Feriae Augusti, riposo di Augusto, Ferragosto, festività istituita proprio dall’Imperatore Gaio Giulio Cesare Augusto per celebrare il riposo.
La festa dell’imperatore si aggiungeva a quella tipicamente laziale delle Vinalia rustica che cadeva il 19 agosto dedicata a Giove e a Venere, ai Nemoralia che durava tre giorni, proprio fino al 15 agosto, in onore di Diana, festa prima originaria del solo Santuario di Diana al Lago Nemi e in epoca Cristiana convertita nella Festa dell’Assunzione di Maria. Senza dimenticare le celebrazioni del 21 agosto per i Consualia (che andavano ripetute il 15 dicembre), in onore del dio dei granai Conso o Neptunus Equestris, Nettuno protettore dei cavalli e in genere degli animali appartenenti alla famiglia degli equidi, festa celebrata nel suo massimo centro al Circo Massimo su un altare tenuto generalmente in locali sotterranei, ma per la festa portato sulla spianata del Circo stesso organizzando anche dei giochi.
Nell’Antico Egitto invece si era nel periodo della piena annuale del Nilo, fiume divinizzato nel dio Hapy, che con le immediate inondazioni lasciava il fertile limo sulle sponde del fiume rendendole fertilissime: la piena giungeva nell’antica capitale di Menfi verso il 19-21 giugno segnando l’inizio dell’anno egizio quando la stella Sirio riappariva in cielo, in corrispondenza del solstizio d’estate. Era la prima levata eliaca (circa 30 minuti prima del sorgere del sole) della stella Sirio, o Satis-Sothis, dea egizia dell’inondazione – con culto originato nell’area di Elefantina -, secondo gli avvenimenti astrali di oltre 4.000 anni fa (oggi la levata avviene il 3 agosto) alle latitudini egizie. Il 15 agosto nell’Antico Egitto era il terzultimo giorno del periodo della stagione Akhet – dell’inondazione – che era dedicato al dio Thot (sapienza e conoscenza) visto che dal 18 agosto iniziava quello dedicato a Paophi. Si era in piena continuazione del fermo dei lavori nei campi e dedicato alle riparazioni e a quant’altro fosse utile nella conduzione delle fattorie, delle case. I canali di irrigazione diventavano vie navigabili per raggiungere più facilmente paesi, villaggi, santuari, inoltre fervevano i preparativi alla coltivazione per il successivo ritiro delle acque verso novembre.
Senza farmi prendere ulteriormente la mano dalle citazioni storiche proseguo con l’italianità più pura e con Giovanni Francesco Rodari, più noto letterariamente come Gianni Rodari, scrittore, giornalista e poeta che dedicò una sua composizione-filastrocca al Ferragosto, uomo che conobbi in prima elementare con la sua poesia dedicata ai vigili urbani.
Questa filastrocca è un augurio dedicato principalmente ai bambini.
Filastrocca vola e va
dal bambino rimasto in città.
Chi va al mare ha vita serena
e fa i castelli con la rena,
chi va ai monti fa le scalate
e prende la doccia alle cascate…
E chi quattrini non ne ha?
Solo, solo resta in città:
si sdrai al sole sul marciapiede,
se non c’è un vigile che lo vede,
e i suoi battelli sottomarini
fanno vela nei tombini.
Quando divento Presidente
faccio un decreto a tutta la gente;
“Ordinanza numero uno:
in città non resta nessuno;
ordinanza che viene poi,
tutti al mare, paghiamo noi,
inoltre le Alpi e gli Appennini
sono donati a tutti i bambini.
Chi non rispetta il decretato
va in prigione difilato”.





Buon Ferragosto anche a te e famiglia
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Rispondo in ritardo, grazie mille e auguro un’ottima prosecuzione di questo agosto
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