Nella ormai pluriennale azione dei Carabinieri TPC-Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, tutti possiamo ormai rintracciare l’andamento dei crimini contro il nostro patrimonio culturale. Ogni anno fa storia a sé caratterizzato dall’azione di gruppi organizzati di tombaroli, ricettatori, “commercianti” che piazzano le opere d’arte in Italia ma, soprattutto, all’estero. Il Nucleo di Roma ha un suo personalissimo bilancio sulla situazione capitolina, laziale e molisana nel bilancio 2020 paragonato al 2019: i Carabinieri TPC della Capitale hanno rilevato un esponenziale incremento delle compravendite tramite e-commerce, una complessiva diminuzione dei furti contro il patrimonio culturale e una diminuzione degli scavi clandestini accertati. Recuperati e sequestrati 1.069 beni con una stima pari a circa 620.000 euro per i beni culturali e di 315.000 euro per quelli contraffatti.
Il Nucleo Carabinieri TPC di Roma, guidato dal Capitano Francesco Nicolò Pirronti, ha portato avanti una forte attività di indagine e controllo, oltre che di recupero, durante il 2020:
- 39 controlli in aree archeologiche;
- 42 controlli in aree tutelate da vincoli paesaggistici/monumentali;
- 72 controlli su esercizi antiquariali, commerciali e vari;
- 10 controlli in mercati e fiere antiquariali;
- 526 beni sottoposti ad accertamento fotografico in Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti.
L’area di competenza del Nucleo TPC capitolino comprende appunto Lazio e Molise. Nell’azione di indagine e controllo i militari hanno avuto il supporto e la collaborazione delle soprintendenze competenti nelle diverse aree, delle direzioni delle strutture museali.
Dal punto di vista operativo è stato fondamentale l’aiuto delle componenti speciali dell’Arma dei Carabinieri, in particolare il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri e l’Aliquota Subacquea. Grazie a questi gruppi è stato moltiplicato lo sforzo di monitoraggio delle innumerevoli aree archeologiche (anche sommerse) che sono presenti nelle due regioni.
Grazie ai sorvoli effettuati su vaste zone, si è potuto individuare e monitorare il fenomeno degli scavi clandestini rinvenendone alcuni nella necropoli di Cerveteri.
I Carabinieri TPC romani hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 64 persone, per delitti commessi contro il patrimonio culturale, in prevalenza ricettazione di opere di provenienza illecita e contraffazione di dipinti di arte moderna e contemporanea, oltre che per reati a danno del paesaggio.
Recuperati e sequestrati 1.069 beni. Di questi, 120 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 805 reperti archeologici e 53 opere d’arte contraffatte, per un valore economico complessivo stimato in circa 620.000 euro per i beni culturali e di 315.000 euro per quelli contraffatti, se immessi sul mercato come fossero stati autentici.





Alcuni esempi di recupero da parte del Nucleo TPC di Roma
Tra le opere rintracciate e sequestrate (immagini sopra al titolo del paragrafo) spiccano:
- un manoscritto datato 1705, con copertina in pergamena denominato “Liber Mortorum”, appartenente alla parrocchia di San Andrea Apostolo di Gallicano nel Lazio (Roma) e rintracciato sul mercato on-line, subito quindi restituito alla Diocesi di Tivoli – Palestrina;
- 6 sculture in marmo bianco raffiguranti angeli, attribuiti a Domenico Antonio Vaccaro (1678-1745), oggetto di furto consumato in danno della Chiesa di Santa Maria del Plesco, in Casamarciano (Napoli), denunciato nel 1999 presso il Nucleo CC TPC di Napoli, con conseguente restituzione al Palazzo Vescovile di Nola (Napoli) lo scorso 8 luglio 2020;
- 6 ancore di epoca romana in pietra e in ferro, 2 ceppi di ancora e una contromarra in piombo rintracciati e recuperati anche grazie all’aiuto dei militari del Nucleo Carabinieri Subacquei di Roma, dei funzionari della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e paesaggio per le province di Frosinone Latina e Rieti – i reperti sono stati individuati a una profondità compresa tra i 32 e i 40 metri, a largo dell’isola di Ventotene (Latina), località “Punta dell’Arco”;
- sequestrati 2 dipinti olio su tela raffiguranti “Paesaggi laziali d’invenzione con fiume, torrioni, edifici e astanti” attribuiti all’artista Paolo Anesi (1697-1761), del valore complessivo di 40.000 euro, rubati nel 1982 in un’abitazione di Spoleto (Perugia).