Quando diverse forze di polizia agiscono insieme, riescono a concludere operazioni di recupero di grandissima portata dando il via anche ad altri filoni di indagini. Una realtà molto concreta che ho potuto verificare negli anni proprio nel mondo delle opere d’arte e dei reperti archeologici rubati, senza escludere il florido mercato dei falsi capaci di fruttare milioni di euro. “Pandora V” è l’ultima puntata – permettetemi di definirla così – che ha permesso di raggiungere grandi traguardi dopo investigazioni e ricerche. Da parte italiana il grande contributo è stato dato dai Carabinieri TPC-Nucleo Tutela Patrimonio Culturale.
Foto in alto dai Carabinieri TPC: siti archeologici saccheggiati da tombaroli, reperti ritrovati, monitoraggio grazie a sorvolo con elicotteri
Cosa è successo e quali i risultati dell’operazione “Pandora V”?
Tutta l’operazione, la quinta di questo tipo, è stata coordinata da Interpol (link) ed Europol (link) per contrastare simultaneamente in più Paesi la commercializzazione di beni d’arte di provenienza illecita.
Come specificato dai nostri Carabinieri TPC (link), “è stata anche svolta un’azione multidisciplinare online cyberpatrolling, organizzata dalla Polizia olandese (Politie) a cui hanno preso parte gli agenti di 15 paesi e 12 esperti, il tutto con il supporto di Europol, Interpol e World Custom Organization (WCO)“.
Un bilancio attraverso i umeri? Gli investigatori hanno individuato obiettivi di interesse per quanto riguarda la ricettazione e la commercializzazione “occulta”, sono stati sequestrati 1.635 beni culturali e sono state sviluppate 15 nuove attività investigative.
Come in altre operazioni da tanti anni a questa parte, è stata fondamentale la possibilità di consultare la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando Carabinieri TPC, strumento estremamente ricco e frequentemente utilizzato in ambito internazionale essendo il database più completo esistente.
L’esteso controllo del web, quindi dei siti internet di case d’asta, pagine di commercio elettronico specialistico e generico, piattaforme social media, è stato portato avanti per individuare beni culturali di sospetta provenienza, “da rendere oggetto di approfondimento durante la fase operativa dell’operazione“.
Bisogna considerare che la pandemia Covid-19 ha complicato non poco la collaborazione tra le forze di polizia. Nonostante questo stato di fatto, è stato compiuto il massimo sforzo per indagare sui saccheggi criminali al patrimonio culturale. Molte le attività di controllo e di prevenzione
Il Comando TPC, con il supporto dei Comandi territoriali dei Carabinieri, ha portato avanti molte azioni sul territorio:
- 94 controlli ad aree d’interesse archeologico e monumentale;
- verificato 100 esercizi antiquariali, case d’asta, gallerie, restauratori e trasportatori;
- denunciato 27 persone in stato di libertà;
- verificato 447 beni nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” e, fa questi, 5 sono al centro di altri approfondimenti investigativi;
- sequestrato 2.702 beni culturali per un valore complessivo di 1.155.000 euro.
Su quest’ultimo punto c’è da specificare ancora di più indicando dove i Carabinieri TPC hanno colpito:
- Matera
- 1 dipinto olio su tela del XIX secolo, raffigurante “Madonna con bambino”, opera che era stata rubata;
- 6 monete medievali di epoca compresa tra il XIV-XV secolo, di cui una in lega d’argento e cinque in lega di bronzo.
- Gattico-Veruno (Novara)
- 1 dipinto, olio su tela, dal titolo “Les Signes Interieurs”;
- 1 dipinto, olio su tela, “Horizon des Palpitations”;
- 2 disegni tecnica mista su cartoncino;
- tutti falsamente attribuiti all’artista Sebastian Matta.
- Milano
- 1 dipinto, olio su tela, falsamente attribuito all’artista Sebastian Matta.
- Fano (Pesaro – Urbino)
- 1 anfora da trasporto, databile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.
- Falerone (Fermo)
- 2 frammenti fossili di ammonite e bivalvi;
- 1 reperto osteologico (ossa);
- 2 frammenti in ceramica di età romana;
- 1 stele ed un 1 cippo in pietra arenaria databili alla tarda età del ferro (X secolo a.C. circa).
- Ancona
- 20 manufatti fittili (in terracotta);
- 16 monete in bronzo di epoca romana;
- 2 lucerne;
- 4 maschere di probabile origine precolombiana.
- Nemoli (Potenza)
- 2 statuette in bronzo raffiguranti figure maschili nude, risalenti al IV-III secolo a.C.
- Bari
- 17 reperti archeologici ceramici risalenti al IV – III secolo a.C.;
- 1 carapace di Caretta Caretta;
- 1 zanna di avorio di elefante decorato;
- 1 lente di ingrandimento con manico in avorio.
- Mazara del Vallo (Trapani)
- 1 anfora a doppia ansa in terracotta;
- 1 vaso in terracotta;
- 1 anfora in terracotta;
- 1 scodella in terracotta;
- 1 vasetto miniaturistico monoansato;
- 1 carapace di tartaruga e 5 gruppi di corallo bianco.
- Rosolini (Siracusa)
- 2.000 frammenti in ceramica a vernice nera ed acroma di reperti archeologici.
- Perugia
- 1 dipinto dal titolo “Donna con mazzo di fiori davanti al bar”;
- 1 dipinto dal titolo “Donna con cesto di fiori e paesaggio notturno”;
- tutti falsamente attribuiti all’artista Eliano Fantuzzi.
- Roma
- 2 dipinti raffiguranti “Figure femminili con fiori”;
- 1 dipinto raffigurante “Figura femminile al passaggio del treno”;
- tutti falsamente attribuiti all’artista Eliano Fantuzzi.
- Udine
- 5 lettere e missive ufficiali di varie epoche indirizzate a diverse Magistrature centrali della Serenissima Repubblica di Venezia.
- Torviscosa (Udine)
- 91 monete in argento e bronzo di epoca romana;
- gemme incise, anfore a doppia ansa, anelli e 1 vasetto monoansato;
- 136 frammenti di reperti archeologici di epoca romana, di verosimile provenienza aquileiese.
- Castelnovo del Friuli (Pordenone)
- 110 documenti archivistici risalenti al XIX secolo portati via illecitamente dall’archivio storico del vicino Comune di Spilimbergo, riguardanti la demolizione dell’ospedale vecchio ed il rifacimento di Piazza Fontana.