Il Faraone Thutmosis I e il suo Egitto dominante dall’Eufrate alla Nubia

Fu il primo della XVIII Dinastia ad arrivare così lontano con le conquiste. Grazie alle sue spedizioni commerciali e militari il Faraone Thutmosis I diede vita a un dominio che andava dall’Eufrate in Asia fino alla Nubia in Africa, nella parte settentrionale del Sudan attuale. Fu un grande generale e ottimo stratega. Per quei tempi controllare una tale vastità di territori e nazioni era praticamente inimmaginabile. Dovete considerare che il Sovrano era salito al trono nel 1496 a.C. quindi 3.520 anni fa…

Cosa si può dire sull’inizio della storia di questo faraone?

Thutmosis I in un rilievo, raffigurato come divinizzato-foto di Djehouty, licenza Creative Commons Attribuzione-4.0 Internazionale

Di sicuro non ebbe la sua carica di regnante perché la ereditò dal padre, da uno zio o da un nonno. Thutmosis I non apparteneva a una famiglia reale.

Lui fu un prototipo, un classico esempio della società egizia, dove si poteva provenire da umili origini e farsi strada fra le cariche dello Stato raggiungendo alti e altissimi livelli. Bisognava saperci fare.

Il futuro sovrano e grande condottiero era nell’apparato statale, aveva raggiunto alte posizioni. Probabilmente c’erano parentele con figure chiave, ma nulla faceva presagire il raggiungimento del vertice, l’essere faraone, quindi capo assoluto sia politico che religioso.
A un certo punto Thutmosis sposò la principessa Ahmose che, a sua volta, era figlia del Faraone Ahmose I (primo Re della XVIII Dinastia) e della Regina Ahmose Nefertari, fatto che porrebbe questa nobilissima donna come sorella del Faraone Amenofi I, secondo sovrano della XVIII Dinastia.

In questo modo Thutmosis I, entrato nella famiglia regale, legittimato nella regalità, entrò a far parte della gloriosa XVIII Dinastia.

Alla morte di Amenofi I si passò alla sua incoronazione e il suo nome era già un programma personale: Kanekhet- mer – maat, kham neseret aa pehet, nefer reneput sankhibu, Aakheperkara, Ḏḥwty ms.
Traducendo, Ḏḥwty ms (Dhutmose), che dall’egizio antico sta per “Nato dal Dio Thot” o “Thot è nato” (Thot è il dio della conoscenza), Kanekhet- mer – maat, Toro vittorioso di Maat (la dea della verità), kham neseret aa pehet, Colui che appare con la dea serpente (Uadjet, dea egizia della regalità e protettrice del Sovrano) grande nella forza, nefer reneput sankhibu, che fa vivere anni piacevoli ai cuori, AakheperkaRa, grande è il Ka (l’anima) di Ra, il dio Sole di Eliopoli, l’antico Re degli dei.

L’organizzazione dei territori assoggettati sotto Thutmosis I

Spesso l’espansione del dominio d’Egitto sia a Sud che a Nord-Est viene etichettato come “impero”, ma nel caso della Nazione del Nilo non c’è nulla di più differente rispetto alla realtà.

In effetti i paesi soggetti agli egiziani erano organizzati come un Commonwealth britannico.
I regnanti sconfitti restavano sul loro trono oppure sostituiti da dignitari locali. I loro figli portati in Egitto fra Menfi, Abidos, ma soprattutto Tebe, la Capitale dei faraoni, per studiare la cultura egiziana, le arti, i geroglifici e la storia, le scienze. Dopo, questi giovani principi e dignitari stranieri cosi “egittizzati” venivano rispediti a casa, nei loro regni.

Nelle aree controllate dell’Asia rimanevano guarnigioni egiziane che il più delle volte dovevano intervenire per sedare lotte tra i piccoli stati soggetti, fare da pacieri e arbitri col supporto di governatori tra recriminazioni che scoppiavano fra i regnanti locali. Le truppe dei capisaldi egizi pattugliavano periodicamente i confini e le vie di commercio per mantenerle sicure permettendo scambi tranquilli fra le nazioni controllate, il mondo esterno e l’Egitto.

Il quadro storico generale e i fatti precedenti all’Egitto come nuova potenza fra Africa e Asia

Era un periodo storico di grande espansione. In Egittologia e storiograficamente viene definito Nuovo Regno, momento della storia d’Egitto iniziato nel 1581 a.C.
L’Egitto si era lasciato alle spalle il cosiddetto Secondo periodo intermedio caratterizzato da lotte interne, frazionamento del Regno e l’invasione degli Hyksos dal Grevco antico ὑκσώς o Heka khasut in egiziano (capi di paesi stranieri). Giunsero dal Medio Oriente portando anche la conoscenza del cavallo e del suo utilizzo con carri da guerra.
Questi stranieri, probabilmente un misto di Hurriti e Amorrei di origine mesopotamica-siriana, riuscirono a occupare il Delta del Nilo e la parte nord dell’Egitto. Fondarono la città di Avaris proprio sul delta del Nilo per farne la loro capitale.

La riscossa degli egiziani arrivò dal Sud ancora libero del Paese e in lotta col nord invaso, contrapposizione spesso molto violenta per circa 150 anni. Ne furono promotori i nobili principi dalla città di Waset o Tebe (ultima dinastia la XVIII tra il 1640 a.C. e il 1550 a.C.) nell’Alto Egitto, il Sud, che attaccarono gli invasori.
Tebe divenne poi la grande capitale egizia del successivo e splendido Nuovo Regno.
Nel 1530 a.C. gli Hyksos furono spazzati via, il Paese del Nilo fu finalmente riunito dai principi tebani inaugurando la XVIII Dinastia.

Tre i nomi dei principi-faraoni che riscattarono l’Egitto a discapito degli invasori:  Seqenenra Ta’o (1558–1555 a.C.), Kamose (1555–1550 a.C.) e il successore Ahmose I che diede l’ultima spallata agli Hyksos nel 1530 a.C. scacciandoli e saccheggiando la loro capitale egizia Avaris respingendoli fino in Canaan dove si rinserrarono nella roccaforte di Sharuhen: posta sotto assedio, tre anni dopo gli uomini di Ahmose riuscirono a espugnare la fortezza e a distruggerla.

Qui dovrei inserire un discorso più lungo che affronterò in un altro articolo: la possibile identificazione tra gli Hyksos e gli Ebrei più remoti. Molti elementi ne mettono in comune le vicende e le testimonianze. Il dibattito è ancora aperto.

La Nubia, primo obiettivo militare e strategico di Thutmosis I

Thutmosis I – statua in granodiorite, collezione e foto del Museo Egizio di Torino

il momento di Thutmosis I arrivò circa quarant’anni dopo la stabilizzazione del Paese liberato dagli Hyksos e riunito solidamente.

Il territorio della Nubia, in egizio nwb (Nub), così a Sud, ricco di miniere d’oro, via di attraversamento delle carovane di spezie provenienti dalla terra di Punt -tra le attuali Somalia ed Eritrea-, stava proprio alle spalle dell’Egitto, a poca distanza dall’attuale Assuan.

Thutmosis I capì che l’Egitto doveva controllarlo, riprenderne il dominio come e più di quanto era accaduto durante le passate dinastie egiziane dell’Antico Regno e del Medio Regno.

Il primo pensiero di Thutmosis I non fu quindi per l’Asia e il Medio Oriente. Prima voleva mettere ordine oltre il Sud dell’Egitto.
Quel territorio fu invaso fino alla quarta cateratta, fu annesso-amministrato come una provincia egiziana. Il Faraone lo sottomise nella prima spedizione da lui organizzata e lo suddivise amministrativamente in cinque territori che affidò ad altrettanti capi locali fedeli all’Egitto.

La Nubia era ed è una regione dell’Africa nord-orientale attraversata dal Nilo, compresa a Nord dalle cateratte di Assuan, a Est dal Mar Rosso, a Sud dalla confluenza del Nilo Azzurro nel Nilo Bianco, a Ovest dal Deserto Libico.
Tra i 10.000 e i 6.000 anni fa il clima era totalmente diverso, molto più mite e ricco d’acqua e di flora, totalmente diverso dalla situazione desertica testimoniata in epoca storica e fino ai giorni nostri.

Già in precedenza, ma ancora di più in questo momento storico che sto raccontando, la regione nubiana fu fortemente influenzata culturalmente dal modello egizio. Basta considerare che per tanti secoli la lingua scritta nubiana prese a modello i geroglifici egizi, per non parlare di altri modelli come quello architettonico delle piramidi del Regno di Kush e dei successivi regni di Napata e di Meroe.

L’espansione militare e politica in Asia decisa da Thutmosis I

A Thutmosis I si deve la nuova organizzazione dell’esercito egiziano e delle spedizioni, sotto il segno della grande agilità e velocità.
Fiore all’occhiello i corpi di carri da guerra trainati da una coppia di cavalli, veicoli leggeri, rapidi, a carreggiata particolarmente ampia e asse sbilanciato in avanti, molto stabili, su cui potevano montare il cocchiere e il militare dotato di arco e frecce, lancia e spada. L’armata era organizzata in divisioni con fanteria e arcieri, tra questi ultimi primeggiavano i nubiani: questa scelta privilegiava la velocità di spostamento e di intervento.

Lo scenario della spedizione asiatica

La spinta dominatrice verso est e nord servì allo scopo primario di allontanare l’arrivo di eventuali invasori che avrebbero potuto portare grave danno come già accaduto all’epoca degli Hyksos.
Quindi, l’esercito egiziano venne lanciato verso quell’area che poi, in epoca romana sarebbe stata nominata amministrativamente Palestina. Subito dopo le truppe continuarono verso il Libano, l’area siriana e in direzione della Mesopotamia in modo da allontanare sempre più il confine dalla Valle del Nilo.

Inoltre, tutta quella zona è ricca di vie commerciali, porti, strade carovaniere in arrivo dall’Oriente. Politicamente turbolenta, l’area era (lo è stata per millenni) da sempre frazionata in città stato e piccoli regni in eterna lotta fra loro.

Più ampi e organizzati invece i regni in area siriana.

Questo spostamento a est mise a contatto diretto -e per la prima volta- con alcuni popoli, soprattutto quelli dell’area siriana e mesopotamica.

L’attestazione più antica che cita il popolo dei Khurriti e il Regno di Mittani proviene da un’iscrizione geroglifica nella tomba di un ufficiale egiziano: le parole compongono il resoconto di una spedizione in Siria e citano il paese di mtn.
Gli archeologi sono d’accordo nell’attribuire questa spedizione proprio all’epoca di Thutmosi I, quindi tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XV secolo a.C.
Nella sua massima espansione il Regno di Mitanni controllava un’area che andava dall’Anatolia sud-orientale fino alla Mesopotamia settentrionale.

Questo ufficiale che negli affreschi della sua tomba descrive la spedizione in Siria, non è l’unico a farlo. Stessa situazione si trova nella sepoltura di un altro militare suo coevo. Si tratta di Ahmes figlio di Abana e Ahmes Pennekebet, soldati di carriera che avevano militato anche sotto il precedente Faraone Ahmose I.

Carri da guerra egiziani – immagine creata da L.F. Funcken

Il Faraone si diresse quindi con forza verso Nord nella sua seconda spedizione che seguì quella verso la Nubia.
Fu un grande successo. Penetrò con le truppe fino all’Eufrate, quindi toccando la Mesopotamia, conquistando la città-chiave di Karkemiš o Carchemish, in un’area che oggi è al confine fra Turchia e Siria. Il territorio di questa antica città era abitato fin dal Neolitico, il vero e proprio centro urbano fu fondato fondata nel 3° millennio a.C. e divenne un vitale centro per il commercio del legname verso il 1.800 a.C.
Quando fu presa dalle armate egiziane, Karkemiš era una metropoli potentissima e con un vasto dominio.
La città vide il ritorno di truppe egizie conquistatrici sotto il nipote di Thutmosis I, il faraone Thutmosis III (1479-25), noto per aver portato i domini egizi alla massima espansione mai registrata.
Lo zio prima e il nipote dopo, lasciarono su quel punto dell’Eufrate le loro stele commemorative per il traguardo raggiunto.

Con Thutmosis I grande sviluppo all’edilizia e all’organizzazione del lavoro: il villaggio operaio di Deir-el-Medina e l’aristocrazia operaia

Con le tante risorse e tributi che arrivavano nella Capitale, il Faraone si diede pure a costruire incessantemente pensando anche al villaggio degli operai di Deir-el-Medina, nell’area della stessa Tebe, oggi Luxor.
In questo villaggio trovavano alloggio gli artigiani, i pittori e tutti coloro che avrebbero lavorato soprattutto alle tombe dei faraoni nella Valle dei Re, delle regine, delle famiglie reali, ma anche di dignitari, funzionari ecc.

Fu una grande riorganizzazione voluta dai principi e dai primi faraoni di Tebe, quindi l’individuazione della valle per le sepolture reali, l’ottimizzazione del lavoro, della collocazione delle botteghe artigiane, dei laboratori, degli alloggi per gli operai necessari allo scavo, strutturazione e abbellimento delle tombe.
Quindi, Thutmosis fece erigere il villaggio di Pa demi (oggi Deir-el-Medina), collocato strategicamente fra la Valle dei Re e la Valle delle Regine. Vi abitavano architetti, artigiani, scultori, scalpellini, pittori/affrescatori, operai, fornai, un piccolo nucleo di guardie, poi gli addetti a servizi, i lavandai, i portatori d’acqua e i pescatori che facevano la spola col Nilo, gli asinai e tanti altri.
Maestranze, artisti e tecnici che dovevano avere una vita sufficientemente comoda in modo da poter giungere al migliore risultato possibile dal punto di vista architettonico e artistico.

Era personale di spicco, a prescindere dal ruolo, scelto fra i migliori del Paese, gente che era pure in grado di leggere e scrivere, anche tra gli operai, capaci di accedere alle raccolte bibliotecarie. Qualcuno l’ha definita aristocrazia operaia.

Una struttura modulare molto moderna e avveniristica per l’epoca, quella del villaggio operaio.
Era circondato da una cinta muraria in mattoni crudi alta circa sette metri, 60 i complessi abitativi a comporlo, una struttura che si sviluppò nel tempo potendo contenere fino a 120 famiglie e circa 1.200 abitanti. Ogni casa, tutta imbiancata e con cantina, aveva fondazioni e parte bassa dei muri in pietra, mentre il resto dell’alzato era in mattoni crudi, erano edifici alti fino a 5 metri, quindi a più piani, sovrastati da terrazzi abitabili. Planimetria generalmente semplice, un ambiente grande con colonna centrale, la cucina, poi la o le camere da etto.
Non aveva diretto rifornimento d’acqua trovandosi in zona praticamente desertica, quindi doveva essere servito da carichi continui tramite orci portati da muli dall’area del Nilo.
Dal punto di vista dell’assetto viario, il villaggio operaio era attraversato da un viale principale lungo la sua linea più estesa (130 metri), basta pensare che la pianta di questo centro è allungata quasi a forma di nave. L’altra dimensione è ben più corta, 50 metri.
Questo viale principale divideva quindi il distretto operaio in due parti nominate proprio come se fosse una nave: le abitazioni erano poste a spina di pesce proprio lungo l’asse viario centrale.
Anche le squadre di lavoro, da 60 elementi ciascuna, avevano una denominazione marinara, iswt o squadre di tribordo e squadre di babordo, coordinate da un caposquadra architetto. Lavoravano per turni di dieci giorni nelle Valli delle sepolture, poi tornavano al villaggio per un riposo di due giorni.

Accanto al lato nordoccidentale del distretto operaio era la necropoli di dignitari e degli artisti, degli artigiani, dei tecnici e degli operai che lì vivevano e lavoravano. Sepolture (presenti oggi 53) sovrastate da una piramide e struttura sotterranea a ipogeo con bellissimi dipinti… del resto erano loro stessi a preparare le sepolture reali, quindi la qualità del lavoro era molto alta.

Lista delle sepolture di pertinenza del villaggio degli operai di Deir-el-Medina (da Wikipedia):

  • TT1 – Sennedjem, Servitore della sede della verità (artigiano reale)
  • TT2 – Khabekhnet, Servitore della sede della verità (artigiano reale)
  • TT3 – Pashedu, Servitore della sede della verità (artigiano reale)
  • TT4 – Qen, Scriba di Amon (artigiano reale)
  • TT5 – Neferaabet, Servitore della sede della verità (artigiano reale)
  • TT6 – Neferhotep e suo figlio Nebnefer – Rispettivamente Capo degli operai e operaio nella sede della Verità (artigiani reali)
  • TT7 – Ramose, Scriba nella sede della Verità
  • TT8 – Kha e Merit (marito e moglie), Architetto e Capo della Grande Casa
  • TT9 – Amenmose, Servitore della sede della verità (artigiano reale)
  • TT10 – Penbuy, Servitore della sede della verità (artigiano reale)
  • TT210 – Rawaben, Servitore della sede della verità
  • TT211 – Paneb, Servitore del faraone nella sede della verità
  • TT212 – Ramose, Scriba della sede della verità
  • TT213 – Penamun, Servitore del faraone nella sede della verità
  • TT214 – Khawi, Custode nella sede della verità; Servitore di Amon in Luxor
  • TT215 – Amenemopet, Scriba reale della sede della verità
  • TT216 – Neferhotep, Caposquadra nella sede della verità
  • TT217 – Ipuy, Scriba
  • TT218 – Amenakhte e Iymway – Servi nella sede della verità
  • TT219 – Nebenmaat, Servitore della sede della verità
  • TT220 – Khaemteri, Servitore della sede della verità
  • TT250 – Ramose, Scriba nella sede della verità
  • TT265 – Amenemopèet, Scriba del re nella sede della Verità
  • TT266 – Amenakhte – Capo degli operai del Signore delle Due Terre nella sede della Verità ad occidente di Tebe
  • TT267 – Hay – Responsabile dei lavoratori nella sede della Verità; Creatore delle immagini di tutti gli dei nella casa dell’oro
  • TT268 – Nebnakhte, Servitore della sede della verità
  • TT290 – Irinufer, Servitore della sede della verità
  • TT291 – Nakhtmin e Nu, Servitore della sede della verità ; Servitore nella Grande sede
  • TT292 – Pashedu, Servitore della sede della verità
  • TT298 – Baki Wennefer, Caposquadra nella sede della Verità; Servitore del faraone nella sede della Verità
  • TT299 – Inerkhau, Caposquadra nella sede della Verità
  • TT321 – Khaemopet, Servitore della sede della verità
  • TT322 – Penshenabu, Servitore della sede della verità
  • TT323 – Pashedu – Disegnatore nella sede della Verità e nel tempio di Sokar
  • TT325 – Smen –
  • TT326 – Pashedu, Caposquadra
  • TT327 – Turobay, Servitore della sede della verità
  • TT328 – Hay, Servitore della sede della verità
  • TT329 – Mose, Mose e Ipy, Tomba di famiglia di servi nella sede della Verità
  • TT330 – Karo, Servitore della sede della verità
  • TT335 – Nakhtamun, Servitore della sede della verità
  • TT336 – Neferronpet, Servitore della sede della verità
  • TT337 – Eskhons o Ken, Scultore nella sede della Verità
  • TT338 – May, Disegnatore di Amon
  • TT339 – Huy o Pashedu, Scalpellino della necropoli; Servitore della sede della verità
  • TT340 – Amenemhat, Servitore
  • TT354 – sconosciuto – –
  • TT355 – Amenpahapy, Servitore della sede della verità
  • TT356 – Amenemwia, Servitore della sede della verità
  • TT357 – Tutihermaktuf, Servitore della sede della verità
  • TT359 – Inherkhau, Caposquadra nella sede della Verità
  • TT360 – Qeh, Caposquadra nella sede della Verità
  • TT361 – Huy, Carpentiere nella sede della Verità

Naturalmente, accanto al villaggio non mancarono templi e cappelle votive dedicate anche a dei non egizi per la presenza di personale straniero.

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