Gli opposti: tra attrazione e completamento verso una… somiglianza

Opposti, attrazione e somiglianza, detto così sembra un trinomio impossibile, uno di quei grattacapi matematici senza soluzione. Eppure…

Non cito il solito vecchio detto, ma sia nella fisica che nelle faccende umane, gli opposti si attraggono sul serio. Due protoni caratterizzati da carica positiva, tra loro si respingono. Stessa cosa per gli elettroni contraddistinti da carica negativa. Protone ed elettrone per le loro cariche opposte non possono fare a meno di attrarsi.

Anche per gli esseri umani accade la stessa identica cosa cui però si aggiunge un altro meccanismo che prende vita solo col tempo vissuto in coppia. L’essere vivente è più complicato.

Non vorrei metterla in maniera troppo elementare, però è un moto di vita del tutto evidente. L’estroverso cerca l’introverso. Oppure, chi perde sovente la bussola, il sanguigno, cerca chi può fagli da bilancia, da ancora che stempera gli eccessi. Naturalmente questo tipo di concertazione è possibile sempre che gli accoppiati siano in pace con se stessi e convinti di quel che vogliono, che siano mossi in profondità e non da superficialità.

Per quanto mi riguarda, la differenza reciproca ha giocato un ruolo essenziale per iniziare una relazione. Al contrario, immaginare di mettermi con una controparte come me o che mi somigli, mi dà già un iniziale senso di pesantezza e di noia: in un gioco d’Amore io devo scoprire, devo avventurarmi, non devo trovare ciò che già conosco.

Il concetto di opposti che si completano e sono tra loro necessari è racchiuso anche in pensiero di Kahlil Gibran-Jubrān Khalīl Jubrān-جبران خليل جبران‎, su Sabbia e Spuma: “Il significato dell’uomo non sta in ciò che ottiene, ma piuttosto in ciò che desidera ottenere. Alcuni di noi sono come l’inchiostro, altri come la carta. Se non fosse per il nero di alcuni, altri sarebbero muti, se non fosse per il bianco di alcuni, altri sarebbero ciechi”.

… “Allora Almitra di nuovo parlò e disse: Che cos’è matrimonio, maestro?

E lui rispose dicendo: Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre. Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni. E insieme nella silenziosa memoria di Dio. Ma vi sia spazio nella vostra unione. E tra voi danzino i venti dei cieli. Amatevi l’un l’altro, ma non fatene una prigione d’amore: piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime. Riempitevi l’un l’altro le coppe, ma non bevete da un’unica coppa. Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane. Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo, come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale. Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro, poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori. E siate uniti, ma non troppo vicini; Le colonne del tempio si ergono distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro”.

da Il Profeta di Kahlil Gibran

Ho utilizzato questo tema anche di recente, quando ho citato San Tommaso d’Aquino (link).

Sondaggi, analisi, ricerche… tante parole e risultati anche in conflitto tra loro

Una delle patrie dei sondaggi e delle ricerche sono gli Stati Uniti. In quella vasta nazione si sono dati un gran da fare per comprendere i meccanismi che si innestano tra gli umani nelle fasi d’attrazione e di unione.

Esistono ricerche condotte in tempi recenti, ma anche nel più lontano 1987. A portare avanti quest’ultima furono accademici dell’Università del Michigan che avevano analizzato 517 coppie fatte da persone che andavano dai vent’anni ai 69: un’ampia varietà di umani e di coppie nella loro durata.

L’analisi mise in evidenza due fasi nel gioco di relazione.

Quella iniziale, quella di costituzione dell’unione tra i due: metteva in evidenza che le coppie erano formate da persone che differivano sia interiormente, quindi dal carattere all’approccio verso la vita, sia esternamente, nell’aspetto fisico.

Poi la fase successiva che si manifestava nel corso degli anni durante la relazione e la convivenza: qui gli studiosi notarono e registrarono un meccanismo di fusione che portava i due lungo un cammino che li portava dall’essere differenti a non essere più così dissimili; l’avvicinamento nel tempo li portava ad assomigliarsi, anche nell’aspetto esterno e comunque nel presentarsi visivamente agli altri. Come in una sorta di specchio reciproco si vedevano e cercavano di fondere le loro diversità in un sistema di vita simile per entrambi. Processo lungo che portava a questo frutto conclusivo dopo circa 25 anni di relazione.

Naturalmente non si tratta di una regola universale, ma statisticamente la maggior parte delle coppie manifestò questo meccanismo in due tempi, la diversità come motivo scatenante per essere attratti e decidere di avviarsi verso una relazione e poi la somiglianza nello sviluppo del loro stare assieme.

Ma il divertimento viene adesso. Mi piace sottolineare come in questo mare di teorizzazioni spunti fuori anche l’opposto. Sembra assurdo ma è così.

Si parla sempre di opposti e di similitudini, questo è un punto fermo assoluto.

Solo che secondo gli analisti dell’Università di Standford la somiglianza tra i componenti della coppia si manifesta in fase iniziale. Poi, col tempo nella vita di relazione, i due si differenziano. Il processo avviene, anche in questo caso, pure dal punto di vista estetico. È bastato raffrontare le foto delle coppie nel corso degli anni.

Inoltre, non ci sarebbe nulla di più falso dell’affermazione che la routine rovina l’attrazione.

Un processo di vita che è agli antipodi rispetto alla precedente rilevazione dell’Ateneo del Michigan.

Strano vero? Sarà frutto del cambiamento dei tempi in circa 37 anni? Oppure non è possibile codificare bene il gioco d’amore?

Rimangono due capisaldi: essere opposti ed essere somiglianti. Però, da quanto ho notato, diventa difficile comprendere quando si manifestano queste due fasi.

Voi che ne dite? Basta mettere in gioco la propria esperienza di vita. Non sarà utile in termini statistici però, fuori dalla matematica, conosceremo gli altri come stranamente e diversamente umani.

P.S.: da ricordare è che il dialogo resta un punto di forza, un cardine essenziale su cui fa perno la vita di coppia. Confrontarsi sempre e, ancora di più, nei momenti di difficoltà.
Il silenzio uccide la coppia, soprattutto quando si manifestano incertezze, incomprensioni, dubbi. La coppia è tale perché ne parla assieme e decide insieme.
La scelta di un’elaborazione e decisione unilaterale è mortale per qualsiasi relazione: il problema, il nodo, se c’è, va sciolto da entrambi… o, sempre insieme, si deve prendere atto dell’insormontabilità di un ostacolo.

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