Rinnovarsi completamente seguendo la strada di sempre, quella del gusto senza compromessi nelle più diverse declinazioni dei sapori. Nel post Pandemia Covid-19 torna il Ristorante Tazio dello Chef Niko Sinisgalli che ha realizzato in grande questa rinascita, con rinnovata passione.

Menù completamente nuovo, frutto dello studio approfondito e amorevole stimolato ulteriormente dal blocco subito per l’emergenza sanitaria. Il tutto nello scenario romano di piazza della Repubblica, già piazza dell’Esedra, nell’ottocentesco Anantara Palazzo Naiadi, donando di nuovo colore, sapore e vita a questo scenario che si apre proprio nel cuore capitolino (link al sito web del ristorante).
Quindi, realizzazione di progetti di gusto che colpiscono i sensi, a cominciare dagli occhi fino al pieno appagamento del palato. Novità importante anche per quanto riguarda la collezione dei vini e su chi gestirà questa fetta vitale del Ristorante Tazio.
Una degustazione che sfocia in autentiche opere d’arte, con piatti che, più che a portate, assomigliano tanto a dei quadri.
E ancora, sul fronte dei vini, la più grande delle novità: entra in squadra, infatti, Carlo Attisano. Italo-scozzese, vicepresidente della Worldwide Sommelier Association, nonché vicepresidente della Fondazione Italiana Sommelier.





A farsi subito avanti, come sottolineato dall’organizzazione del ristorante, sono stati ministri italiani e di altre nazioni, principi arabi, attori, sportivi e vip. Le richieste e le prenotazioni sono molte rendendo complesso il meccanismo, tanto che Maria Rosito, manager e pr, si sta occupando personalmente di questo aspetto.
Nel momento in cui sto scrivendo questo articolo, tutti i tavoli sono già praticamente impegnati fino al 2 giugno.
Sullo chef Niko Sinisgalli
Originario di Scanzano Jonico (Matera), formazione iniziale, fin da bambino, nella cucina tradizionale di famiglia scoprendo piatti e soluzioni che erano custodite nel sapere della nonna. Poi la scuola di Don Alfonso che completò la visione di Niko Sinisgalli con tutti gli altri aspetti del linguaggio culinario, quelli che comprendevano, oltre all’espressione del gusto, anche quella visiva, di scelta nelle combinazioni territoriali, cura del dettaglio, la creatività che ha unito tradizione e innovazione.
Tutti aspetti che lo chef ha portato sempre avanti in matrimonio con la creazione di atmosfere perfette in sala.
Grandi esperienze nazionali e internazionali, dalle Americhe all’Europa e, naturalmente, nel cuore dell’Italia. È stato anche Ambasciatore della Cultura enogastronomica della Basilicata e di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
A Roma si mangia benissimo anche al ristorante Mangrovia: ci sei mai stato?
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Ecco, mi manca. Visto che adesso si può, vado a visitarlo
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Ottima decisione! Colgo l’occasione per dirti che ho appena pubblicato un post molto ironico nel mio blog… spero che ti strappi qualche risata! 🙂
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Vado a vedere 😁
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