Auto storiche ad Autoantiqua 2023, grande festa a Roma: storia dell’automobile, importanza della ricca varietà del design e delle soluzioni tecniche di tempi andati

Anche quest’anno non potevo mancare, da appassionato e da possessore di un’auto con certificazione storica era inevitabile: la passione è passione. Così eccomi tornato ad Autoantiqua 2023, grande festa a Roma che ha segnato di nuovo il punto sulla storia dell’automobile, importanza della ricca varietà del design e delle soluzioni tecniche di tempi andati, ricchezza che nella produzione odierna è scemata e che probabilmente i nostri figli, nipoti e pronipoti, non vedranno più.

Il 21 maggio sono arrivato a piazza Cola Di Rienzo verso le 12,15 e lì mi sono incontrato con un altro appassionato d’automobilismo, l’amico e collega Raffaele Rivieccio.

Abbiamo iniziato a esplorare l’esposizione da piazza Cola di Rienzo dominata da diverse Ferrari, una marea emozionale in cui dominava il tipico colore rosso. Una marea sinuosa, tesa, prepotente dal tipico cavallino rampante.

Abbiamo percorso tutto il tratto di via Cola di Rienzo occupato da auto magnifiche, di tutte le dimensioni, di varie epoche e classificazioni, veicoli che hanno segnato primati anche in competizioni di decenni fa, campionesse del design automobilistico, molte dotate di certificazione e scudo oro dell’ASI-Automotoclub Storico Italiano e iscritte ad altri enti nazionali certificatori.
Automobili che oggi rappresentano anche soluzioni innovative per le loro epoche. Alcune di loro segnarono primati anche nella vita sociale permettendo a tutti di poter possedere un’auto. Il primo pensiero va alla Fiat 6oo Multipla ben rappresentata ad Autoantiqua (a questo link un mio articolo su tale modello).

Ho ammirato quelle linee morbide o dritte e tese, quelle curve, quegli spigoli, quei raccordi, con l’acciaio piegato a seguire l’inventiva e la fantasia di disegnatori. E sono stato fortunato, visto che dopo le 14 è iniziato un bell’acquazzone.
Di fronte a tanto spettacolo, a così tante espressioni dell’inventiva, mi è venuto spontaneo un pensiero. Una riflessione nata dal paragone con l’attuale produzione automobilistica.

Negli scorsi decenni e limitatamente al XX secolo, posso affermare, senza temere di essere smentito, che esisteva una maggiore spinta alla creazione, alla produzione di modelli che furono parto della fantasia, serie speciali differenti da quelli da cui derivavano meccanicamente. Anche piccole produzioni che erano il fiore all’occhiello delle case automobilistiche perché davano la più ampia idea di cosa erano capaci di ideare, progettare, realizzare.

Poi, forse colpa dell’economia di scala e della massimizzazione dei profitti, la messa in produzione di queste particolarità è andata scemando, l’immissione sul mercato si è ristretta, semplificata, standardizzata.

Difficilmente oggi una casa automobilistica si azzarda a produrre modelli che si allontanano dalla gamma classica, quella che magari è frutto dall’unione di più marchi in un unico gruppo sfruttando gli stessi organi meccanici per mutare solo la “pelle” (spesso non più di tanto) da accoppiare a un logo/marchio del gruppo stesso.

Il romanticismo e l’avventura sembra siano svanite insieme alla magia.

Anche in futuro ci saranno nuove auto storiche, ma spiccheranno meno e, probabilmente, riguarderanno sempre più i modelli di gamma alta, forse l’unico settore che ha il via libera per studi dedicati, particolareggiati, anche per progetti dai piccoli numeri con soluzioni che stupiscono dal punto di vista tecnico e del disegno.

Una volta non era così.

Alfa Romeo, Citroen, Fiat, Reanult, Peugeot, Lancia, solo per nominarne alcune, erano tutte capaci di fare epoca con creazioni stilistiche e trovate tecniche dalla grande originalità senza confini tra la bassa e l’alta gamma e in vista delle competizioni sportive, a iniziare dai rally. Erano case produttrici di serie speciali e di ampliamenti dell’offerta verso un mare di coupe, di decappottabili, di realizzazioni che si andavano ad affiancare a quelle dell’alto di gamma e sportive Maserati, Rolls Royce, Bentley, BMW, Mercedes, Cisitalia, Jaguar, Ferrari, Porsche.

Lo ripeto, nella produzione automobilistica moderna noto un forte appiattimento. Probabilmente dovuta ai motivi che brevemente ho richiamato, insieme a un processo industriale forzato dalla sopravvivenza, l’accorpamento di marche e la soppressione di tante altre.

La precedente creatività diffusa di centri studi, centri design e reparti ingegneristici, oggi è stata amalgamata e ridotta in numero dovendo far capo alle decisioni di pochi gruppi internazionali che studiano strategie e che danno il via libera alla produzione di ogni marchio controllato. Tante case, pochi gruppi a controllare.
Omogeneizzazione.

Rilancio un mio forte invito.

Godiamoci gli attuali splendidi modelli storici, come quelli esposti per Autoantiqua 2023. Ci riportano indietro nel tempo, ci fanno rivivere una grande avventura, quella automobilistica iniziata dalla prima metà del XX secolo. Ritroviamoci in quella grande varietà di idee, di forme e di bellezza anche ingegneristica che, probabilmente, non vedremo più se non in queste stesse auto.
… sperando che tali testimonianze su ruote riescano a resistere alla furia iconoclasta di giunte cittadine come quella romana che le considera solo auto vecchie: sono amministrazioni comunali che, nell’ideare le loro ordinanze sulla mobilità, dimostrano solo di avere una superficiale e tipica mentalità amministrativa da ambientalismo fondamentalista, staccata dalla realtà quotidiana, priva di ragionamento.

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