Riflettere e scrivere sul clima è cosa molto complessa. Da quanto scritto da esperti del settore, uomini di scienza, dalla Commissione Europea con gli ultimi rapporti sul cambiamento climatico, non esiste ancora una visione che sia veramente univoca, un unico metodo di lettura del fenomeno. Nonostante la/le tesi più enunciate e pubblicate da diversi anni. Le risposte divergono pur prevalendo fortemente la tesi che della forte influenza umana sullo stato attuale del clima, soprattutto – e in misura crescente – dagli anni 50 del 1900.
Con quanto ho appena iniziato a scrivere e con quello che seguirà, NON intendo accomunarmi a spazi web e a personaggi complottistici che usano argomenti simili e alte testimonianze per avvalorare fantasiose teorie su “poteri forti”, occulti, malefici e diabolici che stanno guidando la visione “maggioritaria”. Non confondetemi neppure per scherzo con simili personaggi. Chi mi conosce sa bene quanto ami mantenermi equidistante e ragionare.
Un punto è certo, a prescindere dal “riscaldamento globale” e dalla causa di questa variazione. L’inquinamento in tutte le sue forme deve essere frenato. È un’emergenza sanitaria.
Potrei tracciare una lunga lista con esempi pratici di inquinamento a ricaduta immediata o a lungo accumulo. Un caso italiano è quello dell’area di Taranto con gli ex impianti Ilva quando nel 2006 le emissioni erano di 30.000 tonnellate l’anno (polveri sottili, anidride solforosa, acido cloridrico e diossido di azoto) e la diossina diffusa era pari alla metà di quella emessa in tutta Italia (dati QuiFinanza). I rifiuti in materie plastiche nei mari creano vere e proprie mega isole, causano la morte di capodogli e delfini che le ingeriscono, tartarughe impigliate a morte in reti abbandonate. Non sto qui a fare una panoramica completa che dovrebbe comprendere anche lo sversamento di liquami senza alcun trattamento.
Il Clima, definizione dei mutamenti, riscaldamento, raffreddamento, lo studio, i cambiamenti periodici spontanei
Treccani, Dizionario delle scienze fisiche – paleoclimatologìa [Comp. di paleo- e climatologia] Disciplina che studia la ricostruzione e la spiegazione delle condizioni climatiche che si sono avvicendate sulla Terra nel corso del tempo
La Paleoclimatologia studia da decenni in maniera approfondita i cambiamenti climatici e lo fa concatenando chimica, meteorologia, fisica, fisica dello spazio e astronomia, archeologia, geologia, biologia e oceanografia. Nessun aspetto viene lasciato al caso anche perché tutto contribuisce a dare un quadro esatto della situazione analizzando il passato fino ai giorni nostri.
Lasciando da parte le alternanze tra Periodi glaciali e Interglaciali scanditi in fasce temporali di migliaia di anni, quel che serve è comprendere i cambiamenti climatici che avvengono lungo periodi brevi in modo da capire quanto sta accadendo oggi e cercare di quantificare il peso dell’influenza sul clima da parte della presenza e dell’azione umana.
Sono sempre esistiti brevi cambiamenti del clima e per brevi intendo variazioni che si sono alternate su una scala di centinaia di anni, ma anche nel breve arco di decine di anni. In spazi di tempo geologicamente e astronomicamente così brevi, equivalenti a un sospiro della Terra, si sono verificati momenti di raffreddamento delle temperature generali intervallati a periodi di riscaldamento del clima. Le temperature globali hanno sempre avuto continue oscillazioni-“vibrazioni”, dalle più fredde alle più alte.
Per la verifica, gli esperti di paleoclimatologia si sono basati sul carotaggio di ghiacciai e calotte polari con analisi non solo del loro contenuto chimico e fisico, ma anche delle bolle di gas intrappolate nei ghiacci antichi. Poi lo studio degli anelli che disegnano la sezione di alberi secolari (dendroclimatologia), lo studio di fossili, delle stratificazioni che compongono i fondali marini e tanto altro.
In breve, secondo i meccanismi studiati sul clima, ci dovremmo trovare in un periodo interglaciale, quindi di piccola estensione dei ghiacciai, ma nell’ambito di un arretramento generale dei ghiacci iniziato circa 10.000 anni fa.
Due periodi particolarmente caldi e circoscritti hanno caratterizzato anche la storia umana documentata. Il primo, l’Optimum climatico romano, dall’anno 250 a.C. circa al 400 d.C., una fascia tra i 600 e i 700 anni. Un soffio per la vita terrestre.
Altro periodo termicamente più elevato, soprattutto nell’area dell’Atlantico settentrionale, fu l’Optimum climatico medievale, dal IX al XIV secolo, ben 500 anni.

Quel primo momento, l’Optimum climatico romano-Periodo caldo romano, documentato storiograficamente soprattutto nelle fasi di mutazione, volse alla fine con un nuovo raffreddamento delle temperature. Proprio questa fase conclusiva potrebbe essere concausa anche della caduta dell’Impero romano (476 d.C.).
Ai colpi esterni e interni politici si sommarono quelli del raffreddamento atmosferico che diede il via alla variazione in peggio delle produzione di cibo e al proliferare di pandemie. Tutto descritto nel libro “Il destino di Roma – Clima, epidemie e la fine di un Impero” di Kyle Harper che affianca dati di fatto dell’epoca su cicli solari, eruzioni vulcaniche e agenti infettivi, alle testimonianze scritte rilevate da epigrafi, reperti archeologici e testi che sono giunti fino a noi.
I cicli temporali, quello finale del periodo caldo e l’altro politico della caduta imperiale, si susseguono con cronologica logicità.
Al Periodo caldo romano e al’Optimum climatico medievale si contrappose la piccola era glaciale (cosa curiosa: avvenne principalmente sempre nell’emisfero settentrionale della Terra) attiva dalla metà del 1500 alla metà del1800: temperature particolarmente basse sia come media generale che localmente; le cause sono ancora parecchio dibattute tra la ridotta attività solare, alcune eruzioni vulcaniche con forti emissioni di gas e polveri e diversi altri fattori.
Rubbia e Zichichi, due grandi della scienza e la loro “normalizzazione” dei cambiamenti climatici
Ebbero molto da dire e chiesero sempre a gran voce di avere verifiche scientifiche e modelli matematici che provassero con sicurezza il legame tra gli attuali cambiamenti climatici e le attività dell’uomo. Mai nessuno diede a Carlo Rubbia e ad Antonino Zichichi una risposta chiara e inoppugnabile.
Entrambi uomini di scienza di fama internazionale, mai hanno negato il danno ambientale in termini di inquinamento dovuto alle emissioni industriali e dei trasporti, oltre che da altre opere umane. Espressero le loro profonde conoscenze scientifiche in merito alle mutazioni del clima declassando a minima (se non trascurabile) concausa le attività umane lasciando il primato alle sempre esistite e naturali oscillazioni nelle temperature, nelle concentrazioni di gas serra lungo il percorso vitale della Terra, anche in periodi storici non così lontani.
“Sono una persona che ha lavorato almeno un quarto di secolo sulla questione dell’energia nei vari aspetti e, quindi, conosco le cose con grande chiarezza.
Carlo Rubbia, 26 novembre 2014, audizione commissioni riunite Affari esteri e Ambiente-territorio di Camera e Senato
Vorrei esprimere alcuni concetti rapidamente anche perché i tempi sono brevi. La prima osservazione é che il clima della Terra é sempre cambiato. Oggi noi pensiamo (in un certo senso, probabilmente, in maniera falsa) che se teniamo la CO2 (Anidride Carbonica) sotto controllo, il clima della Terra resterà invariato. Questo non è assolutamente vero. Vorrei ricordare che durante il periodo dell’ultimo milione di anni la Terra è stata dominata da periodi di glaciazione in cui la temperatura media era di meno 10 gradi, tranne brevissimi periodi, in cui c’è stata la temperatura che è quella di oggi. L’ultimo è stato 10.000 anni fa, quando è cominciato il cambiamento con l’agricoltura, lo sviluppo eccetera, che è la base di tutta la nostra civilizzazione di oggi.
Negli ultimi duemila anni, ad esempio, la temperatura della Terra è cambiata profondamente. Ai tempi dei Romani, Annibale ha attraversato le Alpi con gli elefanti per venire in Italia. Oggi non ci potrebbe venire, perché la temperatura della terra è inferiore a quella che era ai tempi dei Romani. Quindi, oggi gli elefanti non potrebbero attraversare la zona dove sono passati allora.
C’è stato un periodo, nel Medioevo, in cui si è verificata una piccola glaciazione. Poi, intorno all’anno 1000 c’è stato un aumento di temperatura simile a quello dei tempi dei Romani. Ricordiamo che ai tempi dei Romani la temperatura era più alta di quella di oggi. Poi c’è stata una mini-glaciazione, durante il periodo del 1500-1600. Ad esempio, i Vichinghi hanno avuto degli enormi problemi di sopravvivenza a causa di questa mini-glaciazione, che si è sviluppata con cambiamenti di temperatura sostanziali.
Se restiamo nel periodo degli ultimi 100 anni, ci sono stati dei cambiamenti climatici notevoli che sono avvenuti ben prima dell’effetto antropogenico, dell’effetto serra e così via. Per esempio, negli anni Quaranta c’è stato un cambiamento sostanziale.
La presenza dell’uomo ha probabilmente introdotto ulteriori cambiamenti. Non dimentichiamo che quando sono nato io, la popolazione della Terra era 3,7 volte inferiore a quella di oggi. Nella mia vita il consumo energetico primario è aumentato 11 volte.
Per quanto riguarda il comportamento del pianeta, questo ha avuto effetti molto strani e contraddittori.
Vorrei ricordare ad esempio che dal 2000 al 2014, la temperatura della Terra non è aumentata: essa è diminuita di 0,2 gradi e noi non abbiamo osservato negli ultimi 15 anni alcun cambiamento climatico di una certa dimensione. Questo è un fatto di cui tutti voi dovete rendervi conto, perché non siamo di fronte ad un’esplosione della temperatura: la temperatura è aumentata fino al 2000. Da quel momento siamo rimasti costanti, anzi siamo scesi di 0,2 gradi”.
“L’inquinamento esiste, è dannoso e chiama in causa l’operato dell’uomo. Ma attribuire alla responsabilità umana il surriscaldamento globale è un’enormità senza alcun fondamento: puro inquinamento culturale.
L’azione dell’uomo incide sul clima per non più del dieci per cento. Al novanta per cento, il cambiamento climatico è governato da fenomeni naturali dei quali, ad oggi, gli scienziati non conoscono e non possono conoscere le possibili evoluzioni future. Ma io sono ottimista.
In nome di quale ragione si pretende di descrivere i futuri scenari della Terra e le terapie per salvarla, se ancora i meccanismi che sorreggono il motore climatico sono inconoscibili? Divinazioni!Perché molti scienziati concordano sul riscaldamento globale dovuto all’attività umana ? Perché hanno costruito modelli matematici buoni alla bisogna. Ricorrono a troppi parametri liberi, arbitrari. Alterano i calcoli con delle supposizioni per fare in modo che i risultati diano loro ragione. Ma il metodo scientifico è un’altra cosa”.
Anno 2017, il celebre Antonino Zichichi, specializzato nella Fisica delle particelle elementari, divulgatore scientifico, , fondatore del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana (a Erice), professore emerito del dipartimento di Fisica Superiore dell’Università di Bologna, intervista pubblicata da Il Mattino
“Il motore climatico è in gran parte regolato dalla CO2 prodotta dalla natura, quella CO2 che nutre le piante ed evita che la Terra sia un luogo gelido e inospitale. Quella prodotta dagli esseri umani è una minima parte, eppure molti scienziati dicono che è quella minima parte a produrre gravi fenomeni perturbativi. Ma ogni volta che chiedo loro di esporre dei modelli matematici adeguati che sostengano la teoria (e comunque oltre ai modelli servirebbero degli esperimenti) non sono in grado di farlo. Serve un gruppo di matematici che controlli i modelli esistenti e dia dei responsi di attendibilità”.
Anno 2012, il professore Antonino Zichichi intervistato da “Il Giornale”
Cambiamenti climatici, i meccanismi storici nell’intera vita della Terra
Gli stessi gas serra che da tanti anni ci mettono terrore e annunciati in continuo aumento, fanno parte da sempre di un meccanismo autonomo della Terra.
Al nostro pianeta servono per regolare lo scambio energetico-termico con lo spazio e sono correlati all’irradiazione solare: agli albori dei tempi la temperatura ideale per far sviluppare la vita sulla Terra è dovuta proprio all’azione dei gas serra… altrimenti la temperatura terrestre sarebbe rimasta di molti gradi sotto lo zero rendendo possibile la vita solo nei mari.
I gas serra hanno sempre avuto un ruolo fondamentale, garantire la costanza dei parametri climatici rispondendo ai periodi di maggiore o minore irraggiamento solare, ai movimenti dei flussi energetici e di calore sotto la crosta terrestre, mitigando l’effetto globale delle glaciazioni, liberando energia nei periodi di nuovo innalzamento delle temperature post glaciazioni.
Tanto per capirsi, un riscaldamento globale favorisce la fusione delle calotte polari e ghiacciai con due conseguenze: innalzamento del livello dei mari, diminuzione delle superfici bianche riflettenti che rimandano l’irraggiamento solare verso lo spazio, aumento delle temperature ed evaporazione dai mari stessi con innalzamento dei gas serra (che non sono solo quelli “industriali”). Ma anche uno sviluppo di nuvole nella copertura atmosferica influisce sulla situazione: scherma dall’irraggiamento solare grazie a una maggiore capacità riflettente dell’atmosfera. Contrariamente a quanto si suppone, non c’è effetto serra e favorisce una diminuzione delle temperature: di energia solare ne arriva meno a terra e quella rimandata in alto, a frequenza diversa rispetto all’arrivo, viene in parte rimandata al suolo dai gas serra; ma dallo spazio ne era arrivata meno per effetto schermante delle nuvole. Ricordate quando nelle ipotesi di conflitto nucleare si parla di “inverno atomico”? Minor calore dal sole, minor luce, abbassamento drastico delle temperature, difficoltà o quasi impossibilità delle colture di germogliare e crescere.
Capite bene che i due cicli naturali, seppur opposti, sono uno conseguenza dell’altro. Alternano la loro azione compensatrice come in un’oscillazione da altalena, da un punto a quello opposto.
Questo non vuol dire che oggi tutto sia nella norma e che noi, con le nostre attività, non stiamo calcando la mano rafforzando un andamento ciclico naturale.
Poi ci si mette anche il Sole che nella sua vita astronomica non ha mai avuto la stessa capacità di emissione energetica. Per comprendere questo meccanismo stellare ha aiutato non solo il suo studio, ma il raffronto con le altre stelle, a cominciare da quelle nella sua stessa classe di dimensioni, colore, massa.
Considerate che all’inizio della sua esistenza il Sole emetteva il 70% dell’energia attualmente irraggiata verso lo spazio.
Come conseguenza, sulla Terra la temperatura d’equilibrio doveva essere di oltre -40 gradi centigradi (quella che sono riusciti a calcolare anche in base alle possibili orbite planetarie di miliardi di anni fa). In quel periodo, circa 3,8 miliardi di anni, questa situazione così critica non escluse la formazione di vita negli oceani con notevole presenza atmosferica di CO2 e forte effetto serra, elementi che mantennero quella temperatura media. Senza queste condizioni il clima sarebbe stato estremamente più rigido.
Solo con lo sviluppo biologico sulla superficie al di fuori delle acque, la vita vegetale, la fotosintesi clorofilliana su vastissima scala, ecco avviarsi la trasformazione dell’atmosfera, il processo chimico attuato dalle piante trasformando CO2 in ossigeno. Secondo le rilevazioni fatte nei ghiacciai e nelle bolle d’aria lì intrappolate, sulle stratificazioni dei sedimenti nei fondali marini, si ipotizza che 65 milioni di anni fa l’atmosfera planetaria fosse di 8 gradi maggiore rispetto a quella attuale con una differenza di pochi gradi tra i poli e l’equatore (oggi tra queste aree terrestri il dislivello termico è di circa una cinquantina di gradi).
Cambiamenti climatici, riscaldamento globale, tema ancora aperto? Forse ancora non siamo a una risposta definitiva sul processo naturale, sull’influenza umana e loro combinazione
Come voglio chiudere questo ragionamento così lungo? Con quanto emerge dalle conclusioni della Commissione Europea che inizia la pagina dedicata al clima e alle sue mutazioni con una frase semplice: “L’uomo esercita un’influenza crescente sul clima e sulla temperatura terrestre“. Il preambolo non definisce un’azione umana determinante sul clima, anche se nelle parole successive ne descrive la forte influenza.
Ognuno cerchi comunque di farsi una prima idea. Quella che ho seguito fino a questo punto è una linea di ragionamento che non può essere fissa e, di certo, non è un assioma: solo gli sciocchi porgerebbero un argomento del genere come verità assoluta senza attendere e senza cercare nuovi sviluppi, nuove linee di studio con le quali confrontarsi.
Posso solo affermare di aver dato una traccia per parlarne, per tentare di capire un problema così multisfaccettato.
Intanto, ecco l’intera enunciazione dal sito web della Commissione Europea (link).
Cause dei cambiamenti climatici
L’uomo esercita un’influenza crescente sul clima e sulla temperatura terrestre con l’uso di combustibili fossili, la deforestazione e l’allevamento di bestiame.
Queste attività aggiungono enormi quantità di gas serra a quelle naturalmente presenti nell’atmosfera, alimentando l’effetto serra e il riscaldamento globale.
Gas serra
La causa principale dei cambiamenti climatici è l’effetto serra. Alcuni gas presenti nell’atmosfera terrestre agiscono un po’ come il vetro di una serra: catturano il calore del sole impedendogli di ritornare nello spazio e provocando il riscaldamento globale.
Molti di questi gas sono presenti in natura, ma l’attività dell’uomo aumenta le concentrazioni di alcuni di essi nell’atmosfera, in particolare:
- l’anidride carbonica (CO2)
- il metano
- l’ossido di azoto
- i gas fluorurati.
La CO2 prodotta dalle attività umane è il principale fattore del riscaldamento globale. Nel 2020 la concentrazione nell’atmosfera superava del 48% il livello preindustriale (prima del 1750).
Altri gas a effetto serra vengono emessi dall’attività umana in quantità inferiori. Il metano è un gas con un effetto serra più potente della CCO2, ma ha una vita atmosferica più breve. L’ossido di azoto, come la CO2, è un gas a effetto serra longevo che si accumula nell’atmosfera per decenni e anche secoli.
Si stima che le cause naturali, come i cambiamenti della radiazione solare o dell’attività vulcanica, abbiano contribuito al riscaldamento totale in misura minore di 0,1ºC tra il 1890 e il 2010.
Cause dell’aumento delle emissioni
- La combustione di carbone, petrolio e gas produce anidride carbonica e ossido di azoto.
- Abbattimento delle foreste (deforestazione). Gli alberi aiutano a regolare il clima assorbendo CO2 dall’atmosfera. Abbattendoli, quest’azione viene a mancare e la CO2 immagazzinata negli alberi viene rilasciata nell’atmosfera, alimentando in tal modo l’effetto serra.
- Lo sviluppo dell’allevamento di bestiame. I bovini e gli ovini producono grandi quantità di metano durante il processo di digestione.
- I fertilizzanti azotati producono emissioni di ossido di azoto.
- I gas fluorurati sono emessi da apparecchiature e prodotti che utilizzano tali gas. Queste emissioni causano un potente effetto serra, fino a 23 000 volte più forte dei quello provocato dalla CO2.
Riscaldamento globale
Il periodo 2011-2020 è stato il decennio più caldo mai registrato, con una temperatura media globale di 1,1ºC al di sopra dei livelli preindustriali nel 2019. Il riscaldamento globale indotto dall’uomo è attualmente in aumento a un ritmo di 0,2ºC per decennio.
Un aumento di 2ºC rispetto alla temperatura dell’epoca preindustriale è associato a gravi impatti negativi sull’ambiente naturale e sulla salute e il benessere umani, compreso un rischio molto più elevato di cambiamenti pericolosi e potenzialmente catastrofici nell’ambiente globale.
Per questo motivo la comunità internazionale ha riconosciuto la necessità di mantenere il riscaldamento ben al di sotto dei 2ºC e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5ºC.
Amico è colpa nostra
Faremo la fine di venere
Della nostra gemella cattiva
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Poverina Venere, che colpe ha. È nata in una posizione e ha fatto quello che ha potuto 😜
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