La Germania ha restituito all’Italia quattro beni storici rubati e finiti nel traffico illegale e internazionale di reperti e opere d’arte. In più via libera all’accordo tra Carabinieri TPC e l’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia che iniziano a lavorare insieme per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano.
L’operazione di sequestro e restituzione rappresenta per me che scrivo l’ennesimo motivo di orgoglio e di grande soddisfazione anche perché mi occupo di queste operazioni da almeno una decina di anni. Ogni reperto archeologico, ogni dipinto o manoscritto che ritorna, è il recupero del nostro retaggio, di una storia che era stata violentemente portata via dall’Italia.
In più è l’ennesimo segno che è possibile lavorare molto bene a livello internazionale: una vittoria nella cooperazione tra nazioni e strutture diverse per stroncare il mercato clandestino internazionale delle opere d’arte e dei reperti archeologici, un’azione comune (in questo caso italo-tedesca) che comprende la Convenzione UNESCO del 1970 per facilitare anche i rimpatri a livello europeo e globale di beni culturali rubati e ricettati.
Tre preziosi oggetti che dalla Germania tornano in Italia
Un’antica pergamena cinquecentesca, un dipinto del Tassi, un manoscritto medico del 1600, una moneta d’oro di Treviri risalente al 385 d.C.

Questi i beni che erano stati trafugati in Italia e che erano finiti in Germania. Oggi tutti di nuovo nelle mani del Bel Paese grazie alla restituzione ufficiale all’ambasciata italiana a Berlino.
Ne ha dato notizia l’Unesco che ha sottolineato come Claudia Roth, ministro tedesco per la Cultura e i Media, abbia consegnato tutto all’ambasciatore italiano Armando Varricchio. All’origine dell’operazione le indagini dei Carabinieri TPC-Comando Tutela Patrimonio Culturale. Cosa hanno sequestrato e restituito le forze dell’ordine tedesche? Ecco l’elenco analitico:
- Una pergamena in miniatura che fa parte di un messale cinquecentesco di Ludovico da Romagnano trafugato dagli archivi della Curia Vescovile di Torino nel 1990.
- Il dipinto “Orlando scopre l’amore di Angelica per Medoro” dell’artista Agostino Tassi (1578-1644) sottratti illegalmente a un collezionista privato di Bologna, opera sequestrata a Monaco nel 2021.
- Un manoscritto del medico, filosofo e astrologo Nostradamus del 1610, sequestrato a Pforzheim nel 2021.
- Una moneta d’oro coniata a Treviri intorno al 385 d.C. con il ritratto dell’imperatore Magno Massimo trafugata dal Museo Archeologico Nazionale di Parma nel 2009 e recuperato ad Hannover nel 2021.

Alla cerimonia di consegna nei locali dell’Ambasciata d’Italia a Berlino erano presenti Irmgard Maria Fellner, vicedirettore generale per la Cultura e la Comunicazione al ministero degli Esteri Federale Tedesco, il Generale di Brigata Roberto Riccardi, Capo del Comando dei Carabinieri per la Tutela dei Beni Culturali.
Potenziare i mezzi di ricerca e valutazione per riportare a casa beni culturali rubati: collaborazione Carabinieri TPC e IIT
Questo è un altro strumento che permette di combattere al meglio i ricettatori internazionali, indagare su opere di non chiara provenienza, di fare chiarezza e attribuire con correttezza la proprietà di beni antichi e preziosi.

Il direttore scientifico dell’IIT (link), Giorgio Metta e il Comandante dei Carabinieri TPC (link), Generale di Brigata Roberto Riccardi (foto a lato), hanno firmato il Memorandum di Intesa che stabilisce e traccia per i prossimi tre anni la collaborazione tra l’Istituto Italiano di Tecnologia e il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. documento siglato nella sede IIT di Genova Morego.
Cosa si intende per accordo? Quali capisaldi, quali fondamentali stabiliscono questa opera comune?
Nel documento i due enti sottolineano che intendono “sviluppare e implementare attività di ricerca e soluzioni tecnologiche per l’identificazione di beni culturali all’interno del mercato illecito, la loro autenticazione e protezione, oltre all’individuazione di scavi clandestini e di siti di valore culturale giacenti nel sottosuolo tramite tecnologie satellitari”.
Quindi una lotta al furto di beni preziosi sin dalle origini visto che vogliono monitorare le aree archeologiche dallo spazio.
Con questo Carabinieri TPC e IIT vogliono individuare nuovi strumenti tecnologici di contrasto agli illeciti nel settore dell’art crime. Oltre agli scavi clandestini nei siti archeologici, punteranno al traffico online di beni culturali.


In particolare, le attività di ricerca nell’ambito dell’art crime già in atto nel centro IIT di Venezia riguardano l’utilizzo del machine learning per identificare il patrimonio culturale rubato e messo in vendita su internet e l’uso dell’intelligenza artificiale per analizzare i dati provenienti dagli avvistamenti dei satelliti nello spazio e individuare siti di scavi non autorizzati, per fermare l’acquisizione abusiva e il saccheggio di antichità. A breve inoltre saranno avviate nuove ricerche mirate all’individuazione di network criminali tramiti avanzati sistemi informatici basati sull’intelligenza artificiale.
Comunicato Carabinieri TPC/IIT


Poi c’è uno strumento che già da molti anni è ben conosciuto a livello internazionale, utilizzato come base dati in ricerche globali anche da organismi di polizia di altre nazioni e sovranazionali, la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando TPC e che grazie alla collaborazione con l’IIT sarà ulteriormente potenziato.
Per realizzare tutto questo, oltre al Comando TPC dei Carabinieri e all’Istituto Italiano di Tecnologia, anche il Center for Cultural Heritage – CCHT (link), centro IIT di Venezia che ha caratteristiche molto particolari: l’attività di ricerca viene pianificata in base ai bisogni reali di chi ogni giorno si impegna a conservare e restaurare il patrimonio artistico nazionale ed internazionale e si snoda su diversi piani sfruttando le competenze tecnologiche di IIT nel campo delle scienze dei materiali, della computer vision, dell’intelligenza artificiale, del machine learning e della robotica.
“La missione istituzionale di IIT è quella dell’eccellenza nella ricerca e il suo trasferimento verso applicazioni concrete a beneficio di tutti – racconta Giorgio Metta, Direttore Scientifico di IIT – Questo accordo ci permette di mettere in pratica le nostre conoscenze nell’ambito delle nuove tecnologie del digitale per la tutela dei beni culturali, partendo dalle esigenze reali di chi si occupa di questa tematica quotidianamente. Grazie a questo accordo, lavoreremo in maniera sinergica con l’Arma dei Carabinieri, affinché i nostri studi contribuiscano a migliorare la tutela e salvaguardia del patrimonio artistico. Siamo orgogliosi di poter aiutare a difendere qualcosa che rende l’Italia un luogo speciale, come sappiamo noto in tutto il mondo”.
“Dal 1969 a oggi i Carabinieri dell’Arte hanno recuperato più di tre milioni di beni culturali. È un risultato importante, ma abbiamo ancora tanto da fare. Guardiamo con grande interesse alle sinergie con l’Istituto Italiano di Tecnologia e il suo Centro dedicato al Patrimonio Culturale, con il quale abbiamo già avuto altre forme di collaborazione – sottolinea il Generale di Brigata Roberto Riccardi, Comandante dei Carabinieri TPC – L’innovazione tecnologica è la direzione in cui andare, per sviluppare azioni dirette al recupero e alla salvaguardia delle nostre meraviglie. È la migliore premessa affinché il futuro ci restituisca il passato”.
“La possibilità di collaborare direttamente con l’Arma dei Carabinieri nello sviluppo di tecnologie di contrasto al traffico e spoliazione di beni culturali ci permetterà di creare prodotti realmente su misura per le loro esigenze di tutela del patrimonio storico-artistico-archeologico italiano e internazionale – dice Arianna Traviglia, direttrice del Center for Cultural Heritage dell’IIT – Il nostro Centro è all’avanguardia nell’uso dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito dei Beni Culturali, con vari progetti già attivi per la loro protezione e salvaguardia, in alcuni casi anche finanziati dalla Commissione Europea e in collaborazione con enti come l’Agenzia Spaziale Europea: il supporto dei Carabinieri in questo percorso di ricerca ci darà modo di migliorare la qualità delle applicazioni tecnologiche che stiamo sviluppando e di quelle previste nei progetti in fase di avvio”.