Recuperati 160 beni culturali rubati in 17 anni: valore sui 500.000 euro. I Carabinieri TPC li hanno riportati in chiese e biblioteche

Recuperati e restituiti ben 160 oggetti di grande valore tra reliquie di santi, arredi sacri, volumi antichi e reliquari. Tutti erano stati rubati in 17 anni, tra il 1999 e il 2016, portati via da chiese, biblioteche civiche ed ecclesiastiche che si trovano in varie località del Lazio, della Campania, della Basilicata, dell’Emilia-Romagna e della Lombardia. Valore totale: circa 500.000 euro.

Queste operazioni, che vedono come protagonisti i nostri valenti Carabinieri TPC – Comando Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (link), danno il segno di come il nostro Paese sia sempre stato considerato terra da razziare. Del resto, considerando l’intero patrimonio culturale mondiale, circa il 65% si trova proprio in Italia.

Difficile controllare una tale quantità di beni così ingente, di ogni genere e così diffusa lungo il territorio. L’importante, comunque, è che si riesca a recuperare il maltolto, almeno in gran parte.

Non dimentico una mia inchiesta che pubblicai il 5 marzo 2015 su un quotidiano romano (foto in basso) quando tra interviste ad archeologi e ad esperti, agli stessi Carabinieri TPC e a un alto membro dell’Avvocatura di Stato, venne concretamente ipotizzato che sparsi per il mondo c’erano ancora una cinquantina di miliardi di beni culturali italiani portati via dalla nostra Penisola. Tutto da riportare “a casa“.

La restituzione dei 160 beni culturali

Pochi giorni fa il Comandante del Nucleo TPC di Bologna, il Tenente Colonnello Giuseppe De Gori, ha restituito a Don Gabriele Riccioni, Parroco della Chiesa Santa Maria Maggiore in Castel San Pietro Terme (Bologna), gli ultimi beni ancora in sequestro: due urne-reliquari in legno intagliato risalenti al XVIII secolo, rubati a giugno 2010.

Nei giorni precedenti erano stati già restituiti:

  • una corona in metallo dorato del XIX secolo riccamente decorata con pietre colorate rosse e turchesi, trafugata nel lontano 1976 dalla Chiesa di Santa Maria Assunta di Corleto Perticara (PZ);
  • ventisette reliquie di santi e un reliquiario dorato filigranato con intarsi di pietre colorate, rubati a novembre 2012 dalla Chiesa dei Santi Marco Evangelista e Pio X, della Diocesi di Porto – Santa Rufina di Roma.

Tutti questi pezzi erano nelle mani di un collezionista romano, appassionato di antichità e arredi sacri, assiduo frequentatore del mercato rionale di Roma-Porta Portese, personaggio che aveva iniziato a fare le sue ricerche anche tra i canali di vendita online.

Come sottolineato dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, “la Sezione Antiquariato del Reparto Operativo TPC ha avviato le indagini nel 2016, quando è comparsa sul mercato una delle reliquie provento di un grosso furto sacrilego commesso nella parrocchia romana dei Santi Marco Evangelista e Pio X, individuata attraverso il monitoraggio dei canali telematici di vendita di beni antiquariali, grazie allo straordinario supporto fornito dalla Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti di questo Comando”.

“Le successive fasi investigative hanno permesso di ricostruire l’intera filiera dei passaggi di mano dei beni e recuperare la quasi totalità delle preziose reliquie trafugate, fino a giungere a due noti commercianti dell’area salernitana, attivi anche nella vendita di volumi antichi”.

Quindi, dopo altre indagini, sono stati recuperati e restituiti:

  • un prezioso reliquario in argento del XVIII secolo, rubato nel 2015 dalla Basilica di San Tammaro a Grumo Nevano (NA);
  • due volumi antichi del XVIII secolo sottratti nel 2008 dalla Biblioteca Comunale di Como;
  • un volume del XVII secolo rubato in epoca imprecisata dalla Biblioteca della Pontificia Università Antoniana di Roma;
  • un prezioso volume di numismatica pontificia romana del XVII secolo trafugato nel 1999 dalla Biblioteca della Curia Generalizia della Compagnia del Gesù a Roma;
  • un intero blocco di 123 rarissimi volumi in lingua francese del XVII secolo, rubati a gennaio 2016 dalla Biblioteca Lasalliana della Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Roma.

Sul recupero dei 123 volumi razziati dalla Biblioteca Lasalliana a Roma

Su quest’ultima operazione, i Carabinieri TPC sottolineano che i volumi della Biblioteca Lasalliana (link) costituiscono una preziosissima raccolta di testi religiosi strettamente legati alle vicende storiche della Francia e dell’Europa dal XVII secolo in poi.

La serie di antichi libri è composta da testi spirituali e scolastici della congregazione fondata da San Jean-Baptiste de La Salle che, alla fine del XVII secolo, rinnovò la pedagogia francese e istituì le prime scuole primarie gratuite, poi accusate di giansenismo, quando, per questo motivo, i volumi furono messi all’Indice dei Libri Proibiti secondo la bolla “In eminenti” del 1643.

Ragion per cui, all’epoca, per evitarne la distruzione, i volumi furono furbescamente ricuciti in libri comuni, così da depistare i controlli.

Durante la Rivoluzione Francese, molti libri della Biblioteca Lasalliana furono salvati grazie a uno stratagemma ben riuscito di un membro della congregazione, che si arruolò nella gendarmeria e riuscì a salvare carte e libri preziosi nascondendoli all’interno di alcuni bauli.

Il capitolo conclusivo della vita-storia di questi libri inizia nel 1904, quando in Francia fu abolito l’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane: in questa occasione furono bruciati alcuni testi e documenti per timore di una possibile persecuzione del governo francese e la “Casa Madre” fu trasferita in Belgio. Solo nel 1936, con la costruzione della nuova Casa Generalizia dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Roma, biblioteca e archivio trovano finalmente una collocazione stabile e duratura.

Nessuno avrebbe immaginato che nel 2016 la collezione sarebbe stata razziata per tentare di piazzarla nell’illegale mercato internazionale di beni culturali.

Prima conclusione delle indagini e loro proseguimento

Dopo questa prima fase che ha portato al recupero delle opere, quattro personaggi sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Roma.

L’operazione è stata portata avanti interagendo con diverse Soprintendenze ABAP-Archeologia Belle Arti e Paesaggio (link) e con le Soprintendenze Archivistiche e Bibliografiche sul territorio nazionale, lavorando anche con gli Uffici Diocesani dei Beni Culturali che fanno capo all’Ufficio Nazionale dei Beni Culturali Ecclesiastici della CEI (link).

I Carabinieri stanno continuando a indagare per rintracciare la restante parte di altri oggetti, delle res sacrae trafugate dalla Chiesa di Roma e dagli altri luoghi di culto interessati, con una particolare attenzione rivolta al mercato internazionale e ad alcuni paesi europei, tra cui Francia e Germania, dove si sospetta che una parte dei beni sia stata commercializzata.

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