Intelligenza Artificiale, un ricchissimo database e agricoltura, un trinomio di base utile per realizzare un modello agricolo-produttivo predittivo, per valutare il rendimento di una coltura, le vocazioni di produzione delle diverse genetiche della Cannabis. Un metodo decisivo per migliorare la qualità e la resa del raccolto a seconda degli scopi dei diversi agricoltori/produttori e dei differenti settori del comparto. Al bando il metodo che prevede modifiche genetiche e OGM. Su questa rotta opera un’impresa svizzera: Puregene, della Pure Holding HG, che spulcia tra le genetiche di Canapa utili a ogni scopo e produzione.
Lì si dedicano alla genomica e in questo mi faccio aiutare dalla definizione del vocabolario Treccani: “Branca della genetica che studia la caratterizzazione molecolare e l’espressione di interi genomi di vari organismi, conducendo un’analisi comparativa per stabilire le relazioni evolutive. La g. si è sviluppata in particolare grazie ai progetti di sequenziamento del genoma umano e di altri organismi rappresentativi (batteri, lieviti e Drosophila melanogaster)”.


Dal 2017 mi occupo incessantemente di questo settore produttivo, soprattutto della Canapa industriale e dell’utilizzo nelle terapie mediche, della ricerca che continuamente estrapola risultati strabilianti sulla pianta di Canapa e sulle sue possibili applicazioni. Tanto che proprio a febbraio 2017 ho dato il via a uno spazio informativo specializzato, dedicato ad agricoltori e produttori di Canapa, il bollettino Canapa Oggi (link). È stato un viaggio interessantissimo che mi ha aperto un mondo, una consapevolezza che mi ha permesso di mettere in luce trionfi e grandi difficoltà imprenditoriali.
Qui si inserisce – non a caso – la situazione in Italia, soprattutto se raffrontata con quanto sto scrivendo in questo articolo sulla svizzera Puregene.
Devo fare quindi una brevissima considerazione. Pur avendo condizioni climatiche perfette che garantiscono l’ottima qualità della pianta di Canapa e dei suoi prodotti, la nostra Nazione segna il passo tra incertezze e preconcetti ideologici frutto di una campagna distruttiva iniziata negli anni 50 dello scorso secolo, ma proseguita immotivatamente e con i paraocchi fino a oggi… e pensare che nella prima parte del 1900 eravamo il secondo produttore di Canapa dopo la Russia, oltre a garantire materiale derivato di primissima qualità.
Il lavoro di Puregene
Rilevazione, comprensione e comparazione, non modificazione, in Puregene (link) tutto è mirato allo studio genetico del perché differenti genetiche della canapa si comportano in un certo modo, hanno composizioni chimiche difformi, resistenze diverse ad agenti patogeni, sono più dedite alla produzione di fibra nelle sue varianti o di seme nelle sue differenti declinazioni, oppure dei fiori con spiccate caratteristiche.
Una missione cui si sono dedicati da anni, Stevens Senn per primo, presidente e amministratore delegato di Puregene AG e di Pure Holding AG. Fondamentale fu il suo incontro con il professore Bruno Studer, responsabile del Molecular Plant Breeding dell’ETH-Politecnico Federale di Zurigo: ha originariamente ideato e ispirato l’idea che ha aperto la strada a Puregene. Nel 2016 Stevens Senn registrò i primi fiori di CBD come sostituti del tabacco al BAG/OFSP/UFSP o Ufficio federale della sanità pubblica e fondò anche la Pure Production AG.
Successivamente Stevens Senn ha fondato Puregene AG con il dottor Gavin George, esperto di biotecnologie nonché direttore di Ricerca & Proprietà Intellettuale e con il dottor Michael Ruckle, esperto in coltura molecolare e direttore di Scienza delle piante.

Puregene e le collaborazioni internazionali

Adesso il lavoro vede Puregene fare ricerca con l’Università sudafricana di Stellenbosch ed essere operativa anche oltreoceano: c’è collaborazione con le realtà canadesi che rappresentano un’enorme industria della Canapa, agricoltori e produttori che però si basano su genetiche selezionate alla vecchia maniera, mentre richiedono approcci più moderni per avere piante più resistenti a cominciare dalla resistenza alle muffe e, a seconda dei casi, dedicate spiccatamente al seme o alla fibra con attenzione alla presenza di cannabinoidi e flavonoidi.
Puregene lavora anche con realtà statunitensi e pure con la Ford per realizzare rivestimenti a base Canapa per gli abitacoli delle auto.
Il mercato mondiale potenziale sull’utilizzo della Canapa è pari a diversi miliardi di euro (previsioni Europa 2028: 115 mld dei quali 55 per il settore medico), una tendenza in continua crescita per ogni anno che passa. Per adesso le stime sulla sola Svizzera indicano le potenzialità a 2,4 miliardi di franchi per il 2028.
C’è tanta carne al fuoco e un’infinità di applicazioni per questa pianta dai mille volti.


Svelare i segreti delle genetiche
L’azienda svizzera, giovane, rampante, voluta dai tre originari fondatori, fatta di venti membri, 85 dipendenti, 25 ricercatori e 15 medici, è una realtà che è stata capace di decodificare più di 400 caratteristiche individuali della cannabis, quelle che coprono ogni aspetto della sua crescita, del suo sviluppo, della sua resistenza ad agenti aversi e della sua composizione chimica. Attualmente è il più ricco e ampio database di una realtà privata sulle genetiche della canapa.
Una tale mole di studio e di ricerca ha un grande obiettivo, quello di selezionare le genetiche della pianta di Canapa perfette per ogni settore e utilizzo, dalla farmaceutica alla cosmetica, passando per la produzione di mangimi, dei nuovi alimenti, per la cosiddetta agricoltura rigenerativa (depurazione ambientale a cominciare dai suoli contaminati da metalli pesanti), per l’ideazione e realizzazione di materiali da costruzione utili alla bioedilizia, per il tessile e per l’industria manifatturiera in genere, compresa quella automobilistica. E non solo.
Differenti caratteristiche sono quindi allo studio, grazie al decisivo permesso ottenuto dalle autorità svizzere, nello specifico dall’Ufficio federale della sanità pubblica, ente che nel 2020 concesse a Puregene di sviluppare il lavoro di ricerca acquistando 8.000 specie di piante di Canapa da tutto il mondo.
Individuate le differenze tra le diverse genetiche di Canapa, l’azienda passa a suggerire e a combinare/selezionare le capacità delle piante affinché si sposino al meglio con le vocazioni delle imprese agricole-produttive. È un processo di studio e di lavoro già utilizzato in altre colture agricole come per il mais, il riso, la soia e il grano.

“Solo attraverso la ricerca e la scoperta sarà realizzato il potenziale non sfruttato della cannabis e della canapa per le più grandi industrie del mondo – sottolineano alla Puregene – Il nostro team è in prima linea nella scoperta di nuovi tratti della cannabis, nello sviluppo di nuove varietà uniche per il mercato globale e nello sfruttamento del pieno potenziale della natura per far progredire la medicina, aumentare la produzione alimentare e creare materiali da costruzione più sostenibili. Il nostro approccio reinventa fondamentalmente la selezione delle piante […] ed è in prima linea nella scoperta di nuovi tratti della cannabis, nello sviluppo di nuove varietà uniche per il mercato globale e nello sfruttamento del pieno potenziale medico e industriale della pianta di cannabis”.
Nel corso del tempo altri permessi sono arrivati dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Hanno riguardato la possibilità di coltivare cannabis THC sotto il regime dell’agricoltura biologica, la conduzione fino al 2025 di ricerche e analisi sul THC nel centro di Zeiningen, nel Cantone svizzero dell’Argovia. Preziosa è diventata l’area di ricerca strettamente protetta nell’ex vivaio Hanfhof appunto a Zeiningen, acquistato nel 2016 dalla Pure Production AG, subito trasformato nella Cannabis Experience Farm che ha anche scopi divulgativi (per i visitatori: circa 100 pannelli informativo-educativi, oltre 10.000 piante da toccare e annusare e un labirinto di cannabis).
Sottolineo: questa è Svizzera, quindi una nazione che nel 2011 ha dato il via alla modifica delle legge federale sugli stupefacenti per consentire l'autorizzazione alla coltivazione di cannabis con livello massimo di THC (l'unico componente psicotropo) pari all'1%, un caso ancora non eguagliato in Europa. Un fattore che ha agevolato la ricerca.
Adesso a Puregene si preparano anche per la distribuzione della marijuana ricreativa a Basilea: il via fissato dalla norma è per agosto 2022, una sorta di prova generale in nove farmacie e per 400 partecipanti maggiorenni al progetto.
I “clienti” designati potranno ricevere al massimo 50 grammi di marijuana al mese (al 20% massimo di THC come previsto dalla legge elvetica) in modo che non ricorrano più ai canali illegali dello spaccio. Sono tutti già consumatori della sostanza, ma da agosto – come sottolineato dal giornalista Boris Busslinger sulla testata Le Temps – potranno avere a disposizione “sei prodotti a prezzi di mercato nero (tra 8 e 12 franchi al grammo): due tipi di hashish e quattro tipi di fiori di cannabis”. Una pluralità d’offerta che nel mercato nero non esiste. Ma c’è un altro vantaggio: sono prodotti a rischio ben più basso, contenenti più CBD o meno THC. Si va incontro al consumatore visto che, dopo “ricerca di mercato”, è venuto fuori che loro non cercano lo sballo, ma il sapore, l’aroma di prodotti migliori e l’apporto del benefico Cannabidiolo.