Il Papiro Erotico-Satirico di Torino. Dall’Antico Egitto un contributo alla Giornata mondiale della Risata, 7 maggio 2023

Dall’Antico Egitto un contributo alla Giornata mondiale della Risata che si celebra il 7 maggio 2023 (World Laughter Day). Qui inserisco una nota diversa rispetto alle più conosciute di quella civiltà. Il Papiro Erotico-Satirico di Torino (in catalogo, Papiro 55001), oggi esposto nella Sala 06 Cornice del Museo Egizio di Torino (link).
Dopo questo concludo con l’Inno al Nilo, il fiume portatore di abbondanza, felicità e risate.

Nel 1824 il Papiro Erotico-Satirico arrivò spezzettato in frammenti dalla collezione Bernardino Drovetti: lungo 320 centimetri, era stato trovato in Egitto, a Deir el-Medina, dentro un vaso, in pessime condizioni.

Ci lavorò anche Jean-François Champollion, il decifratore dei geroglifici. Lo studioso e precursore degli egittologi, ne rimase sconcertato notando la particolare veste del documento antico. Non c’erano i consueti temi così fissamente religiosi o “faraonici”, nessuna descrizione di battaglie o di edificazione di monumenti o viaggi.
Champollion vide sotto i suoi occhi scene grottesche e satiriche in ogni frammento. Del tutto inaspettate.

L’antichissimo documento fu scritto e disegnato da un pittore del villaggio nell’area di Deir el Medina.
Volendo inquadrare con più precisione il momento della lunghissima storia dell’Antico Egitto, si tratta di un’epoca piuttosto tarda (ma assolutamente non finale) della storia che descrive la civiltà nilotica dei faraoni.
Era il periodo della XX dinastia, quindi dal 1185 a.C. al 1078 a.C., momento in cui governarono nove Ramesse (il più famoso, Ramesse III vincitore dei Popoli del mare invasori, ucciso poi in una congiura di Palazzo) preceduti dal primo re della dinastia, il faraone Sethnakht.

Come sottolinea il Museo Egizio di Torino, nel corso degli anni molti studiosi lavorarono sul papiro creando delle copie perfette sulle quali procedere con l’analisi senza dover toccare l’originale.
Quindi, lo spagnolo Louis De Usoz o il tedesco Gustav Seyffarth che per primo teorizzò un un collegamento tra la parte erotica e quella satirica. E ancora, l’italiano Ippolito Rosellini sul cui modello si basa anche una copia che oggi si trova al Museo del Louvre di Parigi.

Gli elaborati di Seyffarth e di Rossellini sono a colori.

Il papiro è quindi strutturato in due nuclei, il primo satirico con animali umanizzati e il secondo del tutto erotico sia nelle immagini che nel testo.
È scritto/dipinto su entrambi i lati.

Un lato del papiro vede le rappresentazioni di animali dai comportamenti e vestiti umani: vogliono figurare una vera e propria parodia sociale. Ce ne sono che suonano l’arpa, altri il flauto e si vede pure una fortezza presidiata da gatti.


Starete di sicuro immaginando che questa prima sezione sia simile a qualcosa di molto più contemporaneo.

A me è venuta in mente “La fattoria degli animali”, romanzo allegorico scritto da George Orwell e pubblicato il 17 agosto 1945. Oppure nel Principe del Machiavelli, la metafora della volpe (la golpe) e del leone (il lione). E ancora, la satira numero 6 dal secondo libro delle Satire (o Sermones) di Orazio che scrisse la favola del topo di città e del topo di campagna per esaltare la vita tranquilla e serena in campagna. Di esempi successivi all’opera egizia se ne manifestarono parecchi nella letteratura storica e contemporanea del mondo. Un’altra satira sulla società umana rappresentata da animali è “L’inverno degli animali”, favola popolare russa sulla forza dell’amicizia e l’insidia del potere. Infine, il bestiario nel Pinocchio di Collodi, oppure la scimmia con gli occhiali e la cuffia dei dotti che tiene un libro aperto pronta a leggerlo, scena che si trova nella decorazione ad affresco del 1502 nella libreria Albèri, a Orvieto: su una pagina del libro la scritta “Legere et non intelligere est negligere”; nell’altra c’è l’inizio di uno spartito musicale, un rigo in chiave di fa, forse dal Codex Bonadies, raccolta sul canto polifonico e la musica strumentale fra Trecento e Quattrocento. Ma di esempi se ne possono trovare tanti, anche Esopo o La Fontaine, tanto per citarne due.


Poi nel papiro c’à la parte erotica, suddivisa in dodici vignette, con la sua bella dose di umorismo.

Questa sezione vede come protagonista dominante un uomo con barbetta ispida e parzialmente pelato. Il personaggio indossa un corto gonnellino tipico degli uomini di campagna.
Le scene lo ritraggono in suoi particolari incontri con una cortigiana, quindi rappresentata secondo i canoni di bellezza egizi: tutto è descritto con molti particolari, in modo da dare idea degli sforzi compiuti, delle posizioni scomode, di quelle acrobatiche e tanto altro. I testi leggibili sono come questo: “…venite dietro di me col vostro amore, oh! Sole, avete scoperchiato il mio cuore, che lieta fatica…”.

Il Museo Egizio di Torino tiene a una sottolineatura: “non è un Kamasutra egizio, ma un documento comico” è il desiderio di vedere l’unione delle due parti, “il piacere della trasgressione delle barriere naturali tra animali e umani e la trasgressione delle regole del decoro sociale”.

Video di dicembre 2021 sul Papiro Erotico-Satirico di Torino

Questo antico e per noi atipico capolavoro evidenza il particolare desiderio di vita, dei suoi piaceri e della gioiosità provate dagli antichi egizi, capaci di divertimento e voglia di rappresentare scene particolari per divertirsi e strappare risate.

C’è però un ma. Si tratta di umorismo e divertimento della classe più elevata, almeno questo è il forte sospetto degli egittologi.

Perché questa considerazione?

Prima di tutto l’uso del papiro che anche in Egitto era costoso, quindi destinato dalla classe media ai vertici dello Stato.
Il secondo punto è proprio la rappresentazione dell’uomo nelle sue prestazioni erotiche: la calvizie, la barba incolta, il suo modestissimo gonnellino lo individuano come parte della classe sociale dei lavoratori e dei contadini manuali. Quindi, il personaggio non era tra i coordinatori, i fattori, gli artigiani-scultori-pittori, gli impiegati, i piccoli funzionari e simili che economicamente e socialmente stavano meglio di lui.
Quest’uomo che compare su tali strisce comico-erotiche (lo definirei il Rocco Siffredi egizio) è tipico di quella fetta di popolazione che non aveva il tempo o i mezzi per prendersi cura di sé, della cura del corpo. Sicuramente non poteva dedicarsi ad abbigliarsi meglio, a truccarsi, a ungersi, a indossare parrucche, cose che le classi più benestanti potevano fare senza troppi pensieri.

La conclusione potrebbe essere che essendo un documento in materiale costoso, questo servisse a personaggi più abbienti, quelli che, alla vista di quelle immagini, traevano piacere dal considerarsi superiori rispetto al volgare, al rozzo… ma allo stesso tempo ne traevano piacere anche fisico, eccitazione.

L’Inno al Nilo

Il Nilo, il dio Hapy, portava la vita, quindi abbondanza, felicità e risate. L’Inno al Nilo, lirica-canto risalente all’Antico Egitto, ne celebra le proprietà, l’essenza, il suo essere strumento terrestre e divino, dalle sembianze e dai comportamenti quasi umani (accettava offerte, fondatore di giustizia, conquistatore e benefattore del popolo). Faceva prosperate una nazione che, al contrario, non sarebbe esistita visto che si trovava in una zona desertica. Il Nilo era vita, quindi gioia.

Da quei tempi così lontani un contributo per la Giornata mondiale della Risata che cade il 7 maggio 2023.

L’antica civiltà nilotica fu letteralmente plasmata dai cicli di questo fiume, quindi anche il calendario egizio che scandiva le attività, composto da dodici mesi da 30 giorni ciascuno, diviso in tre stagioni, quindi tre stagioni : akhet, inondazione annuale da parte del grande fiume ( tra i nostri giugno e settembre), peret, la stagione della crescita e shemu, la stagione in cui le acque del Nilo si sono ritirate e del raccolto.

L’Inno al Nilo fu scritto intorno al 2100 a.C. da un uomo di nome Khety che, pare, non appartenesse a un ceto elevato, quindi regalava una visione del tutto popolare della religione egiziana e del suo rapporto con il Fiume. Diverse copie e trascrizioni – con alcune varianti sono arrivate fino a oggi vincendo l’azione erosiva e distruttiva dei millenni: i versi hanno oltre 4.100 anni…

“Salute a te, o Nilo che esci dalla terra,
e vieni a mantenere l’Egitto in vita!
(Il Nilo che è) occulto nella sua manifestazione, oscuro di giorno, lodato dai suoi seguaci;
Egli che inonda le terre create da Ra, per far vivere tutto il bestiame;
che concede da bere al deserto luogo lontano dalle acque,
che è la rugiada, che scende dal cielo.

Amato da Gheb, capo dei cereali, che fa prosperare tutti i laboratori di Ptah.
Signore dei pesci, che fa risalire gli uccelli acquatici [verso sud];
è lui che produce l’orzo e fa nascere il grano perché siano in festa i templi.
Se è pigro, i nasi sono otturati e tutti sono poveri,
si diminuiscono i pani degli dei e periscono milioni di uomini.
Se è crudele, tutta la terra inorridisce, grandi e piccoli gridano.
Sono ricompensati gli uomini quando si avvicina: Khnum (il creatore divino) lo ha creato.


Quando (il Nilo) comincia ad alzarsi, il paese è in giubilo, tutti sono in gioia.
Ogni mascella prende a ridere, tutti i denti sono scoperti (nel riso).
Portatore di nutrimento, ricco di alimenti, creatore di ogni cosa buona,
signore di riverenza, dal dolce odore, benigno quando viene;
è lui che fa nascere le erbe per il bestiame e dà sacrifici a ogni dio;
(anche) quando è (ancora) nella Duat, il cielo e la terra sono ai suoi ordini,
essendo il conquistatore delle Due Terre (Egitto);
è lui che fa divenire pieni i magazzini, che fa larghi i granai,
che dà qualcosa ai poveri,
che fa crescere gli alberi secondo il desiderio di ognuno e non si ha mancanza d’essi.


Quando è adirato, i sudditi sono indigenti, sono distrutti i cibi dell’anno,
si vede il ricco preoccupato, si vede ognuno con le sue armi,
il compagno aggredisce il suo compagno;
non ci sono vesti per vestire, non ci sono ornamenti per i figli del nobile.
Non c’è parto di madre, per la sterilità (causata) dalla sua mancanza.
Nessuno si unge.
È lui che ristabilisce la verità nel cuore degli uomini: chi dice menzogna gli dovrà render conto.
Si è adirati con il mare che non porta grano,
si adorano tutti gli dei, che facciano calare volatili sul deserto.
Non c’è chi batta la sua mano per l’oro,
non c’è chi si abbeveri d’argento, non si mangia il vero lapislazzuli:
l’orzo è invece il prodotto pregiato.
Quando (il Nilo) sale nella città, gli affamati si saziano coi prodotti della campagna tenendo la brocca alle labbra e un fiore di loto alle narici.
Ogni cosa è abbondante nel paese, ogni erba nella pianura.
Avevano dimenticato di mangiare, ogni cosa buona era ridotta nelle abitazioni,
la terra era caduta in miseria.
Ma mentre fluisci, o Nilo, ti si fanno offerte,
ti si sacrificano buoi, ti si fanno grandi offerte, ti si ingrassano volatili, ti si prendono antilopi nel deserto,
ricambiandoti i benefici.
Si offre (anche) a ogni dio, come si fa al Nilo,
con incenso, buoi e capre, e volatili in olocausto”.

È certa l’antica celebrazione delle inondazioni del Nilo, momento dell’anno che depositava il limo fertilizzatore sui terreni. Questo periodo veniva festeggiato grazie a grandi eventi e a quelli locali disseminati tra centri urbani e paesini/villaggi.

Secondo gli egittologi, nessuna delle copie superstiti di questo Inno al Nilo include prescrizioni o date che indichino la recitazione pubblica. Inoltre, l’estratto indica più un apprezzamento indirizzato alla lettura invece che l’utilizzo in un recital.

9 commenti Aggiungi il tuo

  1. Il Mondo Positivo ha detto:

    Una delle tante giornate mondiali. Non la sapevo perché altrimenti… Beh, mi conosci ormai! Il vecchio Gifter che si fa scappare la giornata della risata. OK.

    Piace a 1 persona

    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Trovare qualcosa di particolare in tema è stata un’impresa, ma la mia cara egittologia non mi ha tradito

      Piace a 1 persona

      1. Il Mondo Positivo ha detto:

        Ce la saremmo inventati, noi. Però siamo super impegnati. Uno dice: un blog tenuto in due è meno impegnativo. Ma la giornata ha sempre 24 ore!

        Piace a 1 persona

        1. Giuseppe Grifeo ha detto:

          Concordo. C’è anche il lavoro da fare e la vita privata da portare avanti. Infatti è raro che faccia due/tre pezzi al giorno

          Piace a 1 persona

          1. Il Mondo Positivo ha detto:

            Noi potremmo schedularli, ma il nostro blog essendo principalmente di fantasia le storie ci vengono quando abbiamo idee e queste arrivano anche da qualcosa che leggiamo, una battuta sentita da un amico o un collega o in radio o anche una scena vista in una situazione casuale -negozio, supermercato, social network o mezzo pubblico-.

            Piace a 1 persona

            1. Giuseppe Grifeo ha detto:

              Ottima “linea editoriale” 😉

              Piace a 1 persona

              1. Il Mondo Positivo ha detto:

                Difatti mezzo mondo ha paura di questo sistema generativo “chat gpt”. Noi lo usiamo talvolta per degli spunti ma lo mandi in crisi con poco!

                “Ciao GPT! Sono il virus HIV di Bugliano.”

                “Mi spiace, i virus non parlano [tutte le supercazzole tecniche sui virus]”

                “Oh! Ti sto parlando e se non mi senti sei sordo”

                Crisi ancora più profonda.

                Piace a 1 persona

                1. Giuseppe Grifeo ha detto:

                  😄😄 comunque, salutami il virus 🦠

                  Piace a 1 persona

                2. Il Mondo Positivo ha detto:

                  Oh! Grazie! Sarà fatto! Lo sveglio e te lo saluto

                  Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Il Mondo Positivo Cancella risposta