Il corpo parla e le parole tacciono. Mummenschanz, l’arte del mimo che esalta il grottesco del mondo umano

Erano custoditi in un remoto angolo del mio cervello. Se non fosse stato per un video che mi è apparso per puro caso, non sarebbero più tornati sulla superficie della mia coscienza. Mi divertivano moltissimo i mimi del gruppo Mummenschanz. I miei ricordi fatti anche di risate per le loro trasformazioni risalgono a quando ero bambino, ragazzino. Mi riferisco agli anni 70 dello scorso secolo.

Imitazione da invidia e rabbia/livore, ma anche mostrarsi, pavoneggiarsi, ampollosa cura della propria immagine. Ci vedo parecchie cose in questa prima scena del 1976 ripresa dal Muppet Show (in fondo alla pagina inserisco qualcosa sui Mummenschanz con un piccolo preambolo sulle origini dell’arte dei mimi).
I due mimi del Mummenschanz che compaiono nel primo video raccontarono benissimo una parte dell’animo umano, quella che vedo particolarmente amplificata oggi sui social.
Buon divertimento!

Per concludere inserisco qui anche altre scene dalla stessa programmazione, momenti che raccontano altri aspetti del comportamento umano… e non solo!

Nell’ultimo frammento video qui in basso, i tre mimi svelano il loro aspetto. Ricordate che siamo sempre al Muppet Show del 1976.

La rappresentazione del mimo

Il mimo ha avuto fin dalle sue prime rappresentazioni quella di evidenziare la vita in maniera realistica e buffonesca esaltando comportamenti e difetti.

Tradizione antica quella del mimo, risale alle rappresentazioni teatrali di epoca greca e romana nell’ambito di un particolare genere rappresentativo condito da versi e prosa come i deikelìktai, farse popolari spartane o in quelle che prendevano vita a Sicione o Σικυών-Sikyṑn, antica città sulla costa settentrionale del Peloponneso dopo che fu spostata dal sito originario nella piana sul Golfo di Corinto, ricollocazione decisa da Demetrio I Poliorcete Δημήτριος ὁ Πολιορκητής, Re di Macedonia.

Forma teatrale che ebbe alti rappresentanti anche in Magna Grecia, in Sicilia: uno dei più grandi mimografi fu il siracusano Sofróne vissuto nel V secolo a.C. uno dei più grandi esponenti del movimento letterario e filosofico della Sicilia e di tutta la Magna Grecia, letterato che introdusse il realismo nella letteratura greca.
Delle sue opere sono rimasti circa 170 frammenti, brevissimi quando non sono composti persino da una sola parola. I mimi di Sofróne sono incentrati su argomenti suddivisi in maschili-ἀνδρεῖοι e femminili-γυναικεῖοι.

Sulle origini del mimo ci sarebbe da scrivere un articolo intero citando altri autori come Eròda, Senarco, Teocrito, Decimo Laberio e Publilio Siro oppure interpreti, anche femminili ai tempi di Roma, repubblicana e imperiale, come Arbuscula coeva di Cicerone e Citeride che per un periodo fu l’amante di Marco Antonio.

Dal XV secolo si diffonde la Pantomima, rappresentazione senza parole e dagli anni 30 l’impulso giunge grazie all’opera dell’attore teatrale e cinematografico francese Étienne-Marcel Decroux.

Il Mummenschanz

Il gruppo svizzero del Mummenschanz Mask Theater, fu fondato nel 1972 da Bernie Schürch e da Andres Bossard insieme all’italiana Floriana Frassetto. Furono allievi della scuola parigina di Jacques Lecoq e della scuola romana di Roy Bosier. Il trio iniziò con questo nome dopo alcuni anni passati in successive sperimentazioni.
Il nome Mummenschanz deriva dalla combinazione di “Mummen” (coprire-mantello) e “Schanz” che allude al francese “Chance”.

Corpi e volti sono sempre celati, soprattutto i visi. Gli artisti usano da sempre maschere-costumi creati con materia tipo argilla, tubi metallici, rotoli di carta igienica, tessuto e altro.

Questo è il metodo espressivo dei Mummenschanz. Nessuna scenografia, si eventualmente ad alcuni rumori e suoni particolari. Estremamente raro l’accompagnamento di un brano musicale, soprattutto all’esordio e nei primissimi anni.

Il primo tour europeo iniziò del 1973. Poi fecero breccia nel panorama statunitense grazie ad Arthur Shaftman, agente teatrale statunitense che li notò portandoli così oltre l’Atlantico.

Nel 1980 arrivarono pure a New York esibendosi al Teatro “Bijou” di Broadway. Nel frattempo erano stati invitati a festival sempre più importanti nel panorama internazionale. La loro apparizione al Muppet Show nel 1976 avvenne nell’ultima puntata della prima stagione del noto show televisivo.

Furono ingaggiati anche per arricchire altre rappresentazioni, come per la messa in scena del “Faust” di Goethe a Taormina, diretta da Giancarlo Sbragia o il “Flauto Magico” alla Petit Opéra di Parigi. Nel 1990 il gruppo seguì le coreografie di “Body and Soul” diretto da André Heller.

Senza contare il tour internazionale “The New Show” iniziato nel 1981 e ripreso in più annualità successive. Nel frattempo il Mummenschanz “partorì” altri gruppi che diffusero l’arte della formazione originale, quelli che negli Stati Uniti furono definiti i Mumm’s.

A oggi hanno all’attivo più di 50 anni di rappresentazioni in tutto il mondo.

Andres Bossard morì nel marzo del 1992 a soli 47 anni per una terribile affezione avendo contratto l’Aids. Nel nome del loro compagno, dopo un duro periodo personale dopo questa tragedia, Bernie e Floriana diedero vita alla retrospettiva “Mummenschanz Parade”. Nel frattempo a loro si unì John Murphy e la loro opera ebbe nuovi grandi successi.

Nel 1997 il gruppo festeggiò i 25 anni di Mummenschanz celebrandolo al Théâtre Mogador di Parigi e all’Alice Tully Hall di New York. Nello stesso anno venne realizzato il film poetico “Mummenschanz – The Movie” di Kamal Musale.

Nel 1998 la creazione della Fondazione Mummenschanz da parte di Hans Jörg Tobler che riordinò l’amministrazione e la conduzione economica del gruppo.

Da lì i successi continuarono a esserci, come all’Expo.02, dal 21 maggio al 20 ottobre 2002, richiamando l’attenzione di oltre 10 milioni di visitatori. Poi tournée, esibizioni, quella di febbraio 2006 in Australia
Nel 2010 il tour del Quarantesimo per Mummenschanz, momento che seguì la nuova presidenza della Fondazione e riordino interno da parte di Markus Simmen.

Il 2011 fu l’anno in cui il co-fondatore Bernie Schürch (68 anni e 5.700 spettacoli all’attivo) partecipò al suo ultimo tour.

Non mi dilungo oltre in questo racconto.

Mi basta aggiungere che Floriana Frassetto è oggi l’unico socio fondatore ancora attivo nonché direttore artistico della compagnia teatrale Mummenschanz (link) che conta attualmente su altri sei artisti: Christa Barret, Kevin Blaser, Tess Burla, David Labanca, Sarah Lerch, Manuel Schunter; nella compagine c’è anche Eric Sauge, come direttore tecnico e Marc Reinhardt, come amministratore delegato della Fondazione Mummenschanz.

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