Lo sappiamo in molti, ma continuiamo a sorprenderci. Ogni volta. La sorpresa è dovuta perché a ogni nuovo episodio di sfruttamento e di incredibile malavita, crediamo di aver toccato il fondo. Invece, c’è sempre qualcosa di più assurdo da scoprire. Aspiranti boss crescono ma, per fortuna, finiscono anche in manette. L’ultima operazione dei militari della Legione Carabinieri Lazio, Gruppo di Ostia ha scoperchiato una sorta di vaso di Pandora nella cittadina costiera capitolina. Cosa ne è venuto fuori? Un insieme di reati imputabili a un unico personaggio: estorsione aggravata dal metodo mafioso, truffa, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e occupazione abusiva di immobili (di enti pubblici).
Sono tutte incriminazioni ben documentate e sostenute anche da testimonianze. Poi vedremo come andrà a finire l’iter giudiziario.
L’incriminato è un personaggio di 64 anni, di Ostia, che ora dovrà affrontare un duro processo. Nel quartiere di Nuova Ostia era tristemente noto anche per le sopraffazioni e le intimidazioni delle quali era fautore e protagonista.
Bloccando il personaggio il Carabinieri hanno agito su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. Per adesso è stato messo agli arresti domiciliari.
Come sottolineato dai Militari, il tizio era gravemente indiziato di aver organizzato, gestito e ottenuto bei profitti dall’occupazione abusiva di locali e box di proprietà dell’ATER (Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale-ex Istituti Autonomi Case Popolari o IACP) con l’aggravante di aver agevolato le famiglie Fasciani e Spada. A favore di queste due famiglie, note nella malavita capitolina, il 64enne aveva messo a disposizione quei locali occupati per conservare e nascondere materiale illecito, come armi e grandi quantità di stupefacenti.


Proseguendo nelle indagini i militari hanno poi notato che lo stesso incriminato ha avuto un comportamento violento e da estorsore nei confronti di una persona che aveva lavorato per lui. Perché la violenza nei confronti di questo poveretto?
Il dipendente era “colpevole” di aver richiesto quanto gli spettava per una giornata di lavoro.
Come ha reagito l’indagato?
La scena si è svolta tutta vicino ai locali da lui occupati, quelli di Ostia in via delle Ebridi, in pieno giorno, sulla strada e davanti ai residenti della zona.
Tanto per essere chiaro usando poche parole, avrebbe prima minacciato a parole il lavoratore. Poi gli ha puntato contro un’arma da taglio. Infine, ha colpito la vittima con una sedia in metallo ferendola profondamente alla schiena (un bel taglio).
Dalla trasmissione dei Carabinieri: “La condotta è stata ritenuta aggravata dal metodo mafioso poiché idonea ad esercitare sulla vittima la particolare coartazione e l’intimidazione proprie delle organizzazioni mafiose, nonché in grado di consolidare la reputazione criminale dell’uomo, di potenziare il suo controllo del territorio e delle attività economiche ivi ubicate, di accrescere la sua influenza e il modo in cui la stessa viene percepita dai residenti, anche in virtù dei legami personali e parentali con la criminalità organizzata operante sul litorale laziale”.
Come sottolineato dalla Legione Carabinieri Lazio, il procedimento è nella fase delle indagini preliminari, per cui l’indagato è da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva.


Non crediate che sia finito tutto qui. Manca ancora la ciliegina sulla torta che rappresenta le varie stratificazioni delle azioni compiute da questo presunto criminale (presunto: per adesso è un termine d’obbligo non essendoci condanna definitiva).
Il 64 enne ha messo a segno un bel colpo.
Ha truffato una nota casa di produzione cinematografica che doveva girare le scene di una fiction sulla criminalità del litorale romano (!). Il personaggio, per far realizzare alcuni momenti del girato, avrebbe affittato, pur essendone occupante abusivo, i 5.000mq dei locali di proprietà dell’ATER in via delle Ebridi ricevendo un compenso di oltre 9.000 euro.
Infine, l’incriminato avrebbe anche favorito e sfruttato l’immigrazione clandestina affittando a immigrati irregolari uno degli immobili da lui gestiti abusivamente.
Per conto suo personale, il tipo e la sua compagna erano entrati e avevano occupato un appartamento nel complesso residenziale di via delle Azzorre (nella stessa zona di via delle Ebridi). Anche in questo caso il Gip, Giudice per le indagini preliminari, ha ordinato il sequestro preventivo in attesa della restituzione all’Ente che gestisce l’immobile, il Comune di Roma.

