Tornano a casa “Diana e Atteone” in un dipinto di scuola veneta del XVI secolo recuperato dai Carabinieri TPC

Era stato rubato nella notte tra il 30 novembre e il primo dicembre del 1981 dal Castello di Lanciano a Castelraimondo (Macerata). Oggi un prezioso dipinto di scuola veneta del XVI secolo raffigurante “Diana e Atteone” torna a casa. A ritrovarlo sono stati gli eroi del recupero di beni artistici italiani (e non solo), i Carabinieri TPC – Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (link al loro spazio web).

Sono quindi passati quasi quarant’anni da quando la tela era stata trafugata. Nel frattempo che giro aveva fatto? Quale era stato il suo destino? In breve anticipo con un assaggio: era finita nelle mani di un noto faccendiere che, individuato grazie alle indagini dei carabinieri, ha tentato di far credere d’avere acquistato il dipinto diversi anni fa da una persona ormai deceduta.

Quel che è certo riguarda un passo falso commesso dal personaggio che aveva nelle sue mani l’opera d’arte, mossa che ha consentito ai Carabinieri TPC di recuperare l’opera.

Il dipinto era comparso sul mercato antiquariale e stava per essere battuto in vendita da una casa d’aste lombarda.

I militari della Sezione Elaborazione Dati del Comando TPC, che quotidianamente monitorano centinaia di opere pubblicate in vari cataloghi di vendita, hanno comparato le immagini del bene in asta con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” identificando l’opera.

Per la sua importanza storico-culturale, il dipinto era inserito nel “bollettino” delle opere d’arte trafugate, pubblicazione annuale dal titolo “Arte in Ostaggio”, realizzata dal Comando TPC sin dal 1973, strumento fondamentale per contrastare il traffico illecito di opere d’arte (per comprendere meglio, leggi il mio articolo a questo link).

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano e condotte dai militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC, hanno consentito di identificare il mandatario a vendere dell’opera.

È stata così ricostruita la catena dei vari passaggi di mano del prezioso dipinto di scuola veneta, fino a giungere a un noto faccendiere di settore, che ha tentato di mascherare la provenienza dell’opera dichiarando di averlo acquistato da una persona deceduta anni addietro, con l’intento di vanificare le indagini.

Come sottolinea il Comando TPC,la restituzione odierna rappresenta il costante e proficuo impegno del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nella ricerca, anche a distanza di anni, di beni d’arte dispersi, al fine di contribuire a ricostruire i percorsi storici, culturali e sociali di un territorio per renderli nuovamente fruibili alla collettività“.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...