Sicilia occidentale. Privilegio, Feudo, Corona, termini antichi che richiamano la Storia, ma intesa nel suo significato più alto come racconto di vicende umane, interazioni, fatti. In questo mio articolo che mi coinvolge direttamente, parlo di una vasta area a poca distanza da Castelvetrano, Selinunte, Mazara del Vallo, in quella che in epoca moderna è definita come Provincia di Trapani. Qui si trova Partanna, cittadina che oggi conta circa 11.000 abitanti, una città-forziere di splendide opere architettoniche che rispecchiano la sua storia millenaria, molte sopravvissute alla tragedia devastante del Terremoto della Valle del Belìce nel 1968.
Questo testo intende salvare e rivisitare quanto avevo già in parte raccontato in una nota di un noto social che da un po’ sta rinnegando questa forma di espressione scritta rendendone quasi impossibile la lettura e anche il rintracciare facilmente le note già scritte da parte degli stessi autori.
É storia, quindi voglio salvarla in questo mio spazio oltre che in www.grifeo.it. Storia perché segna l’inizio dello sviluppo di un territorio e ne definisce in confini. I residenti della zona e studiosi possono analizzare, rintracciare, annotare le antiche denominazioni: fino all’anno 1091 quando il Gran Conte Ruggero d’Altavilla consegnò Partanna nelle mani di Giovanni Grifeo suo condottiero, Partanna era solo un casale fortificato musulmano circondato da qualche casupola in cima a un colle. Questo privilegio del 1243 riporta tal quale quanto scritto nel Diploma ufficiale concesso intorno al 1137/1139 dal Re Ruggero II di Sicilia.

Questo è un documento storico della mia Famiglia e di Partanna confermando l’atavico legame tra territorio e persone. Di seguito riporto il testo completo trascritto dall’originale e qui sopra riprodotto fotograficamente.
Conferma del Feudo di Partanna alla Famiglia Grifeo da parte dell’Imperatore Federico II (1243)
Le immagini del documento arricchiscono l’archivio di famiglia che sto ricostituendo e accentrando continuamente.
Notate, a livello di curiosità, nel leggere la trascrizione dalla riga 10 alla 13 nel testo trascritto che riporto più in basso, i nomi degli uomini e delle donne facenti parte della pertinenza di Partanna 930 anni fa… ricordate che sono nominativi di residenti risalenti all’epoca della conquista normanna e della fine del dominio musulmano in Sicilia.
Premessa – Cosa è, in questo caso, il Privilegio o Diploma? Si tratta di una concessione rilasciata dai sovrani, atto con cui veniva concesso un titolo nobiliare e un feudo descrivendone le parti e i confini. Questo avvenne a Giovanni I Grifeo sul finire dell’XI secolo, quando ottenne dalle mani del Gran Conte Ruggero d’Altavilla la Baronia di Partanna, anche se la conferma ufficiale avvenne dopo, grazie a Re Ruggero II di Sicilia.
Il Diploma di “infeudamento” Grifeo a Partanna fu riportato integralmente nella seconda concessione data da Re Ruggero di Sicilia nel 1139 a Giovanni II Grifeo e dopo, ancora una volta ricopiato, per definire i confini dei possedimenti, nel testo del Privilegio rilasciato nel 1243 dall’Imperatore Federico II a Goffredo I Grifeo, quarto Barone di Partanna.
I tre passaggi documentali con la riscrittura della concessione, sono ricordati nell’affresco del Salone delle Feste a Castello Gifeo di Partanna, proprio sullo scudo imbracciato da Giovanni I Grifeo (vedi immagine qui in basso).

Eccole, nei particolari di inizio documento ingranditi qui in basso, le citazioni di Goffredo Grifeo (Goffridus De Grapheo) e del feudo di Partanna.


Grazie a questo scritto oggi si conosce il testo completo del Privilegio che, inoltre, è riportato integralmente su “Partanna nella storia e nell’arte, nella Fede e nel Folclore” di Antonio Varvaro Bruno, edito da Scuola Grafica “Don Orione” – Palermo 1956
Il professore Varvaro Bruno andò a cercare nella raccolta della Magna Reale Curia a Palermo, fra le carte del volume targato 1605. Lì dentro stava e sta ancora oggi (forse… ma vorrei appurarlo direttamente) una copia della pergamena del diploma anch’essa firmata da Federico II.
L’attestato misura 44 centimetri per 47,5 con in alto un margine di 5 centimetri: era stato originariamente piegato tanto che, se aperto integralmente, risulta oggi suddiviso in 16 quadri. Dove le pieghe orizzontali e verticali si incontrano, qualche lettera risulta cancellata almeno in parte. I caratteri sono alti 3 millimetri, paleografia in forma gotica e lingua latina.
La prima parola “Fridericus” ha caratteri alti quattro volte rispetto a quelli presenti nel resto del testo: la lettera “F” del nome dell’Imperatore ha una coda che scende fino al settimo paragrafo. Nel passato un bibliotecario disonesto ha strappato via la parte con i timbri, sigilli e pendenti plumbei.

Di seguito il testo del Privilegio (tradotto dal latino e diviso nei paragrafi originali che qui sono stati numerati):
1) Federico per grazia di Dio augusto Imperatore dei Romani e Re di Sicilia e Gerusalemme. Pel presente privilegio facciamo noto a tutti, si presenti che futuri, che, dopo solenne Curia a Ca-
2) pua celebrata, ove facemmo l’editto generale per tutti di presentare i privilegi, Goffredo de Graffeo, abitatore di Mazara, fedele nostro, presentatosi a noi, residenti felicemente presso Foggia, dinanzi all’Altezza nostra consegnò alla nostra Grandezza un
3) privilegio del sig. Re Ruggero di b. m. munito di sua bolla plumbea pendente, in lingua greca, concesso al fu Giovanni de Graffeo, proavo di esso Goffredo, e i suoi eredi e successori sulla concessione del casale di PARTHANNA, sito in Val di
4) Mazara, tra i territori di Castelvetrano e di Salemi, coi diritti confini e pertinenze dello stesso casale, con 17 VILLANI, nominati con loro pertinenze nel predetto privilegio, tanto in detta lingua greca che nell’arabica, fatta allo stesso fu
5) Giovanni de Graffeo con i suoi eredi e successori. E supplicò umilmente e devoto che gli si restituisse il detto privilegio e ci degnassimo di concedere e confermar per nostra grazia, ciò che in esso contenevasi. Il qual privilegio, esibitoci dallo stesso
6) Goffredo, la nostra Serenità ordinò essere osservato e diligentemente esaminato dagl’interpreti della nostra M. Curia, conoscenti ambo le lettere e le lingue, cioè la greca e la latina, nostri notari e fedeli. Per i quali sul contenuto di esso

7) la Maestà nostra ha avuto piena notizia. Il tenore del qual privilegio, secondo la versione, per bocca de’ predetti interpreti, nostri notari e fedeli, è tale: RUGGERO, PIO E POTENTE RE, IN CRISTO DIO ONNIPOTENTE
8) Donare è cosa utile e salutare all’anima. Lo sa certissimo la potenza nostra; ma molto più quei che servono. Alla stessa (nostra potenza) conviene provvedere con sincera sollecitudine, ad essa con beneficio. Onde, trovando te, GIOVANNI denominato DE GRAFFEO, ancor nell’età tua
9) giovanile, serviente NOI diligente e sollecito, ed uno ordinato e fedele, tra quei che sono sotto la podestà nostra dei militi, e fermamente, promettente di compiere quegli uffici, che a Te sono stati commessi, NOI, dunque, con tutta sollecitudine conce-
10) dendo, è proprio della nostra potenza renderti degno d’alcun beneficio. E pertanto ti concede la potenza nostra nella nostra Isola Sicilia, Val di Mazara, tenimenti e pertinenze di Castelvetrano e Salemi, diciassette uomini con le
11) pertinenze medesime, dei quali i nomi sono questi: Daifesin, Lachu, Ripipyse, Machumut ibn Ysserif, Abdalla ibn Abdesalem, Mucumut ibn Charim, Abdetimme ebin Chuszel, Chamut, Essavat, Bikkeri el Carej,
12) Achmet Frater eius, Mutantes ebin Atie, Chasen ebin Gaz, Buzeitum el Vesen, Meimum ebin bu Lay, soror Ezevet, Esena ebin Chusein. E con essi concedesi a te e tuoi eredi e legittimi discendenti del tuo corpo
13) in perpetuo, si che il maggiore si preponga al minore e il maschio alla femmina, secondo l’uso del diritto dei Franchi, sotto il debito tuttavia del militare servizio, giusta la consuetudine del regno, in essa Isola e stessi tenimenti e
14) pertinenze di Castelvetrano e Salemi, un casale ch’è detto PARTANNA, con tutte sue pertinenze, giustizie, tenimenti e sottoscritti suoi confini, il quale casale pervenne a ragione per la decadenza nelle mani della potenza nostra.
Da questo punto si prosegue con la descrizione dei confini del Feudo fino alla 37a riga continuando a ricalcare il precedente decreto di riferimento, quello del 1139. Poi il tutto chiude con il testo sottoscritto da Federico II:
LA DIVISA (ndR: territori del dominio) si divide così: cominciando
15) da una parte da certo Fonte ch’è detto Ajnbusillim, da esso fonte scende per la Porta della Cresta, che verso settentrione, volgendo al fiume (che comincia dalla Cripta di CALIRMA e discende
16) in mezzo alle terre di detto casale di Partanna) da esso fiume sale fino alle piccole mandre, che vedonsi in alto sopra esso fiume. E da esse mandre si sale diritto, dal capo della cresta esistente a pie’ della pianura
17) del FARTASO ed esce, diviso, presso la via d’essa pianura, per cui si va a Palermo e si va lungo la stessa via per le terre esistenti, quale divisioni d’esso casale di ZAFARANA fin dove unisce la via
18) che va a Salemi con la predetta cresta. E discende ai fonticelli di Carsia e da essi fonticelli scende al vallone di Bruca fino a pie’ d’esso vallone.; donde si sale per una certa mandria esi-
19) stente sopr’esso vallone e procede dritto fino al monte ch’è detto del GESSO, che è sopra il casale detto della MENTA e al canale dello stesso monte. Poi da esso monte per la porta di Calatamauro va al monte dello stesso Calatamauro
20) donde tende pel monte della MOSTA alla cresta di essi monti fino al monte di Mucaccabo. Poi da esso monte si protende verso la serra dei conigli, discende fino al vallone detto Carsia. Indi (oggi territorio di S. Ninfa)
21) va lungo la cresta al castel di TERICHI e poi da esso castello discende per le creste allo stretto di TERICHI donde va lungo il vallone che è sotto il monte detto Nido dei CORVI, e dà sulla pub-
22) blica via che conduce ad ANTELLA, e da essa via scende alla Lapide bucata, esistente presso la cresta, onde sono divise le terre di COSTANACHE e dei CARINI di S. Andrea, e da esso sasso conduce diretto lungo la cresta fino alla
23) cresta del fico, poi scende verso il serrone delle Dise e dà nel vallone e per esso vallone dà ad altro serrone di Dise, ove sono le tane dei conigli. Da qui scende pel vallone fino alla pietra della mortella e fino
24) al fiume d’Antella e sale per esso fiume fino al passo di Misilindino, e da esso passo scende per un vallone, fino a certa mandra ch’è detta della Cripta e da essa mandra e cripta
25) per esso vallone fino alle tane arenose e dà nella via che viene da Misilindino. Da qui scende per essa via fino al capo detto KachalKisit e da lì scende lungo il detto vallone e tende per la cresta di-
26) retto fino di fronte a BELICE (ndr: il casale). Di là scende al gran fiume e discende lungo esso fiume e giunge al sasso confitto dell’Oleastro, indi scende verso
27) il capo del Bando e va lungo la serra fino alla spelonca del Belice, poi va diretto al Candac d’Ezaburg, poi va lungo un piccolo vallone pel bosco e volge verso l’antico mu-
28) ro, dividendo con la nostra real finestra di Castelvetrano, indi esce verso la via onde si va a Castelvetrano e da essa via tende al VALLONE SECCO, sale per esso secco vallone alla cal-
29) cara del fico. Sale poi per MAGAGGIARA e dà nella portella, ov’è la via pubblica onde si viene da Antella a Castelvetrano; da lì scende verso un vallone presso cui è certa pietra grande
30) nella quale è scolpita la finestra, donde si sale diretto per mezzo del Magaggiaro e giunge al predetto fonte di Ajnbusillim ove iniziò la predetta divisa e conclude. Poi il predetto casale
31) di Partanna coi soprascritti uomini pertinenti ad esso e tutte ragioni, diritti, pertinenze del detto casale e dei prescritti suoi confini, la detta potenza nostra l’ha donato a Te, nostro,
32) Giovanni di Graffeo, per tener questo e quelli a potestà tua e dei tuoi eredi, a dominio perpetuo dei figli, e senza molestia di qualsiasi persona, barone o conte, salvo sempre il detto militare
33) servizio. E vogliamo che non abbia potestà alcun dei nostri eredi e successori in alcun tempo o anno di revocare questa donazione per alcuna ragione o causa. Laonde notifica la nostra po-
34) tenza il presente suo privilegio a tutti quanti sono sotto la nostra potestà ed amministrano le cose nostre, che nessuno sopra questi, spinto da audacia, infranga o muti tali beni che pel presente privilegio sono dati e concessi
35) a Te, bensì sempre essi restino a Te ed ai tuoi eredi confermati e incommutabili, qual dominio e potestà che hai ricevuto dalla potenza nostra. Onde, in fede e conferma della forza del tutto, impressa la bolla di piombo del nostro
36) tipario, il presente privilegio, bollato e segnato, si consegna a Te, predetto GIOVANNI de GRAFFEO, nella città nostra, tanto confermata, di PALERMO, nel mese d’APRILE, indizione 2a, anno seimilaseicento
37) quarantasettesimo. Ruggero in Cristo Dio, Re potente pio e aiutatore dei Cristiani

Qui prosegue con il testo sottoscritto dall’Imperatore Federico II per la conferma del Feudo ai Grifeo:
37) Indi noi, ammessa la supplica del detto Goffredo nostro fedele, benignamente considerando
38) molto grati e accetti i sacrifici che da tempo al Rev. Nostro Padre, l’Imp. Enrico, di divina memoria, e alla Nostra Altezza con pura fede e devozione fedelmente è prestato,
39) presta e potrà prestare di bene in meglio, dando il dominio in futuro, restituiamo il graziosamente il prescritto privilegio del detto Re Ruggero, di cel, mem. Al detto Goffredo e le cose dette
40) tutte e singole, che contengosi in esso e son concessi tra i detti territori di Castelvetrano e Salemi, un casale che si chiama PARTHANNA con tutti i diritti e le azioni sopradetti, i confini nel predetto privilegio
41) contenuti, e sue pertinenze, sotto il debito del militare servizio e per speciale grazia dell’Altezza Nostra per sicura coscienza dello stesso Goffredo, qual benemerito, e ai suoi eredi, giusta il modo e la forma di esso
42) privilegio di Ruggero. Compreso il tenore d’esso privilegio, diligentemente osservato, diamo, concediamo e in perpetuo confermiamo, salvo il militar servizio suddetto. Per memoria poi e forma di tale Nostra restituzione
43) donazione e conferma, il presente privilegio, da valere in perpetuo, abbiamo noi ordinato e fatto munire del sigillo della Maestà Nostra, l’anno, mese ed indizione
44) sottoscritti
45) Dato a Foggia, l’anno dell’Incarnazione del Signore mille duecento quarantesimo terzo, nel mese di luglio, 1. indiz. Imperante nostro signor Federico, per grazia di Dio Invictissimo Imperator dei Romani
46) sempre Augusto Re di Sicilia e Gerusalemme. Del suo Impero anno 22., del regno di Gerusalemme 18. e del regno di Sicilia 48. Feliciter. Amen

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