Sul caro carburanti e sulle accise c’è malafede, oppure un voltafaccia mal mascherato. Tra i tanti che ne parlano anche molta ignoranza

Mi risulta sempre più difficile osservare e sentire tutto quel che viene detto, dichiarato e scritto sul lievitare del prezzo dei carburanti. Spesso e volentieri sento commenti con la sola parola “benzina” (invece che carburanti in genere), sul fatto che le accise dovevano tornare per spingere la gente verso mobilità più ecologica ed elettrica. Tesi in precedenza caldeggiata dalla sinistra/centrosinistra. Ma l’ho sentito dire anche da qualche collega giornalista. Poi il/la presidente del Consiglio che giustifica il ritorno delle accise sui carburanti (tributo alla produzione o al consumo) per non privilegiare tutti alla pompa di benzina, così da utilizzare le risorse dello Stato in favore delle sole fasce più deboli.

Ma stiamo scherzando?

Ci deve essere una follia dilagante, una pandemia pazzemica (passatemi la definizione inventata) o un effetto non ancora conosciuto del long Covid che colpisce la massa cerebrale deprimendo la capacità di ragionare e di informarsi.

Oppure è malafede in purezza. Da una parte la voglia di fare facile propaganda e dall’altra la mancanza totale di professionalità nell’affrontare l’argomento.
Per molti sarà un doloroso boomerang politico.
Come ho già scritto nell’articolo sull’ultimo grande convegno di Confassociazioni (link), ancora una volta la politica arranca e si contraddice, rinnega anche il suo recentissimo passato, quello in cui affermava cose opposte, rendendo difficile il lavoro di chi vive la vita concreta e quotidiana.

Accisa, dall’Enciclopedia Treccani: Tributo indiretto applicato sulla produzione o sul consumo di determinati beni. Le a. assicurano alcune importanti finalità del sistema fiscale: la realizzazione del principio della generalità dell’imposta (in quanto colpiscono prodotti di largo consumo, in proporzione al consumo stesso); l’assicurazione di un gettito immediato e costante per lo Stato; la possibilità di rapide manovre fiscali mediante il ritocco delle aliquote.

Carburante, definizione del Dizionario delle Scienze Fisiche Treccani: carburante [Part. pres. di carburare (→ carburazione)] [FTC] [TRM] Combustibile capace di dare, una volta mescolato intimamente con l’aria, una miscela infiammabile, prevalentemente usato per alimentare motori a combustione interna; possono essere allo stato gassoso, come il metano, oppure liquido come la benzina e il petrolio; con riguardo agli usi, si distinguono, c. per auto (o c. auto), per aviazione (o c. avio), per motori Diesel, per turbine a gas, ciascuno dei quali caratterizzato da particolari requisiti.

Poteva sembrare superfluo, ma per me è stato un bene mettere queste definizioni enciclopediche perché molti sembrano avere idee confuse o incomplete sulla materia.
Da rammentare che come combustibile anche il gasolio per il riscaldamento deve una bella fetta del suo costo (il 42,7%) al tributo-accisa.
Per quanto riguarda la parte finale della definizione di accisa, “[…] la possibilità di rapide manovre fiscali mediante il ritocco delle aliquote”, questa dice tutto: allo Stato servono più soldi? Ebbene, tolgono denari a tutti ritoccando le aliquote. Li tolgono a TUTTI, dai deboli ai forti economicamente, alla pompa. Tolgono soldi a chi lavora, a chi utilizza mezzi di trasporto pubblico (Milano e poi Roma, per esempio, innalzano o innalzeranno a breve il costo dei biglietti) e a chi poi acquisterà beni trasportati con tir, furgoni e camion nei supermercati, nei negozi, nelle macellerie, nelle ferramenta ecc.

L’affermazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che senso ha? Non tagliare le accise per non favorire tutti, ma destinare soldi alla protezione dei più poveri? Sembra quasi voglia rifarsi al motto di Robin Hood…

Tagliare le accise significa tagliare i costi di conduzione per qualsiasi mezzo che viaggi sulle strade italiane, a cominciare da quelli pesanti (e tagliare costi aggiuntivi sulle merci da loro portate), i più inquinanti in assoluto, quelli che trasferiscono almeno il 70 per cento delle merci italiane. In mezzo ci metto naturalmente anche i mezzi di trasporto pubblico di superficie di qualsiasi centro urbano.

NON tagliare le accise significa che per qualsiasi azienda, piccola, media o grande e di qualsiasi tipo, i costi di trasporto dei prodotti si innalzano. Qui rientrano anche le aziende del trasporto pubblico.
CONSEGUENZA del NON taglio delle accise? Tutti siamo chiamati a pagare questa maggiorazione sul costo dei trasporti, a cominciare dai più deboli economicamente per i quali sarà più difficile comprare tutto, un’arancia, uno spillo, passando per i vestiti (anche quelli da bancarella), i generi alimentari (tutti), qualsiasi cosa, qualsiasi articolo/prodotto sul cui costo finale viene scaricato il maggior costo del suo trasporto. Ripeto, in tutto questo ricomprendo anche l’innalzamento dei biglietti del trasporto pubblico (a Milano sono già più costosi il biglietto ordinario ATM da 2 a 2,20 euro +10%, il carnet dieci corse da 18 a 19,50 euro, il giornaliero da 7 a 7,60 euro, il biglietto valido per tre giorni da 12 a 13 euro – aumento chiamato adeguamento Istat…).

Ma la vogliamo utilizzare un po’ di concretezza e di sincerità prima di prendere decisioni che ricadono sulla testa di tutti, sui deboli per primi? Proprio quelli che, a parole e con roboanti dichiarazioni, si vorrebbero proteggere?

Non ci vuole un economista, né un esperto di alta finanza per comprendere questo elementare meccanismo con le sue ovvie conseguenze.

Un’ultima annotazione la voglio mettere sulla sciocchezza secondo la quale delle menti occulte e affaristiche starebbero speculando sui costi dei carburanti. A parte il fatto che adesso i prezzi ricalcano il ritorno pieno della quota tributo-accisa, le punte di maggior aumento per benzina e gasolio sono del 14 marzo 2022, del 17 ottobre 2022 (non per la benzina) e del 27 giugno 2022, mentre per il GPL sono del 21 marzo 2022 e del 2 maggio 2022. Come da grafici del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica che ho messo più sopra.

I prezzi attuali sono ancora ben più bassi rispetto alle punte massime che ho evidenziato.

Se volete avere una visione immediata dei prezzi nei prossimi giorni/mesi/anni, basta che andiate all’apposita pagina (link) del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.

Non dobbiamo però dimenticare che sotto le feste il costo dei carburanti aumenta sempre, dal periodo di ferie estive a quelle di fine anno, ai fine settimana lunghi-ponti festivi e similari. Tutto segue una legge di mercato elementare: più richiesta, più in alto va il prezzo.
Questa cosa avviene da ben prima della mia nascita e lo ricordo da quando ho coscienza della cosa, quindi da quarant’anni. L’ho visto sempre accadere. Come tutti.

Non è una novità, ve ne prego!

Purtroppo, si è voluto far tornate il pieno regime dei tributi sui carburanti proprio durante le festività, quelle che hanno portato alla Befana e fino a domenica 8 gennaio. L’effetto lievitazione prezzi era da metterlo in conto, come è vero che esiste l’ossigeno che respiriamo. Ma moltiplicarlo no!
Lo sbaglio, la vera cantonata, è stato quello di far coincidere la fesseria di eliminare il taglio alle accise con un momento di vacanze e viaggi. Pura sciocchezza, lo ripeto.

Infine, come avviene dall’alba dei tempi autostradali, fare rifornimento proprio in autostrada significa pagare più caro (e non di poco) qualsiasi carburante. A prescindere dal fatto che ci si trovi in un periodo di grandi spostamenti o meno. Eppure, vedo rilevazioni fatte nelle aree di servizio autostradali, misure portate poi come esempio generale.

In trasmissioni, in giornali di opposte tendenze che si prestano a strumentali attacchi politici reciproci, i titoli, i confronti, i dibattiti sono focalizzati su false o mezze verità, quelle che riempiono le bocche dei politici nel loro facile gioco delle parti.

Concretezza e autenticità, ve ne prego, altrimenti finiremo tutti molto male.

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