Devo dire che me lo aspettavo. Non era una sensazione dettata solo da meri numeri che rimangono freddi anche se molto indicativi. È stato per esperienza diretta, sgradevole, ma estremamente illuminante. Ricordo a tutti che nell’ambito della Sicilia, da oggi in zona gialla, sono però in zona arancione (alcune, per adesso, lo saranno fino al 6 settembre 2021) quattro aree: Barrafranca (Enna) e Niscemi (Caltanissetta) per adesso fino al 2 settembre. Comiso e Vittoria (Ragusa) fino al 6 settembre.
Occorre però una premessa, una sottolineatura doverosa dettata da due fattori
Il primo fattore, in Sicilia sussiste il numero più basso di vaccinati con ciclo completo, quindi protezione meno elevata della popolazione. Un vaccino che, lo sottolineo ancora e lo faccio da giornalista, da osservatore attento delle cose, non fa da scudo al cento per cento (oltretutto, nessuno lo ha mai affermato), ma evita di prendersi l’infezione da Covid nelle sue forme più gravi, debilitanti, dolorose, fino alla morte. Possibilità gravi che restano comunque potenziali per chi, pur vaccinato, ha il sistema immunitario quasi del tutto compromesso o fortemente debilitato, come per chi sta facendo chemioterapia lottando contro il cancro o chi ha subito trapianti di organi (basta vedere la casistica registrata in Israele, quello tanto sbandierata da no-vax che, purtroppo, non ne hanno letto neppure una riga, forse solo l’introduzione). Immaginatevi se questi sfortunati non si fossero vaccinati.
Il secondo fattore è quello dell’invasione economicamente benefica di turisti in Sicilia (+23% delle presenze nell’estate 2021), un vero successo per l’Isola.
Prima di ogni altra considerazione su questo punto, da siciliano sottolineo che non poteva andare di meglio per questi sani esploratori, buongustai della cultura, dei paesaggi, dei luoghi storici e della natura, tutti alla scoperta della Sicilia.
Per i dati primi due mesi estivi in Sicilia e proiezioni eventuali su agosto (dati Turistat) sono state rilevate 2,3 milioni di presenze in hotel e strutture extralberghiere. Comunque, chi vuole può leggersi i dati su La Sicilia (link), su Palermo Today (link) e su Normanno.com (link).
Ma questo grande arrivo di gente non ha fatto che aumentare i rischi di infezioni da Covid-19, proprio in una regione dove la popolazione si è protetta di meno: solo il 55,2% dei siciliani è immunizzato con la doppia dose di vaccino rispetto a una media italiana del 62,2% (il Lazio è a circa il 73%); il 36,3% non si è fatto iniettare il vaccino (media italiana del 29,3%). Ben più di un siciliano su tre non è ancora vaccinato. Circa il 90% delle persone ricoverate in Sicilia non si è vaccinato.
Nei siciliani compresi tra i 30 e i 60 anni il numero di non vaccinati oscilla tra il 40 e il 50%. In particolare, rispetto a una platea di 694.000 persone tra i 40 e i 49 anni, solo 387.000 hanno fatto la seconda dose, quindi il 56%, rispetto al 62% in Italia; il 5% ha fatto solo la prima dose.
Tra siciliani compresi tra i 30 e i 39 anni, coloro che hanno completato le dosi sono appena al 47%, 278.000 su 583.000 e soltanto il 9% ha fatto solo la prima dose. Nelle età 50 -59 anni ha completato il ciclo quasi il 64%, 481.000 su 756.000 (a livello nazionale: 73%); solo il 4% è alla prima dose.
Per la fascia d’età 60-69 anni solo il 71% è stato vaccinato anche con la seconda dose (a livello nazionale è l’81%).
Triste primato. L’arrivo di tanta gente per turismo, sia dal resto dall’Italia che dall’estero, porta sì tanto denaro, ma anche maggior pericolo di contagio che può portare anche gravi e gravissimi sviluppi ai non vaccinati.
L’ingresso in zona gialla della Sicilia era annunciato dalla situazione e dall’atteggiamento di certi, troppi, personaggi. Spero in un generale risveglio mentale e che la mia Isola non finisca pure in zona arancione.
Ed ecco la mia esperienza con una no-vax: è stata anche un insulto nei miei riguardi
Mi trovavo a Trapani, una sera a cena, il 10 agosto 2021, l’ultima serata in città prima di tornare a Roma il giorno successivo.
In quel momento ho avuto il segno evidente della chiusura mentale, della piena impermeabilità mentale convinta, di come si possano sposare realtà auto costruite, dell’approccio al confronto voluto… ma che non deve esserlo, un non-confronto trasformato pure in pieno insulto nei miei riguardi.
Una delle giovani signore presenti alla cena (una non vaccinata convinta… ma in quel momento non lo sapevo) aveva sentito che sono un giornalista.
Così ella si rivolse direttamente a me.
La signora – “Visto che sei giornalista, cosa ne pensi di questo Covid e, soprattutto, dei vaccini?”.
Al che ho detto la mia, da professionista che – per dovere e per curiosità – di cose ne ho lette a valanga sfruttando anche contatti che, per chi fa altri mestieri, sono preclusi.
Quindi, ho sottolineato il dovere di vaccinarsi, anche per proteggere i vaccinati più deboli ma, in primis, per tutela di chi non si è potuto vaccinare per gravi problemi di salute, per incompatibilità non controllabili nei confronti dei vaccini e per chi non lo avesse ancora fatto.
Così ho proseguito… o meglio, ho tentato di proseguire con affabilità e signorilità, ho cercato di raccontare.
Mi è stato quasi impossibile. Sono stato inizialmente travolto da una sequenza di interruzioni da parte della signora che aveva un atteggiamento inquisitorio, quasi da interrogatorio, dal suo tentativo di manipolazione del discorso volendo spezzare il filo logico dei miei pensieri:
- “No, non è così”;
- “No, non sono d’accordo”;
- No, questo non è vero” (oppure “No, questo non è totalmente vero”);
- “No, non è così che funziona”:
- … e via così con degli stop ed espressioni simili alle precedenti.
Ma mi vuoi spiegare allora perché mi hai chiesto il parere da giornalista, quindi un parere professionale? Mi ha stimolato alla risposta solo per avere conferma delle sue tesi senza volere considerare opzioni neppure parziali?
Ha chiesto a me considerazioni che ho basato sull’esperienza, sulla lettura di ricerche nazionali e internazionali, su colloqui con specialisti, sui dati e sulla situazione dei ricoveri nelle strutture, sulla tipologia dei ricoverati/morti.
Sarebbe stato meglio che non mi avesse chiesto nulla.
Il suo pensiero era inamovibile, come quando un mulo o un asino si intestardiscono.
Ma allora perché cerchi il confronto con me e lo chiedi nella mia qualità di giornalista?
In pratica, tutto si è trasformato in un continuo insulto sottolineando come, per lei, stessi dicendo cose inesatte o sciocchezze (non ha usato il termine “sciocchezze”, ma per come ha trattato quel che le dicevo, questo era il senso).
Da me voleva solo una conferma alle sue pseudo tesi. Non desiderava alcuno scambio.
A quel punto il mio atteggiamento è cambiato in qualcosa di meno elegante. Ho iniziato a parlare con moooolta decisione. Credo di avere avuto anche gli occhi quasi fuori dalle orbite. Il mio tono è salito di volume, oltre quello di una normale conversazione.
Nessun insulto da parte mia, sia chiaro, mai lo avrei fatto. Ma ho tenuto a far notare come il suo comportamento fosse sbagliato. Ho poi rincarato su come la sua fosse una posizione praticamente criminale, soprattutto nei confronti della gente non ancora protetta e di quella che, nelle stesse condizioni, oggi in Sicilia troppo abbonda… e lo fa per scelta.
Il fondamentalismo non è solo quello islamico, quello fuorviante di alcuni portavoce che indottrinano gruppi influenzando anche porzioni di certe popolazioni.
Anche questocomportamento italico sulla questione Covid-19, vaccini e Green Pass, è fondamentalismo, traducibile in chiusura delle menti, sull’insulto dell’interlocutore (soprattutto dopo averne chiesto l’intervento professionale).
Il paradosso assurdo di oggi: avere più paura di un vaccino, piuttosto che della malattia che questo strumento di prevenzione combatte.
Questi fondamentalisti sordi a ogni dialogo-confronto, si atteggiano come se avessero maggiore conoscenza di chi ha una professionalità diretta.
Come dire che – senza saperne nulla – facciano obiezioni a un ingegnere che avesse compiuto calcoli statici per un edificio da far costruire. Oppure, senza continuare a saperne nulla, potrebbero dire a un pianista che ha sbagliato l’esecuzione della Sonata n.2 di Rachmaninov.
Non si rendono conto.
Vuoi solo che ti dica “brava, hai ragione”? Allora chiedilo ad Alexa 😄 o a qualcosa di robotico predisposto per darti sempre ragione.
Magari, all’origine di tutto, nascosta nel loro inconscio/semi conscio inconfessabile, è solo paura dell’ago, quello strumento d’acciaio che per i vaccini è così sottile da non sentirlo quasi.
Purtroppo, diventano irrazionali e diabolicamente perseveranti.
Per chiudere, a fine serata questa signora si è persino rifiutata di darmi la mano girandosi dall’altra parte, dicendo ironicamente, tra l’arrabbiato e l’offeso, che lei non vaccinata voleva evitare il possibile contagio da me, totalmente vaccinato ma possibile infettato asintomatico grazie al vaccino.
Incredibile.
Che cambia in Sicilia zona Gialla dal 30 agosto 2021? E nei comuni in zona arancione?
Come da lancio dell’agenzia Adnkronos, nuove misure per arginare il coronavirus. Aumentano ricoveri, 1.369 casi (prima per ricoverati in Italia) con un nuovo aumento anche nelle terapie intensive, come descritto nell’ultimo bollettino della regione.
- obbligo di indossare le mascherine all’aperto.
- non c’è invece coprifuoco;
- si può entrare e uscire dalla regione in zona gialla ed è possibile raggiungere le seconde case fuori regione a prescindere dal colore della zona di partenza e di arrivo;
- Rispetto alla zona bianca, nessuna modifica alle funzioni del Green pass: il certificato verde – per vaccinati, guariti o soggetti negativi a tamponi – consentirà ad esempio l’accesso a ristoranti e bar al chiuso, dove torna il limite di 4 persone al tavolo, a meno che non si tratti di conviventi. All’aperto, il servizio può essere offerto a tutti;
- il green pass è indispensabile per l’accesso ad una serie di attività e servizi (piscine, palestre, centri termali, cinema, teatri, parchi a tema, congressi e fiere);
- la Sicilia sarà in zona gialla il primo settembre, quando il green pass diventa obbligatorio per usufruire dei trasporti a lunga percorrenza (treni, aerei e navi).
Come stabilisce inoltre l’ultimo decreto covid, negli impianti sportivi di una regione in zona gialla “la capienza consentita non può essere superiore al 25% di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 2.500 per gli impianti all’aperto e a 1.000 per gli impianti al chiuso”.
In zona arancione alcuni comuni (lo sono già dal 24-26 agosto), mentre 55 sono sotto osservazione prima che si decida cosa farne:
- Barrafranca (Enna);
- Niscemi (Caltanissetta);
- Comiso e Vittoria (Ragusa).
Come da ordinanza del presidente della Regione Sicilia, Barrafranca (Enna) e Niscemi (Caltanissetta) per adesso in arancione fino al 2 settembre. Comiso e Vittoria (Ragusa) fino al 6 settembre.
Limitazioni in area arancione:
- spostamenti liberi per tutti ma solo nel proprio comune;
- in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino, ma chi ha il green pass può entrare e uscire dai comuni e possono farlo anche le persone con autocertificazione per comprovate esigenze lavorative, di necessità o di salute;
- sempre consentito il rientro alla residenza, al domicilio e nelle seconde case;
- tutti aperti i negozi, anche parrucchieri, barbieri e centri estetici;
- nel weekend sono chiusi i centri commerciali.
- chiuse palestre, piscine, teatri e cinema;
- nei bar e nei ristoranti non è consentito il servizio al tavolo, mentre fino alle 22 è permessa la ristorazione con consegna a domicilio o asporto;
- permessa l’attività sportiva o motoria all’aperto, anche in aree attrezzate e parchi pubblici o in circoli e centri sportivi con e nelle zone all’aperto.
Tra i 55 comuni siciliani “sorvegliati speciali”, quali di questi avevano meno immunizzati in assoluto il 22 agosto 2021?
Come da prospetto dell’Ordinanza 85 (allegato A) emessa dal presidente della Regione Siciliana:
- Castel di Iudica (Catania) con il 41,73% di immunizzati sul totale dei residenti;
- Francofonte (Siracusa) con il 42,92%;
- Barrafranca (Enna) al 45,50%;
- Mazzarino (Caltanissetta) al 45,63%;
- Palagonia (Catania) al 46,57%;
- Acate (Ragusa) al 46,70%;
- San Michele di Ganzaria (Catania) al 47,15%;
- Pantelleria (Trapani) al 47,31%;
- Niscemi (Caltanissetta) al 47,63%
Tra i 55 comuni siciliani “sorvegliati speciali”, quali di questi avevano più immunizzati in assoluto il 22 agosto 2021?
Come da prospetto dell’Ordinanza 85 (allegato A) emessa dal presidente della Regione Siciliana:
- Porto Empedocle con il 59,82% di immunizzati sul totale dei residenti;
- Racalmuto (Agrigento) al 59,74%;
- Pachino (Siracusa) al 59,70%;
- Cinisi (Palermo) al 59,56%;
- Castellammare del Golfo (Trapani) al 59,32%
- Ispica (Ragusa) al 59,31%;
- Pietraperzia (Enna) al 59,18%;
- Rodi Milici (Messina) al 58,83%.