un aspetto del tutto diverso: hanno avuto 13 miliardi di anni per evolversi, per cambiare, per scontrarsi (avviene anche questo), influenzarsi a vicenda. Al confronto il nostro Sole è poco più di un “maturando”: è nato solo 5 miliardi di anni fa circa…

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3 commenti Aggiungi il tuo

  1. aure1970 ha detto:

    A me ha sempre affascinato il fatto che anche la Luce ha una sua velocità e che quando guardiamo una stella, in realtà, stiamo vedendo solo la luce partita chissà quando. Mentre la guardo potrebbe essere già morta. Sublime.

    Grazie: bellissimo articolo, foto meravigliose.

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      È proprio questo l’elemento che affascina legato alla velocità finita della luce. Il fatto che stai guardando una stella, una galassia e la stai osservando per come era centomila anni fa se è distante 100.000 anni luce o ne stai vedendo l’aspettò per come era tredici miliardi di anni fa se è distante 13 mld di anni luce. Fantastico viaggio nel tempo.
      Mi fa piacere che tu abbia gradito molto l’articolo. Grazie!

      Piace a 1 persona

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