Ciclo solare, oggi siamo nella fase massima dell’attività del Sole: sue mutazioni fisiche, energetiche e conseguenze sulla Terra

Può variare da 10 a 12 anni circa, il Ciclo solare manifesta una sorta di bioritmo del nostro Sole fra momenti di calma con attività ridotta fino a quelli più burrascosi, entrambi in continua alternanza. Oggi ci troviamo in una fase di massima attività dell’astro che illumina il nostro sistema planetario.

Osservando la nostra stella con un telescopio, la massima e la minima fase dell’attività sono riconoscibili per evidenti differenze nel solo aspetto del sole (video qui sotto).

VIDEO composto dalla NASA con fotogrammi ripresi negli anni. È la rappresentazione del Ciclo solare 25, dall’inizio di dicembre 2019 al 2 settembre 2024, quindi dal periodo di minima attività del Sole fino all’attuale di massima espressione energetica (mentre il video avanza, in basso a sinistra si susseguono le date dal 2019 al 2024)

Da sottolineare che il picco di attività dell’attuale Ciclo solare, il 25, si è velocizzato/anticipato raggiungendo il massimo fra gennaio e ottobre del 2024. Ha fatto prima del dovuto, dell’estate 2025 indicata come periodo di picco dagli esperti consultati nel 2019 da NOAA-National Oceanic and Atmospheric Administration, Nasa e ISES-International Space Environment Services.

Nei primi dieci mesi del 2024 si è verificato il particolare e tipico aumento nel numero di macchie solari: se ne sono contate mediamente tra 137 e 173.
Nel periodo luglio-settembre, secondo i dati registrati dal NOAA, sulla superficie del Sole si sono formate in media oltre 250 macchie solari al giorno, con ben 337 registrate l’8 agosto 2024. Non accadeva da 23 anni.
Vedremo come proseguirà il comportamento della nostra stella.

Le grandi differenze tra momenti di massima e quelli di minima energia nel Ciclo solare: influenza sulla Terra e sul suo clima

Modifiche fisiche del Sole, nel suo aspetto, energetiche, luminose, con conseguenze per la Terra.

Da tenere presente che l’attività solare, con la conseguente emissione di venti solari, ha una forte azione sugli eventi atmosferici terrestri e non solo.

Considerate questa influenza solare sul nostro pianeta, del tutto naturale, che si somma al cambiamento climatico nella sua componente umana, quello causato dalla nostra manomissione del sistema terrestre composto da atmosfera, idrosfera (l’insieme delle acque), criosfera (sistema dei ghiacci e delle nevi), biosfera (esseri viventi), litosfera (crosta terrestre, terre emerse, fondali marini, primi strati sotterranei).

Il Ciclo solare con le tipiche e forti fluttuazioni periodiche -non la modesta variazione media generale nell'emissione energetica del Sole- ha una decisa azione sugli spostamenti di masse d'aria, piogge, uragani, venti, maggiore o minore evaporazione con conseguente aumento o diminuzione dei banchi di nuvole. Influisce anche sulle correnti oceaniche e su tanto di più.

Il ciclo solare nei momenti massimi

Nei momenti di massima attività solare del Ciclo undecennale, come quello che stiamo vivendo oggi, sulla superficie del Sole si moltiplicano le macchie solari.
Queste sono disseminate sulla fotosfera anche a gruppi, sono più scure rispetto alle aree circostanti come fossero dei grandi nei. Appaiono così perché hanno una temperatura più bassa, ma sono anche fonte di altissima attività magnetica.
Una macchia solare in sé è estremamente luminosa, ma sembra scura perché è molto meno brillante rispetto alla normale fotosfera: brucia a oltre 3700 ℃, ma la regione più luminosa in cui è incastonata supera i 5700 ℃.

In questi massimi energetici del Ciclo solare aumentano pure i brillamenti solari o eruzioni solari caratterizzate da potenza esplosiva equivalente a decine di bombe atomiche, causa dei venti solari, flussi di particelle cariche (elettroni e protoni) emesse verso lo spazio, quindi anche verso la Terra.

Sempre in queste fasi cresce anche il numero di espulsioni di massa coronale, emissione di materia proprio dalla corona solare, parte più esterna dell’atmosfera del Sole, estremamente rarefatta, ma ai vertici delle temperature raggiungendo quasi un milione di gradi centigradi.

Immagine qui sopra, struttura del Sole nelle sue varie componenti (immagine IsadoraofIbiza – licenza Creative Commons – Attribuzione 3.0 Unported)

Tutte queste emissioni moltiplicano il manifestarsi di aurore boreali sulla Terra, anche a latitudini più lontane dai poli, disturbano le comunicazioni a cominciare da quelle radio e, se molto potenti, impediscono quelle satellitari con possibili danni o distruzione degli stessi satelliti artificiali.

E ancora, il vento solare causa tempeste geomagnetiche che disturbano e deformano la magnetosfera del nostro pianeta, una regione di spazio in cui è presente il naturale campo magnetico protettivo della Terra. Questo vento di particelle cariche espulse dal Sole può provocare anche disturbi e interruzioni nelle linee di distribuzione elettrica terrestri.

Sulla nostra stella la stessa corona solare cambia con l’alternanza dei periodi di massima e di minima attività.

Nei momenti di grande energia del Sole, la corona ricopre la zona equatoriale, quella dei poli della nostra stella e, ancora di più, le aree con macchie solari.
Al contrario, nei momenti “di riposo” del Sole, la corona si concentra quasi esclusivamente lungo la zona equatoriale del nostro astro, mentre è praticamente assente dai poli registrando i cosiddetti buchi coronali.

Immagine qui sopra, rilevazione di macchie solari da una delle ultime immagini pubblicate dal Solar Influences Data Analysis Center-Osservatorio Reale del Belgio

Il ciclo solare nei momenti energetici minimi

Di contro, nei momenti di minima attività, sulla superficie del Sole possono passare periodi lunghi settimane senza che sia visibile una sola macchia solare. Queste fasi sono caratterizzate da basse emissioni energetiche verso lo spazio.

Tutto questo alternarsi di cicli influenza inevitabilmente ciò che accade sulla Terra.

Nelle plurisecolari osservazioni del Sole dopo Galileo Galilei, gli antichi astronomi si accorsero di particolari e lunghi momenti di bassa presenza di macchie solari – come sappiamo oggi, di bassa emissione energetica del Sole -, periodi del ciclo solare che coincidevano con fasi fredde del clima terrestre.

Si tratta di quel fenomeno di calma prolungata che poi fu nominato come il minimo di Maunder dal nome dell’astronomo Edward Walter Maunder che visse tra XIX e XX secolo.

In breve, il solito Ciclo undecennale ha dei momenti di pausa molto lunghi caratterizzati da bassa attività solare, come Maunder comprese analizzando cronache e dati riportati. Uno di questi periodi avvenne tra il 1645 e il 1715: quasi totale mancanza di macchie solari, di brillamenti e d’altro, quindi minore emissione energetica del Sole. In quegli stessi anni il clima della Terra fu mediamente più freddo.

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