Trapani, scuola pianistica all’avanguardia alla base della Master Class del 26 febbraio-13 marzo del Maestro Vincenzo Marrone d’Alberti

È la scuola pianistica più moderna degli ultimi anni. Alla sua base principi vitali sulla biomeccanica della mano, studi sulla corretta gestualità, le dita appropriate, quali muscoli sono i più importanti e vitali per tutto questo studio alla ricerca del movimento perfetto e delle note perfette.

Parte dal principio della tecnica pianistica che si deve basare sulla coordinazione e non sulla ripetizione muscolare ossessiva, inutile, e dannosa – sottolinea il Maestro Vincenzo Marrone d’Alberti, presidente di Trapani Classica – Bisogna conoscere esattamente quale è il movimento che corrisponde alla giusta coordinazione. L’utilizzo, per esempio, di muscoli e tendini antagonisti: l’uso di adduttore ed estensore insieme ti spacca la mano. È una scuola pianistica che, in forza della sua essenza, previene lesioni alla mano, che cura addirittura la mano”.

L’iniziativa di questa particolare Master Class (26 febbraio-13 marzo 2022) fa parte delle manifestazioni e del programma dell’Associazione Musicale e Culturale “Trapani Classica” che vedranno il via concertistico con il grande recital del 5 marzo grazie alla grande Marcella Crudeli (Sala Sodano-Palazzo d’Alì, ore 18) che interpreterà musiche di Mendelssohn, Schubert e Chopin.


Giuseppe Grifeo – Quindi è una scuola che rivoluziona il concetto di utilizzo del corpo e di interfacciamento con lo strumento musicale, in questo caso il pianoforte.

Tobias Augustus Matthay

Vincenzo Marrone d’Alberti – “Viene ulteriormente sviluppato negli Stati Uniti grazie a Dorothy Taubman che assimila e continua i principi basilari della scuola pianistica inglese di Tobias Augustus Matthay, colui che dall’inizio del 1900 è stato il più grande compositore, musicista, insegnante e vero e proprio scienziato del mondo: aveva considerato e riformato tutta la materia con i suoi complessissimi trattati. Tra i tanti, L’atto del tocco in tutta la sua diversità: un’analisi e una sintesi della produzione di suoni di pianoforte, poi Il principio della rotazione nell’esecuzione del pianoforte e ancora Il visibile e l’invisibile nella tecnica del pianoforte. Alla base di tutto il giusto tocco del pianoforte e l’analisi dei movimenti del braccio”.

G.G. – Scienza e Arte qui si toccano per avvicinarsi alla perfezione del movimento e dell’interpretazione salvaguardando l’artista. Questa è anche una risposta a un cambiamento di scenario sugli strumenti utilizzati nei concerti e nelle rappresentazioni musicali.

V.M.d’A. – “Tutto questo ha completamente riformato e trasformato il pensiero sulla tecnica pianistica che, in questo modo, è diventata e diviene scienza. Qquasi una scienza esatta e contrapposta rispetto allo studio disordinato, articolato fino a quel momento in atto. Principi nuovi che vennero fuori anche perché i pianoforti erano diversi: l’articolazione digitale della mano, per esempio l’uso di estensore e flessore insieme, comportava sforzi ben diversi e più lievi quando c’era il ben più leggero clavicembalo. Su un pianoforte di oggi, su uno Steinway da concerto, questo stesso movimento fa solo male alla mano perché il peso per ogni tasto è notevole, quasi 40 grammi in più: un clavicembalo ha un peso a tasto di 20 grammi, mentre il tasto di un attuale Steinway odierno arriva a quasi 60. Circa tre volte di più. Quindi, bisogna arrivare a studiare e a utilizzare al meglio tutto il sistema del tocco del dito sul tasto, uso dell’intera mano che spinge in giù, non più movimento estensore-flessore, ma un sistema di leve, di peso dell’avambraccio, del braccio insieme alla mano. Elementi che, tutti insieme, concorrono alla formazione del tocco”.

G.G. – In breve, è il miglior modo per utilizzare le capacità fisiche, non solo sforzo, ma equilibrio e ripartizione del movimento per un risultato sempre più perfetto?

V.M.d’A. – “È un processo di movimento che è possibile spiegare facendo un parallelo con il gioco del tennis: il principio di rotazione dell’avambraccio per unificare tutto questo coordinamento è proprio il meglio che possa esistere per colpire la pallina nella maniera più perfetta rispetto al solo uso muscolare, quello con il lancio nudo e crudo della racchetta. Con il movimento della rotazione si trasferisce il peso del colpo o del tocco per quanto riguarda il pianoforte. Si trasferisce sull’intera mano distribuendo lo sforzo”.

“Dedico tutto questo ai miei studenti, a quelli che ho incontrato nella mia vita. Adesso il mio sogno è di riportare qui in Sicilia i miei studi, le mie ricerche… e si sta avverando!”, conclude Marrone d’Alberti.

Tutto questo dà una perfetta idea sul seminario ideato e proposto per il 26 febbraio-13 marzo a Trapani dal Maestro Vincenzo marrone d’Alberti.

È frutto della sua formazione europea e statunitense, immerso nella scuola pianistica che affonda le sue radici negli studi di Tobias Augustus Matthay.

Infatti, lo stesso Marrone d’Alberti ha avuto il grande vantaggio di avere come guida Dorothy Taubman, insegnante di musica, docente e fondatrice americana del Taubman Institute of Piano, nonché ideatrice del “Taubman Approach” per suonare il pianoforte. Un incontro avvenuto dopo che il Maestro iniziò gli studi a Friburgo dal 1988, un processo iniziato con Edith Picht Axenfeld poi alla Musikhochschule di Francoforte con la pianista russa Irina Edelstein e l’incontro con Nina Tichman che consentì al Marrone d’Alberti di iniziare a fare sue le conoscenze della tecnica pianistica della scuola Matthay-Taubman, nel 1993 alla Taubman school of piano, Amherst College, in Massachusetts, negli Stati Uniti ed Edna Golandsky.

26 febbraio e 13 marzo 2022 a Trapani, Master Class del Maestro professore Vincenzo Marrone d’Alberti

Seminario sulla Tecnica pianistica. “I principi fondamentali per una perfetta coordinazione motoria”. La scuola “Matthay – Taubman” (link pagina Facebook dell’evento).

Corso-seminario tenuto dal Maestro professore Vincenzo Marrone d’Alberti.
Trapani 26 Febbraio e 13 Marzo 2022

Caratteristiche del seminario

– Discussione su tutti gli aspetti più importanti della tecnica pianistica.
– le azioni del tocco Pianistico.
– Giacenza della mano nel legato e nello staccato.
– Relazioni del peso del braccio, avambraccio e della mano, nelle tre grandi specie.
24 atti del tocco nel legato.
18 atti del tocco dello staccato.
– Attitudine “piatta e ricurva” del dito.
– analisi profonda sul movimento delle dita, coordinazione e non sforzo. Uso appropriato dei tendini della mano.
-Analisi dei vari movimenti corretti e scorretti che provocano danni ai tendini
– malattie della mano
Sindrome del Tunnel carpale, infiammazione dei flessori profondi, lesioni degli estensori della mano, morbo di Dupuytren, distonia focale.
– Analisi del movimento rotazionale dell’ avambraccio essenziale per una coordinazione perfetta.
– Relazione e differenze tra movimento singolo rotazionale e doppio.
– “Allineamento e bilanciamento”: posizione ideale della mano.
Movimenti circolari di “raccoglimento”, peso aggiuntivo, peso di trapasso.
“walking” and “up and down” , Grouping.
Tensione e rilascio muscolare.
Discussioni di passaggi di abilità. Perfetta coordinazione sulle scale e passaggio del pollice. Peso aggiuntivo o movimento aggiuntivo, differenza tra “out e backward” e “in and forward”.
E tanto altro…

La tecnica pianistica è una scienza.

Il seminario è aperto a Pianisti, insegnanti, studenti che vogliono approfondire i principi più importanti della bio-meccanica della mano.

È indicato per chi ha problemi di coordinazione o disturbi alla mano.

Il corso dura 16 ore nei giorni 26 Febbraio e 13 marzo. Il numero massimo previsto è di 12 persone.

Per avere informazioni basta scrivere alla mail associazione@trapaniclassica.it

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2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Giovanna ha detto:

    Penso che suonare il pianoforte non sia soltanto tecnica…ma qualcosa di intimo e personale che il pianista esprime .. quindi direi un mix di anima ed esperienza.

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    1. Giuseppe Grifeo ha detto:

      Infatti. Questa tecnica pianistica alla ricerca di una più efficace armonia, come sottolineato nell’articolo, ha il pregio di tutelare mani e braccia, di ottimizzare lo sforzo evitando danni tendinei e muscolari, soprattutto con l’uso dei pianoforti moderni (intendo quelli da inizio 1900 in poi) che richiedono maggior forza e tensione con le dita.
      È una nuova indicazione di armonia tra strumento e corpo in modo che la propria capacità interpretativa possa esprimersi con molta più libertà, senza alcun tipo di freno (se non se stessi) e senza danni potenziali. Il tutto grazie a un diverso coinvolgimento di tendini, muscoli, rotazioni armoniche di avambraccio e braccio.
      Certo che il pianoforte non è solo tecnica

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