Kérasos-κέρασος, ceresia, cerasa, ciliegia, frutto che accompagna da secoli le tavole italiane nel passaggio fra la primavera e l’estate. Secondo quanto raccontato da Plinio il Vecchio, fu portata in Italia da Lucio Licinio Lucullo nel 72 a.C. dal Ponto, regione dell’Asia Minore affacciata sul Mar Nero. Comunque, pur rimanendo l’Asia come provenienza, fossili di noccioli di ciliegie risalenti al Neolitico sono stati trovati fra Svizzera e Francia.
(foto d’apertura di Natubico)
Sono circa 35 le varietà principali di ciliegia in Italia, distinguendo però dalle visciole, marasche, amarene:
- le prime sono frutto del cosiddetto Ciliegio Dolce, più adatte come frutta, con concentrazione produttiva più alta in Puglia che detiene il primato, Campania, Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna;
- le altre sono dal Ciliegio Visciolo che dà frutti più acidi molto utilizzati per sciroppi, liquori e per il vino alle visciole.
Le più recenti gelate, improvvise e inaspettate, sul territorio pugliese dal 20 marzo ad aprile, hanno molto danneggiato le colture con conseguente e forte diminuzione della produzione. Il prezzo delle ciliegie per il consumatore finale è salito del 5% circa o poco meno. Ci sono anche casi estremi di ciliegie italiane trovate in vendita a 23,3 euro al chilo o anche più.
Il prodotto italiano però rimane di primissima qualità.
Adesso il fronte vero rimane proprio sui banconi della vendita alla clientela dove vengono offerti, spesso in maniera occulta, frutti provenienti da Egitto, Tunisia e Marocco da propinare a prezzi salati nonostante il bassissimo costo reale.





seconda, terza e quarta-quinta foto rispettivamente di Teseo, di Paolo Piscolla e le ultime due da Freepik (la quarta immagine sull’Olio di ciliegie)
Comunque la ciliegia è privilegiata per il consumo diretto che accompagna sulla tavola la frutta di stagione.
In più il frutto viene conservato o usato, oltre appunto che per gli sciroppi, le marmellate e i liquori, anche per estrazioni dai semi per spremitura a freddo ricavandone un olio, l’Olio di ciliegie, di colore giallo oro caratterizzato da un odore gradevole di mandorle amare.
È un olio poco untuoso, ricco di acidi grassi essenziali, molto usato nella cosmesi: ricco di beta-carotene, aiuta la pelle secca, nutre, ristruttura e ammorbidisce la pelle matura che ne viene idratata, combatte e previene le rughe come le macchie scure, è antagonista dei radicali liberi impedendo la formazione del danno ossidativo, ottimo per le labbra. Non ostruisce i pori e ha pure una spiccata proprietà antinfiammatoria, previene i danni del sole e protegge dal fotoinvecchiamento. Per rendere luminosi i capelli basta aggiungerne tre gocce al normale shampoo.
Differenze fra varietà di ciliegie
La ciliegia ha una grande protagonista fra le varietà presenti nel Lazio. la Ravenna della Sabina, fra i comuni di Palombara Sabina, Montelibretti, Montorio Romano Moricone, Nerola, in provincia di Roma.
Si tratta di un antica tradizione del territorio, tante le piante secolari: il diametro di questa ciliegia varia dai 15 ai 20 millimetri, raccolta da maggio a luglio, molto dolce al palato, gusto persistente, polpa fra il colore rosa e il vinoso.
Rientra in celebrazioni locali, prima fra tutte la grande Sagra delle Cerase (l’ultima, la 97a edizione, nei fine settimana dal 30 maggio all’8 giugno) a Palombara Sabina (Roma).
Di solito è preceduta dalla Sagra delle Cerase di Sant’Angelo Romano.
Le sfumature di colore della ciliegia vanno dal pallidissimo rosso-bianco-giallo, a un nero rossastro. Varia la consistenza della polpa, il gusto, il diametro, la conformazione della fruttificazione sull’albero.
Ha un alto il contenuto di vitamine A e C, Potassio, Fosforo e di antocianine, antagoniste del cancro al colon, della gotta, antiossidante naturale, contrastano l’ossigeno molecolare e i radicali liberi proteggendo tessuti e cellule. Inoltre inibiscono l’enzima cicloossigenasi (COX) protagonista delle infiammazioni: in breve, hanno proprietà simili all’aspirina senza gli inconvenienti del farmaco.
Produttori grandi e piccoli, la tendenza è quella della cura tradizionale, artigianale. Un esempio è l’Azienda Agricola Paoloni Angela, a Marcellina, che nei suoi terreni cura diverse di tipologie di frutta. «Tre le varietà di ciliegie nella nostra tenuta – racconta Angela – La Ferrovia, grande polposa, quasi croccante, peduncolo lungo, sapore molto ricco, capace di conservarsi più a lungo», originaria della zona di Bari. Poi la Vignola, grande qualità, molto dolce, proprietà organolettiche sviluppate.
Nel primo terzo del XX secolo la prima pianta della Ferrovia nacque vicino a un casello delle ferrovie Sud-Est alla periferia di Sammichele di Bari, da qui il nome dato alla varietà.
Poi la Ciliegia dell’Etna DOP, Denominazione di Origine Protetta del frutto fresco prodotto in diversi comuni pedemontani dell’Etna nella provincia di Catania, anche questa proveniente dalla varietà di ciliegio dolce Prunus avium L., della famiglia delle Rosaceae, nell’ecotipo Mastrantonio (Donnantonio): lunghi tempi di maturazione, bassa acidità, buon tenore zuccherino.

L’articolo è molto bello, Giuseppe. Però, accidempolina! Vivendo a Roma da una vita, non puoi scordarti che – almeno nel Lazio – l’uso principale delle visciole è per la crostata! 😋
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