Creare sinergie tra il mondo della produzione e quello della ricerca per fornire uno strumento di conoscenza alle organizzazioni di produttori ortofrutticoli italiani sul comportamento delle varietà pre-commerciali e di recente introduzione. Tutto in relazione a due elementi determinanti: i diversi territori di produzione e le rispettive condizioni pedoclimatiche. Per migliorare la sostenibilità economica e ambientale della coltivazione. Questa, volendo riassumere, è la rotta del “Progetto nazionale di confronto varietale del pomodoro da industria” promosso da Italia Ortofrutta coinvolgendo il CREA OF (Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo) come responsabile scientifico e 13 OP-Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli.
La Penisola italiana vede realtà territoriali monto differenti per latitudine, conformazione, ambiente, ricchezza d’acqua, altitudini. La varietà italiana ha da sempre favorito una grande ricchezza di colture, molti invidiate all’estero, fattore che si è poi trasposta nell’offerta italiana al piatto e nella proposta variegatissima come prodotti ortofrutticoli, validi in tutte le stagioni.
Il pomodoro è uno dei simboli dell’italianità e proprio per questo non può mancare mai un’attento studio sul prodotto, del suo matrimonio con i territori, non può fermarsi la ricerca scientifica, la sperimentazione su nuove varietà e la risposta a seconda delle differenti latitudini e caratteristiche dei terreni.
Come sottolineato dall’Unione Nazionale Italia Ortofrutta (link), questo nuovo progetto nasce come naturale evoluzione del precedente sulle “Tecniche agronomiche innovative per elevare il contenuto di sostanza secca ed il grado brix nel pomodoro da industria” iniziato dal 2019.
L’idea è quella di concentrare le risorse per implementare le prove che hanno fornito i risultati più promettenti, quali confronto varietale e irrigazione controllata introducendo la pacciamatura biodegradabile.
“Questa iniziativa rappresenta il primo esempio di progetto di confronto varietale di pomodoro da industria promosso dalle più importanti OP dislocate su tutto il territorio nazionale. Il punto di forza è rappresentato proprio dalla condivisione di intenti sotto un’unica regia organizzativa (Italia Ortofrutta) e scientifica (CREA)”, afferma il dottor Mario Parisi, coordinatore scientifico del progetto.
“Per il progetto sono stati realizzati ben 16 campi sperimentali dislocati nelle maggiori aree di produzione su tutto il territorio nazionale – afferma Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta – Di questi, 12 sono campi di confronto varietale allestiti presso aziende agricole associate alle OP aderenti al progetto, ciascuno dell’estensione di circa 1 ettaro, in cui vengono testate ben 9 varietà di prossima-recente introduzione, messe a disposizione dalle ditte sementiere aderenti all’iniziativa. Intendo ringraziare tutte le Organizzazioni partecipanti, i presidenti ed i tecnici coinvolti in questo ambizioso progetto che ancora una volta sta dimostrando come il settore del pomodoro da industria sia attento alle innovazioni anche in un’ottica di integrazione di filiera”.
La conduzione del progetto sul pomodoro industriale
La sperimentazione nei 12 campi di confronto varietale prevede che le superfici dedicate alle prove siano trapiantate e raccolte meccanicamente, sotto il coordinamento scientifico del CREA OF (link) che si occupa delle analisi quantitative e predispone-analizza le schede per la rilevazione qualitativa dei principali parametri della coltivazione. Quest’ultima rilevazione effettuata direttamente dal servizio tecnico delle OP.
Nei restanti 4 campi che si trovano in importanti aree di produzione come in Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia, la sperimentazione è dedicata a un test sull’effetto della sinergia tra i teli biodegradabili e l’irrigazione controllata.
La sperimentazione dei teli di pacciamatura biodegradabile in sinergia con la irrigazione controllata, mira a ridurre l’uso di fitofarmaci per il diserbo ed a diminuire la quantità d’acqua utile al ciclo di coltivazione.
Lo scorso 22 luglio il CREA ha concluso i sopralluoghi nei campi sperimentali verificando e analizzando lo stato delle singole colture. I tecnici hanno espresso piena soddisfazione per il lavoro sin qui svolto, punto che lascia presagire risultati molto interessanti per l’intero progetto.
“Nonostante le condizioni climatiche non sempre ottimali, come basse temperature in fase iniziale del ciclo e ondate di calore nei mesi di giugno e luglio, tutti i campi si presentano in ottime condizioni di sviluppo delle piante senza particolari problematiche fitosanitarie ad eccezione di qualche sporadico attacco di nottue rilevato in Toscana e di Stolbur (dovuto ad elevata presenza di Cicaline) e di Orobanche in alcuni campi del foggiano – ha rimarcato Alfonso Pentangelo del CREA OF – L’ottima tecnica colturale adottata, con particolare riferimento alla gestione irrigua-nutritiva e fitosanitaria e le buone performance della maggior parte delle varietà utilizzate, fanno prevedere ottimi risultati produttivi associati a buona qualità delle bacche. come ultimo punto, la difficoltà di gestione della domanda evapotraspirativa della pianta ha fatto evidenziare, in qualche ambiente, significativa incidenza di bacche con marciumi apicali”.
Il raccolto nei campi di sperimentazione
Gli organizzatori stimano che le raccolte dei campi potranno avvenire tra gli ultimi giorni di luglio e i primi giorni di settembre. I tempi varieranno a seconda dell’epoca del trapianto e delle caratteristiche dell’areale di coltivazione. Da fine luglio/inizio agosto i campi di confronto varietale saranno disponibili con i frutti sulle piante divenendo, in questo modo, dei “campi vetrina” direttamente sulle superfici delle organizzazioni di produttori ortofrutticoli in grado di orientare e indirizzare le scelte varietali dei servizi tecnici.
Il primi due appuntamenti in campo sono già stati fissati in modalità di visita guidata per venerdì 30 luglio alle ore 10 in Campania presso i campi allestiti dalla OP APOPA (40°56’53.1″N 14°27’23.0″E) e per mercoledì 4 agosto in Puglia presso i campi allestiti dalla OP Ortofrutta SOL Sud (41°32’45.4″N 15°36’18.4″E).
“Testare le varietà più nuove e pre-commerciali direttamente nei campi delle Organizzazioni dei Produttori – sottolinea Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta – rappresenta uno strumento di supporto decisionale e di orientamento per le stesse OP verso i migliori ibridi, tra quelli più recenti e innovativi nei differenti areali di produzione nazionale. Un supporto decisionale funzionale ad anticipare le innovazioni e conoscere sin dall’inizio ciò che è più performante nel proprio areale di produzione”.