Una riserva naturale marina e terrestre nel cuore di Palermo, da Barcarello all’Isola delle Femmine, forme e colori di Sicilia

Nonostante io sia nato in Sicilia, residente a Roma da oltre quarant’anni ma sempre presente, più volte all’anno, nella mia Isola, continuo a scoprire sempre cose nuove. In questa estate iniziata a Catania, mi fermo anche a Palermo. Lo faccio per diversi giorni e scopro la bellezza della riserva naturale di Capo Gallo. È splendida. Fa parte della Capitale siciliana.

Con amici/fratelli palermitani DOC, ma anch’essi residenti a Roma, abbiamo prima esplorato la costa di Barcarello a piedi, da Sferracavallo, seguendo un sentiero per poi scendere da scogli dal colore biondo/bruno fino al mare. Acque cristalline dalle infinite sfumature di colore, dal cobalto al verde passando dal blu all’azzurro turchese. C’è da rifarsi gli occhi.

Esplorazione proseguita poi dal mare, quando abbiamo affittato una tradizionale e piccola barca in legno, quella tipica dei pescatori, condotta dal nostro skipper, Riccardo Siragusa.

In arrivo all’apertura della Grotta dell’Olio

La cosa ulteriormente particolare che ha caratterizzato questa nostra esplorazione di tre ore, è stata la temperatura dell’acqua: non gelida, molto gradevole e rinfrescante. Forse frutto di un gioco di correnti in questo 20 agosto. Temperatura comunque molto differente dalle ben fredde acque orientali della costa lavica in zona Aci Castello, nel catanese.

Questa gita in barca mi ha fatto scoprire anche la Grotta dell’Olio, accessibile solo a nuoto, con canoe e con mezzi non a motore: le altre imbarcazioni non possono entrare perché è area protetta.

Ci buttiamo dalla barca e, superata a nuoto l’ampia apertura, ci accoglie un universo blu. Mi sono maledetto per non aver acquistato una custodia subacquea per il mio iPhone. Quindi niente foto mie. Ne ho recuperata una dal web, uno scatto che qui inserisco con dovuto credit.

Da La Sicilia in Rete, interno della Grotta dell’Olio – https://www.lasiciliainrete.it/directory-tangibili/listing/complesso-delle-grotte-della-r-n-o-di-capo-gallo-grotta-dellolio/https://www.lasiciliainrete.it/directory-tangibili/listing/complesso-delle-grotte-della-r-n-o-di-capo-gallo-grotta-dellolio/

L’interno della grotta ha l’aspetto di una sorta di cattedrale vagamente a base tonda, a mo’ di Pantheon romano. Altezza più di 109 metri e circa 20 come diametro. Lungo la superficie dell’acqua emergono anche parti dove si può sostare. Sulla volta, dal lato destro, una spaccatura lascia passare un sottile fascio di luce.

L’acqua è limpidissima, il fondale si mostra completamente nonostante la luce arrivi in maggioranza dall’apertura navigabile.

Il blu è ovunque, più chiaro e brillante vicino all’ingresso, altrimenti è più scuro come il più puro e prezioso degli zaffiri.

Pure i nostri corpi immersi sono completamente blu-azzurri.

Uno spettacolo indimenticabile.

Riccardo ci recupera fuori dalla grotta, saliamo sulla barca e torniamo indietro diretti all’Isola delle Femmine.

Durante la navigazione passiamo accanto al grande e tecnologico yacht “Black Pearl” usato da Brad Pitt che salutiamo.

Oltre 106 metri in lunghezza per questo tre alberi DynaRig rotanti a pennoni curvi, imbarcazione con sistemi di recupero del calore, autoproduzione di energia elettrica e bassissimo consumo di carburante.

Uno spettacolo, a cominciare dalla linea.

Poi via, in rotta verso l’Isola delle Femmine-Ìsula dî Fìmmini che dà il nome al comune di quella porzione di città metropolitana dí Palermo. È uno dei simboli storici di questo tratto di costa. Un piccolissimo atollo, una volta connesso alla terraferma da una stretta striscia di terra. Sopra si trova un’antica torre d’avvistamento, oggi in rovina, che, insieme a quella inserita nel nucleo urbano lungo la costa, faceva parte di una rete di sorveglianza verso il mare antistante.

Il leggendario errore racconta su questa torre che fosse una prigione per donne. Qui si inserisce appunto la leggenda di tredici donne turche che colpevoli di vari delitti furono imbarcate in un vascello e lasciate alla deriva. Alla fine le correnti portarono l’imbarcazione ad arenarsi in questa isola dell’area di Carini, e le donne vissero lì per sette anni. Poi, quegli stessi parenti che le avevano esiliate, le cercarono trovandole nell’isolotto, le trovarono e si rappacificarono con queste donne fondando Capaci sulla terraferma (Cca Paci – Qui la pace).

Si narra anche di Lucia, splendida donna innamorata di un ragazzo del suo paese e che non voleva saperne delle attenzioni pressanti di un ricco signore. Allora quest’ultimo la fece rapire e rinchiudere sulla piccola isola, dentro la torre. Lei piuttosto che piegarsi preferì farsi morire di fame. Ancora oggi si racconta che nei giorni di tempesta si riesca a sentire i lamenti della sventurata Lucia, fanciulla che non poté vivere la sua vita.

In verità l’antico nome era Isola di Eufemio, in latino īnsula Euphēmī, generale bizantino nonché governatore della Sicilia. L’espressione latina fu distorta nel siciliano ìsula di Fimi, con l’ultimo termine trasformato nei secoli in Fimmini, femmine/donne.

Ma c’è un’altra ricostruzione linguistica. Dal sito web del Comune di Isola delle femmine:

«Dal bollettino ecclesiastico di Monreale datato 1912 si legge che, con l’antico nome di “isola di Fimi”, risalente al 1176, si intendesse l’isola che sorge all’imboccatura del seno marittimo che si estende verso ovest sino a Punta Raisi, nel territorio di Carini; definito anche “prope portum gali”, poi Porto di Gallo nel 1581, ed oggi corrispondente al punto di Grotta dell’Olio, tra il promontorio di Barcarello ed il Malpasso. In data imprecisata venne costruita la tonnara di Fimi, dal latino fimis trascrizione del vocabolo arabo fim (bocca o imboccatura), termine poi trasformato nel dialetto fìmmini ed italianizzato in femmine».

A costo di essere ripetitivo, abbiamo trovato acque per nulla fredde e turchesi. Sull’Isola delle Femmine nessuno può sbarcare: è area protetta, è Riserva naturale orientata Isola delle Femmine gestita dalla LIPU in quanto luogo di riproduzione di diverse specie animali tutelando il patrimonio floristico dell’isolotto.

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Avatar di wwayne wwayne ha detto:

    Post stracolmo di bellezza. Sono sempre più orgoglioso di essere da tempo un tuo regolare lettore e commentatore.

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    1. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

      Ci ero già passato nel 2023, ma per un solo giorno: tre amici che il giorno dopo scoprimmo di essere tutti positivi al covid, uno di noi da solo raffreddato si scoprì essere l’untore.
      Quest’anno mi ci sono messo di punta e ho esplorato come si deve. Così ho raccontato.
      Comunque, questa estate 2025 è stata ricca di sorprese siciliane

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    2. Avatar di Giuseppe Grifeo Giuseppe Grifeo ha detto:

      E grazie infinite per l’apprezzamento su quanto racconto e descrivo

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      1. Avatar di wwayne wwayne ha detto:

        Grazie a te per la risposta! Colgo l’occasione per dirti che ho appena pubblicato un nuovo post: https://wwayne.wordpress.com/2025/08/26/nel-posto-giusto-al-momento-giusto/

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