Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e i reperti ritrovati, siciliani e messicani

Non credo debba ripetere che il lavoro di recupero dei reperti archeologici e di opere d’arte non avrà mai fine. I protagonisti sono sempre loro, quei militari italiani super addestrati in questo ramo d’indagine e che racconto ormai da innumerevoli anni. Sono i Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che questa volta, nel giro di una settimana, hanno restituito reperti ritrovati, siciliani e messicani.

Tre gli episodi differenti che cui vado a raccontarvi, tra volumi del 1500, una lettera di Gabriele D’Annunzio e reperti Maya, Totonachi e Teotihuacani (foto dal Comando Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale – cliccare sulle immagini per ingrandirle).

I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e le 61 cinquecentine rubate da Monreale negli anni 80: erano finite al Getty Museum

Mi spiego meglio iniziando dall’evento più lontano, quello che il 17 marzo ha visto il ritorno di beni preziosi in Sicilia.

Immaginate la splendida Monreale, gioiello architettonico e storico insieme alla sua cattedrale, centro che sorge accanto a Palermo. Pensate pure di essere negli anni 80 del 1900.
In quel periodo dalla Biblioteca “Ludovico II De Torres” di Monreale (link) furono rubati 61 libri, cinquecentine di grande valore storico e culturale, edizioni del XVI secolo. Il danno fu enorme.

Dove erano finiti questi preziosi volumi?

I Carabinieri del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo li hanno ritrovati sul sito web del Getty Research Institute, durante il monitoraggio quotidiano che i militari fanno dei siti internet, a cominciare da quelli dei musei di tutto il mondo e degli spazi web per le vendite all’asta.

Come sottolinea questo speciale nucleo dell’Arma, una volta rintracciati questi libri, sono scattati gli approfondimenti di indagine grazie alla collaborazione dei Carabinieri del territorio.
Questi esami hanno accertato che l’Ufficio Esportazione delle antichità e degli oggetti d’arte della Sicilia della locale Soprintendenza non aveva mai rilasciato alcuna autorizzazione per l’esportazione di questi volumi.
A seguito della Rogatoria Internazionale avanzata dalla Procura della Repubblica di Palermo, i responsabili del “Getty Museum” di Los Angeles hanno riconosciuto la validità della rivendicazione e hanno restituito spontaneamente i beni nell’ambito di una collaborazione ormai decennale con i Carabinieri dell’Arte.

Alcune cinquecentine costituiscono delle vere e proprie rarità, mentre altre sono esemplari unici al mondo, quali:

Li grandissimi apparati e reali trionfi fatti per il re & regina di Franza nel la città di Baiona, nell’abboccamento della regina catholica di Spagna Li grandissimi apparati e reali trionfi fatti per il re & regina di Franza nel la città di Baiona, nell’abboccamento della regina catholica di Spagna doue si narra l’honoratissimo accetto, il combattere uno castello incantato, combattimenti in mare, uccisione d’una balena & altri mostri marini, combattimenti a campo franco, con ninfe, soni & canti, & un castello che andaua da se stesso, & altre cose, come legendo intenderete. In Padova, 1565”;

Svccesso della giostra fatta nella inclita Città di Verona Ordinata per li Clarissimi Rettori di Terra ferma, l’anno 1567 del carneuale. In Padoa, Per Lorenzo Pasquati, 1567”;

Relatione di qvanto e successo nello sponsalitio della Catholica Maestà del re Philippo, di cui ordine, & à Suo nome il serenissimo prencipe Carlo arciduca d’Austria sposo la serenissima prencipessa Anna figliola dell ‘imperatore Massimiliano, e della serenissima imperatrice donna Maria nella città di Praga”, la cui coperta, le miniature e le illustrazioni calcografiche sono di notevole fattura.

A descrizione dei libri restituiti, lo stesso “Getty Research Institute” indicava – in quasi tutte le note di catalogazione – elementi che riconducono all’Arcivescovo Ludovico II De Torres di Monreale, quali le manoscritture apposte sul frontespizio di ogni esemplare quali:
“L. Arcivescovo di Monreale” ovvero “L. Archiepisc. Montisregal”,L. Arcivesc.° di Monr.le”, “L. Archiepisc.° di Monr.le” e similari che tuttora si trovano nei libri custoditi nella biblioteca monrealese.

Questi contrassegni si trovano riportati esclusivamente sulle migliaia di libri che il Cardinale portò da Roma a Monreale, siglati con la propria firma, accompagnati da una Bolla Pontificia di Papa Clemente VIII del 22 gennaio 1593 che stabiliva l’inalienabilità a pena di scomunica latae sententiae (ossia la pena del diritto canonico così congiunta al precetto, cui si incorre per il fatto stesso di averlo trasgredito) per chiunque avesse sottratto un libro, anche se con l’intento di prenderlo in prestito o per poco tempo o se ne fosse appropriato a qualsiasi titolo.
La Bolla Pontificia può essere ancora letta nell’epigrafe marmorea posta accanto all’ingresso della Biblioteca.

Di fondamentale importanza si è rivelata la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” del Ministero della cultura e gestita in via esclusiva dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande del mondo con oltre 1,4 milioni di file relativi a beni da ricercare.

Gli antichi volumi sono stati restituiti proprio il 17 marzo a Don Giuseppe Ruggirello, direttore della Biblioteca “Ludovico II De Torres” di Monreale. Il tutto durante una cerimonia presenziata dal Procuratore della Repubblica di Palermo, dottor Maurizio De Lucia, dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo, dottoressa Claudia Ferrari, dall’Arcivescovo di Monreale, Monsignor Gualtiero Isacchi, dal Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma, Generale di Brigata Vincenzo Molinese, dal Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Roma, Tenente Colonnello Andrea Ilari, e dal vicepresidente del “Getty Museum” di Los Angeles, dottor Stephen W. Clark.

I Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e la lettera di D’Annunzio trafugata dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

Una lettera di D’Annunzio, ebbene sì, anche questa era stata rubata – circa dieci anni fa – ed era finita nel circuito delle compravendite “non ufficiali” (per adesso lo definisco così).
Il manoscritto è del 18 novembre 1926 ed è stato sequestrato dai carabinieri dell’arte a un collezionista privato di Viterbo che l’aveva messo in vendita sul web dopo averlo acquistato qualche anno prima al mercato antiquario romano.

Il ritrovamento è stato reso possibile grazie ai costanti monitoraggi delle pagine dedicate alla compravendita di beni d’arte. Verosimilmente la lettera era stata sottratta dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma prima del 2012. Gli uomini dell’Arma sono risaliti all’identità del venditore e hanno evitato che la missiva sparisse di nuovo nel ricco mercato dei collezionisti.

Dal testo si legge che Gabriele D’Annunzio scrivevaAl caro amico”, come riportato sulla busta non recuperata, individuato secondo risultanze investigative nella persona di Giovanni Rizzo. “Le accludo un telegramma con le indicazioni dell’arrivo, a Modane, del dottor Michele Mendelsohn, mio amico medico di Parigi. Il quale viene a trovarmi; e mi porta alcuni oggetti d’arte appartenenti alla mia casa parigina, rimasti ancora là. Essi sono destinati al Vittoriale degli Italiani”.

Come spiegato dai Carabinieri TPC, la lettera è fatta di tre fogli di colore avorio, dimensioni 32,5 x 24,5 centimetri, tutti con il logo nell’intestazione “SQVADRA DI SAN MARCO – TI CON NV, NV CON TI”. 

Come sottolineato dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, gli archivisti della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma hanno trovato tracce di abrasione dei timbri a inchiostro apposti sulle carte di D’Annunzio e diverse abrasioni e cancellature della numerazione dell’inventario riportate su ogni pagina.
L’individuazione è stata favorita dall’attività di catalogazione, inventario e digitalizzazione portata avanti dalla Biblioteca in epoca precedente al furto e alla comparazione delle immagini con quelle contenute all’interno della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita in via esclusiva dal Comando Tpc.

La lettera è stata riconsegnata il 19 marzo 2023 a Stefano Campagnolo, direttore della Biblioteca, dal comandante della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo del Tpc, il Tenente Martina De Vizio.

Quarantatré antichi reperti del Messico ritrovati in Italia dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

Vasi, sculture ed elementi votivi dal grandissimo valore storico appartenenti a diverse epoche, dal periodo compreso tra il III e il VIII sec. d.C, ma anche al XIII e al XVI sec. d.C.
Oggetti che provengono dalle regioni Maya, Totonaca (regione del Totonacapan), Teotihuacan, nonché dall’Altipiano centrale e dalla costa del Golfo del Messico.

Questi tesori dell’archeologia sono stati recuperati durante differenti operazioni condotte dai Nuclei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, Ancona, Napoli, Udine, con l’aiuto del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e il coordinamento delle procure della Repubblica competenti per i diversi territori coinvolti nelle indagini.

Il 24 marzo 2023 i quarantatré preziosi oggetti sono stati restituiti nei saloni dell’Ambasciata del Messico in Italia. Presenti Alejandra Frausto, ministro della Cultura messicana, Carlos Garcia di Alba, Ambasciatore del Messico in Italia e il Generale di Brigata Vincenzo Molinese, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.

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