Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, oltre mezzo secolo di servizio, oggi sempre più nel segno dell’innovazione e delle nuove tecnologie

Tante sfide vinte, una quantità immensa di reperti archeologici e opere d’arte trafugate che sono state riportate in Italia. Sono stati 53 anni di lavoro che sono serviti anche per ritrovare preziosi oggetti d’arte rubati ad altre nazioni, rintracciati e riconsegnati a quei paesi. Carabinieri TPC, oltre mezzo secolo di servizio, oggi nel segno dell’innovazione e nuove tecnologie utili alle indagini. Il progetto SWOADS, Stolen Works of Art Detection System, il sistema Leonardo, la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” che costituisce il database più grande del mondo.

Tanto altro potrei raccontarvi su questo particolare nucleo dei Carabinieri dopo anni di lavoro che mi hanno permesso di raccontarli per molte testate giornalistiche e blog. Si tratta di una delle tante eccellenze italiane.

Ma è bene andare con ordine.

Il punto sull’attività del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale è stato fatto nell’incontro nella sede del Comando, a Roma in piazza Sant’Ignazio tra il Generale di Brigata Vincenzo Molinese, da poco più di un mese guida il Comando Carabinieri TPC, e il professor Gennaro Sangiuliano, neo ministro della Cultura.

Come sottolineato dai carabinieri, lo sviluppo della mole di azioni e la necessità di rintracciare le opere rubate – in molti casi esposte addirittura in noti musei esteri -, per poi rapidamente intervenire, è cosa possibile utilizzando nuove tecnologie con particolare attenzione a quelle applicate al campo dei beni culturali.

L’integrazione dei sistemi e il dialogo digitale, sono perfetti per venire rapidamente a capo di moltissime indagini.

Il progetto SWOADS (Stolen Works of Art Detection System), fortemente voluto dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, crea un sistema automatizzato di controllo dei beni culturali presenti sul web integrandosi con il sistema Leonardo, la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il database più grande del mondo.

Un argomento di questa portata è stato perfetto per un confronto a Venezia, lo scorso 14 ottobre, quando si è svolto il kick-off meeting per il progetto europeo “RITHMS”Research, Intelligence and Technology for Heritage and Market Security, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia di Venezia di cui il Comando TPC è partner.

Poi la collaborazione con le altre nazioni, a cominciare da quelle dell’Unione Europea.

Come sottolineato dal Nucleo TPC, lo scorso 16 ottobre, al quartier generale di Europol a L’Aja, sono stati esposti al pubblico alcuni beni culturali recuperati dal Comando di questi nostri Carabinieri.

“Il saccheggio delle aree di interesse archeologico, il furto delle opere d’arte, la contraffazione e l’esportazione dei beni culturali sono soltanto alcuni degli illeciti commessi dalla criminalità internazionale. Nella prestigiosa sede di Europol il Comando TPC ha presentato alcuni recuperi frutto di complesse operazioni investigative condotte in collaborazione con le Forze di polizia degli Stati interessati. Tra le opere in mostra, un elmo corinzio in bronzo risalente al 500 a.C. trafugato in data imprecisata in un’area compresa tra le regioni italiane di Puglia e Basilicata e recuperato in Belgio nel 2020; la scultura marmorea Sogno di bimba realizzata da Arturo Dazzi nel 1926, trafugata nel 2006 da una cappella privata di Roma, rimpatriata nel 2021 dopo essere stata recuperata in Francia; uno stamnos etrusco in bronzo risalente al 400-350 a.C., illecitamente scavato in Italia meridionale e recuperato a Londra nel 2019”.

Successivamente, a Parigi, il 19 ottobre 2022, un confronto diretto con i vertici Unesco: il Generale Molinese ha incontrato Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura.

Proficuo” è stato definito l’incontro nel tweet di Azoulay, che ha aggiunto “principali partner dell’Unesco nella lotta al traffico di beni culturali, i Carabinieri ci aiutano anche a formare le forze dell’ordine nel mondo”.

Da anni l’Italia collabora con l’Unesco per la tutela del patrimonio culturale intervenendo nelle aree di crisi con i Caschi blu della Cultura.

Gli ultimi due appuntamenti importanti nello scorso ottobre, il 27 e il 28:

  • alla Farnesina il Generale di Brigata Molinese ha incontrato l’ambasciatore italiano Pasquale Quito Terracciano per approfondire la collaborazione al contrasto del traffico illecito di beni culturali e per riaffermare l’impegno italiano alla protezione del patrimonio culturale nel mondo;
  • successivamente si è concluso il 22° corso di specializzazione dei nuovi Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale che entrano così a far parte della Forza di polizia più specializzata al mondo nella tutela del patrimonio culturale.

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