Storia dell’Auto: Citroën XM, debuttò il 23 maggio 1989 cogliendo l’eredità di DS e CX

Fu ammiraglia della Casa francese del Double Chevron, la Citroën XM al debutto il 23 maggio 1989, modello eletto anche Auto dell’anno 1990. In questa data compie ufficialmente 34 anni dall’inizio della sua commercializzazione.

Quest’auto aveva il compito di prendere il testimone di due grandi Citroën.
La più vicina, colei che precedette la XM, la filante ed elegantissima CX venduta dal 1974 al 1991.
Poi la madre/nonna di tutte le idropneumatiche, la DS, vera e propria scultura su ruote che debuttò nel 1955 sbalordendo tutti per le sue linee e per le sue sospensioni idropneumatiche.
La XM doveva portare avanti i fasti di questi due modelli nella fascia alta del mercato automobilistico. Per curiosare in una breve storia della Citroën rimando a un mio precedente articolo (link).

Per la linea della XM fu accolta la proposta di Bertone col disegno tracciato dalla matita di Marc Deschamps.
Quest’auto segnò un primato mondiale, quello di essere il veicolo a fendere meglio l’aria grazie al suo coefficiente aerodinamico-Cx di 0,28.

La presentazione al mondo della Citroën XM avvenne nel marzo del 1989 al Salone di Ginevra, ma fu il 23 maggio la data dell’avvio ufficiale per la produzione/commercializzazione.

Gli interni a disposizione di pilota e passeggeri furono progettati da a Bob Matthews il quale ebbe l’idea di porre il divano posteriore a un’altezza maggiore rispetto al consueto in modo da garantire una migliore visibilità a chi vi si sedeva.

I vetri che illuminano l'abitacolo sono ben 13. Dietro ce n'è uno supplementare che protegge i passeggeri dal freddo o dal caldo esterni durante l'apertura del portellone bagagliaio: si tratta proprio una chiusura trasparente movibile posta più indietro e interna rispetto al portellone posteriore, indipendente da questo.

Al posto di guida il tipico volante monorazza delle Citroën (sostituito dal 1993/1994 con volanti più tradizionali per le serie successive). Due display laterali al piantone dello sterzo con informazioni sull’apertura di una delle porte e del portellone, malfunzionamento di una delle luci esterne, avvio delle sospensioni automatiche e altri avvisi (a sinistra del conducente), poi i consumi istantanei, media chilometri/litro, autonomia col carburante residuo, temperatura esterna e orologio (a destra del pilota).

Anteriormente, tra conducente e passeggero, il bracciolo ad altezza regolabile elettricamente, i comandi dei quattro alzavetri, quello della regolazione elettrica dei due specchietti laterali esterni e la levetta per regolare le sospensioni e l’altezza dell’auto da terra: livello normale di marcia a tutto comfort; elevazione intermedia per superare dossi particolarmente elevati, avvallamenti pronunciati, piccoli ostacoli, strade invase d’acqua; elevazione massima per situazioni critiche; posizione officina tutta bassa con l’impianto idraulico delle sospensioni che richiamava tutto il liquido LHM nel suo serbatoio.

Lo spazio interno, posso assicurarvelo, è enorme oltre che comodissimo, come tradizione della Casa automobilistica francese. Tra il cuscino del divano posteriore e lo schienale del sedile anteriore ci sono circa 50 centimetri.

La rigidezza e il comfort nella risposta delle sospensioni idropneumatiche era regolata elettronicamente in base alla velocità della XM: più rigida (ma non troppo) nei percorsi autostradali per una perfetta e imbattibile tenuta. Oltretutto, la XM ne introdusse una nuova versione a controllo elettronico, lIdrattiva. Due le possibilità di scelta manuale: automatica oppure opzione Sport per una risposta meno flessuosa e più assettata.

Molti dovrebbero conosce, almeno di fama, le sospensioni caratteristiche di tutte le Citroën idropneumatiche: non sono tutte molle e ammortizzatori come le altre, ma sfere liquido-azoto connesse a un circuito idraulico ad alta pressione che serviva anche l’impianto frenante.
Oltre a consentire di variare l’altezza da terra dell’automobile, le sospensioni idropneumatiche avevano il pregio di non far abbassare l’auto nella parte posteriore quando vi era attaccato un rimorchio, una roulotte (le sospensioni compensavano). L’assetto dell’auto era sempre costante e ammorbidiva oltremisura ogni imperfezione della strada.
Inoltre, in caso di foratura di una ruota, l’auto veniva mantenuta nella sua tenuta di strada in modo da arrivare tranquillamente (soprattutto in autostrada), senza problemi, in uno spazio adatto al cambio ruota. Basta ricordare i vari video – li trovate su YouTube – che mostrano alcuni modelli Citroën cui veniva persino tolta una delle ruote: vedete quelle auto andare tranquille a diverse velocità.

Filmato del 1977 sulle proprietà delle sospensioni idropneumatiche in una Citroën GS

Queste sospensioni furono adottate dietro licenza, anche dalla Maserati per la Quattroporte II e dalla Rolls Royce per la sua Silver Shadow oltre che dalla Mercedes.

Esperienza - la foratura e l'assetto costante - provata direttamente da ragazzino, fine anni 70. Mio padre alla guida di una Citroën GS 1220 Club, a tutta velocità lungo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Avevamo superato Catanzaro ed era un tratto tutto curve. Ci accorgemmo che l'auto aveva qualcosa di diverso, ma teneva ugualmente bene la strada. Solo fermandosi in una delle rare piccole piazzole sosta allora esistenti, papà vide la gomma floscia.

Facilitata l’operazione della sostituzione di uno pneumatico forato: si alzava al massimo l’auto grazie alla levetta posta tra i sedili posteriori; ad auto sollevata si metteva il crick nel punto giusto; si riabbassavano le sospensioni e la ruota da cambiare si sollevava da terra. In breve, niente sforzi per sollevare l’auto, l’unico da fare era (ed è) quello di togliere i bulloni, mettere lo pneumatico sano e imbullonarlo. Alla fine bastava risollevare l’auto, togliere il crick, tornare a bordo, riportare il livello sospensioni a quello normale e ripartire.


Attualmente posseggo un esemplare di questo storico modello.

Dopo una Citroën Xantia 1800 con cambio automatico, sono felice possessore di una XM, versione con motore a benzina da 2000 cc e sovralimentazione Turbo CT-Constant Torque, a bassa pressione, ma a intervento costante già da basso regime, massima spinta tra 2200 a 4400 giri motore. Quest’auto è certificata dall’ASI-Automotoclub Storico Italiano con apposito CRS-Certificato di Rilevanza Storica registrato in Motorizzazione e riportato nel libretto del mio veicolo.

Ximena ad aprile 2023 ha compiuto trent’anni. Ebbene sì, questo è il nome che ho dato alla mia Citroën, l’ho chiamata Ximena: gioca bene con la denominazione del modello “XM” ed è pure il nome di una mia antenata d’inizio XIV secolo.

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