“I vini marchigiani sono usciti dal cono d’ombra grazie anche alle politiche regionali che si sono dimostrate lungimiranti. Il nostro vigneto sta crescendo e negli ultimi 5 anni sono mille i nuovi ettari impiantati che hanno permesso di raggiungere una superficie di 18.000 ettari”. Queste le parole di Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt – link), a conclusione della 54a edizione di Vinitaly – Salone internazionale dei vini e distillati. L’evento a Veronafiere ha permesso di mettere in evidenza e segnare una più marcata emancipazione dei vini delle Marche, momento caratterizzato dal grande interesse di distributori e acquirenti.
La mappa dei vini marchigiani è stata rimodellata negli anni in modo da favorire sempre di più la qualità finale del prodotto. Sono stati scelti territori incastonati nei versanti collinari affacciati verso Sud, in una gestione che vede insieme tradizione secolare e profonda innovazione. In questo caso si può tranquillamente affermare che i marchigiani sono tornati alla terra e lo stanno facendo con grande successo. Le esportazioni di vini marchigiani nel 2021 sono cresciute del 5,4% a oltre 57,6 milioni di euro. Sul fronte della produzione nelle cantine, l’imbottigliamento totale è giunto quasi a quota 200.000 ettolitri.
Tra le tipologie, i Docg Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Conero Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva, Vernaccia Serrapetrona.
Poi i DOC con Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, I Terreni di San Severino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica.


Le Marche sono al secondo posto per incidenza bio sul vigneto: altissima la percentuale, pari al 35,6%, il doppio della media italiana ferma al 17,5%. Fa meglio solo la Calabria col suo 39%.
Nei quattro giorni che hanno caratterizzato Vinitaly, negli stand delle 107 aziende alla manifestazione e che danno vita, producono i vini marchigiani, sono state stappate oltre mille bottiglie per consentire l’assaggio agli interessati, a chi era incuriosito.
Una fase importante e cruciale questa, con il ritorno in presenza dei tanti contatti nazionali, europei e dalle Americhe oltre che da altri continenti. Chiaro segno di un riavvio dei rapporti, fattore che dà nuova speranza al settore che oggi è fortemente segnato dall’abnorme rincaro di materie prime necessarie alla produzione e al confezionamento, oltre al rincaro bollette energetiche.
“Siamo soddisfatti di questa edizione di Vinitaly – ha proseguito Mazzoni – che ha visto la partecipazione oltre ogni aspettativa di buyer, importatori e distributori a dimostrazione di quanto la fiera sia sempre più orientata al business”.

Tra una bottiglia stappata e il tintinnare di bicchieri, sono arrivati anche Mirco Carloni, vicepresidente della Regione Marche nonché assessore all’Agricoltura e Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche, alla sua la prima volta negli spazi del Vinitaly.
“Le Marche sono una regione ‘plurale’, ricca di caratteristiche varietali che la rendono unica e allo stesso tempo complessa. Su queste caratteristiche di unicità, dobbiamo costruire un sistema di valorizzazione delle nostre produzioni agricole e del turismo regionale – ha detto l’assessore Carloni –, attraverso azioni corali rivolte sia alla crescita della qualità sia allo sviluppo dell’accoglienza in campagna, traendo insegnamento da quanto fatto dal punto di vista legislativo per il settore enoturistico e agrituristico”.
“A Vinitaly si percepisce tantissima voglia di ripartire e di costruire un futuro basato su progetti importanti – ha rimarcato il presidente Francesco Acquaroli – Chiaramente il contesto internazionale che stiamo vivendo sta creando dubbi, incertezza e perplessità negli imprenditori. Ma siamo fiduciosi che la buona qualità di nostri prodotti, insieme ai momenti brutti che siamo stati in grado di superare, potranno essere l’elemento dirimente per proiettarci in una fase di ripresa che sia costante e non interrotta da variabili non riconducibili a nessuno di noi”.
“È stato un Vinitaly sorprendente, non eravamo più abituati a questo numero di contatti – ha affermato Michele Bernetti, presidente Imt – Erano presenti praticamente tutti i nostri importatori europei oltre che una discreta partecipazione da oltreoceano. L’interesse dimostrato nei confronti del vino marchigiano nel corso di questi quattro giorni rappresenta il punto di ripartenza per perseguire il nostro obiettivo principale: il miglioramento del valore medio delle produzioni”.