Dal Mare di Cagliari i Carabinieri TPC portano in superficie reperti d’epoca pompeiana e un cannone-mitragliera della II Guerra Mondiale

Controlli straordinari dei Carabinieri TPC-Tutela Patrimonio Culturale nei siti archeologici sommersi nell’area marina di Cagliari hanno portato al recupero di un cannone-mitragliera della Seconda Guerra Mondiale arma polivalente di fabbricazione italiana – Breda 20/65 Mod. 1935 – oltre a preziosi reperti archeologici.

Come nel caso della Sicilia, anche i siti e i fondali della Sardegna fanno trovare vere e proprie sorprese cariche di storia. Le rotte percorse dalle navi in epoche storiche, anche risalenti a oltre due millenni fa, sono una vera miniera di ritrovamenti, punti in parte già noti grazie anche a precedenti rinvenimenti.

I Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari sotto il comando del maggiore Paolo Montorsi stavano facendo alcuni controlli insieme ai loro colleghi subacquei e ai militari della Motovedetta CC 821 “Cortellessa” di Cagliari.

Un sopralluogo in fondali già noti per ritrovamenti o vicini a questi. Lo scopo era sorvegliare le zone e prevenire furti o danni alle bellezze archeologiche e naturalistiche, al patrimonio paesaggistico costiero della Sardegna.

Tutta l’operazione è stata fatta con la supervisione e la collaborazione di funzionari e tecnici responsabili di archeologia subacquea appartenenti alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari.

Ed ecco che durante questo monitoraggio i militari hanno recuperato:

  • nelle acque antistanti l’area archeologica di Nora, due anfore in terracotta del I secolo d.C. del tipo dressel 2-4, fabbricate nell’area di Pompei;
  • nelle acque antistanti la località Capitana nel Golfo di Cagliari, un cannonemitragliera polivalente di fabbricazione italiana, Breda 20/65 Mod. 1935, utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale sia come arma contraerea che controcarro.

L’arma era impiegata, con apposito affusto, sulla maggior parte delle unità della Regia Marina. In questo caso è stato possibile comprendere che il cannone-mitragliera recuperato dal fondo del mare era l’armamento del mercantile armato “Romagna, nave cisterna adibita al trasporto di carburanti, requisita il 4 ottobre 1941 dalla Regia Marina Italiana, affondato per l’esplosione di una mina il 2 agosto del 1943.

Adesso i reperti archeologici recuperati sono in fase di studio da parte dei funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari. Sono estremamente interessanti dal punto di vista storico-scientifico: le anfore sarebbero l’ultima testimonianza, prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., delle rotte commerciali percorse tra l’area pompeiana e la Sardegna.

Il cannone-mitragliera, una volta ripulito e opportunamente restaurato, potrà essere esposto al pubblico, testimone silenzioso di un più recente passato dell’Italia e di un conflitto globale dalle conseguenze immani, con un enorme costo in vite umane, momento storico di pieno stravolgimento politico ed economico.

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