Sicilia, oggi “Pescatore Fest” all’Isola delle Femmine: la cultura del mare, la pesca, il palio, la Lingua Siciliana e le sue “Lancitedde”

Gran festa identitaria che celebra il matrimonio di esistenze e culture tra terra e mare, le sue storie, i suoi strumenti, le sue consuetudini e costumi, il dialetto vera e propria lingua e sistema espressivo. In Sicilia, oggi “Pescatore Fest” all’Isola delle Femmine: la cultura del mare, la pesca, il palio e le sue “Lancitedde”.

Isola delle Femmine fa parte amministrativamente della città metropolitana di Palermo, Comune con oltre 7.000 abitanti alle pendici di pizzo Mollica e montagna Raffo Rosso. Del territorio fa appunto parte il celebre isolotto dominato da una torre e che tutti notano percorrendo la costa nord occidentale partendo da Palermo e diretti verso Ovest.

La festa è iniziata alle ore 8,30, con il passaggio delle cosiddette “Lancitedde”, imbarcazioni tipiche della pesca, lungo la banchina dello scalo. Poi il cuore della manifestazione, dalle ore 10, con il “Mercato e Marinerie del pescato”, una sorta di vetrina per coloro che solitamente lavorano e bazzicano solo nei mercati del pesce, esposizione degli stand del pesce, gli antichi mestieri legati a questa realtà.

Nel pomeriggio ci sarà l’intreccio con la cultura e la tradizione legate al mare tramite un workshop su “La lingua del mare e le sue marinerie” dalle ore 17 nei saloni della Biblioteca Comunale di Isola delle Femmine.

Per l’ideazione così articolata dell’evento, l’Amministrazione di Isola delle Femmine si è interfacciata con il Media Partner Iocomprosiciliano, nonché brand di imprenditori, che ha come missione la valorizzazione e spinta in avanti delle attività affezionate alla identità siciliana.

Per la fase letteraria dell’evento è prevista la presentazione del volume “Nomi, cose, città (e contrade)” curato da Marina Castiglione, docente ordinaria di Linguistica Italiana dell’Università di Palermo e dai dottorandi Marco Fragale e Pier Luigi Josè Mannella. Altro volume Il mio primo Abbecedario Siciliano” di Roberto Villino, esperto di illustrazioni, promotore dell’identità dei territori e videomaker.

Folta la presenza della rappresentanza accademica coinvolta nell’organizzazione del libro di linguistica, ma ci saranno pure Orazio Nevoloso, sindaco di Isola delle Femmine, Giuseppe Disclafani, referente tavolo regionale dieta mediterranea, Giovanni Ruffino, presidente del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, Ivana Vermiglio, Marco Fragale, Mario Chichi e Giulia Tumminello, dottorandi in Studi Umanistici di UniPA. Infine, l’artefice dell’altro libro proposto “Il mio Primo Abbecedario Siciliano” e il Fondatore di “loComproSiciliano”. A moderare l’incontro Giovanni Callea, editore del magazine online “Sicily.eu”.


Il volume “Nomi, cose, città (e contrade)” poggia sulle ricerche onomastiche in Sicilia eseguite da trenta studenti di Italianistica dell’Università degli Studi di Palermo – Younipa di due corsi di laurea diversi, opera portata avanti dal 2019 al 2021. Il materiale è poi passato per la sistemazione organizzata della professoressa Castiglione e dei due dottorandi, fino alla pubblicazione del 2022. Tra i trenta c’è Ivana Vermiglio che ci racconta le tre sezioni: “Nomi, cose e città e contrade” mediante la disciplina Onomastica con una dozzina di interventi – le “inciurie” dell’entroterra della Sicilia centroccidentale, prevalentemente dell’area nissena, agrigentina e palermitana: poi la “Sezione Cose” che indaga con la “Crematonimia”, lo studio dei nomi delle insegne commerciali per esempio una pizzeria di Caltanissetta (uno dei contributi dei giovani e presa casualmente) per definire il settore insolito nel suo rapporto con il territorio. 

Quest’opera si inserisce nella collana “Ais per la scuola e il territorio” che ha il compito di fare parlare dei propri territori attraverso anche i nomi dei luoghi (Toponomastica) e 14 contributi (si parla per esempio di Balestrate e Isola delle Femmine) ma anche attraverso l’Antroponomastica. Il progetto avviene con il Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani. Uscito la scorsa estate, è stato divulgato in altre comunità.

La professoressa Castiglione ha raccolto le tesine e la scrittura migliore in un anno.  Lo scopo è quello di far conoscere l’identità dei nomi, soprannomi o cognomi, nomi dello spazio per restituire la carta d’identità dei territori. Ha programmato il supporto di alcune pubblicazioni e oggi porterà un volume sui nomi delle barche delle marinerie siciliane.

“Lavoriamo con teorie e metodi per non disperdere la cultura: altrimenti sarebbe un peccato”, ha detto la professoressa Castiglione.

Invece Roberto Villino si è ispirato ai suoi nipoti. Ci voleva un testo scolastico divertente per le elementari. Per sua natura il videomaker ama sperimentare e studiare da illustratore autodidatta occupandosi di figurazioni digitali. Si è divertito nei linguaggi della comunicazione e ha scoperto la lingua siciliana, un invito alla bellezza da usare come pilastro della lingua italiana e da fare conoscere ai bambini.

“Il mio primo abbecedario siciliano” è già in vendita come self publishing da una settimana. Villino ha fatto riferimento al Nuovo Vocabolario Siciliano Italiano di Antonino Traina, ha selezionato un dialetto senza le varianti di ogni singola provincia e ha creato 21 filastrocche, una per ogni lettera. Ognuna di queste rievoca un aneddoto che i grandi possono riferire. I pensieri vengono riprodotti nelle creazioni e la Sicilia si presta perfettamente per dipingerli. 

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