Al voto, al voto! Domenica 3 e lunedì 4 ottobre 2021. In moto il “preistorico” sistema cartaceo nelle sezioni elettorali. Il Green Pass non serve… con eccezioni

Al Voto con un compagno scomodo come il Covid, in 1.157 comuni italiani su 7.904, a cominciare dalla mega metropoli di Roma (estesa quanto sei delle più grandi città italiane messe insieme) e ancora a Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste. Siete pronti a entrare nei seggi elettorali e a destreggiarvi tra schede e matite copiative, mascherine e gel disinfettanti? Continua a sopravvivere il vecchio e preistorico sistema cartaceo nelle sezioni elettorali, quindi schede elettorali, verbali, registri per il voto. Due di questi ultimi somigliano a giochetti colorando le caselle… interessano le tante liste che si presentano, un lavoro infinito poco-mal pagato per presidenti e scrutatori delle sezioni. Nonostante le enormi responsabilità gettate sulle spalle di chi gestisce i seggi.

Per comprendersi, compensi differenziati. Esempi: a Milano per i presidenti (per singolo turno di votazione) 187 euro o 90 euro per i seggi speciali e 145 euro per segretari e scrutatori (61 euro per i seggi speciali); a Torino 150 euro per i presidenti (solo al primo turno) e 120 euro per scrutatori e segretari.

Quando e a che ora andare a votare? Dalle ore 7 alle 23 di domenica 3 ottobre e dalle ore 7 alle 15 di lunedì 4 ottobre. Nelle città dove sono previsti eventuali ballottaggi si dovrà tornare alle sezioni elettorali il 17 e il 18 ottobre. Non sarà necessaria la Carta Verde o Green Pass che dir si voglia: impossibile verificare se elettori in arrivo alla sezione saranno vaccinati o meno, se avranno fatto o meno una verifica di negatività al virus Sars-COV-2 tramite tampone.

Ricordarsi come sempre, al di là dei fatti pandemici eccezionali, di portare un documento di riconoscimento VALIDO e la tessera elettorale con ALMENO UNO degli spazi da timbrare ancora libero (altrimenti chiederne una nuova alla delegazione del proprio municipio prima di andare).

A Roma, la scheda azzurra per le elezioni comunali (22 candidati sindaci con 38 liste a loro collegate! Per poco non ha replicato la scheda-mostro delle comunali 2013 lunga 1,17 metri) e la scheda grigia per quelle dei 15 municipi.

Scheda azzurra per il voto comunale 2021 a Roma

I 22 candidati sindaco di Roma secondo l’ordine sorteggiato per la posizione all’interno della scheda elettorale

I 22 candidati sindaco di Roma secondo l’ordine sorteggiato per la posizione all’interno della scheda elettorale 2021

Un sistema di voto folle, assurdo e primitivo

Per quanto mi riguarda credo di essere al ventesimo anno in cui mi occupo di elezioni, o meglio, mi sono fatto venti tornate elettorali tra quelle locali, nazionali, europee e referendum. Per circa 18 volte l’ho fatto al quartiere di San Lorenzo a Roma, sempre nella stessa scuola e identica sezione. Credo che sarà la mia ultima volta. Devo pensarci.

Il “tagliando antifrode” adesivo da applicare sulle schede di votazioni politiche nazionali: che assurdità

Vorrei evitare di occuparmi del futuro – nonché prossimo – voto nazionale, di quella scemenza nonché complicazione costosissima che è l’applicazione sulle schede elettorali di un “tagliando antifrode” adesivo con numero sequenziale (foto a lato): ma non potevano prevedere la molto meno costosa stampa diretta in tipografia di un numero si serie (come viene fatto per le banconote) in contemporanea alla stampa delle schede stesse?

No, la scelta è stata quella di far stampare costosi rotoloni con bollini adesivi da staccare uno per uno e da applicare su ogni scheda.

Non bastava dover timbrare e siglare ogni scheda presa da quelle fornite e in numero da coprire gli iscritti nei registri (femminile e maschile) dei votanti. No, per il voto nazionale anche il bollino-tagliando antifrode adesivo. Per fortuna alle elezioni comunali non sono previsti questi malefici bollini.

Un sistema che aggrava il carico di quanto tocca fare per gestire una sezione elettorale secondo il solito assurdo schema. Per non parlare di non bagnare troppo di inchiostro la spugnetta dove inumidire il bollo di sezione, altrimenti, alla “timbrata”, il liquido nero passa da parte a parte e “renderebbe riconoscibile” quella scheda (vi invito a leggere il “manuale delle istruzioni”) visto che tutte le schede devono essere identiche, né troppo timbrate, né troppo poco, siglate e non firmate, senza strane piccole pieghe ecc.

Paese misterioso l’Italia. Ama i sistemi più primitivi. Mi fa specie che dall’inizio della pandemia Covid-19 si parla di smart working o Lavoro Agile, di evoluzione digitale del lavoro, di rivoluzione digitale nelle imprese, nel lavoro delle strutture statali, comunali.

Per il voto, invece, solo matite copiative, carta a valanghe (riciclata o meno) per ogni sezione elettorale, il bollo di sezione, il timbro datario, valanghe di manifesti doppi o tripli (per ogni tipologia di voto – da moltiplicare per contemporanee operazioni elettorali) da appendere ai muri e da utilizzare per facilitare il conteggio delle preferenze, compito difficilissimo se è previsto un numero infinito di candidati sindaco e di partiti come avverrà per le Comunali romane.

A me – e non solo a me – sembra follia. Ma così lo fanno andare.

Immagini di precedenti elezioni. In un paio di foto anche la “scheda-mostro” da 1,17 metri di lunghezza delle elezioni al Comune di Roma nel 2013 (ben 39 partiti, partitini, movimenti, liste civiche per sei candidati sindaco)

Tracciato questo mio bilancio, vorrei evitare di occuparmi ancora di due verbali, di due tabelle di scrutinio, di due registri e di tutto il resto che caratterizza ogni voto (da moltiplicare per DUE quando si vota per Camera e Senato; da moltiplicare per DUE quando si vota per Comune e Municipi).

Eccomi a settembre 2020, referendum costituzionale confermativo, presidente di una sezione elettorale a conclusione dello scrutinio delle schede e del materiale consegnato

Credo di averne piene le tasche di un sistema farraginoso che non protegge affatto da manipolazioni, ma è solo inutilmente arzigogolato… e non c’è alcuna volontà politica di migliorarlo. Un metodo di raccolta del voto e di conteggi che mi costringe a oltre un centinaio di firme (anche il segretario di sezione e gli scrutatori), bisogna seguire sistemi di calcolo per la verifica del voto che più volte si sono dimostrati errati (partoriti dalla mente zoppicante di qualche burocrate folle).

Per non parlare delle tante buste di carta dove suddividere la documentazione a fine scrutinio, da spedire alla raccolta del materiale comune. Buste che, per esempio, non potranno contenere mai tutte le schede votate. Quindi, bisogna riutilizzare gli scatoloni iniziali per questo scopo, sigillarli appiccicandoci sopra la busta preposta, quella che da sola si è rivelata inutile per la sua piccolezza.
Buste che tenderebbero a sfondarsi, da chiudere con adesivo di carta (quello fornito dall’amministrazione pubblica) che non riesce a tenere, oppure la colla per carta che si asciuga e tiene male. Per questo mi porto da casa del tenace scotch da pacchi, quello gommato.

Un sistema folle che, per forza di cose, è ulteriormente complicato nella sua gestione dalle inevitabili e sacrosante misure anti Covid: far disinfettare le mani a ogni elettore appena entrato nella sezione, assicurarsi che abbia la mascherina ben posizionata, che non si avvicini troppo e che fuori dalla porta gli aspiranti votanti non si accalchino. Che non lecchino le matite (antico e leggendario sistema per capire se era copiativa o meno – il tratto inumidito dalla saliva sarebbe di colore blu) o che ne facciano altri usi impropri e dannosi dal punto di vista sanitario-pandemico.

Disegnata questa mia breve e semplificata panoramica, siete più rassicurati sul metodo con cui depositerete e di come sarà trattato il vostro voto… in epoca digitale? (domanda ironica naturalmente).

Non è richiesta la Carta Verde o Green Pass… con eccezioni. Poi il voto domiciliare di positivi al virus o di chi è in quarantena

Il Green Pass – Carta Verde non sarà necessario per l’ingresso nella struttura scolastica dove sono collocate le sezioni elettorali. Da componenti di sezione elettorale dovremo quindi vigilare con l’attenzione maggiore possibile, mai allentare la guardia, far rispettare le norme sanitarie per proteggerci e per proteggere gli altri.

Per quanto mi riguarda, ho già predisposto una personale scorta di mascherine, guanti, gel disinfettante, come feci per il referendum costituzionale del 2020.

Come raccomanda il ministero della Salute per le operazioni di scrutinio eseguibili dai componenti di sezione, bisognerà:

  • Mantenere il distanziamento di almeno un metro;
  • Igienizzare frequentemente le mani con soluzione idroalcolica;
  • Indossare la mascherina chirurgica, da sostituire dopo sei ore;
  • Indossare guanti monouso se si devono maneggiare le schede;
  • Evitare di toccarsi il volto (sia a mani nude sia indossando i guanti), con particolare riguardo alle mucose orali, nasali e agli occhi.

La Carta Verde sarà necessaria per i fuori sede che, volendo tornare nel proprio luogo di residenza per votare, prenderanno aerei o treni a lunga percorrenza dove è richiesta la certificazione.

Nessun Green Pass neppure per rappresentanti di lista.

Invece, per i presidenti di sezione elettorale, segretari e scrutatori, la Carta Verde sarà necessaria solo per gli eventuali ballottaggi (17/18 ottobre) visto che dal 15 ottobre, come da nuovo decreto legge (link), essendo equiparati ai dipendenti della pubblica amministrazione, dovranno essere in possesso di detta certificazione.

I cittadini risultati positivi al Covid-19 non potranno andare a votare nella loro sezione elettorale: per loro è previsto il voto a domicilio dopo aver presentato richiesta all’Ufficio elettorale del proprio Comune allegando la certificazione medica che attesti la loro situazione clinica.

La complicazione per i componenti dei “seggi speciali” nella raccolta del voto a domicilio sarà il proteggersi con estrema accuratezza, dovranno avere il loro Green Pass, le matite dovranno essere sanificate al termine dell’operazione di voto domiciliare racchiudendo la scheda votata in una busta sigillata… e, aggiungerei, fare attenzione durante lo spoglio nel maneggiare la scheda che potrebbe essere contaminata.

Ancora il ministero della Salute evidenzia che durante la raccolta del voto domiciliare “a seconda della ricorrenza di una delle tre condizioni di cui all’ art. 3, comma 1, del citatodecreto legge“:

a) in caso di elettori in trattamento domiciliare o in isolamento fiduciario: i componenti del seggio speciale dovranno indossare camice/grembiule monouso, guanti, visiera con mascherina chirurgica oppure dispositivi di protezione facciale di tipo FFP2 o FFP3;

b) elettori che si trovano in quarantena: i componenti del seggio speciale dovranno indossare guanti e mascherina chirurgica.

Come si vota?

Il caso dei comuni sopra i 15.000 abitanti, il ballottaggio e il voto disgiunto

In questa situazione (comuni con più di 15.000 abitanti) si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco (il voto viene attribuito solo al candidato sindaco), oppure tracciare un segno solo su una delle liste collegate al candidato sindaco o ancora sia sul candidato sindaco che su una delle liste a lui collegate (il voto viene attribuito al candidato sindaco e alla lista di candidati consiglieri).

Previsto anche il voto “disgiunto”: basta tracciare un segno sul candidato sindaco prescelto e un altro segno su una lista a lui non collegata (il voto va al candidato Primo cittadino e alla lista non collegata).

Diventa sindaco al primo turno il candidato che riuscirà ad avere la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno). Se nessuno dei candidati riuscisse a ottenere questo risultato, si tornerà a votare per il ballottaggio tra i primi due più votati domenica 17 e lunedì 18 ottobre.

Per i comuni fino a 15.000 abitanti

Nei comuni fino a 15mila abitanti è possibile utilizzare la scheda elettorale tracciando un segno solo sul candidato sindaco o solo sulla lista collegata al candidato sindaco o ancora, sia sul candidato sindaco che sulla lista a lui collegata.

In tutte queste possibilità il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista di candidati consiglieri a lui collegata.

Diventa sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

Sulle preferenze dei candidati consiglieri comunali

C’è una differenza in base alla grandezza/popolazione dei comuni. Il punto comune a tutti è che si deve scrivere il cognome dei candidati consiglieri comunali della lista votata negli appositi spazi vuoti accanto al simbolo del partito/movimento/lista civica.

La situazione cambia solo sul numero di preferenze perché nei comuni con popolazione sotto i 5.000 abitanti si può esprimere una sola preferenza.

Se invece si va a votare in un comune che ha una popolazione oltre i 5.000 abitanti, si possono esprimere due preferenze per i candidati a consigliere comunale. In questo caso e sempre che si vogliano scrivere due preferenze (NON è obbligatorio), queste devono indicare una candidata di genere femminile e un candidato di genere maschile (o prima maschile e poi femminile: l’importante è che ci sia parità di genere nella scelta): non rispettando quest’ultima regola, sarà annullata la seconda preferenza.

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11 commenti Aggiungi il tuo

  1. Alessandro Gianesini ha detto:

    Detto molto schiettamente, alle prossime elezioni a cui sarò chiamato a dare la mia preferenza, non so se varrà la pena di perdere tempo in una pantomima inutile, visto che, una volta usciti i risultati, poi ognuno fa quel che vuole, sta con chi vuole, viene messo un presidente del consiglio preso al di fuori del parlamento… insomma: a che serve il voto, se non a riempire le tasche di qualcuno?

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Il punto che evidenzi è il nodo principale fissato dalla norma: il popolo distribuisce il consenso elettorale; in Parlamento decidono quale maggioranza assemblare. Questo è il nostro sistema per come è fissato. Sulle operazioni di voto hai letto delle sezioni speciali per la raccolta del voto domiciliare da contagiati ecc? Come bisogna bardarsi. Le sezioni elettorali speciali che andranno in quelle case sono ricavate da “volontari” delle sezioni normali. Rischio, bardati di mascherine, visiera, guanti, grembiule. Tipo ospedale

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      1. Alessandro Gianesini ha detto:

        Sì, ma il mio non era una critica alla norma (non che apprezzi, ma non era questo il punto), quanto lo sbandieramento elettorale in un senso e il comportamento “in loco” (una volta accomodatisi sulla poltrona) magari diametralmente opposto.

        E poi non mi va di parlare male della costituzione e della scarsa lungimiranza di chi l’ha scritta, perché ho scoperto essere reato e ho già abbastanza problemi nella vita, senza aggiungerne altri stupidamente! 😛

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        1. Giuseppe Grifeo ha detto:

          Il problema non è neppure nella Costituzione, ma nella legge elettorale. Ricordi quando vollero dare di nuovo peso alla fetta del voto proporzionale? A chiederlo a gran voce anche forze politiche ai tempi più piccole che non volevano soglie di sbarramento e oggi, più corposi come rappresentanza, urlano sbagliando coscientemente, “il presidente del consiglio non è quello eletto!”. Vorrei dire loro, dritto nelle orecchie: Decidetevi su cosa volete perché il sistema elettorale lo avete voluto così!

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          1. Alessandro Gianesini ha detto:

            Sì, sì… ma tutto parte dalla costituzione.
            … e da quel referendum contro la monarchia: dici che si può rifare oggi per chiedere il reintegro? 😛

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            1. Giuseppe Grifeo ha detto:

              Magari, ma credo che non si possa. Anche la Repubblica, come la Monarchia (come qualsiasi altra nazione col suo ordinamento) ha reso indiscutibile il suo ordinamento, cristallizzato, inamovibile

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              1. Alessandro Gianesini ha detto:

                Meglio che mi taccia… 🤐🤐🤐

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                1. Giuseppe Grifeo ha detto:

                  😄😂 a volte il silenzio ha delle sue ottime proprietà (ma solo a volte – e non avvolte 🤣)

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                2. Alessandro Gianesini ha detto:

                  😛

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                3. Giuseppe Grifeo ha detto:

                  Alessandro! Ma non sei più online???

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