Il geografo al-Muqaddasi nella Sicilia del X secolo esplorando terre da conoscere e raccontare

Era un geografo musulmano del X secolo, uomo di grande intelletto, molto attento nelle sue osservazioni che gli servirono per descrivere le terre da lui visitate lungo il Mediterraneo e non solo. Tappa importante fu in Sicilia nell’anno 985 dove al-Muqaddasi osservò scrivendo annotazioni sulle terre isolane nel suo volume Kitâb Aḥsan al-taqāsīm fī maʿrifat al-aqālīm o “La migliore divisione per la conoscenza delle regioni” o ancora “Le divisioni più acconce a far conoscer bene i climi [della Terra]“.

La Sicilia era ‘Isqilliah o Sigilliah. Curioso è leggere non solo la descrizione dei luoghi siciliani, ma i nomi delle località secondo le trascrizioni in Arabo. Più in basso ho riportato il testo dove lo studioso scrive prima di tutto di una Palermo (Balarm) capace di rivaleggiare con il Cairo dell’epoca, la grande capitale della Dinastia fatimide.

La Sicilia “è isola vasta e bella; né i Musulmani ne posseggono altra più nobile, più popolosa di questa, né che vanti maggior numero di città“.

Il geografo al-Muqaddasi in un francobollo siriano per i mille anni dalla sua morte

Il geografo al-Muqaddasi o al-Maqdisī, l’uomo di Gerusalemme (Al-Quds), aveva per nome completo شمس الدين ﺍﺑﻮ ﻋﺒﺪ ﺍﻟﻟﻪ محمد بن امحد بن اﺑﻲ ﺑﻜﺮ ﺍﻟﺒﻨﺎء ﺍﻟﺸﺎﻣﻲ المقدسي, in caratteri latini Shams al-Dīn Abū ʿAbd Allāh Muḥammad ibn Aḥmad ibn Abī Bakr al-Bannāʾ al-Shāmī al-Muqaddasī, il gerosolomitano in quanto era originario di Gerusalemme.

Famiglia di ottimo livello economico e sociale, lui era nipote di Abū Ṭāyyib al-Shawwā, un noto ingegnere che aveva progettato e fatto realizzare la fortificazione e il sistema di difesa portuale di Acri.

al-Muqaddasi nacque a Gerusalemme nell’anno 945, corrispondente al 334 del calendario islamico e morì non lontano dall’anno Mille, non c’è data certa sulla fine della sua esistenza.

Il volume citato descrive circa vent’anni di esperienze che lo studioso visse elencando le sue osservazioni annotate nel corso del viaggio fra i domini dell’Islam, dall’Atlantico all’Oceano Indiano.
Raccontò quindi il suo lungo peregrinare in quelle terre, anche l’area del vicino oriente e di Gerusalemme nel X Secolo, lungo i domini mediterranei, prima fra tutti la Sicilia. Di quest’Isola compilò un elenco di ventinove città (mudūn).

Come metodo utilizzato per tutto il volume, classificò gli insediamenti a seconda delle loro funzioni e comunque in tutto lo scritto diede molta attenzione ad aspetti che ebbero ampio rilievo solo molto più tardi, nella geografia scientifica più moderna.
Si occupò di descrivere ogni regione separatamente.
Poi divise il suo lavoro in due parti, prima enumerando le località e fornendo una descrizione adeguata di ciascuna, in particolare dei principali centri urbani, le loro strutture difensive, ordine, pulizia, moralità, stato di istruzione.
A seguire continuò con altri argomenti: la popolazione, la sua diversità etnica, i gruppi sociali spostandosi dopo sul commercio, sulle risorse minerarie, sui monumenti archeologici, sulle valute, sull’ambiente politico, sulle fluttuazioni e le variazioni a cui si applica ogni misura e peso con valori, azioni e quote ecc.
Fu un vero scienziato e di gran lunga uno dei più istruttivi e diffusori di conoscenza tra tutti i primi scrittori islamici.

La sua opera rappresentò un importante trattato geografico nonché fonte per la conoscenza corografica, etnografica, storico-economica delle terre che questo scienziato visitò durante la sua esplorazione.
Lo studioso-esploratore attribuì all’ispirazione divina il motivo del suo viaggio ventennale affrontando le inevitabili difficoltà: il risultato sarebbe stato gradito al suo Signore e avrebbe dato vita alla sua memoria.
In contemporanea però si è spesso sospettato che il geografo abbia viaggiato per il mondo come agente del regime fatimide d’Egitto.

Tra le città siciliane citate dal geografo, questi inserì anche Barthannah – أرض آمنة o Terra Sicura, quella che poi fu nominata Partanna, cittadina originaria della mia famiglia, in provincia di Trapani, nella Valle del Belìce, vicina a Castelvetrano, Mazara del Vallo, Selinunte.

Ecco una porzione del testo riguardante la Sicilia:

§ 1. (Clima del Magrib) ‘Isqilîah (Della Sicilia). La capitale di essa è Balarm (Palermo):
delle città [è da noverare] ‘Al Hâlisah (La Kalsa, quartiere di Palermo); ‘Itrâbinis (o Itrâbunis Trapani); Mâzar (Mazara); Ayn ‘al mugattâ; Qalal ‘al ballût (Caltabellotta); Girgant (Girgenti); Butirah (Butera); Saraqûsah (Siracusa); Lantini (Lentini); Qatâniah (Catania); ‘Al Yâg (Aci); Batarnû (Paternò); Tabarmin (Taormina); Y.n.f.s. (Miqus?); Massinah (Messina); Rimtah (Rametta); Damannas (Demona); Gârâs (Geraci); Qalat ‘al qawârib (La Rocca dei barchetti); Qalat ‘as sirât (Golisano); Qalat ‘Abi Tawar (Caltavuturo); Batarliah (Petralia?); Tirmah (Termini); Bûrgâd (Castello di Broccato); Qulêûn (Corleone); Qarinas (Carini); Bartiniq (Partinico); ‘Ahyâs? (Cinisi); Balgah (Bilici?); Bartannah (Partanna).
§ 2. Palermo, capitale di ‘Isqilliah, giace a spiaggia di mare, in quest’isola. Avanza in grandezza ‘Al Fustât (il Cairo vecchio); se non che le fabbriche di questi [siciliani] son parte di pietra e parte di mattoni: onde [la città comparisce] rossa e bianca.
È circondata di sorgenti d’acqua e di doccionati; e la bagna un fiume, chiamato Wâdi Abbâs. I molini sono [piantati] in mezzo della città. Abbonda essa di frutte, di altre produzioni del suolo ed [anche] d’uva. L’acqua [del mare] batte le mura.
Essa ha una città interna, nella quale è la moschea gâmi i mercati [son posti] nel borgo. Avvi un’altra città esteriore e murata che si chiama ‘Al Hâlisah, La quale ha quattro porte: Bab Kutâmah (Porta [della tribù berbera di] Hutâmah); Bâb ‘al futûh’ (Porta delle vittorie); Bâb ‘al bunûd (Porta delle bandiere); e Nâb ‘as sanâah (Porta dell’arsenale); e in questa città avvi anco una moschea gâmi e dei mercati.
‘Itrâbanis? giace ad occidente sul mare: città murata, i cui abitatori bevono di un fiume.
Ayn ‘al mugattâ (Ayn ‘al Qattâ?) e Mazara giacciono entrambe a ponente.
Caltabellotta, ben fortificata, è posta in alto: gli abitatori bevono di una fonte che scaturisce nello stesso luogo.
Girgenti giace sul mare; [città] murata; vi si beve acqua di pozzo.

Butera giace sul mare a ponente; circondata di un forte muro; può dirsi una rocca.
Siracusa è [composta di] due città congiunte l’una all’altra; ha un porto maraviglioso; la cinge un fosso pien d’acqua marina.
Lentini, città murata, giace sopra un fiume, in vicinanza del mare: ha edifizi di pietra.
Catania giace sul mare, a mezzogiorno; città mu-rata: (si chiama] anche Madinat ‘ al filah (la città del-l’elefante).
Aci giace a mezzogiorno; città murata; posta sul mare; vi si beve acqua corrente.
Paternò giace a levante, sotto il monte del fuoco che scorre.
Taormina, giace a levante sul mare, e sovrasta alla parte orientale del paese dei Rûm: ha una rôcca di pietra [ed uno] scalo sul mare.
Le altre città orientali son dieci, come le abbiamo annoverate, fuorché Qa lat ‘as sirât, che sta in un’altura.
Petralia giace dentro terra, a mezzo giorno; è mu-rata; dentro di essa s’innalza una rôcca, con una chiesa.
Partinico non giace sul mare; produce molta hinna: e similmente ‘Ahyâs (Cinisi?), e Balgah (Bilici?) giacciono in pianura.
§ 3. La Sicilia (qui Sigilliah) è isola vasta e bella; né i Musulmani ne posseggono altra più nobile, più popolosa di questa, né che vanti maggior numero di città. È lunga dieci giornate di cammino e larga quattro giornate. Tra la Sicilia e il paese dei Rûm è uno stretto che s’apre verso il punto del levare del sole ed è largo dodici giornate, e questo è il canale che va noverato tra i cinque mari.

§ 4. Giurisprudenza. I Siciliani seguono, la più parte, la scuola di giurisprudenza di ‘Abû Hanîfah.
§ 5. Merci. Dalla Sicilia si esportano delle vesti-
menta (magsûrah), di ottima qualità.
§ 6. Produzioni speciali. Si cava dalla Sicilia molto sale ammoniaco bianco. Ho sentito dire che le cave di questo minerale sono esaurite. In Egitto si usa invece di quello la fuliggine dei fumaroli dei bagni.
§ 7. Maraviglie. È in Sicilia un monte, dal quale sgorga il fuoco per quattro mesi alla volta ogni dieci anni e tutto il resto del tempo ne vien fuori del fumo. Fuorché il cratere, tutto il monte e
ammassato di neve.

Quando si spostò nel racconto di altre regioni, mise in risalto aspetti caratteristici come la gestione delle acque in Egitto con la descrizione del Nilometro, strumento necessario ad avere l’idea della portata delle piene del Nilo, nonché risalente all’epoca dei faraoni:

È uno stagno al centro del quale c’è un’alta colonna su cui ci sono i segni in cubiti e dita; a capo c’è un sovrintendente, e intorno ci sono porte che si incastrano perfettamente. Ogni giorno viene presentato al sovrano un rapporto sulla quantità di acqua che è salita, dopodiché l’araldo proclama: “Dio ha aumentato oggi il benedetto Nilo di così tanto; il suo aumento l’anno scorso in questo giorno è stato così tanto; e possa Dio portarlo a compimento!” L’aumento non viene proclamato fino a quando non ha raggiunto i dodici cubiti, viene annunciato solo al sovrano, perché a dodici cubiti l’acqua non si estende ai villaggi coltivati ​​della campagna. Tuttavia, quando l’altezza dell’acqua ha raggiunto i quattordici cubiti, la parte inferiore della regione viene irrigata; ma se raggiunge i sedici cubiti, c’è una gioia generale, perché ci sarà un buon anno.

Al-Muqaddasi sempre sull’acqua:

Se vuoi valutare l’acqua di un posto, visita i loro tessitori e i loro farmacisti, e scruta i loro volti. Se vedi dell’acqua in loro, puoi sapere che l’eccellenza dell’acqua è in proporzione alla freschezza del volto; se ti sembrano i volti dei morti, e vedi le loro teste cadenti, fai una rapida ritirata da lì!

Libri

  • Al-Muqaddasi, La migliore divisione per la conoscenza delle regioni, trad. italiana in: I cammini dell’Occidente. Il Mediterraneo tra i secoli IX e X, traduzione a cura di A. Vanoli, presentazione di G. Vercellin, Padova, Cleup, 2001 (ISBN 8871785460)
  • Al-Muqaddasi, The Best Divisions for Knowledge of the Regions – Ahsan al-Taqasim fi Ma’rifat al-Aqalim, trad. di Basil Collins, Reading, Garnet Publishing, 1994 brossura 2000 (ISBN 1-85964-136-9)

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