Quando scrissi questo articolo era il 2009, il Teatro dei Satiri a Roma, creato da Giovanni Grifeo nel 1949, compiva ben 60 anni. Protagonisti Giovanni, in arte Gianni Partanna insieme alla sorella Maria Carmela, cugini di mio padre, erano ben attivi. La storica sala teatrale era tornata a bei fasti dopo un periodo complesso di qualche anno prima.
In quel 2009 furono messi in campo bei festeggiamenti per questo compleanno, un bel ricevimento proprio a Teatro, tanta gente, poi una cena. Un luogo di cultura che compiva sei decenni e che a via di Grottapinta (Campo de’ Fiori) aveva visto l’arrivo e la partecipazione di artisti di tutti i livelli, senza confini, dalla musica alla recitazione.
Fu anche luogo di sperimentazione teatrale e musicale, spazio di lavoro per tanti giovani talenti, tanto da vedere la nascita e il ritorno di beni nomi dell’Arte.




Rendetevi conto che fra i tantissimi nomi che popolarono nei decenni il Teatro dei Satiri ci fu anche Andrea Camilleri quando era all’inizio della sua carriera. Tutto si svolse nell’ambito del Festival delle Novità ideato dall’allora giovane autore drammatico Luigi Candoni. Nel 1957 Camilleri diresse l’allestimento italiano di “Come siamo stati” di Arthur Adamov e nel 1958 la messa in scena di “Finale di partita” opera del celebre drammaturgo irlandese Samuel Beckett. Entrambe prime rappresentazioni in Italia. Fu un momento cruciale per il percorso di Camilleri come regista/sceneggiatore perché divenne noto per aver introdotto il teatro europeo contemporaneo in Italia.
L’apporto di Maria Carmela Grifeo al Teatro dei Satiri fu fondamentale, lei era l’anima pratica dei due fratelli, nota imprenditrice del settore immobiliare di prestigio a Roma e non solo: accompagnava perfettamente l’animo artistico del fratello nel far vivere e prosperare la struttura teatrale.
Gianni partecipò a film come Il romanzo di un maestro (serie televisiva RAI 1959), Totòtruffa ’62 (1961), oppure Un giorno in pretura (1954) oltre a Totò, Peppino e la malafemmina (1956) e ancora a Totò, Vittorio e la dottoressa (1957).
Tornando a quel momento di festa e celebrazione nel 2009, non si pensava di certo che, diversi anni dopo, la morte di Gianni (2014) – e poi quella di Maria Carmela (2018) – avrebbe segnato la fine a questo spazio artistico e di cultura.
I portoni sono chiusi da anni, chissà cosa è accaduto agli ambienti interni, alle grandi specchiere e al mobilio antico lì portato dai due fratelli.
Tutto è inesorabilmente privo di vita.
Auguro una piacevole lettura a chi approderà su questa pagina.




quotidiano Il Tempo, 29 novembre 2009, su tutta la pagina 39
Il fato lavora bene. L’Arte aveva già posto il suo sigillo li dove nel novembre del 1949 sorse il teatro Dei Satiri, realtà artistica che il 30 novembre compie, appunto, il suo sessantesimo compleanno. Su via di Grottapinta, la sala teatrale fondata dal conte Gianni Grifeo dei Principi di Partanna, ha un imprinting che risale alla Roma Imperiale. Lì sorgeva la grande cavea (circa 150 metri) dell’antico Teatro di Pompeo, inaugurato nel 55 a.C. Grande l’estensione della struttura romana originale, dotata di un quadriportico con colonne di granito ed estesa fino all’attuale largo Argentina.
SATIRI, 60 ANNI SULLE ORME DI POMPEO
Sessant’anni ricchi di esperimenti, di giovani attori che diventarono grandi, di celebri autori, musicisti e artisti per le scenografie. Tutto questo è il Teatro Dei Satiri che il 30 novembre festeggerà un traguardo invidiabile, la sua nascita nel novembre del 1949, segnata peraltro dal destino: nello stesso edificio sorgeva l’imponente Teatro di Pompeo.
La scelta della location fu del tutto casuale, come racconta il conte Gianni Grifeo dei Principi di Partanna, fondatore del Teatro Dei Satiri in via di Grottapinta 19, attore teatrale e cinematografico.
«Nel 1944 ero in Sicilia, sfuggito all’occupazione nazista di Roma – dice il conte – Fra Catania e Caltagirone passavano compagnie di prosa e ne rimanevo attratto. Nella Capitale avevo già fatto due anni al Centro sperimentale di Cinematografia con due grandi insegnati, Carlo Tamberlani e Paola Borboni».
Nel periodo siciliano il nobiluomo-attore ospita e conosce diversi attori, come Rossano Brazzi, Valentina Cortese, Franco Castellani. Sarà quest’ultimo, nel 1948, a suggerire la nascita di un nuovo teatro a Roma.
«Castellani era stufo di recitare con De Filippo e, non essendo miliardario, mi propose l’idea: “Ho trovato il posto”, mi disse».




Nel palazzo di via di Grottapinta c’erano piccoli appartamenti per trovatelli e bisognosi dell’Ente Benefico Tata Giovanni. Il teatro era da fare di sana pianta sfruttando due enormi cortili.
Il 21 novembre 1949 il debutto di Castellani con l’Amleto, largamente annunciato dai giornali.
In sala anche Luchino Visconti, Corrado Pavolini, Silvio D’amico, critico teatrale (dal 1945 al 1955 per Il Tempo).
«Per pubblicizzare le successive serate, io e Castellani, di notte, attaccavamo i manifesti anche lì dove c’era scritto “divieto d’affissione” – continua Gianni Grifeo – Ne avemmo più multe che spettatori».
Nel tempo arrivarono bei nomi dello spettacolo, Laura Palmi, Valeria Valeri e altri che trascinarono spettatori. Nel 1952 «Madre Coraggio», con Cesarina Gherardi e Sergio Tofano, regia di Luciano Lucignani, scene e costumi di Renato Guttuso: «Fu il primo Bertolt Brecht in Italia» continua Gianni Grifeo.
Poi un genere completamente diverso, la Rivista da Camera ideata da Walter Chiari, con Aroldo Tieri e Modugno (al suo debutto), dal titolo «Contro Corrente» regia di Marchesi e Mertz, contrapposto alle faraoniche riviste della Osiris.
Gianni Grifeo riuscì a portare al Dei Satiri anche Paola Borboni: «Da due anni non voleva più andare in scena dopo un blocco avuto nel bel mezzo di un suo monologo».
Venne anche l’incontro fra Totò e Gianni, «Si presentò dicendo che come De Curtis eravamo parenti. Recitai in una quindicina dei suoi film».




Al Dei Satiri passarono o debuttarono bei nomi, la Pampanini, Delia Scala, Lina Volonghi, Franca Rame, Franca Valeri.
E ancora, Alida Valli in «Le più grandiose dimore» con scenografie di Arnaldo Pomodoro; Carmelo Bene, Grazia Scuccimarra.
Vi ha debuttato il giovane Roberto Benigni. Poi, De Gregori e Venditti con i loro primi brani visto che il Teatro ha un’ottima acustica.
E ancora hanno portato le loro rappresentazioni Franca Rame, Adriana Asti, Luca Barbareschi, Lella Costa, Daniele Formica, Anna Mazzamauro, Pippo Franco, Lucrezia Lante della Rovere, Daniele Luttazzi, Raoul Bova, Claudia Koll, Valerio Mastandrea, Chiara Noschese, Ficarra e Picone, Jacopo Fo.
Negli anni il Dei Satiri ha prosperato grazie anche a Maria Carmela Grifeo, sorella di Gianni, appassionata e ottima amministratrice. Dal 1991 al Conte Grifeo si affianca Benedetto Margiotta per la direzione artistica.
Giuseppe Grifeo

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