Sguardi dal passato nei Marmi Torlonia ai Musei Capitolini. La pietra viva grazie all’arte degli antichi

Sapevo per sommi capi cosa aspettarmi, ma la realtà ha superato ogni previsione. A Roma, in alcune sale dei Musei Capitolini (link), mi sono trovato letteralmente circondato da sguardi del passato. Erano loro a osservare me. Scrutato io, moderno visitatore, da incuriositi, infastiditi o indifferenti imperatori dell’Antica Roma, da dei, semidei, animali che hanno popolato leggende. E ancora, scene da note epopee, simboli, ricami nella pietra.

Anche i miei occhi hanno catturato i loro, ho osservato le loro espressioni, ho provato emozioni di circa venti secoli fa grazie ad artisti della pietra che le hanno rese eterne.

I Marmi Torlonia, collezionare Capolavori…

Tutto questo patrimonio è come fosse incastonato in un gioiello, il Mons Capitolinus aperto al panorama romano che allarga lo sguardo dal Teatro di Marcello e dalla Sinagoga fin verso la Cupola della Basilica di San Pietro e verso le tante cupole di chiese, i tanti terrazzi e e le antiche torri fino a spaziare verso piazza Venezia e il Vittoriano.

I Marmi Torlonia ai Musei Capitolini: storia breve di una collezione e la sistemazione nell’attuale esposizione

Per allestire la mostra in corso a Palazzo Caffarelli in Campidoglio (il termine ultimo per visitarla dovrebbe essere prorogato almeno a giugno per compensare il periodo di chiusura causa Covid) sono state selezionate 92 opere dalla ricca collezione del Museo Torlonia.

Quando scrivo “Museo Torlonia”, intendo l’antica raccolta iniziata nel 1859 e perfezionata nel 1875 dal Principe Alessandro Torlonia. Un’amplissima serie di antiche sculture che trovò ultima disposizione in via della Lungara a Roma.

Il potente nobiluomo-bancario, diede vita alla collezione facendo eseguire scavi archeologici in alcune proprietà di famiglia, ma ottenne queste opere anche da altri esponenti della nobiltà e da potenti della Roma ottocentesca che non avevano onorato i prestiti fatti loro.

Divenne presto una raccolta così ricca e di così grande qualità, da rivaleggiare con quanto contenuto nei Musei Vaticani e negli stessi Musei Capitolini.

Immaginatevi la scena di quello spazio espositivo aperto fino agli anni 70 del 1900, comprendente 620 opere esposte in 77 sale. Una ricchezza immensa d’arte e di archeologia:

  • un centinaio di ritratti, per lo più imperiali, ritenuti dagli studiosi come raccolta più importante tra quelle che si trovano nei Musei Capitolini e nei Musei Vaticani;
  • splendidi sarcofagi, come quello delle fatiche di Ercole e quello molto particolare raffigurante un nutrito gruppo di dotti a grandi figure;
  • veri e propri capolavori modellati nella pietra come la Pallade di Porto, la colossale Testa di Apollo di Kanachos, l’Hestia Giustiniani, due esemplari dell’Eirene di Cefisodoto padre di Prassitele, l’Atleta di Mirone, il Diadumeno di Policleto, l’Afrodite Anadiomene, la Fanciulla di Vulci, il ritratto noto come Eutidemo di Battriana.

Potrei continuare ancora a lungo nella descrizione.

L’esposizione dei Marmi Torlonia ai Musei Capitolini

  • Sezione 1 (Sala 1)
    Evocazione del Museo Torlonia
  • Sezione II (Sala 2)
    Sculture da Scavi Torlonia del Secolo XIX
  • Sezione III (Sale 3, 4 e 5)
    Sculture da raccolte del secolo XVIII
    (Villa Albani e Studio Cavaceppi)
  • Sezione IV (Sale 6, 7, 8 e 9)
    Sculture della Raccolta Giustiniani (secolo XVII)
  • Sezione V (sale 10, 11, 12 e 13)
    Sculture da raccolte dei secoli XV e XVI
  • Sala 14 – Epilogo
    Esposizione dell’imponente catalogo del Museo Torlonia (1884-1885) posto nella sala sotto lo sguardo di un grande e giovanile Ercole ricomposto da 112 frammenti antichi, rilavorati o moderni, lasciati in vista per la mostra.

A conclusione del percorso espositivo è possibile osservare l’Esedra del Marco Aurelio con la collezione degli antichi bronzi, l’originale del Marco Aurelio a cavallo, i frammenti della colossale statua di Costantino I con la sua mano sinistra riunita al frammento di dito indice inviato dal Louvre che lo possiede (link al mio articolo).

Tornando alla mostra sui Marmi Torlonia, nell’ultimo ambiente, la Sala 14 – Epilogo, molto interessante osservare il prodotti finale del procedimento di ricomposizione effettuato per ridare vita a una scultura che rappresentava un giovanile Ercole con pelle di leone e pomi delle Esperidi: in breve, fu un nuovo assemblaggio di 112 pezzi di statue diverse, antichi, riadattati e solo per alcuni creati ex novo, con lo scopo di dare di nuovo forma alla statua. Un procedimento volutamente lasciato visibile nella scultura-patchwork o pastiche che dir si voglia, spiegato con accenni e immagini anche in un pannello.

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4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Alessandro Gianesini ha detto:

    “Il potente nobiluomo-bancario, diede vita alla collezione facendo eseguire scavi archeologici in alcune proprietà di famiglia, ma ottenne queste opere anche da altri esponenti della nobiltà e da potenti della Roma ottocentesca che non avevano onorato i prestiti fatti loro.”
    Tutto a discapito dei poveri abitanti di Fontamara… 😉

    Museo molto ricco, di cui ho sentito parlare qualche volta, ma che non ho mai avuto il piacere di vedere: grazie dell’articolo! 🙂

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Il potere, il potere, sia ieri che oggi, ma anche domani! 😉
      Non so se passerai a Roma in tempo per ammirare la mostra, comunque dovrebbe divenire itinerante (le tappe non credo siano già state stabilite, causa Covid e volontà di allungare l’esposizione romana per tutto il periodo in cui sono stati costretti a rimanere chiusi)

      Piace a 1 persona

      1. Alessandro Gianesini ha detto:

        No, non credo… ma si sa mai. 🙂

        Nel caso, spero lo pubblicizzino, se arriva nelle vicinanze.

        Piace a 1 persona

        1. Giuseppe Grifeo ha detto:

          Credo proprio di sì anche perché il solo fatto che i Marmi Torlonia vengano portati ed esposti fuori Roma è un fatto unico già così

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