Terremoto del Belìce, Sicilia occidentale, la terra tremò dal 14 al 25 gennaio 1968: terrore, morte, distruzione. Partanna, un breve racconto di padre Russo

Esistenze e patrimoni storici-architettonici, luoghi di lavoro, prospettive personali, speranze, tutto fu letteralmente macinato da quel sisma che colpì con violenza interi territori della Sicilia occidentale. Il Terremoto del Belìce, 54 anni fa. La terrà tremò dal 14 al 25 gennaio 1968: terrore, morte, distruzione.

Dopo il capitolo sul terremoto completato da liste, schemi e mappe, ho inserito anche la testimonianza di Monsignor Calogero Russo, custode della storia Partannese: nel 1968 fu in prima fila durante quel dramma come Arciprete della Chiesa Madre di Partanna.

Non vissi direttamente quella situazione, perché piccolissimo e perché dall’altra parte dell’Isola, a Catania. A me giunsero i racconti carichi di terrore, storie che ascoltai alcuni anni dopo direttamente da parenti, amici, conoscenti. Fino a quel momento, a distanza di tempo, io bambinetto, ne avevo viste alcune immagini e alcuni reportage dai telegiornali e da trasmissioni di approfondimento in una televisione che ancora era molto limitata nell’offerta di canali, ma che sapeva dare grande prova di professionalità giornalistica.

E alla mia mente tornano i ricordi di terremoti in Italia centrale e in Irpinia di tanti anni dopo, quelli che avvertimmo anche a Roma… provammo molta paura, ma posso solo immaginare come questa sensazione fosse moltiplicata per mille in chi era nella Valle del Belìce nel gennaio 1968, quando le case crollavano, i muri si piegavano e si veniva seppelliti dalle macerie.

Le scosse distruttive nella Valle del Belìce dal 14 al 25 gennaio 1968

Tra il 14 e il 15 gennaio 1968 le prime grandi scosse, movimenti improvvisi della terra che nella notte del 15, alle ore 2,01 fece segnare una scossa con magnitudine pari a 6.41.

Colpita la Valle del Belìce, nella provincia di Trapani, un territorio che comprendeva fette delle province di Agrigento e Palermo.

In tutto furono 345 i movimenti tellurici che si susseguirono in quel periodo. Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e Montevago furono letteralmente distrutte.

Altre cittadine, Santa Margherita di Belice, Santa Ninfa, Partanna e Salemi riportarono gravi danni, con edifici distrutti o danneggiati dall’80 al 60% del patrimonio immobiliare urbano. Danni anche in centri più lontani, come a Sciacca o a Castellammare del Golfo.

Comprendendo tutta la zona e la provincia di Trapani 9.000 persone rimasero senza casa e ospitate dentro edifici pubblici. Altre 6.000 furono sistemate nelle tendopoli, mentre 3.200 in tende sparse e non in aree coordinate. Altre 5.000 persone furono collocate in carri ferroviari. Per comprendere in pieno lo sconvolgimento sociale c’è da sottolineare che 10.000 siciliani della zona emigrarono in altre province e nel resto d’Italia. Da ribadire che la situazione “temporanea” e di fortuna si prolungò per mesi per quanto riguarda le sistemazioni in tenda e per anni nelle baraccopoli.

Alla pagina web dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia la lista (link – cliccare sul punto più scuro della Sicilia occidentale) le localizzazioni, gli orari esatti delle scosse e le intensità che colpirono i centri urbani. I tempi indicati sono secondo il Meridiano di Greenwich, quindi bisogna aggiungere un’ora a quanto lì scritto.

Schermate dal video girato ed edito da Nuccio Finazzo dal titolo “Sotto le ali del Grifo” (a questo link Facebook solo l’introduzione del filmato): un DVD del 2008 che ricorda e racconta la drammaticità di quel gennaio 1968 a Partanna durante il terremoto e le conseguenze successive.

La cronologia del terremoto

Ore 13,28 e 24 secondi del 14 gennaio la prima scossa di magnitudo media pari a 5.1, molto violenta. Le prime realtà cittadine a essere colpite in maniera più violenta, dove l’intensità fu più forte: Montevago, Gibellina, Salaparuta, Poggioreale, Salaparuta, Camporeale, Menfi, Roccamena, Santa Margherita di Belìce, Castellammare del Golfo, Castelvetrano.

Luoghi dove fu avvertita la prima scossa del 14 gennaio 1968, ore 13.28 e 24 secondi - dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Località                          Lat    -    Lon  -  Intensità
Gibellina Vecchia         37.788 - 12.972  -  6-7   
Montevago                    37.703 - 12.983  -  6-7   
Poggioreale                  37.761 - 13.038  -  6-7   
Salaparuta                    37.754 - 13.012  -  6-7   
Camporeale                   37.897 - 13.096  -  6     
Menfi                               37.600 - 12.968  -  6     
Roccamena                    37.836 - 13.154  -  6     
S. Margherita di Belice  37.692 - 13.023  -  6     
Castellammare del Golfo  38.025 - 12.882  -  5     
Castelvetrano                37.679 - 12.793  -  5     
Agrigento                       37.312 - 13.578  -  4     
Alcamo                          37.977 - 12.961  -  4     
Palermo                         38.115 - 13.362  -  4     
Sciacca                          37.508 - 13.083  -  4     
Salemi                            37.817 - 12.801  -  3     

Poi la seconda verso le 14,15 una scossa pari a una magnitudo da 4.90 sentita in una vasta porzione di territorio che andava da Sciacca a Palermo, ma focalizzata nelle stesse località del primo evento di quasi un’ora prima.

Alle 15:48 la terza scossa da 4,84 che colpì violentemente Partanna, Santa Ninfa, Gibellina, Menfi, Montevago, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Margherita di Belice e Vita.

Nelle prime ore del 15 gennaio, alle 2,33 una violentissima scossa (5.37), talmente forte da essere avvertita anche nell’isola di Pantelleria.

La più forte e distruttiva si manifestò poco dopo, alle ore 3,01 e 9 secondi del 15 gennaio con una magnitudo pari a 6.41.

La lista dei centri colpiti con maggiore intensità la potete leggere nel riquadro qui sotto. Pensate che la scossa fu avvertita fino alla costa orientale della Sicilia, come a Catania, Messina, Milazzo, Aci Bonaccorsi.

Poi seguirono altri sismi, ben 16, che chiusero questa fase distruttiva del movimento della terra.

Luoghi dove fu avvertita la violentissima scossa del 15 gennaio 1968, ore 03.01 e 9 secondi - dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
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Località                                  Latitud.  Longit. Intensità
Gibellina Vecchia              	 37.788  	12.972  	10    
Montevago                      	 37.703  	12.983  	10    
Salaparuta [vecchia]           	 37.777  	12.987  	10    
Poggioreale [vecchio]          37.788  	13.015  	9     
S. Margherita di Belice        37.692  	13.023  	9     
Santa Ninfa                    	37.773  	12.880  	9     
Partanna                       	   	 37.724  	12.892  	8-9   
Salemi                         	   	 37.817  	12.801  	8-9   
Camporeale                     	 37.897  	13.096  	8     
Contessa Entellina             	 37.729  	13.185  	8     
Vita                           	   	 37.869  	12.815  	8     
Alcamo                         	   	 37.977  	12.961  	7-8   
Campobello di Mazara        37.634  	12.749  	7-8   
Castellammare del Golfo    38.025  	12.882  	7-8   
Castello Inici                 	 37.995  	12.837  	7-8   
Castelvetrano                  	 37.679  	12.793  	7-8   
Gallitello Stazione            	 37.859  	12.949  	7-8   
Menfi                          	   	 37.600  	12.968  	7-8   
Sambuca di Sicilia             	  37.648  	13.111  	7-8   
San Giuseppe Jato                37.969  	13.182  	7-8   
Bisacquino                     	 37.705  	13.259  	7     
Burgio                         	   	  37.600  	13.291  	7     
Calatafimi                     	   	  37.914  	12.863  	7     
Campofelice di Fitalia           37.826  	13.486  	7     
Campofiorito                   	   37.752  	13.269  	7     
Chiusa Sclafani                	   37.677  	13.271  	7     
Corleone                       	   	   37.812  	13.301  	7     
Giardinello                    	   	   38.088  	13.156  	7     
Godrano                        	   	   37.902  	13.429  	7     
Lucca Sicula                   	   37.578  	13.306  	7     
Marineo                        	   	  37.951  	13.415  	7     
Marsala                        	   	  37.797  	12.447  	7     
Mazara del Vallo               	   37.656  	12.596  	7     
Montelepre                     	   38.090  	13.173  	7     
Partinico                      	   	  38.046  	13.118  	7     
Roccamena                      	   37.836  	13.154  	7     
Roccapalumba                   	   37.805  	13.639  	7     
San Cipirello                  	   37.962  	13.176  	7     
Sciacca                        	   	  37.508  	13.083  	7     
Scillato                       	   	  37.857  	13.906  	7     
Torretta                       	   	  38.130  	13.234  	7     
Villafranca Sicula             	   37.587  	13.290  	7     
Balestrate                     	   	  38.051  	13.006  	6-7   
Baucina                        	   	  37.925  	13.538  	6-7   
Calamonaci                     	   37.526  	13.290  	6-7   
Caltabellotta                  	   37.577  	13.216  	6-7   
Capaci                         	   	  38.171  	13.240  	6-7   
Cattolica Eraclea              	   37.439  	13.395  	6-7   
Cianciana                      	   37.521  	13.433  	6-7   
Custonaci                      	   38.073  	12.687  	6-7   
Favignana                      	   37.931  	12.329  	6-7   
Giuliana                       	   	    37.670  	13.237  	6-7   
Grisì                         	   	    37.952  	13.091  	6-7   
Mezzojuso                      	   37.864  	13.465  	6-7   
Monreale                       	   38.082  	13.291  	6-7   
Montallegro                    	   37.392  	13.350  	6-7   
Montemaggiore Belsito          37.847  	13.761  	6-7   
Palermo                        	   	   38.115  	13.362  	6-7   
Piana degli Albanesi           	   37.996  	13.284  	6-7   
Pioppo                         	   	   38.047  	13.229  	6-7   
Ribera                         	   	   37.502  	13.269  	6-7   
Santa Cristina Gela            	   37.984  	13.328  	6-7   
Termini Imerese                	   37.985  	13.698  	6-7   
Terrasini                      	   	   38.151  	13.084  	6-7   
Trappeto                       	   	   38.067  	13.039  	6-7   
Ventimiglia di Sicilia         	   37.923  	13.569  	6-7   
Villafrati                     	   	   37.906  	13.485  	6-7   
Agrigento                      	   	   37.312  	13.578  	6     
Alessandria della Rocca       37.569  	13.454  	6     
Alia                           	   	   37.778  	13.714  	6     
Alimena                        	   	   37.694  	14.113  	6     
Aliminusa                      	   37.864  	13.780  	6     
Altavilla Milicia              	   38.042  	13.550  	6     
Altofonte                      	   	   38.044  	13.298  	6     
Aragona                        	   	   37.407  	13.618  	6     
Bagheria                       	   	   38.078  	13.508  	6     
Belmonte Mezzagno              38.048  	13.388  	6     
Bivona                         	   	   37.618  	13.440  	6     
Bolognetta                     	   37.964  	13.456  	6     
Bompietro                      	   37.744  	14.099  	6     
Borgetto                       	   	   38.047  	13.143  	6     
Buseto Palizzolo               	   38.012  	12.712  	6     
Caccamo                        	   37.932  	13.664  	6     
Caltavuturo                    	   37.821  	13.891  	6     
Cammarata                      	   37.633  	13.637  	6     
Campofelice di Roccella        37.991  	13.886  	6     
Carini                         	   	    38.131  	13.182  	6     
Castelbuono                    	   37.929  	14.090  	6     
Casteldaccia                   	   38.057  	13.535  	6     
Castellana Sicula              	   37.781  	14.042  	6     
Casteltermini                  	   37.540  	13.645  	6     
Castronuovo di Sicilia           37.678  	13.604  	6     
Cefalà Diana                  	   37.915  	13.463  	6     
Cefalù                        	   	   38.036  	14.020  	6     
Cerda                          	   	   37.904  	13.816  	6     
Cinisi                         	   	   38.157  	13.107  	6     
Collesano                      	   37.921  	13.938  	6     
Erice                          	   	  38.037  	12.588  	6     
Ficarazzi                      	   	  38.088  	13.463  	6     
Gangi                          	   	  37.796  	14.205  	6     
Geraci Siculo                  	   37.857  	14.154  	6     
Gratteri                       	   	  37.965  	13.973  	6     
Isnello                        	   	  37.943  	14.006  	6     
Isola delle Femmine              38.194  	13.250  	6     
Lascari                        	   	  38.000  	13.941  	6     
Lercara Friddi                 	   37.748  	13.603  	6     
Misilmeri                      	   	  38.035  	13.451  	6     
Paceco                         	   	  37.980  	12.558  	6     
Palazzo Adriano                	   37.681  	13.379  	6     
Petralia Soprana               	   37.797  	14.108  	6     
Petralia Sottana               	   37.807  	14.092  	6     
Polizzi Generosa               	   37.812  	14.000  	6     
Pollina                        	   	   37.992  	14.145  	6     
Prizzi                         	   	   37.721  	13.432  	6     
Raffadali                      	   	   37.403  	13.531  	6     
San Biagio Platani             	   37.509  	13.525  	6     
San Mauro Castelverde          37.914  	14.190  	6     
San Vito lo Capo               	   38.174  	12.735  	6     
Santa Flavia                   	   38.081  	13.526  	6     
Santo Stefano Quisquina        37.625  	13.492  	6     
Sciara                         	   	   37.914  	13.762  	6     
Sclafani Bagni                 	   37.820  	13.855  	6     
Siculiana                      	   	   37.336  	13.421  	6     
Trabia                         	   	   37.994  	13.655  	6     
Trapani                        	   	   38.017  	12.515  	6     
Valderice                      	   	   38.039  	12.618  	6     
Valledolmo                     	   37.747  	13.826  	6     
Vicari                         	   	    37.824  	13.570  	6     
Villabate                      	   	  38.076  	13.444  	6     
Balata di Baida                	   38.023  	12.788  	5-6   
Caltanissetta                  	   37.490  	14.063  	5-6   
Macari                         	   	   38.130  	12.741  	5-6   
Ustica                         	   	   38.709  	13.193  	5-6   
Campobello di Licata            37.258  	13.918  	5     
Campofranco                    	   37.511  	13.714  	5     
Canicattì                     	   	   37.360  	13.849  	5     
Favara                         	   	    37.314  	13.658  	5     
Grotte                         	   	  37.402  	13.701  	5     
Joppolo Giancaxio              	   37.387  	13.555  	5     
Licata                         	   	   37.101  	13.939  	5     
Mussomeli                      	   37.578  	13.753  	5     
Naro                           	   	   37.295  	13.793  	5     
Palma di Montechiaro           37.192  	13.762  	5     
Pietraperzia                   	   37.419  	14.137  	5     
Porto Empedocle                	   37.289  	13.528  	5     
Racalmuto                      	   37.408  	13.734  	5     
Ravanusa                       	   37.267  	13.973  	5     
Realmonte                      	   37.307  	13.463  	5     
Resuttano                      	   37.679  	14.030  	5     
Riesi                          	   	    37.282  	14.083  	5     
San Cataldo                    	   37.485  	13.989  	5     
Santa Caterina Villarmosa     37.590  	14.032  	5     
Serradifalco                   	   37.456  	13.881  	5     
Sommatino                      	   37.333  	13.992  	5     
Vallelunga Pratameno           37.682  	13.831  	5     
Villalba                       	   	   37.654  	13.843  	5     
Villarosa                      	   	   37.586  	14.174  	5     
Enna                           	   	   37.566  	14.275  	4     
Catania                        	   	   37.502  	15.087  	2-3   
Messina                        	   	   38.185  	15.555  	2-3   
Milazzo                        	   	   38.224  	15.240  	2-3   
Aci Bonaccorsi                 	   37.599  	15.108  	NF

Sui numeri riguardanti la popolazione, bisogna considerare che, a tutt’oggi, non sono precisi fino all’unità, comunque all’epoca si contarono circa 1.000 feriti e 70.000 sfollati. Per quanto riguarda i feriti, questi furono oltre 600, mentre le vittime – secondo il Dipartimento di Protezione Civile – furono 296. Potevano essere numeri ben peggiori, le terribili scosse della notte avrebbero potuto uccidere molto di più, ma i terremoti durante la giornata del 14 avevano già fatto scappare ed evacuare gran parte delle persone.

Quel che era rimasto ancora in piedi, anche se pericolante o danneggiato, fu raso al suolo o ulteriormente colpito dal terremoto (magnitudo 5.37) delle ore 10,56 e 46 secondi del 25 gennaio 1968. Da quel momento le autorità proibirono vietarono anche di entrare nelle rovine di alcuni paesi, Salaparuta, Montevago e Gibellina. Questa fu la prima di quattro grandi scosse di fine mese, con l’ultima manifestatasi il 26 gennaio 1968.

Il terremoto a Partanna, breve testimonianza di Monsignor Calogero Russo

Alcuni anni fa ebbi modo di incontrare padre Calogero Russo, oggi prossimo ai 104 anni (è nato il 21 maggio del 1918), Decano della Diocesi di Mazara del Vallo, vera memoria storica e spirituale del territorio.

Fu l’ultimo arciprete della Chiesa Madre di Partanna a essere indicato per quel compito (come da antica tradizione) dalla famiglia Grifeo. Da quasi 81 anni sacerdote, fu ordinato a Mazara l’8 marzo 1941 in piena Seconda Guerra Mondiale. Nella sua vita ha visto passare ben nove Papi sul Soglio Pontificio.

Quel terremoto Monsignor Russo lo rammenta benissimo e mi raccontò le prime fasi del sisma da lui vissute con fortissima impressione.

Ero andato a trovarlo alcuni anni fa mentre mi trovavo a Partanna. Mi accompagnò la dottoressa Donna Rosalia Crescenti. Lo trovammo a letto dove da anni è costretto a trascorrere la quasi totalità del suo tempo.

All’inizio parlammo di altro, poi la conversazione si spostò in maniera del tutto naturale ai ricordi del terremoto del 1968. Tra curiosità e voglia di conoscersi, il capitolo del sisma non poteva restare fuori: è stata un’esperienza terribile, ma fondamentale.

“Il momento fu impressionante, il movimento del terreno, tutto quel rumore – mi disse Monsignor Calogero Russo – Non lo dimenticherò mai. In un primo momento cercammo di organizzarci in Chiesa Madre. Ma le scosse si susseguirono. Il segno in chiesa era evidente. Le mura erano pendenti da un lato, del tutto impressionante: in un primo momento, quando si inclinarono, ebbi il dubbio che fosse frutto di un giramento di testa. Invece si erano inclinate veramente. Il pericolo era grande, quindi non doveva rimanere nessuno. Era grande la tristezza di vedere quasi piegato il maggiore tempio di Partanna, ma dominava la paura di vedere in pericolo molte vite, c’era gente da aiutare”.

Poi la scossa definitiva, quella che fece crollare la Chiesa Madre, monumento storico risalente al XVI secolo, uno dei massimi esempi di barocco trapanese, una grande chiesa a tre navate, elegante, ispiratrice di elevazione spirituale per il suo aspetto frutto di una realizzazione artistica di grande pregio, i suoi stucchi che richiamavano e – fortunatamente – richiamano ancora quelli del Serpotta all’oratorio di San Lorenzo a Palermo.

“La scossa successiva fu fatale. Le mura già inclinate non ressero il colpo. Tutto crollò, dalla facciata fin quasi all’altare e al prezioso coro ligneo. Una distruzione che però non fu fatale”, proseguì don Russo nel suo racconto sul terremoto del 1968.

L’Arciprete sostenne con grande forza la popolazione, il ricovero della gente, si dedicò al conforto delle famiglie e alla ricostruzione dell’abitato. Il Decano della Diocesi si battè per la ricostruzione della Chiesa madre, cosa che poi avvenne ridando splendore al grande tempio. Lavori che sono proseguiti molto tempo dopo, nel 2013, con un perfezionamento del restauro: oggi la chiesa splende più che mai, riportata all’antica bellezza.

Sempre Monsignor Russo con la gente di Partanna riuscì a scongiurare la totale demolizione della Chiesa del Purgatorio, accanto a Castello Grifeo (il maniero invece resse benissimo il terremoto): la chiesa era rimasta danneggiata sì, ma era recuperabilissima. Purtroppo le autorità iniziarono a buttarne giù le mura (sostenute da basamenti e dall’antica torre che appartenevano anticamente a un’altra ala del vicino castello). Due fatti impedirono l’abbattimento della facciata: le ruspe agganciate alla struttura con cavi d’acciaio cominciarono a tirare, ma a un certo punto proprio quei cavi si spezzarono.

Allora i partannesi e Monsignor Russo si opposero ad altri tentativi. Oggi, quel prospetto si erge fiero e incantato sulla stessa piazza belvedere dove si affaccia verso valle uno dei prospetti di Castello Grifeo.

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5 commenti Aggiungi il tuo

  1. Antonio Gaggera ha detto:

    Ricordo la prima scossa, all’ora di pranzo della domenica. Ero a casa dei nonni a Castelvetrano. Avevo circa dieci anni e non mi accorsi di nulla, al contrario dei miei, che si allarmarono. Le prime scosse furono relativamente leggere e tornammo a casa, a Mazara, dove vivevamo in quel periodo. La notte seguente ci fu la scossa più forte e, ricordo, dormimmo in macchina, come tanti altri, pur essendo in una zona non particolarmente colpita.
    Di quel periodo ricordo le scuole chiuse per ospitare i terremotati, il fatto che andammo, ospitando alcuni parenti, in una casa di villeggiatura in campagna, le baraccopoli (specialmente quella del belvedere di Castelvetrano, che fu abitata per decenni) e i segni sulle case, che indicavano lo stato strutturale dell’edificio: un triangolo, un cerchio, una croce.

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Alcuni segni a Partanna sono ancora presenti in qualche palazzetto o lotto dove prima c’era una casa, spesso proprietà di chi andò via anche all’estero e lasciò tutto. Sono anche questi monumenti a ricordo di quella tragedia come lo è un grande palazzo antico, puntellato, tra Castello Grifeo e la Chiesa Madre: è così dal terremoto, con affreschi interni e altro. Come se la proprietà aspettasse il crollo per far costruire del nuovo. So che c’è una sorta di braccio di ferro col Comune.

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      1. Antonio Gaggera ha detto:

        Speriamo la spunti il Comune.

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        1. Giuseppe Grifeo ha detto:

          Magari! Perché sarebbe un ottimo spazio museale dove mettere tutti i reperti di scavo oggi solo in parte a Castello Grifeo e ottimo polo culturale

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  2. Giuseppe Grifeo ha detto:

    L’ha ripubblicato su Il Grifone, l'artiglio, la penna e la forchettae ha commentato:

    Bastano pochi attimi e quello che sembra eterno, usuale, quotidiano, normale, viene totalmente sconvolto. Case, edifici storici, strade, tutto crolla. Vite, esistenze spezzate, famiglie monche dei loro affetti, amputate, ferite se non dissolte. Il terremoto del Belìce dal 14 al 25 gennaio del 1968 colpì duramente una vasta area della Sicilia occidentale. Interi borghi e paesi furono letteralmente cancellati: Gibellina, Salaparuta, Poggioreale e Montevago.
    Una storia dolorosa che, come diverse altre, ha scontato e sta ancora scontando ritardi dai tanti governi centrali. Eppure fino al 2023 sono passati ben 55 anni da quei giorni in cui la terrà tremò scrollandosi di dosso uomini e cose.
    Qui richiamo un precedente articolo per rinnovare il ricordo, le storie di vita, le immagini. In questo caso particolare dell’amata e antica Partanna senza dimenticare i dati che mettono nero su bianco il numero e la forza delle distruttive scosse sismiche: tra i 345 movimenti tellurici registrati dal 14 al 25 gennaio, nella notte del 15 alle ore 2,01 una scossa raggiunse magnitudine 6.41.
    Circa 25.000 persone furono ospitate in diverse strutture e tendopoli. L’evento diede una forte spinta all’emigrazione e circa 10.000 siciliani se ne andarono verso Nord.
    La prima scossa? Alle ore 13,28 e 24 secondi del 14 gennaio 1968: magnitudo media pari a 5.1

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