Per conto mio ho già fatto gli acquisti per i “beveraggi” che impazzeranno durante le festività di fine 2021, da Natale a Capodanno. Ho comprato bottiglie Made in Italy e posso anticipare solo che un occhio particolare (ma guarda un po’) l’ho avuto per la produzione siciliana (Etna Rosso per primo, più altre declinazioni di vini siculi) e per un’altra area d’Italia: l’umbra Montefalco.
In effetti, confrontando quanto rimarcato da diversi osservatori del settore e secondo quanto io stesso ho notato, la spesa per la fine dell’anno, quella per gli acquisti di cibo e bevande, sta registrando una forte ripresa. Secondo i dati e le stime dell’Ovse-Osservatorio Economico Vini e Spumanti (link) si prevede in ottimo recupero rispetto allo stesso periodo del 2020, con un aumento tra il 14 e il 17 per cento per vini e spumanti, in particolare per consumi in casa e per fare regali, mentre la crescita del fuori casa sembra più contenuto, sul +9/+11 per cento.

“I consumi sono sempre più legati a condizioni e sensazioni di vita quotidiana – Queste le parole di Giampietro Comolli, presidente Ovse-Osservatorio Economico Vini e Spumanti, struttura attiva dal 1991 fondata all’Università Cattolica di Piacenza – Voglia di uscire, ma anche di ritornare in casa. Consumatori attenti a bisogni, accessibilità e a opportunità soggettive e private”.
Le prenotazioni fuoricasa sono state in forte rilancio fino a fine novembre, ma c’è tensione per disdette dietro l’angolo. Conferme solo all’ultimo momento.

Su questo aspetto gioca molto il problema contagi da Covid-19 e le restrizioni sanitarie mirate al controllo pandemico.
In questo contesto certi consumi, soprattutto in Ho.Re.Ca. (Hotellerie-Restaurant-Café – aziende alberghiere, di ristorazione, di Catering, Ristoranti e bar), luoghi di vacanza, in montagna e per cibi&vini non indispensabili – funzionali alle feste di fine anno -, dipendono dall’ultima sicurezza e informazione.
Anche in tutti i paesi europei si respira la stessa aria.
“L’Horeca aveva ripreso alla grande in Italia e all’estero: ordini e consumi di vino e bollicine in forte crescita fino a metà novembre. Ordini dall’estero e spedizioni da record soprattutto per bollicine, ma anche vini tricolore”, conferma Comolli.

In Italia a fine anno, gli acquisti di cibo e bevande si annunciano in ottimo recupero sul 2020.
Come già ho anticipato, l’Ovse stima un maggiore volume di acquisti sul 2020 del 14/17% di vini e spumanti, in particolare per consumi in casa e regali. Il “fuori casa” sembra si assesti su un +9/+11%. I valori crescono, ma non si arriva ai volumi del 2019.
É un periodo di consumi-acquisti concentrati: circa il 37-40% del totale annuo va in regali, feste, brindisi. Il confronto con le feste 2020 è estremamente positivo.
Mancheranno all’appello ancora 6 milioni di bottiglie di bollicine rispetto al 2019.
Le stime 2021 fissano in 67-68 milioni di bottiglie di spumanti italiani, con una spesa di 610-620 milioni di euro.
Per la sola notte di Capodanno tra il 2021 e il 2022, si stima che salteranno 39-42 milioni di bottiglie di bollicine. Solo 2 milioni i tappi di Champagne, in calo del 27% rispetto al 2019 e del 16% rispetto al 2020: calo che interessa soprattutto per le etichette top francesi dato che il mercato nazionale chiede da sempre marchi premium.
Le bollicine tricolori hanno più margine di manovra nei periodi di massima attenzione alla spesa. In crescita i pacchi dono di vino, ma soprattutto mono-magnum di note marche nazionali.
Non si rinuncia alle bollicine, ma “… più parsimoniosi, senza rinunciare a brindare a un anno che sia nuovo – dice ancora Comolli – Finiti gli ordini del 2021, già entro l’anno, le case vinicole sono propense ad alzare i listini di vini e spumanti per i costi delle materie prime, per l’inflazione. Tema nevralgico per il 2022. Ma grande sensibilità dei produttori ad aspettare il dopo-festività”.
Estero, i consumi di vino e “bollicine”: vince il Made in Italy
All’estero il consumo di fine anno di vini e bollicine tricolori è da record. Dati di mercato indicano in un +11/+13% sul 2020, guadagnando pure un +3/+5% sul 2019 che fu un anno da record.
Per il primo anno dopo decenni, volumi e valori crescono di pari passo, anzi va meglio per i valori. Si stimano che voleranno 200-210 milioni di tappi di sole bollicine.
Per i vini tranquilli un recupero dei numeri più ridotto, ma circa altri 220-235 milioni di bottiglie saranno stappate.
Il giro di affari al consumo nei fatidici 28 giorni, per le sole bollicine, raggiunge il nuovo record di 4,62 miliardi di dollari globale. Da qui la previsione di una PLV (Produzione lorda vendibile)-export fra i 6,6 e i 6,9 miliardi di euro/anno.
Anche all’estero è in crescita la occasionalità e la concentrazione dei consumi: molti veglioni e convention sono in dubbio, più cene per pochi e lievitano i consumi domestici. L’export italiano continua a incontrare difficoltà tecniche nei paesi dove sono complesse le spedizioni e le documentazioni doganali.