“L’amicizia non deve guarire le pene della solitudine, ma duplicarne le gioie”.
Simone Weil


Scrittrice e filosofa francese, nata in una famiglia molto colta di origine ebraica, sorella del matematico André Weil poi naturalizzato statunitense.

Per Simone Adolphine Weil (Parigi, 3 febbraio 1909 – Ashford/Contea del Kent in Inghilterra, 23 agosto 1943) fin da bambina la passione-guida era l’interesse per coloro che erano oppressi, si interessò quindi di scenari politici. Sempre di salute cagionevole, dovette affrontare malattie e stati clinici non facili fin dall’inizio, per esempio un’appendicite a soli tre anni e la rosolia a cinque anni, stati che, oltretutto, furono molto gravi e pesanti.
Dopo gli studi divenne insegnante di filosofia nei licei di Le Puy, Auxerre e Roanne. Dal 1932, oltre ad aderire al sindacato degli insegnanti, desiderava comprendere il popolo tedesco e il motivo del successo legato al nazionalsocialismo, oltre che capire quale fosse la realtà dei movimenti di sinistra in Germania e la possibilità di una rivoluzione. Alla fine di quella esperienza, il suo bilancio era di forte preoccupazione verso la montante onda nazista, peraltro anti ebraica. Lei comunque aveva anche una decisa posizione antistalinista.
Nel suo scritto del 1934 “Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale”, oltre a criticare il capitalismo, sottolinea pure come le stesse rivoluzioni tendono a tradire le promesse.
Durante la sua crisi religiosa si avvicinò al Cristianesimo.
L’occupazione tedesca della Francia nella prima fase della Seconda Guerra Mondiale, poi l’inizio della deportazione del popolo ebraico ampliata dai nazisti anche alla controllata Repubblica di Vichy, portò Simone Weil a partire con la famiglia verso gli Stati Uniti, stabilendosi inizialmente a New York.
Come raccontato dall’Enciclopedia Treccani, «si trasferì poi in Inghilterra, dove militò a fianco delle autorità in esilio della Resistenza francese, nel Commissariato per gli interni e il lavoro di “France libre” guidata dal generale Ch. De Gaulle. La salute compromessa nel duro lavoro in fabbrica fece riacutizzare la malattia che l’aveva già colpita in precedenza: si spense nell’estate del 1943».
A parte i suoi articoli, tutti i suoi scritti sono stati pubblicati dopo la sua morte.
- La pesanteur et la grâce, 1948;
- L’enracinement: prélude à une déclaration des devoirs envers l’être humain, 1949;
- L’attente de Dieu, 1950;
- La connaissance surnaturelle, 1950;
- Lettre à un religieux, 1951;
- Intuitions pré-chrétiennes, 1951;
- La condition ouvrière, 1951;
- Cahiers, 3 volumi, 1951-56;
- La source grecque, 1953;
- Oppression et liberté, 1955;
- Écrites de Londres et dernières lettres, 1957;
- Pensées sans ordre concernant l’amour de Dieu, 1962.
Donna di enorme spessore, personaggio molto interessante.
Mia moglie ne ha letto diversi libri.
Io prima o poi inizierò.
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Confesso che fino a poco tempo fa non avevo approfondito. È un passo da fare riscoprendo alcuni meccanismi di pensiero dell’epoca in una donna dal grande impegno sociale e che non risparmiò forti critiche all’ambiente socialista cui si sentiva vicina. Osservava, analizzava con l’unico obiettivo di difendere i più deboli anche da illusioni giunte da promesse rivoluzionarie. Poi la sua tensione spirituale
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