Carabinieri TPC-Tutela del Patrimonio Culturale e Guardia di Finanza, Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno agito insieme tra le province di Bologna, Padova, Milano e Treviso per un’operazione che rientra nella strategia a protezione del patrimonio culturale. Questa volta i militari hanno tolto dal mercato 500 opere d’arte false fatte passare per creazioni dell’artista e pittore irlandese Francis Bacon. Confisca preventiva anche di denaro, beni e altro per un valore di oltre 3 milioni di euro. Bloccato così un gruppo di truffatori e falsari italiani che agivano a livello internazionale.
I gruppi di carabinieri e finanzieri hanno agito con i loro nuclei di Bologna che, dopo indagini e accertamenti, hanno agito eseguendo l’ordinanza emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale felsineo, il dottor Gianluca Petragnani Gelosi.
La conclusione ha visto, appunto, il sequestro dei falsi e provvedimenti a carico di 5 delle 7 persone indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere commettendo una serie di “delitti contro l’integrità delle opere d’arte (contemplati dal “Codice dei beni culturali e del paesaggio” di cui al D. Lgs. n. 42 del 2004, art. 178 e, segnatamente, detenzione per il commercio, autenticazione e messa in circolazione di opere d’arte false) e contro il patrimonio (truffa e autoriciclaggio, di cui rispettivamente agli artt. 640 e 648-ter, comma 1, c.p.)“.
Inizialmente le indagini hanno seguito due strade diverse, una seguita dai Carabinieri TPC e l’altra dalla Guardia di Finanza. Questi i due tronconi:
- a maggio 2018 l’Arma dei Carabinieri, nell’ambito dell’operazione “PALOMA”, sequestrò numerose opere d’arte contemporanea false che erano nelle mani di un personaggio che aveva già precedenti penali su questo tipo di reati e di polizia – tra i vari falsi aveva 2 disegni a firma di Francis Bacon, uno degli artisti più celebri del XX secolo, oggetti appartenenti a una collezione di dubbia autenticità e che uno degli indagati affermava di aver ricevuto direttamente dall’artista;
- dal canto suo la Guardia di Finanza stava analizzando i movimenti finanziari con l’estero riconducibili allo stesso personaggio, transazioni che erano incompatibili con le sue fonti lecite/ufficiali di reddito, così scattarono anche dei controlli per approfondire alcune segnalazioni per operazioni sospette che, nel frattempo, erano arrivate dagli intermediari finanziari.
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Come comunicato dai due corpi di polizia, “i successivi sviluppi investigativi hanno richiesto, tra l’altro, l’esecuzione di complesse indagini tecniche volte a circostanziare la non autenticità delle opere e ulteriori approfondimenti di natura finanziaria, anche mediante l’attivazione dei canali internazionali di collaborazione giudiziaria al fine di tracciare la destinazione dei fondi derivanti dalle ingenti truffe perpetrate. Ciò ha consentito di sequestrare a Bologna e Treviso, tra i mesi di marzo e maggio 2020, ulteriori 13 opere, oltre alle 2 già sequestrate nella prima fase dell’indagine, attribuite allo stesso artista“.
Per mascherare le truffe, la vendita di opere false e gli spostamenti monetari, questi personaggi si servivano di una società con sede nel Regno Unito: lì facevano convergere, per riutilizzarle, le risorse finanziarie per poi redistribuirle, una volta “ripulite”, ai vari indagati. Quest’ultima fase avveniva in due modi, direttamente o attraverso imprese nazionali ed estere con sede in Spagna e in Polonia.
Potete immaginare come la complessità di queste scatole societarie intercomunicanti nascondesse un grande flusso di denaro.
Potete anche immaginare quanti saranno stati i truffati.
Alla fine, carabinieri e finanziari sono arrivati a verificare la non autenticità e, di conseguenza, la falsità anche dell’intera collezione italiana, quella composta da oltre 500 opere.
Il meccanismo messo in piedi dai truffatori era quello di accreditare tali disegni nel mercato dell’arte utilizzando o dando vita a prestigiose esposizioni nazionali e internazionali, editando cataloghi, pubblicando su siti internet, coinvolgendo fondazioni e società di diritto estero. In questo modo la quotazione di questi falsi lievitava, situazione perfetta per poi rivenderli truffando, a caro prezzo, acquirenti che non avevano alcuna idea della situazione reale.
Per vendere bene questi falsi, era da accreditare che tutti questi falsi fossero stati parte di un unico lascito del Maestro Francis Bacon… vicenda che, nei fatti, era anch’essa del tutto inventata.
Altri particolari comunicati da carabinieri e finanzieri danno altri “numeri” che disegnano dimensioni effettive dell’operazione: “Le indagini hanno così condotto al sequestro “impeditivo” dell’intera collezione di opere d’arte e al sequestro “preventivo” finalizzato alla confisca – sia diretta per 1,8 milioni di euro circa, quale profitto del reato di truffa, sia “per equivalente” – di denaro, beni e altre utilità sino al valore di 1,4 milioni di euro circa, quale profitto del reato di autoriciclaggio. L’esecuzione del provvedimento ha richiesto l’impiego di oltre 60 militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri del Comando TPC che hanno operato, congiuntamente e in stretta sinergia, tra le province di Bologna, Padova, Milano e Treviso“.